Scoprendo e riscoprendo…

A tratti defatigante, il poco appariscente lavoro di seguir le tracce per assegnare i CFU elargisce invece sorprese. Lo ammetto, non è solo un gentleman aggrement fra l’istituzione e me – tu mi sdogani questa follia e io ti sperimento i cfu (€) – ma anche un modo per riscoprire.

Vedo che anche quando i casi della vita mi impongono di essere poco attivo, ivi compreso l’obbligo di valutare, la comunità borbotta per conto suo.  Bene, ciò allevia la frustrazione di dover fare un lavoro invisibile. Ma perché non mettere a frutto anche quest’attività?

Mi sono per esempio divertito a seguire la storia del pesciolino Guizzino, ultima fatica di Alessandro; bella questa commistione di lavoro manuale e elettronico

Ho trovato poi particolarmente utile l’approfondimento di Maria sulla privacy in FB, e pare che sia solo la I puntata. Prendo nota e inglobo nei materiali sui social network.

E infine il camminare con piede leggero di Sabina

Nel discorso di Sir Ken Robinson ritrovo i fondamenti del nostro sperimentare, li snocciolo così come li ripenso, al volo:

  • stiamo sottoutilizzando in maniera mostruosa il talento che perfonde l’umanità
  • coloro che amano ciò che fanno, lo amano perché sono quella cosa
  • l’istruzione allontana una grande quantità di gente dai propri talenti
  • le riforme  dell’istruzione non servono più perché migliorano un modello fallimentare
  • la tirannia del senso comune impedisce l’innovazione
  • la vita non è lineare ma organica
  • abbiamo costruito i nostri sistremi educativi come fast food, ossessionati dalla linearità
  • non occorre un’evoluzione, bensì una rivoluzione che ad un modello di educazione industriale, lineare, ne sostituisca uno agreste, dove si è consapevoli di curare la crescita di creature e comunità viventi e non di controllare un processo

12 pensieri riguardo “Scoprendo e riscoprendo…”

  1. A volte ci sono momenti in cui penso che quello che so fare non serva a nessuno, se non a me stessa. Triste constatazione di esser nel posto sbagliato al momento sbagliato.

    1. Come dice Andreas, non sei sol@ e forse è normale. Però se fai sapere quel che sai fare, poi scopri che invece interessa / serve ad altri.

      Aneddoto personale in merito: quando finivo il liceo volevo studiare filologia classica, poi invece ho fatto lingue moderne, ma il pallino mi è rimasto. Allora decenni dopo ho fatto un post [1] su e-codices, l’iniziativa di digitalizzazione dei manoscritti antichi conservati in Svizzera. E come esempio avevo scelto quello trecentesco della Historia destructionis Trojae di Guido delle Colonne, conservato alla biblioteca Bodmer di Ginevra.
      Avevo scritto quella cosa perché quel manoscritto interessava a me, avendolo visto in vetrina senza poterlo sfogliare. Ma non avevo idea che potesse interessare ad altri. Invece sì: tramite quel post ho scoperto una cerchia di tifosi di Guido delle Colonne.

      [1] Su un blog multiautore ormai scomparso: il link è alla copia del post conservata sull’Internet Archive.

    2. “none” , non so chi sei ma…benvenuto nel club degli ” inutili digitali”! Molti di noi pensano di non poter essere utili a nessuno ( e per qualcuno, come me, è anche vero…) : e allora? Fai cosí : vai a leggere i commenti ai post del Prof. andreas (specialmente i primi) , passeggia per i nostri blog e fatti due risate curiosando nei diari delle prime settimane! La tua autostima salirà di parecchi punti… Stai tranquillo: il bello di questo posto è che tutti si prende e si dà, bisogna solo capire come….

    1. Ok, ne ho fatta un’altra delle mie….
      Non conoscevo il blog di Alessandro….. Adesso l’ho trovato e ho letto la storia del progetto! Scusatemi, ma fate sempre tutti un sacco di cose belle e io mi sento come un bambino in un negozio di giocattoli…. 😔

  2. grazie,prof… sono felice che la citazione del TED abbia avuto successo.
    Sono in vacanza ma sto studiando per settembre sul tema “Ipad e didattica”. Qualsiasi aiuto o suggerimento (già ne ho avuti molti da Luisella , Lucia etc etc) è il benvenuto.

    A presto

  3. Riciclo il commento postato all’epoca sul blog di Sabina:
    Daniele says:
    May 29, 2013 at 1:09 pm

    Io mi trovo benissimo col modo di pensare di questo tizio. Infatti ho elaborato una programmazione molto flessibile, in modo che sia adattabile a più alunni possibile, anche in sede di valutazione. Ma, nonostante insista che le “doti” (termine fuorviante e intrappolante che trova la sua forza solo nel luogo comune) ce le abbiamo tutti, perché il nostro cervello le ha sviluppate con l’evoluzione, c’è sempre qualcuno che rifiuta di lavorare. Per quest’ultimi, la cui valutazione resta comunque insufficiente, cerco di trovare il tempo per ascoltare quello che li appassiona (meccanica, elettrotecnica, matematica,qualche sport…). Non lo chiedo mai: sono loro che ci tengono a mostrare i propri punti di forza. Quando mi vengono a trovare a scuola l’anno dopo, oppure si fermano a parlare con me per la strada o al supermercato, mi rendo conto che con il rapporto umano si è comunque salvato l’aspetto educativo.
    Comunque, non ho potuto fare a meno di notare la naturalezza con cui questo Robinson (non so chi sia) ha usato il termine “sfigato” (naturalmente il suo corrispondente inglese). Prima degli anni ’80 non lo usava nessuno. A proposito di “conformismo”, è l’immissione inconsapevole nel nostro lessico quotidiano di termini nuovi, o precedentemente poco usati, che cambia la cultura. La scena surreale descritta sul colloquio al bimbo di tre anni non sarebbe potuta svolgersi se i genitori non avessero avuto il terrore di avere in famiglia uno “sfigato”.

  4. Che bella la fiaba di Guizzino – e anche proprio emblematica dell’imparare e del fare insieme.

    Adesso calo nel terra terra con 2 osservazioni sul video della conferenza TED di Robinson:

    – se si va alla pagina originale del video – http://www.ted.com/talks/lang/it/sir_ken_robinson_bring_on_the_revolution.html – è possibile attivare una trascrizione interattiva dei sottotitoli per qualsiasi lingua di sottotitolazione, dove ogni parola è un link/commando che fa partire il video dal punto dove appare. Oppure si può copiare la trascrizione.

    – nel video, cliccare su download consente di scaricare il video con i sottotitoli della lingua che si sceglie incisi dentro il video – e questo è utile se si vuol adoperarlo in posti dove la connessione viaggia sotto i 20 kb/secondo col vento in poppa.

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