PirateBox: un pezzetto di Internet che viene con te – #loptis

Riepiloghiamo i fatti. Il 1 Marzo Roberto Marcolin si iscrive al #loptis inviandomi questo messaggio:

Ne approfitto per segnalarti, se già  non la conosci, la PirateBox/LibraryBox: si tratta di un dispositivo mobile per la condivisione di contenuti digitali, ha due principali “difetti” che forse potrebbero interessarti: funziona con software open source e con hardware a basso costo 😉

Prendo nota, sicuro di ritornarci sopra, prima o poi. Il 5 maggio Roberto mi riscrive:

… nei prossimi giorni installerò nel bar della mia scuola una Bibliobox /PirateBox, si tratta di un dispositivo mobile che permette la condivisione di contenuti digitali attraverso qualsiasi dispositivo dotato di wifi ( portatile, smartphone, tablet, ereader). In due parole è costituito da un router wifi portatile e da una chiavetta usb su cui è montato un sistema operativo open source (OpenWrt, una delle tante distribuzioni Linux).
In parallelo volevo fare un piccolo esperimento di social bookmarking per raccogliere altre risorse digitali libere ( ad es.distribuite con licenze Creative Commons). Mi chiedevo se questo esperimento poteva interessare anche ai partecipanti al LOPTIS, la pagina in cui si possono inserire link a risorse digitali libere è questa:

https://bibliobox.wikispaces.com/Costruiamo+insieme+la+BiblioBox

Se qualcuno vuole sapere a cosa serve, come funziona e come si autocostruisce una BiblioBox/PirateBox può dare un’occhiata qui:
http://readlists.com/dbaa55af/
oppure può seguire l’account Twitter di 23cose in biblioteca: https://twitter.com/23cose

 

Prometto di diffondere, ma mi perdo nella modellazione 3D – l’uomo è debole, e piccolo. Diffondo ora.

Il 1 di giugno rieccoti Roberto:

…alle 15 [del 10 giugno] ho uno scrutinio, ma quanto dura l’incontro? Volevo portare una PirateBox/Bibliobox perché mi sembra potrebbe inserirsi bene nel progetto di laboratorio didattico itinerante

Ha perfettamente ragione. Il cervello si attiva, alla terza botta. Mi precipito in Amazon – antipatico ma insostituibile nelle emergenze: il 6 giugno, in serata, mi arriva il router portatile Tp-Link MR3020 – 37.98 € spedizione compresa. Altro non serve, se si è un minimo abituati a smanettare in Linux. Seguo le istruzioni dei pirati buoni, aggeggio, provo. Piano piano scopri cosa può rappresentare l’oggetto per te.

Roberto ci racconta della BiblioBox, che è una delle possibilità, molto interessante peraltro: un sistema wireless locale, sconnesso da Internet, al quale chiunque può accedere con un suo apparecchio, per scaricare documenti di ogni tipo messi a disposizione da una biblioteca.

Io mi rendo conto che per me può significare un’altra cosa: un sistema che mi consente di portare in giro il pezzetto di Internet che mi interessa mostrare. Non è poco per uno che si è messo intesta di andare per scuole a mostrar robe: qui c’è il wireless ma la password la sa solo il “responsabile” il quale è in ferie, là lo spazio è magnifico ma mai nessuno ha pensato a connetterlo alla rete in qualsivoglia modo, più in là ancora c’è una magnifica connessione Ethernet ma il cavo è corto per la sistemazione che mi serve, di qua è tutto perfetto ma oggi non c’è banda… e via dicendo.

Forse ho risolto il problema. Attacco alla corrente la scatolina 7x7x2 cm, con la pennina attaccata, zeppa di contenuti, e navigo a schioppo fra ciò che mi serve. Non solo: se volessi mostrare qualcosa attraverso un secondo computer – mi capita – non mi devo preoccupare di aggiornare il materiale in tutte e due le macchine, o affidarmi a qualche “nuvola” in Internet, con tutte le vaghezze del caso: accedo alla solita PirateBox. Non solo: chiunque abbia un computer, o un tablet o uno smartphone, può scaricare i contenuti. Non solo: se vuole può caricare nel sistema un suo contenuto, offrendolo così al laboratorio. Non solo: gli astanti possono comunicare in chat fra loro.

Ho appena finito di sistemarla. Appare così:

piratebox
Clicca l’immagine per leggere..

Detto questo, ora bisogna vederla all’opera sul pezzo. Quindi, chi parteciperà all’incontro di Paderno d’Adda è invitato a portarsi il proprio marchingegno e a provare il funzionamento della PirateBox. Non dovrà fare altro che attivare il wireless sul computer, tablet o smartphone che sia, poi il browser internet dovrebbe aprire automaticamente questa pagina. In ogni caso l’indirizzo sarà

http://piratebox.lan/

Poi racconteremo come sarà andata.

18 pensieri riguardo “PirateBox: un pezzetto di Internet che viene con te – #loptis”

  1. Ieri è stato un incontro molto forte e coinvolgente (di cui parlerò più diffusamente in seguito): abbiamo visto all’opera la piratebox e oggi mi frulla nella testa una domanda a cui non so rispondere.
    Con la PB abbiamo chattato (ci sarebbero un paio di cose che ho scritto che mi servirebbero esattamente come le ho appuntate ieri), tutto ciò che è stato scritto rimane solo ad Andreas nel suo “pezzettino di Internet”? O c’è la possibilità di rivederlo ancora? Come?

    Andreas, forse l’hai detto…non sono stata sufficientemente attenta!

    1. Preso dalle domande e dalle discussioni mi ero completamente dimenticato della chat…

      Ieri sera sono andato a frugare nella PirateBox e mi pare di avere capito dove finiscono le conversazioni. Oggi sono più che altro per strada ma appena posso guardo di recuperare.

      Grazie!

  2. Sto per riemergere dall’incubo dei PAS e la prima cosa che deciso di leggere è l’aggiornamento di Loptis… Cosa trovo? Questa fantastica novità! Chissà quante cose mi sono persa… Spero di trovare presto il tempo per recuperare…

  3. E due piratebox possono connettersi l’una all’altra? Se sì, a quale distanza massima lo consente il wireless? E ci sono router con batterie, così da non doversi collegare alla rete elettrica?
    Chiedo perché sembra molto comodo poter nascondere discretamente “scatoline 7x7x2 cm”, persino “con la pennina attaccata”, dai due lati di una frontiera con un paese che eserciti una censura dura dell’internet.

    1. Sì, c’è il modello “successivo” che pare vada a batterie. Così com’è la macchinetta è organizzata per offrire un repositorio di documenti in down-upload. Basta mettere di là un qualsiasi computer che sa come leggerci – considerando che oggi computer vuol dire scatoline, anzi schedine, tipo Raspberry PI e una miriade similari. Tutta roba su cui gira Linux, che è plasticissimo e gli puoi far fare quello che vuoi – e non è nemmeno molto difficile.

    2. Ciao Claude, provo a rispondere alle tue domande.
      La funzionalità “mesh” che permette di collegare le PB in una rete a maglie non è stata ancora implementata, ma Matthias (il principale sviluppatore) ci sta già lavorando sodo, ancora un po’ di pazienza 🙂
      Si può già collegare la PB a una batteria portatile ( costo attorno ai 30 euro) oppure c’è ilmodello di router che ho usato al bar della mia scuola: tp link 3040 ha una batteria interna ricaricabile, durata: 3-4 ore. Sempre a scuola, il segnale wifi, senza ostacoli, copre tutto lo spazio del bar, una ventina di metri circa.

      Per finire, anch’io sono curioso di sapere cosa succede domani, per intanto vi mando il link a uno sticker di “zona piratebox” con il qrcode che può essere usato con i dispositivi android (tablet e smartphone) per facilitare l’accesso alla Piratebox:

      Fai clic per accedere a qrcode_piratebox.pdf

      Buon lavoro a tutt*

      1. Grazie per le risposte, Roberto e Andreas. Questo piratebox sembra ottimo per fare quel che Tim Berners-Lee chiedeva ai geek durante la sua conversazione con Gordon Brown del 2011 su “How Can the Web Accelerate Social and Economic Change?” (vedi qui, da 65:06 a 68:51), per debellare i tentativi di bloccare l’internet e di controllarne gli utenti.
        E, come scriveva Jérémie Zimmermann in https://www.laquadrature.net/en/snowden-the-terminator-and-us una settimana fa, si tratta di lottare per riconquistare e rivendicare la nostra umanità. Che poi è molto simile a quel che chiedevano Daniel Viglietti e Victor Jara nel 1969:

        (o con sottotitoli).

  4. Martedì 10 giugno, grazie ad Antonella che mi ha avvisato, sarò anch’io a Paderno D’Adda.
    Sono davvero contenta, mi fa un immenso piacere poter conoscere di persona il prof.
    Il percorso in questo laboratorio conclusosi nel primo semestre con l’esame è stato per me, “digitale itinerante”, uno dei più significativi e ricchi sul piano professionale, tecnico, personale e umano che abbia vissuto alla iuline.
    Mi si è aperto un mondo: tra ansie e scoperte mi sono sentita, come mai, coinvolta in un percorso digitale e questo grazie, alla comunità che qui si è attivata e si attiva, ma soprattutto alla maestria di una persona come Andreas che sa distribuire conoscenza, accoglienza e tutoraggio con generosità e sapienza.
    Ecco perché domani ci sarò!
    A domani
    Giusi Po

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