Torno a scuola

È un seme che se ne sta lì buono da più di trent’anni. Poi, una decina d’anni fa, il destino m’ha scompigliato le carte ma quel seme se n’è avvantaggiato. Da allora me ne sono preso cura. Ma a 50-60 anni non potevo certo pensare di andare a fare il maestro. Andava quindi trovata un’altra ricetta.

Spesso è il caso che ti gioca le carte ma alcune te le puoi scegliere. Le tre carte che ero libero di giocare per tentare di tornare a scuola sono: flessibilità, (quasi) zero risorse, pazienza. Va da sé che giocare una qualsivoglia carta limita la possibilità di giocarne altre; i famosi prezzi, la natura dei quali, nel mio specifico caso, non ci interessa. Basta sia chiaro che i prezzi vanno pagati.

La flessibilità consiste nella libertà di attuare immediatamente qualsiasi esperimento ove se ne presenti l’occasione. Vuol dire  cogliere al volo l’occasione. In un laboratorio di fisica gli esperimenti si possono, anzi si devono prefigurare minuziosamente. Non è così nei territori della massima complessità. Quando passa il treno occorre saltarci al volo. Impossibile farlo da uno scranno universitario – tanto più che la variabile indipendente della burocrazia ammorba anche la vita universitaria. Ecco il vantaggio del Web e di un Web gestito in autonomia. È così che nel 2007 nacque questo spazio, nella forma di un blog di un privato cittadino. L’occasione fu la comparsa del cyberspace, proprio quello della   Declaration of the Independence of Cyberspace (versione italiana) di John Perry Barlow – quello che scriveva i testi per i Grateful Dead. A dire il vero, quella dichiarazione si è rivelata un fallimento, nel suo intendimento generale. Il Cyberspace, come tutti i nuovi territori, è stato scoperto da esploratori visionari, poi depredato da avventurieri in un clima di impunità, infine depredato dai grandi poteri industriali in un clima di impunità più o meno legalizzato – sta di fatto che un’azienda come Google ruba al fisco italiano cifre miliardarie, e così negli altri paesi e così gli altri giganti, Apple, Facebook ecc. Ma quella dichiarazione è invece perfettamente valida per chiunque sia determinato a fabbricare qualcosa di utile, in autonomia. Si può ancora fare ma, attenzione, è tutt’altro che una condizione garantita. Un altro esempio di occasione colta al volo fu il MOOC del 2013, dove comparve l’acronimo #LOPTIS. Ma ci sono tanti esempi di valore, come quello di Paolo Beneventi, che da sempre si occupa dell’impiego critico e creativo della tecnologia da parte dei bambini,

Zero risorse, o quasi. Al massimo poche spese che uno possa pensare di pagare di tasca propria. Non dovendo chiedere nulla a nessuno si consegue una libertà formidabile, cruciale per poter cogliere le occasioni al volo che si diceva prima. Molti si confondono, giudicando questo atteggiamento, perché pensano di essersi imbattuti in una forma di filantropismo, magari di imbecillità, per alcuni. Niente affatto, è una forma di investimento, che si basa sulla convinzione che il capitale della propria esistenza sia solo parzialmente economico, ma che nel suo complesso è composto anche da altri tipi di moneta che moneta non sono.  I ritorni ci sono, già da diverso tempo, ma ora sono esattamente quelli che intendevo.

Pazienza. Alla tempestività nel cogliere le occasioni va unita la pazienza che occorre per attenderle. Esattamente quella dell’agricoltore, quello vero che vive, o meglio viveva, del suo. Forzare i tempi è garanzia di fallimento. Il pendolo si può accelerare ma bisogna scegliere il momento propizio per dargli energia.

Finalmente posso quindi tornare a scuola, più precisamente alle elementari. Perché le elementari? Inizio ad avere frequentato molta gente che ho visitato nel proprio ambiente di lavoro e di vita. Ebbene, pur senza voler per nulla semplificare una realtà complessa, dove sono presenti anche tutti gli estremi, non credo di sbagliare di molto sostenendo che quello della scuola primaria sia uno dei segmenti più sani di questa società. E, non meno importante, è lì che inizia a formarsi il cittadino, in termini di serenità, consapevolezza, creatività, rispetto. Quindi è lì che occorre impegnarsi, se il tuo tempo stringe.

Impegnarsi come? Ho lavorato in vari campi e ho imparato che i risultati migliori si ottengono impegnandosi a collegare mondi, che spesso fra loro nemmeno si conoscono, anziché ostinarsi a costruire “la grande cosa”, magari per tutta la vita. Così si può sperare al massimo di fare una bella carriera, che può anche risolversi in un risultato abbastanza misero, per l’individuo.

Ecco, da qui in avanti lavorerò per le scuole elementari e, quando possibile, nelle scuole elementari, accanto alle maestre e ai maestri. Un proposito che rientra perfettamente fra gli obiettivi di questo spazio, come da tempo testimonia la rubrica Andando per scuole. Quello che offrirò – nei limiti delle mie capacità e a chi lo desideri – è un collegamento con la lingua universale dell’informatica, che in realtà sostiene tutto quello che si vede in Internet, anche se i più non lo sanno, chiusi nei recinti dei social network e delle app. Faccio questo anche perché è questo che so fare, e lo faccio così, da “sperimentale” perché tale è la mia natura. Un proposito che non snatura il #LOPTIS, semplicemente lo mette a fuoco.

È interessante anche chiarire che il #LOPTIS, nel quale prevale innegabilmente la forma blog, non è alimentato dall’obiettivo di ottenere la popolarità in rete, ma è un mezzo per ritornare al reale, in un ben preciso e importante modo. Non avrebbe senso rimanere chiusi nel virtuale ad osservare la realtà come dall’oblò di una navicella spaziale, perché la scuola è il regno della realtà.

Questo spazio andrà avanti così, con una prevalenza del riverbero delle cose che accadranno nelle scuole. I materiali che andranno accumulandosi continueranno ad essere disponibili a tutti con la licenza Creative Commons specificata in fondo alla pagina, e a chiunque ponga una domanda verrà data risposta, salvo errori.

Fin qui potrebbero essere anche chiacchiere, ispirate da un afflato visionario del momento, da un bicchiere di vino o qualche linea di febbre. Invece no. Infatti chiudo con la sintesi di un progetto che sta prendendo le mosse in una scuola che si trova dalle mie parti. Aggiungo che parte dei miei compiti consiste nella traduzione in italiano di un software libero, che si trova nel sistema operativo libero del computer didattico Kano. La traduzione che ho iniziato dopo essermi messo d’accordo con gli autori del software, è partita dalla loro versione originale ed ora è arrivata ad un terzo circa.

Vi lascio con un’immagine che spero incanti qualcuno: un sessantenne del Chianti si mette d’accordo con un gruppo di giovani sviluppatori di Londra mediante un breve scambio di messaggi, per costruire una variante del loro software, cosa resa possibile dal fatto che è software distribuito con licenza General Public License.

Davvero ancora molte cose da dire, ma a suo tempo.


Percorso di scoperta del computer e dei suoi codici per la scuola primaria

Il percorso si propone di offrire ai bambini una prospettiva orientata all’esplorazione e al controllo della tecnologia anziché alla mera fruizione di prodotti commerciali. L’intervento tende a porre in una luce critica le competenze che caratterizzano la generazione dei nativi digitali, suggerendo approcci alternativi, che favoriscano curiosità, costruzione e cooperazione. Per un primo esperimento, l’età di circa 8-9 anni sembra favorevole, da un lato per le competenze di lettura e scrittura, probabilmente già sufficienti per praticare la “via dei codici” verso il controllo della macchina, dall’altro invece per un’assuefazione alla “macchina facile” (sperabilmente) non ancora troppo consolidata. Gli strumenti di lavoro, per quanto riguarda l’hardware, consistono in microcomputer basati su elettronica a basso costo, adattati all’impiego didattico nella fascia di età di pertinenza della scuola primaria. I software sono tutti esclusivamente di tipo “software libero”, dei quali si intende sfruttare sia la possibilità di adattarli alle specificità locali – traduzione in italiano, ambientazione delle storie in contesti noti ai bambini – sia il metamessaggio intorno allo “strumento etico”.

L’attività si svolgerà attraverso una serie di incontri in due classi di 16 e 18 bambini. Verranno usati 4 computer tipo “Kano”, con gruppi di 4 o 5 bambini per computer. La frequenza presumibile degli incontri si aggirerà intorno ad uno ogni dieci giorni, ma verrà adattata alle esigenze dell’organizzazione didattica della scuola. Il percorso prenderà le mosse all’inizio di novembre e si articolerà in una successione di incontri volti a favorire la conoscenza critica da parte dei bambini del computer, nelle sue componenti costitutive e nei linguaggi di programmazione, attraverso una didattica partecipativa, fondata sulla collaborazione e sul confronto tra pari. Il periodo prenatalizio sarà dedicato al montaggio dei computer e a eventuali prime esperienze. Alla ripresa delle attività scolastiche, prima verrà affrontato un percorso narrativo di esplorazione dei codici di comando della macchina, quindi si condurranno i bambini nella “creazione del proprio gioco”, mediante appositi linguaggi visivi di programmazione. Il lavoro verrà condotto da un team multidisciplinare composto da quattro Insegnanti della Scuola Primaria di Strada in Chianti , da due ricercatrici del Dipartimento di Scienze della Formazione e Psicologia dell’Università di Firenze , e dal sottoscritto (Dipartimento di Statistica, Informatica e Applicazioni).

Ad ogni incontro saranno presenti le insegnanti della scuola per seguire i bambini nelle attività, le ricercatrici si occuperanno della documentazione e l’eventuale supporto in classe, il sottoscritto, nella fase attuale, provvede all’adattamento dei software alle esigenze specifiche e, successivamente, si farà carico dell’assistenza tecnica nell’impiego dei computer in classe.

Poi discuteremo i risultati.

28 pensieri riguardo “Torno a scuola”

  1. A proposito di questo incontro puoi mandare qualche dettaglio? Perché sul sito dell’Istituto non ho trovato niente… 😦 grazie. Lisa

    1. No aspetta, questo non è un incontro ma un progetto che inizia a novembre e durerà non so quanti mesi. E preferisco che non ci sia niente su nessun sito istituzionale. Ne parlerò qui cammin facendo.

      1. Ok ne parleremo a voce tanto verrò prossima settimana per esame. Avevo capito che si trattava di un percorso e non di un incontro ma temo di non aver capito la sollecitazione che mi avevi fatto a partecipare ad incontro nell’ambito del progetto Erasmus presso il suddetto istituto…mi manca il nesso tra questa iniziativa e la mia richiesta se sarebbe stato possibile coinvolgere altre scuola nel progetto che seguirai…comunque ripeto avremo occasione di farci sopra due parole. Lisa

        1. No un momento. Son due cose diverse. Quello dell’Erasmus è sì un incontro che avverrà a Lucca. Sì, non avevo capito. Ti invio per email il riferimento della tua collega per avere notizie.

    2. Buongiorno a tutti. Ho trovato azzeccati i termini pazienza , flessibilità e zero risorse…..
      Insegno da quasi vent’anni,dieci nella scuola infanzia e dieci nella primaria
      Non possono mancare queste tre cose ed aggiungerei creatività perché le esperienze più significative,verbali e multimediali hanno bisogno di essere interpretate in modo creativo
      Un giorno vi racconterò del mio….” Fare la maestra” che credo non sia distante da altri….

  2. Caro Professore ,
    Voglio ringraziarti per quanto hai scritto e in particolare:” Spesso è il caso che ti gioca le carte ma alcune te le puoi scegliere. Le tre carte che ero libero di giocare per tentare di tornare a scuola sono: flessibilità, (quasi) zero risorse, pazienza. Va da sé che giocare una qualsivoglia carta limita la possibilità di giocarne altre; i famosi prezzi, la natura dei quali, nel mio specifico caso, non ci interessa. Basta sia chiaro che i prezzi vanno pagati.”.
    Sono proprio le parole che mi servivano in un periodo, come questo, molto confuso della mia vita dove sto mettendo tutto in discussione.
    Ho iniziato questo corso di laurea per caso….per interesse….ho deciso di farlo, di mollare e di farlo ancora……sarà come dice Lisa “saranno gli ormoni femminili che determinano l’atteggiamento nei confronti del mondo o sarà il periodo storico, ma la mia irrequietezza aumenta vertiginosamente”… si Lisa, hai centrato in pieno….io sono entrata nel mio 43° anno di età…..la mente viaggia vertiginosamente sul voler fare mille cose ma il corpo è fermo……mente e corpo…..una lotta…..
    Ritornando a quanto ci hai scritto vorrei dirti, con il modesto parere di una non insegnante, che per i bambini il miglior periodo scolastico è proprio quello delle elementari…. purtroppo ci sono la maggior parte delle maestre che , secondo me, all’inizio di ogni anno dovrebbero fare un bel test psicologico se non psichiatrico….ce l’hanno sempre con tutto e con tutti, sono stanche provate, urlano come isteriche e giudicano impietosamente i bambini etc. etc. etc. Ma poi ci sono anche gli angeli….insegnanti che non si dimenticheranno mai nella vita….dove oltre alle materie insegnano amore e infondono pillole di sicurezza…..ecco io ti vedo in questa seconda categoria…..innovativo al punto giusto , energico e positivo……non potevano fare esperienza migliore!!!!!!!!

  3. Sei un grande….speciale! Invidio i colleghi che ti avranno e sono contenta per gli alunni! Forse, almeno alcune classi, in qualche scuola Primaria d’Italia ci saranno bambine e bambini che ameranno veramente la Scuola con la S maiuscola, la Scuola “vera”! Good luck …aspettando i risultati.

      1. Il bello dello sperimentare è proprio questo! Me lo hai insegnato tu….ed io ne ho fatto tesoro! In ogni caso è sempre arricchente.

  4. Mi piace assai prof, mi piace l’unione che sembra impossibile, mi piace la collaborazione. Io che i quaranta ho passato da molto tempo mi accorgo sempre più che c’è bisogno di lavorare coi bambini, per i bambini, imparando da loro ( lasciando andare molto del nostro protagonismo, più facile a dirsi che a farsi). Seguirò con piacere l’evolversi del lavoro e … a presto!
    P.S. Forza Lisa, sei ormai alla meta.
    @ Roby: forse riesco ad esserci a Lecco!

  5. Bene che dire, non lo scontato in bocca al lupo: seguiró con interesse questa sperimentazione e magari, di riflesso, un domani potrei pensare a qualcosa anche per i miei alunni. Ritornare alle elementari ti farà bene…Tu ci sei sempre stato per tutti noi, dunque il tuo sostegno non mancherà! Grazie!

  6. Ormai molti di voi mi hanno sentito (visto?letto?) iniziare una frase con l’espressione: “niente per caso” e questa volta niente di più vero. Mi trovo nell’anno del compimento del quarantesimo anno di età e sarà questo motivo, saranno gli ormoni femminili che determinano l’atteggiamento nei confronti del mondo o sarà il periodo storico, ma la mia irrequietezza aumenta vertiginosamente. Oggi, preparando l’ultimo (forse?) esame (Editing), rispondendo ad una email al nuovo (anzi nuova) presidente IUL per un inghippo relativo alla domanda di tesi, in procinto di dare le dimessioni da F.S. (Area Infomatica) perché stanca di appartenere ad un sistema nel quale non mi riconosco neanche per sbaglio, mi si è aperta questo post…torna l’energia, il pensiero positivo, l’animo si riempie di speranza e i pensieri corrono, le idee si affollano e i progetti prendono vita in un turbinio utopico. Esistono risposte per non cedere a compromessi e non sentirsi complici di un disastro sociale. Ovviamente in questo progetto ho visto la possibilità di gettare un seme anche in una piccola cittadina di provincia e chiedo: c’è la possibilità di inserirsi? Anche a distanza contando sulla possibilità di sfruttare la Lim (che da questo anno ha finalmente una connessione)? E ancora: ma non saresti interessato a cooperare con il gruppo MCE (Movimento di Cooperazione Educativa)? Nell’area pisana siamo un piccolo gruppo che riunisce insegnanti ed educatori che operano nella scuola e nell’extra scuola e condividiamo pratiche di lavoro ma soprattutto metodologie che garantiscano il protagonismo dei bambini e delle bambine nel loro percorso di crescita…insomma mi piacerebbe costruire qualcosa anche nella realtà in cui abito. Intanto faccio i miei complimenti per quello che ha già preso vita e faccio gli auguri perché possa avere frutti (anche se noi non li vedremo). A presto (anzi a prestissimo) Lisa

    1. Ma quei frutti, a prescindere da come saranno, li voglio raccontare, minuziosamente. Poi esploriamo cosa sarà possibile fare. Per te potrebbe essere forse possibile partecipare a un incontro Erasmus nell’Istituto Comprensivo di Camigliano. Mi pare che sia nei paraggi.

      1. A parte che, nonostante continui a chiedere le notifiche dei commenti, non mi arrivano mai, quindi ignoro qualsiasi risposta, passando per maleducata, sarei assai interessata a partecipare all’incontro a Camigliano che mi sembra di capire sia in provincia di Siena…ci aggiorniamo. Buona giornata a tutte/i. Lisa

        1. Più precisamente: Istituto Comprensivo di Camigliano, Loc. Pianacce, Capannori (LU). Si tratta di un incontro per un progetto Erasmus a cui quell’istituto partecipa: “Teaching and Learning through ICT: new technology, better results?”

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