Invece di ascoltare montagne di opinioni a somma zero, riprendo la letteratura russa, amata da ragazzo perché capivo (sempre poco) più lì che in tutta la storia fatta a scuola.
Mi sono rifatto da Guerra e Pace, letto cinquant’anni fa, per riscoprire che nell’incipit si dice di Lucca occupata da Napoleone e come solo la Russia potesse eventualmente provvedere a salvare l’Europa dal tiranno sanguinario. Ruotano le parti nel teatro della storia. Ho ritrovato i brani straordinari dove iniziai a capire il ruolo della complessità nelle vicende umane. Sì, ora cito spesso Morin ma è a Tolstoj che devo la percezione della debolezza del giudizio umano di fronte alla complessità del mondo.
La lettura non mitiga l’ansia infinita per quello che sta accadendo e la frustrazione per l’impotenza ma serve a tenersi vagamente in equilibrio: se il regime russo è una sorta di male assoluto — per me lo è sempre stato, a parte un passaggio fugace — il popolo russo e la cultura che ha espresso sono fondamentali, e rileggere quegli autori straordinari fa bene e serve a non farsi prendere dalla pancia. Perché la pancia non ce l’hanno solo gli altri, ce l’hai anche te. Lavora in continuazione, la pancia, che al cervello è ahimé strettamente collegata: ho scritto mentalmente innumerevoli post sui social, per fortuna abortiti — a che vale la milionesima (indimostrabile) opinione?
E poi, sempre in tempo di guerra, viaggio nei siti russi per vedere cosa viene detto. Parecchio interessanti sono i comunicati, copiosi, ampi e dettagliati, pubblicati sul sito del Cremlino e le notizie sulle pagine online delle agenzie di stampa russe — solo allineate perché le altre sono state chiuse tutte. Avevo iniziato a sottotitolare in italiano un video dove Putin disegna la figura del russo traditore che ammicca all’occidente ma che verrà inesorabilmente annientato, come un moscerino entrato in bocca accidentalmente e sputato per terra. Dice proprio così. Ma poi mi sono reso conto che quel video è un estratto di un discorso assai più lungo e articolato, pronunciato dal presidente ai “capi del governo, i plenipotenziari del presidente nei distretti federali e i capi delle regioni della Russia”, il 16 marzo scorso. Il nemico non è l’Ucraina ma l’“Occidente collettivo”, tutto teso alla distruzione della Russia: Occidente corrotto che utilizza la propaganda per corrompere a sua volta i cittadini russi onde farne una “quinta colonna” per minare la patria dall’interno. Ma niente paura, il popolo saprà sempre distinguere i veri patrioti dalle canaglie e dai traditori.
Sui siti di stampa, fra le innumerevoli notizie di guerra trovo un’ampia documentazione della “prima arma ipersonica” utilizzata sul campo, ucraino naturalmente, con una dettagliata analisi della precisione chirurgica con cui evita i civili. Pullulano i reportage, tutti corredati da video accuratamente costruiti, che magnificano le meraviglie delle armi russe e il puntuale conseguimento degli obiettivi militari. Una propaganda meticolosa, pervasiva e martellante ma straordinariamente ripetitiva.
Insomma repressione del pensiero alternativo (moscerini) e propaganda.
Qui si dialoga, male ma si dialoga, per ora.