
Malenkiy piket (Маленький пикет)
È ingiusto, sbagliato e pericoloso (s)ragionare per blocchi monolitici. Il dittatore criminale Valdimir Putin e la cricca di delinquenti in combutta sono una cosa, il popolo russo un’altra. La ricchezza della cultura russa ci dice che il popolo russo non ha mai avuto realmente voce in capitolo nei regimi che si sono avvicendati in quel disgraziato paese.
Nel corso di questa scellerata aggressione all’Ucraina voluta da Putin l’opinione pubblica nel paese è stata silenziata completamente. L’ultimo organo di stampa indipendente, La Novaja Gazeta, il giornale di Anna Politkovskaja (indomita critica dell’esercito e del regime, uccisa nel 2006 davanti a casa a colpi di arma da fuoco) e del premio Nobel Dimitri Muratov, è uscita con due pagine bianche per la censura prima di essere costretta a chiudere.
Ma la Russia dissidente esiste, eccome. Certo non trovi i dissidenti fra coloro che non hanno un cesso in casa (35/144 milioni, 1/4 del popolo) — le rivoluzioni non le ha mai fatte il popolo oppresso.
La dissidenza la vedi dagli oltre 200 mila russi che hanno lasciato il proprio paese durante i primi dieci giorni di guerra per andare in Armenia, Georgia, Israele, Kazakistan, Kirghizistan, Turchia, Serbia e altri paesi dove i collegamenti con la Russia non sono interrotti, o anche in paesi occidentali mediante voli successivi, come riportato dall’economista russo Konstantin Sonin in numerosi interventi (qui giusto un tweet):
Si tratta prevalentemente di giovani con un elevato livello di istruzione, un elemento molto grave considerata la disastrata piramide delle età:
Lo si vede dal lavoro encomiabile di Meduza, testata russa indipendente attiva da server europei.
Lo si vede anche da piccole ma significative iniziative, come la “piccola protesta” di San Pietroburgo, dove la gente dissemina la città con piccole statuine di plastilina o altri materiali recanti messaggi di pace, per poi postarle sull’account Instagram Malenkiy_piket.

Conviene andare a vedere la creatività di questi cittadini russi dissidenti, scalda un po’ il cuore, malgrado tutto.
E ignorare i “putiniani”, come si fa con i troll (provocatori/disturbatori) in rete, privandoli di visualizzazioni, ascolti e feedback.