Le misure del dissenso russo, che dovremmo cercare di conoscere e sostenere

In Russia gli esponenti delle opposizioni stanno in carcere, di questi Alexei Navalny e Ilya Yashin sono fra i più noti. Qualche giorno fa è uscito un appello che Yashin ha inviato dalla prigione, dove sconta una pena di 8 anni e mezzo per avere condannato l’invasione russa dell’Ucraina l’anno scorso.

Il pezzo, intitolato Un messaggio al mondo da una prigione russa, chiede in sostanza di non considerare tutti i cittadini russi responsabili dell’invasione e degli atti criminali prepretati dal regime. L’articolo è interessante perché dà la dimensione del dissenso russo, che io sostengo essere colpevolmente ignorato da un’opinione pubblica intenta a pascolare nella comfort zone delle proprie convinzioni più o meno ideologiche. Dissenso che ho cercato di testimoniare in una ventina di post in questo blog.

Le cifre riportate da Yashin sono le seguenti:

  • Dall’inizio della guerra e per tutto il 2022, la polizia russa ha arrestato quasi 20.000 oppositori della guerra
  • Secondo i gruppi per i diritti umani, dal 24 febbraio 2022 le proteste si sono svolte quasi ogni giorno in diverse città
  • Solo 18 di questi giorni sono passati senza arresti e detenzioni
  • Nell’ultimo anno, circa 700.000 cittadini hanno lasciato la Russia — il doppio di quelle mobilitate nell’esercito
  • Le cifre dei dissidenti sono sicuramente molto più alte perchè le persone “normali”, ovvero non così temerarie da esporsi per strada, o prive di mezzi necessari per fuggire, stanno in silenzio come starebbe un ostaggio con la pistola puntata alla testa da un terrorista

Yashin chiede di riconoscere e sostenere questo dissenso.


Testo del comunicato

Presto sarà passato un anno dall’inizio della guerra che il Cremlino ha scatenato contro l’Ucraina. Ha portato via migliaia di vite umane, ha distrutto intere città e ha trasformato milioni di famiglie in rifugiati. Vladimir Putin, in quanto responsabile di questa tragedia, è diventato un vero e proprio simbolo del male, maledetto in tutto il mondo. Ma sembra anche che, sempre più spesso, il popolo russo venga trattato come un nemico. La principale accusa nei confronti dei russi: non avete opposto resistenza alle politiche aggressive del vostro governo e questo vi rende complici di crimini di guerra.

Mi chiamo Ilya Yashin, un politico russo dell’opposizione che il Cremlino tiene in prigione dalla metà della scorsa estate. Sono stato condannato a 8,5 anni di carcere perché ho parlato pubblicamente contro la guerra in Ucraina. Ma oggi voglio dire qualche parola in difesa della mia nazione.

Primo: Abbiamo resistito. Dall’inizio della guerra e per tutto il 2022, la polizia russa ha arrestato quasi 20.000 oppositori della guerra. Secondo i gruppi per i diritti umani, dal 24 febbraio 2022 le proteste si sono svolte quasi ogni giorno in diverse città e solo 18 di questi giorni sono passati senza arresti e detenzioni. In questo contesto, abbiamo assistito a sorprendenti esempi di coraggio civile. Ad esempio, Vladimir Rumyantsev, un vigile del fuoco di provincia, è stato condannato a tre anni di prigione per aver costruito una radio amatoriale che trasmetteva notizie contro la guerra, mentre Alexei Gorinov, un membro del consiglio comunale di Mosca, è stato condannato a sette anni dopo aver chiesto un minuto di silenzio durante una riunione del consiglio per onorare i bambini ucraini uccisi.

Secondo: le persone fuggono da Putin. Nell’ultimo anno, circa 700.000 cittadini hanno lasciato la Russia. La maggior parte di loro è emigrata, non volendo essere coinvolta in un’aggressione militare. Vorrei richiamare l’attenzione sul fatto che le persone che hanno lasciato il Paese sono il doppio di quelle che sono state arruolate nell’esercito. Certo, si potrebbero incolpare coloro che hanno scelto di fuggire invece di scegliere la strada della resistenza, della prigione e della tortura. Ma il fatto è che centinaia di migliaia di miei connazionali hanno lasciato le loro case, rifiutandosi di diventare assassini per ordine del governo.

Terzo: coloro che sono rimasti in Russia vivono con i diritti degli ostaggi. Molti di loro non appoggiano la guerra, ma rimangono in silenzio per paura delle repressioni. Ma il silenzio di un ostaggio che ha la pistola di un terrorista puntata alla testa non lo rende complice del terrorista. Voglio fare appello alla saggezza della comunità internazionale. Non sminuite i russi, perché questo tipo di retorica non farà altro che rafforzare il potere di Putin. Spostando la colpa dei crimini di guerra dalla giunta del Cremlino ai miei concittadini, alleggerite il peso morale e politico del regime di Putin. Gli state dando la possibilità di nascondersi dalle giuste accuse di persone che in sostanza sono diventate uno scudo umano in questa situazione. Lo considero un grave errore.

Putin ha causato enormi sofferenze al popolo ucraino. Ma con questa guerra barbara sta uccidendo anche il mio paese, la Russia. Credo che i russi possano diventare alleati del mondo libero nel resistere a questo tiranno. Basta tendere una mano ai miei concittadini.

Ilya Yashin, Centro di detenzione n. 1, Udmurtiya, Russia

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