Se il progresso è solo business non va bene

Leggo sul Corriere della Sera di ieri: “La scelta di Apple, centro di ricerca al sud”. Foto di Matteo Renzi che dà la mano a Tim Cook. “Si tratta di una grande opportunità, di un grande investimento che potrà portare a Napoli 600 posti di lavoro”. Un centro per sviluppare app. Pare che sia il secondo, il primo è in Brasile. Oggi le app possono essere sviluppate anche in cima a una montagna. Qualunque teenager brillante lo può fare. Di storie del genere ce ne sono tante. Le competenze necessarie si trovano in rete in abbondanza. Parlare di “posti di lavoro” per una multinazionale IT come l’Apple è fuorviante, specialmente a proposito di sviluppo software. Di poco tempo fa la notizia che Apple ha accettato di pagare 318 milioni di Euro a fronte degli 880 di IRES contestati dall’Agenzia delle entrate. Preferirei che Apple pagasse tutta l’IRES. Le app le sviluppiamo da soli, senza “centri”.

Sul Corriere di giovedì leggo che il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) ha siglato un protocollo d’intesa con Microsoft da inserire nel Piano nazionale per la scuola digitale. Il protocollo riguarda la distribuzione nelle scuole di un’edizione education del gioco Minecraft. Ma che c’entra Microsoft? Minecraft è distribuito dalla Mojang e si scarica contro circa 20 Euro. Una versione Education la si trova, in mezzo a molto altro, in un sistema basato su software libero come Kano. Microsoft prevede di distribuire la sua versione di Minecraft liberamente per 12 mesi, poi si inizierà a pagare. Quanto non si sa.

Stamani ricevo con un’email dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) un invito a partecipare a un webinar CRUI-DELL su Flexilab: classroom made flexible, “una soluzione innovativa per le computer classroom, che consente: allo studente di accedere alle applicazioni di cui necessita da qualunque dispositivo e da qualunque luogo; alle università di dotarsi delle più recenti tecnologie, in una modalità gestita, flessibile ed economicamente vantaggiosa”. Con l’enormità di cose che oggi si possono fare con strumenti liberi mi domando che bisogno ci sia che un gigante IT ci si metta di mezzo. Le pratiche online faticano assai ad entrare nelle aule universitarie, ma per motivi culturali, non certo tecnologici.

Nelle FAQ (PDF 557 KB) relative alla “Procedura per l’individuazione degli animatori digitali” pubblicate dal MIUR leggo che fra i compiti dell’animatore digitale vi è quello di creare soluzioni innovative, ovvero “individuare soluzioni metodologiche e tecnologiche sostenibili da diffondere all’interno degli ambienti della scuola (es. uso di particolari strumenti per la didattica di cui la scuola si è dotata; la pratica di una metodologia comune; informazione su innovazioni esistenti in altre scuole; un laboratorio di coding per tutti gli studenti), coerenti con l’analisi dei fabbisogni della scuola stessa, anche in sinergia con attività di assistenza tecnica condotta da altre figure”.

Ma che senso ha parlare di individuazione di tecnologie sostenibili e di scambio di innovazioni fra scuole se allo stesso tempo prepariamo il terreno a quella che è una vera e propria colonizzazione da parte delle multinazionali IT?

Sospeso

Sospesa l’attività usuale in questo blog, per quanto segue.

Sospeso, in uno di quegli attimi dove all’improvviso succede tutto insieme e non si riesce a mettere le cose in fila.

Sospeso fra due estremi: la sperimentazione nelle classi delle scuole elementari, a cui pensavo di dedicarmi quasi esclusivamente, da un lato, e dall’altro un ruolo nel governo dell’università, dalla quale stavo progressivamente defilandomi. Non volendo mollare la prima e non riuscendo a eludere il secondo, mi trovo ora sospeso fra questi due estremi.

In realtà le cose sono cambiate in due passi successivi: il coinvolgimento nel Comitato Ordinatore dell’università telematica Italian University Line, circa un anno fa, e il ruolo di delegato del Rettore dell’Università di Firenze per lo sviluppo della didattica online, da un paio di mesi. Tutto imprevisto, anzi, tutto al contrario: corri verso est e ti ritrovi a ovest.

Contestualmente mi capita di poter insegnare, dal prossimo Anno Accademico, tecnologie alle future maestre e ai futuri maestri, in due corsi di laurea a Scienza della Formazione. Questa è una cosa che desideravo da tanto e in cui non speravo. I corsi a medicina li seguirò dietro le quinte, sostituito da due più giovani cari collaboratori.

Insomma un marasma. A qualcosa devo quindi rinunciare, per farcela. Il blog rimane ma con funzionalità molto ridotte. Tutto quello che c’è dentro rimarrà interamente disponibile e a coloro che porranno domande verrà sempre risposto. Sospesa l’attività di distribuzione delle PirateBox. Molto ridotto l’andar per scuole. Per un periodo di tre anni, salvo contrattempi.

Continua il progetto di esplorazione di computer e codici nella scuola di Strada in Chianti, quasi tutti i martedì, da novembre a marzo. Ne scriverò qualcosa, appena possibile. Per ora questo: ho scoperto che fra tutte le attività che devo svolgere, le uniche in cui mi trovo perfettamente a mio agio sono quelle svolte con i bambini. L’ho scoperto un po’ tardi, effettivamente, ma è proprio una bella scoperta.