
Con questo anno accademico (2022/23) termina il mio incarico di insegnamento presso il Laboratorio di Tecnologie Didattiche presso il CdS di Scienze della Formazione Primaria in Unifi.
Scrivo questi pensieri in forma di lettera aperta ai miei studenti per via dei vari messaggi affettuosi che sto ricevendo. In primo luogo per esprimere la mia gratitudine nei vostri confronti: è straordinaria la prontezza che dimostrate nell’accogliere l’essenza di quello che ho cercato di offrirvi e che le vostre lettere esprimono, ovvero il valore della riflessione: “fermarsi a riflettere (non ne siamo più capaci)”, “essere costretti a pensare” sono le espressioni ricorrenti. Al di là delle competenze e dell’abilità nel manovrare la Tartaruga di Seymour Papert o qualsivoglia altra tecnologia. È entusiasmante questo fatto.
In secondo luogo mi preme farvi sapere che non si tratta di una mia rinuncia: ero disposto a continuare per molti anni il laboratorio, come sto facendo con i vostri colleghi di Napoli, fra varie altre cose. Invece il motivo va cercato, credo, in un fatto oggettivo, che è la ristrettezza delle risorse assegnate agli atenei pubblici, che si trovano costretti a minimizzare il ricorso ai contratti, e a cercare di utilizzare al meglio la forza lavoro strutturata. Un motivo perfettamente comprensibile. Del resto, è anche giusto che i “vecchi” si facciano da parte per fare luogo alle nuove leve, che magari in futuro faranno anche meglio dei predecessori.
Inoltre, le storie belle, quelle vere, finiscono. Ed è forse bene che ciò avvenga prima che appassiscano. Perché questi sei anni passati con voi sono stati strepitosi e dobbiamo anche essere grati ai colleghi che mi hanno offerto questa bella opportunità.
In ultimo, come sapete, io ci sono, qui e nei social. Sapete come raggiungermi se avete idee o problemi da discutere.