
Il grande assente da quasi tutti i discorsi intorno all’innovazione didattica e all’impiego delle tecnologie: l’ascolto. I numerosi feedback che ricevo da tanti studenti originano dall’ascolto, che pongo alla base di qualsiasi iniziativa o pratica. Poi forse dalla competenza, ma solo secondariamente. La competenza è necessaria ma senza ascolto produce risultati modesti. Per questo ogni tanto divulgo alcuni passaggi scritti dai miei studenti nei loro elaborati o nelle lettere che mi inviano, ove me ne diano il consenso. Questa volta è il turno di Elena Forzoni che ringrazio.
La seguente riflessione esprime uno dei risultati più gratificanti per un insegnante, quando l’allievo, nel pur breve tempo della convivenza didattica – due tre mesi in questo caso – trova il tempo di assimilare il senso profondo dell’insegnamento e di metterlo in pratica in situazione nel proprio lavoro o tirocinio.
Oggi mi sono soffermata a leggere il capitolo 11 del manuale ‘Girando in tondo: dal cerchio all’orbita di Halley’ [il link punta al corispondente capitolo del MOOC, dove ci si può iscrivere liberamente] dove la Maestra Antonella svolge preziose esperienze con i bambini. Quindi ho preso spunto da lei! Ho detto di voler vedere con i miei occhi, al tirocinio, se i bambini sono in grado di utilizzare LibreLogo, vediamo. Quest’anno sto seguendo una classe seconda primaria. Hanno appena iniziato a guardare la geometria sul libro , quindi ho proposto alla maestra di portarli in palestra. Li ho fatti posizionare con i piedi sopra una linea retta vicino al muro ed ho messo dei cerchi qualche metro più lontano da loro; uno alla volta ho chiesto loro di andare dalla linea retta in cui stavano in piedi al cerchio, svolgendo a proprio piacimento una linea retta, una linea curva, una linea spezzata o una linea chiusa. Ho appurato che hanno appreso divertendosi e successivamente sono riusciti a riportare sul quaderno dei concetti visti e sperimentati con il proprio corpo. Ho poi aperto il mio computer e scritto alla lavagna alcuni codici da utilizzare su LibreLogo, ho chiamato nuovamente un bambino alla volta e ho chiesto di disegnare con la tartaruga quello che preferivano: linea retta, linea chiusa, linea aperta ed ho visto con i miei occhi che fornendo loro i giusti mezzi sono in grado di fare tutto. È stato emozionante vederli così contenti di apprendere con l’utilizzo di nuovi semplici metodi.
E i pensieri che Elena esprime nel brano successivo sono una bella espressione delle conseguenze dell’ascolto praticato pervasivamente. Perché non sono aspetti collegati alla competenza – quella va data per scontata, è la parte ovvia del lavoro di insegnante. È invece qualcosa che attiene alla creazione di un’atmosfera, che può partire solo da atti iniziali che attengono all’ascolto. È qualcosa di caldo, la competenza è invece fredda e di per sé insufficiente ad alimentare una relazione educativa vera.
Il suo laboratorio è un laboratorio a tutti gli effetti dove inizialmente ci si spaventa, ma poi, piano piano e sbattendo la testa sulla tastiera, ci si appassiona. Credo che il suo laboratorio sia cosi entusiasmante perché Lei, Professore, ci infonde l’entusiasmo che ha. In poche lezioni ci ha fatto capire che tipo di persona è e che pensiero ha su molte cose della vita, bè sinceramente vorrei trasmettere ai bambini in una classe proprio quello che Lei ha trasmesso a me: quella voglia continua di imparare e di ragionare con la nostra testa anche se davanti ci si presenta un situazione difficile, di non arrendersi se una cosa non ci riesce alla prima, di non dare importanza a cose secondarie come un voto ma soffermarsi sul contenuto sopratutto con i bambini, di porsi alla classe con un metodo di insegnamento attivo, innovativo e allo stesso tempo volto verso i bambini più in difficoltà, partire proprio da loro. Potrei continuare, ma mi fermo qua. La ringrazio per avermi fatto scoprire la nostra amica Tartaruga, la sua geometria e tutti gli altri programmi che ci ha presentato, la ringrazio per non avermi fatto demordere grazie alle sue parole, anche se non rivolte direttamente a me, mi hanno incoraggiata ed ora sono qui a scrivere le conclusioni. Parlerò ed utilizzerò sicuramente molte delle cose che ci ha fatto scoprire durante le ore di laboratorio, quindi ne deduco che sia stato un laboratorio riuscito al 100%.
Grazie a tutti gli studenti che con i loro pensieri mi aiutano a orientare il lavoro, dandomi importanti conferme. Qui abbiamo usato il “semplice” (in realtà assai sofisticato nei fondamenti informatici e pedagogici) Logo, senza bisogno di servizi online e complicate interfacce grafiche. Possiamo continuare così…