
Dopo avere letto il testo per l’assignment 3, Giacomo scrive del pessimismo che sembra affliggere più di prima i giovani. Intravede questa tendenza anche nei post dei suoi compagni di corso, in particolare cita quello di Coccabì, quando si chiede se l’Italia sia Nando?
È vero, aleggia un sentimento pessimista fra di voi e ti dirò, Giacomo, che questo tema è ricorrente. Lo si vede anche da alcuni commenti che ho messo in appendice allo scritto, ormai un paio d’anni fa. Commenti che esprimono difficoltà a leggere le cose in positivo.
Io penso tuttavia che questo sentimento sia gonfiato dalla pressione della mainstream information – stampa, TV – che non parla di chi conta per davvero, e cioè delle persone, le persone che poi formano il popolo di un paese. Ne parlano in termini economici, o in termini sociologici, quasi sempre identificando i singoli con le medie. Poi sennò parlano di chi appare, in vetta a effimere ondate, per poi essere tritato dalla mostruosa macchina mediatico-economica. O di chi appare sulla scena politica della quale la miglior cosa che si possa fare è tacere.
Questo non è un gran momento per il nostro paese, sarebbe ipocrita negarlo, ma l’Italia non è Nando. L’Italia siete voi, che vi preoccupate e vi interrogate. L’Italia è fatta di giovani come Elisa che narra storie delle sue notti di guardia, come questa.
Voi siete il futuro.