Per ricapitolare e anche orientare chi non conosce CIN@MED:
Il Progetto CIN@MED – Percorso di formazione ad un sapere riflessivo nella professione medica attraverso l’uso dei film si configura come attività obbligatoria professionalizzante rivolta agli studenti del II anno di Medicina dell’Università di Firenze.
Scriverò più estesamente di questo, ora voglio dare un messaggio agli studenti che devono ancora scrivere o rivedere i loro testi. Aggiungo solo che questa iniziativa rappresenta un tentativo di indurre un cambiamento nelle pratiche formative universitarie. È chiaro che perturbare un sistema così vasto e consolidato costa fatica a tutti, ai docenti che ci provano ma anche agli studenti che vi partecipano. Non è realistico pensare che le innovazioni possano essere sperimentate in modo indolore.
Qualche studente si è lamentato che le aule 116 e 117 sono troppo difficili da trovare. Organizziamoci.
Questo è il “Plesso Polo Biomedico e Tecnologico” che si trova in Viale Morgagni, 40/44. Ci sono due ingressi, che ho indicato con A e B. Entrate da uno qualsiasi dei due e comunque percorrete il mega-atrio verso sinistra, fino in fondo (C). Vi trovate davanti alle macchinette del caffé e di altre schifezze. Giratevi di 180 gradi. Vedete una scala, saliteci. Sono due brevi rampe che vi portano al I piano. Fatto l’ultimo gradino, guardate avanti a sinistra. Intravedete, nel corridoio ceco che si apre sulla sinistra, una porta: quella è l’aula 117; invece l’aula quasi di fronte sulla destra è la 116.
Sociogramma 8 giugno 2011. I nodi rossi sono studenti di medicina, i nodi blu cyberstudenti, il nodo celeste è il docente. Una linea che congiunge due nodi significa che almeno uno dei due ha fatto almeno un commento ad un post dell’altro.La maggior parte del dialogo con voi sino ad ora si è svolto per così dire in pubblico, mediante commenti incrociati fra i vari blog, come documentano i sociogrammi, in qualche maniera. Ora che il corso si sfilaccia, perché ognuno tiene il suo passo, è più facile che mi giungano delle email o che mi vengano rivolte domande durante le verbalizzazioni. Questo è previsto e tendo a rispondere alle singole email in modo circostanziato, nei limiti del possibile, riportando qui qualche elemento che potrebbe essere di interesse generale.
In uno di questo dialoghi era emerso lo sconcerto per la vastità del materiale accessibile con PubMed, misura dell’immensità del raggiungibile in Internet ma anche “solo” della medicina. Aggiungo, anche della scienza in generale. Sempre più le discipilne rappresentano distinzioni artificiose e quindi i domini sono ancora più ampliati e sfumati. La sensazione di ignoranza che molti lamentano, è destinata a rimanere per tutta la vita. La crescita consiste nell’imparare a navigare nell’ignoto e non nel diminuire la propria ignoranza, perché il proprio sapere sarà sempre trascurabile rispetto a tutto il resto.
L’uomo naviga in un oceano di incertezza, da un arcipelago di certezza ad un altro, dice Edgar Morin. Il fatto di iniziare ad esserne consapevoli è già un bel passo avanti.
In un’altra chiaccherata, uno studente mi domanda se si può impedire che il proprio blog appaia nelle ricerche con Google. Mi sono subito venuti in mente due diversi casi degli anni passati, nei quali degli studenti avevano, per vari motivi, necessità di proteggere la propria identità.
Ho trovato una pagina dove si parla di questo problema.
Ho provato su un mio vecchio blog di prova in blogspot, riassumo.
andate in *Bacheca*
scegliete il blog, se ne avete più di uno, selezionandone *Impostazioni*
andate in *Design*
poi in *Modifica HTML*
aggiungete da qualche parte fra e (io l’ho fatto subito sotto )
salvate il modello
Ci vuole del tempo perché Google impari a ignorare il blog, ma pare che funzioni.
Sociogramma 7 giugno 2011. I nodi rossi sono studenti di medicina, i nodi blu cyberstudenti, il nodo celeste è il docente. Una linea che congiunge due nodi significa che almeno uno dei due ha fatto almeno un commento ad un post dell’altro.No, non sei andato fuori tema, Andrea.
The Course Of Monkey Island: nemmeno a farlo apposta, penso che sia stato il miglior videogame che potessi avere, perché è uno dei pochi che davvero, tramite ragionamenti (a volte anche difficili) e interazione col personaggio principale, Guybrush Threepwood, riesci ad avvicinarti in modo creativo e divertente al computer o comunque al mondo virtuale, a differenza degli sparatutto che sono più da salagiochi.
Sociogramma 6 giugno 2011. I nodi rossi sono studenti di medicina, i nodi blu cyberstudenti, il nodo celeste è il docente. Una linea che congiunge due nodi significa che almeno uno dei due ha fatto almeno un commento ad un post dell’altro.
Valeria, di seguito al Daily sugli smanettoni in divenire, ci racconta che
Prima quando ero in tilt chiedevo a qualcuno di competente di fare il “lavoro sporco” (password consegnata e detto-fatto!!privacy era inesistente, ora non più!
Eccomi qui, cominciamo questo blog che ancora prima di nascere mi ha già creato due crisi di nervi e diversi problemi di autostima. Ma non diamoci per vinti: forse, lentamente, molto lentamente, prenderò confidenza con questo blog.
si è poi data voti crescenti nel diario 🙂
Laura scopre Gimp, strepitoso programma open source di manipolazione di immagini (è il software che uso per fare qualsiasi cosa con le immagini) e lo ha subito usato per il suo blog.
Sociogramma 4 giugno 2011. I nodi rossi sono studenti di medicina, i nodi blu cyberstudenti, il nodo celeste è il docente. Una linea che congiunge due nodi significa che almeno uno dei due ha fatto almeno un commento ad un post dell’altro.Appunto, in questi due giorni sono stato a scuola. Più precisamente, ho seguito un certo numero di relazioni al convegno e-privacy 2011 – Cloud computing e Privacy, organizzato dal Progetto Winston Smith. La partecipazione era libera e io avevo bisogno di aggiornarmi sulla questione della privacy. Me le sono chiarite? Difficile dire, perché il panorama è semplicemente caotico. La tecnologia corre ad una velocità che il legislatore non riesce a seguire. Si crea così nel cyberspazio una zona franca, dove gli attori commerciali avanzano a grandi passi. I giganti, ben noti, operano una centralizzazione del controllo che è l’esatto opposto della filosofia distribuita che aveva dato le origini a internet. La natura internazionale del cyberspazio trasforma il tutto in un’angosciante torre di babele.
Il prodotto tecnologico di tutto ciò si chiama cloud computing, che voi avete tutto sommato toccato con mano, quanto meno utilizzando GoogleDocs per compilare il diario. Non è solo una questione che riguarda i privati, è una cosa che interessa moltissimo le grandi aziende che mediante il cloud computing riescono a ridurre clamorosamente i costi inerenti alla gestione dei loro grandi database. I vantaggi sono innegabili, per gli utenti privati, per le aziende e anche per le pubbliche amministrazioni.
Tutta questa situazione pone tuttavia dei nuovi problemi sulla tutela dell’integrità e, dove opportuno, della riservatezza dei dati, che nel giro di pochi anni, sono fluiti dagli archivi cartacei verso i supporti elettronici e i server, custoditi bene al sicuro nei sotterranei delle sedi, per poi letteralmente evaporare nella nuvola – The Cloud – dove nessuno ha fatto in tempo a regolamentare pressocché nulla. O meglio, dove sono i grandi attori commerciali a creare le regole.
Diversi di voi hanno sollevato il problema della privacy riguardo ai propri dati diffusi in rete, qualcuno anche denunciando degli inconvenienti. Ora non ho il tempo di andare a ricercare i post relativi – chi li ha scritti può commentare qui se legge questo Daily, e se desidera. Che può fare il singolo utente? Ci vorrebbe un’altra cospicua parte di (per)corso, tanti sono gli aspetti e gli accorgimenti che si possono prendere in considerazione.
In effetti, un (per)corso del genere, sarebbe più equilibrato se esaminasse ambedue le facce del nuovo rappresentato dal cybersapzio: quella delle nuove opportunità e quella dei nuovi problemi, da quest’ultime inevitabilmente generate. Purtroppo non c’è questo tempo nella dimensione e nella collocazione di questo insegnamento, a meno di renderlo più tradizionalmente didascalico, ovvero di ritrasformarlo da un (per)corso in un corso convenzionale. Ma sarebbe un passo indietro, verso quella didattica che lascia il tempo che trova, o quasi, soprattutto in una programmazione già ampiamente congestionata nella quantità e nei tempi.
Sociogramma 3 giugno 2011. I nodi rossi sono studenti di medicina, i nodi blu cyberstudenti, il nodo celeste è il docente. Una linea che congiunge due nodi significa che almeno uno dei due ha fatto almeno un commento ad un post dell’altro
Chiedo la “giustificazione” perchè oggi e domani sono a scuola di e-privacy. A vedere la pagina dell’evento si direbbe una roba per avvocati, quindi del tutto astrusa per uno come me. In realtà è molto interessante, qualcosa tipo “Piccoli Lessig crescono” …
Aggiungo solo che in quest’ultimo avevo citato un fumetto, molto utile per capire alcuni aspetti relativi alle leggi sul copyright, ma era in inglese. Ebbene, ora ne esiste una versione in italiano.
Sociogramma 2 giugno 2011. I nodi rossi sono studenti di medicina, i nodi blu cyberstudenti, il nodo celeste è il docente. Una linea che congiunge due nodi significa che almeno uno dei due ha fatto almeno un commento ad un post dell’altro
Era inevitabile che prima o poi qualcuno se ne uscisse con la domanda fatidica 😉
Quest’anno, per aggirare le parole tabù è sortita questa formula: ” … dato che ho fatto 30 vorrei fare 31 …” che significa: “Come faccio a prendere la lode?”
Non lo so.
La potrei chiudere qua, beffardamente …
No, davvero, non lo posso sapere. Ricordate cosa dissi? Userò la lode quando troverò qualcosa che mi stupisce. Ora, è vero che di lodi ne partono diverse perché io mi stupisco abbastanza facilmente ma non posso darvi il regolamento per scatenare il mio stupore! Mi può stupire la quantità di lavoro, ma non certo da sola. Mi può stupire una frase di poche righe, ma non certo da sola. Mi può stupire una trovata grafica, ma non certo da sola. Eccetera. In un certo senso, con la lode misuro l’imprevedibilità. Non posso quindi prevedere l’imprevedibile.
Posso tuttavia dire questo. La probabilità di generare stupore aumenta quando si fa qualcosa volentieri, quando si assecondano le proprie inclinazioni o le proprie passioni. Quindi, per chi coltiva questo tipo di ambizione, continui a aggeggiare con questo spirito. Se la cosa vi fa stare bene, ok. Altrimenti, ragazzi, avete tanta altra roba da studiare, e poi è anche primavera …