Il prodotto tecnologico di tutto ciò si chiama cloud computing, che voi avete tutto sommato toccato con mano, quanto meno utilizzando GoogleDocs per compilare il diario. Non è solo una questione che riguarda i privati, è una cosa che interessa moltissimo le grandi aziende che mediante il cloud computing riescono a ridurre clamorosamente i costi inerenti alla gestione dei loro grandi database. I vantaggi sono innegabili, per gli utenti privati, per le aziende e anche per le pubbliche amministrazioni.
Tutta questa situazione pone tuttavia dei nuovi problemi sulla tutela dell’integrità e, dove opportuno, della riservatezza dei dati, che nel giro di pochi anni, sono fluiti dagli archivi cartacei verso i supporti elettronici e i server, custoditi bene al sicuro nei sotterranei delle sedi, per poi letteralmente evaporare nella nuvola – The Cloud – dove nessuno ha fatto in tempo a regolamentare pressocché nulla. O meglio, dove sono i grandi attori commerciali a creare le regole.
Diversi di voi hanno sollevato il problema della privacy riguardo ai propri dati diffusi in rete, qualcuno anche denunciando degli inconvenienti. Ora non ho il tempo di andare a ricercare i post relativi – chi li ha scritti può commentare qui se legge questo Daily, e se desidera. Che può fare il singolo utente? Ci vorrebbe un’altra cospicua parte di (per)corso, tanti sono gli aspetti e gli accorgimenti che si possono prendere in considerazione.
In effetti, un (per)corso del genere, sarebbe più equilibrato se esaminasse ambedue le facce del nuovo rappresentato dal cybersapzio: quella delle nuove opportunità e quella dei nuovi problemi, da quest’ultime inevitabilmente generate. Purtroppo non c’è questo tempo nella dimensione e nella collocazione di questo insegnamento, a meno di renderlo più tradizionalmente didascalico, ovvero di ritrasformarlo da un (per)corso in un corso convenzionale. Ma sarebbe un passo indietro, verso quella didattica che lascia il tempo che trova, o quasi, soprattutto in una programmazione già ampiamente congestionata nella quantità e nei tempi.
Preferisco che succeda, per esempio, che Cosimo in questo breve tempo arrivi a dire che smanettoni si nasce, ma anche si diventa.