Culture as a service – Cultura quale servizio

(Versione italiana dopo le immagini)

Briefly, from Espoo (20 km from Helsinki), Erasmus+ project “European Manifesto of Inclusive Learning”. Espoo (280’000 people) has 18 libraries, ten of which also serve as self-service libraries. One can find there not only books but also a variable number of services, for instance 3D printing.

Thus, for instance, you can go there, ask to the person in charge to make a reservation – this morning I was able to book one of the printers at once, for the next six hours. The young men helps you with the peculiarities of the facility – software, hardware. You go in the Internet fetching your model, my Space-Time Turtle Spiral Generator in Thingiverse, in this case.

And now the model is printing while I’m doing other things elsewhere. For free.

In breve, da Espoo (20 km da Helsinki), progetto Erasmus+ “Manifesto europeo per l’apprendimento inclusivo”. Espoo (280’000 abitanti) ha 18 biblioteche, dieci delle quali funzionano anche come biblioteche self-service. V si possono trovare non solo libri ma anche un numero variabile di servizi, ad esempio la stampa 3D.

Quindi, ad esempio, puoi andare lì, chiedere alla persona responsabile di effettuare una prenotazione (stamattina sono stato in grado di prenotare subito una stampante per le successive sei ore). I giovani addetti ti aiutano con le peculiarità delle installazioni: software, hardware. Vai su Internet a cercare il tuo modello, il mio generatore di spirali Space-Time Turtle in Thingiverse, in questo caso.

E ora il modello sta stampando mentre sto facendo altre cose altrove. Senza nessun costo.

Workshop presso il Politecnico di Zurigo nella Giornata Svizzera per l’insegnamento dell’informatica

Ho appena scritto in un altro post che delle volte, se si è seminato qualcosa, ci pensa il mondo a chiudere il cerchio, molto meglio di quanto uno avrebbe immaginato. Così accade di ricevere un invito a tenere un workshop presso il Politecnico Federale di Zurigo (ETH: Eidgenössische Technische Hochschule Zürich).

La cosa rallegra particolarmente perché il centro di formazione e consulenza per la formazione informatica del Politecnico di Zurigo (Ausbildungs- und Beratungszentrum für Informatikunterricht der ETH Zürich – ABZ), diretto dal Prof. Juraj Hromkovič, svolge un grande lavoro di collegamento fra università e scuola in base a principi scientifici e etici che sono esattamente gli stessi che ispirano il nostro lavoro.

Spero di dare un contributo utile. Per me sicuramente un’occasione per imparare molto.

Qui il workshop che offrirò.

Workshop 5 – Exploring the land of powerful mathematical ideas with Logo’s Turtle

In this workshop, first we are going to talk about the choice of coding systems and other technologies in relation to accessibility. We will try to understand why it makes sense to use free software and free tools in educational contexts, whenever possible. We will pose the issue in an international perspective, where not all areas have equal opportunities, and we will relate it to the access to education as a basic requirement of democracy.

Then, the Turtle of Logo language will drive us, as kids, into the discovery of geometric shapes by means of some basic software constructs. However, it will be not merely about discovering geometric shapes: by playing with the Turtle we will realize how several fundamental powerful mathematical ideas are activated in childrens minds, without the need of explicitly naming them. And we will see how by riding the Turtle, starting from the first steps in primary school, these ideas may drive the exploration of physical phenomena, possibly up to pretty complex calculations, such as that needed to draw the orbit of Halley’s comet, for instance. We’ll find out that the land we will be exploring is named Turtle Geometry, which is a true geometry, like the Euclidean or Cartesian ones. Besides, we will also take a look at simulations of random phenomena, fractals and art creation. In contemporary words: by means of some STEAM activities we will understand in detail what computational thinking is about.

The LibreLogo version of Logo, which can be activated among the standard plugins of the LibreOffice Free Software, will be used. We will also show how the examples may be ported in the ABZ’s XLogoOnline environment.

If you will bring your laptops, you will be able to explore all the concepts mentioned in the workshop. You may prepare your systems by installing LibreOffice (http://libreoffice.org). The whole collection of programs used in the workshop will be made available at http://iamarf.ch/Codice-LOGO/ – be sure to download the last available version a few days before the workshop.

Workshop language will be English but discussions may be held in German and Italian as well, if needed.

Prima restituzione #lacanet con Anelli Mancanti

Laboratorio Aperto di Cittadinanza Attiva

A fine novembre si concludono i 12 mesi del progetto #lacanet. I risultati sono andati ben al di là del previsto, soprattutto se si considerano le origini umili e spontanee delle iniziative intraprese due anni fa da uno sparuto gruppo di cittadini di Poggio alla Croce, come tentativo di recuperare il lume della ragione in risposta alla preponderante reazione di pancia del paese, alla comparsa di un centro di accoglienza.

È quindi epoca di restituzioni. Viene naturale annoverare, prima fra queste, l’evento organizzato da Anelli Mancanti perché questi amici hanno colto perfettamente lo spirito della storia. Fin dai primissimi passi della Scuolina di Poggio alla Croce, ci eravamo rifatti all’esperienza di Don Milani a Barbiana per raccontare il metodo della Scuolina. E domani ci racconteremo questa e altre storie fatte di gesti spontanei e di semplice umanità. Storie che sono sempre esistite ma che ci siamo dimenticati di ascoltare.

Non…

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La Scuolina di Poggio alla Croce al COSPE

Nigeriano. Elettricista, meccanico, disposto a fare qualsiasi lavoro. In Italia da sei anni. Arrivato a Lampedusa nel 2013. Ha permesso di soggiorno e carta d’identità. Attualmente domiciliato insieme ad un amico in un appartamento. L’affitto lo paga l’amico che fa il contadino (olivi e uova) pendolando verso una località a 100 km. Giovanni contribuisce alla spese accessorie. Sbarca il lunario andando a comprare fazzoletti, calzini, accendini e simili dai cinesi e vendendoli in giro. L’ha conosciuto Gianna davanti a un negozio e ce l’ha portato alla Scuolina.

Martedì è tornato. Ci ho passato due ore, cercando di convincerlo a alterare un po’ la triade delle priorità che mi aveva presentato – lavoro, casa, scuola – per trascurare meno la scuola, nei limiti del possibile. Gli ho mostrato il video della Scuolina per fargli capire lo spirito. Abbiamo anche guardato alcuni curricula: verrà la prossima volta con il suo per migliorarlo.

Potete stampare questo volantino e darlo in giro. Se fate amicizia con un ragazzo o ragazza potete provare a portarli alla Scuolina, dove la scuola potete fargliela anche voi. I materiali didattici sono disponibili: abbiamo acquistato anche una decina di copie dei due volumi “Italiani anche noi”, scritti da Eraldo Affinati e Anna Luce Lenzi, per la Scuola Penny Wirton Roma.

Laboratorio Aperto di Cittadinanza Attiva

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Robotica povera e dintorni

Domani, nel laboratorio di tecnologie didattiche di Scienze della Formazione Primaria, ci scateneremo con gli improbabili robot di Maria Grazia Fiore e altre sue trovate. Per eventuali curiosi: 15:15-18:00, via Laura 48, aula 209.

Come preparare il discorso per la tesi di laurea

Considerato che questa domanda me l’hanno fatta centinaia di studenti e che con il tempo, sulla base dei risultati ottenuti, ho sviluppato una risposta abbastanza precisa, la sintetizzo qui una volta per tutte.

  • Hai 5-7 minuti di tempo. Non ha senso usare slide, video o altri supporti, a meno che non si tratti di qualcosa di essenziale per sviluppare il discorso. Essenziale significa che se vi rinunci non si capisce più il senso del messaggio. Accade di rado (un esempio potrebbe essere una tesi di istologia dove si fa un ragionamento preciso sull’apparenza di un vetrino). Le presentazioni PowerPoint non sono consigliabili, il tempo è breve e finisce che i tempi morti per l’attivazione della proiezione vanno a detrimento dell’esposizione. Il fatto importante è che il tuo discorso deve rientrare comodamente in 5-7 minuti. È molto meglio che sia tu a finire piuttosto che venire sollecitata a chiudere da qualche membro della commissione.
  • Non devi fare il “riassunto della tesi”. Quasi sempre i primi due capitoli sono relativamente scontati: abbastanza tipicamente un capitolo di presupposti storici e uno di descrizione dello stato dell’arte. Non perdere tempo a parlare di questi, se non brevissimamente. I giochi, ovvero ciò che ti ha realmente impegnata, si fanno nel terzo o comunque ultimo capitolo, quasi sempre. Quello dove si esprimono il tuo impegno, i tuoi interessi, talvolta la tua passione. È di questo che devi parlare. In sintesi: su che parte di mondo hai focalizzato la tua attenzione, perché, che domanda (di ricerca) ti sei posta, come hai provato a rispondere, cosa ne è venuto fuori. Non con spirito da commerciante – la mia merce è la più bella e buona del mondo – ma da ricercatore intellettualmente onesto: cosa ha funzionato, cosa non ha funzionato e perché.
  • Non partire quindi a scrivere dall’inizio per arrivare alla fine: così sforerai quasi certamente. Bensì segui un approcco top-bottom, dall’alto al basso. Mettiti comoda in un luogo confortevole con la tua bevanda preferita. Foglio di carta bianca e matita. Lontano da computer e telefoni.
    1. Pensa ad una frase che esprima il contenuto della tua tesi. Più lunga del titolo quindi ma comunque una frase. Non una frase alla Thomas Mann, lunga una pagina. Una frase lineare, soggetto, verbo, oggetto, qualche complemento. Scrivila e rileggila. Getta via tutto il superfluo. Ci metterai poco a leggerla, qualche decina di secondi. Hai ancora tempo da utilizzare.
    2. Dividi mentalmente il contenuto della frase appena scritta in due, tre, quattro parti, come si conviene, e pensa a una frase per ciascuna di esse, con lo stesso criterio della precedente. Scrivi tutto di fila. Poi leggi. Ci metterai un minuto o qualcosa di più. Hai ancora tempo. Se proprio vuoi mostrare qualche grafico o tabella prepara un depliant di poche pagine, che distribuirai alla commissione.
    3. Dividi ulteriormente allo stesso modo ciascuna parte e scrivi tutto di fila. Probabilmente stai superando la metà del tempo, delle volte non di poco.
    4. Ripeti il procedimento con buon senso. Se lo fai meccanicamente probabile che sfori. Inserisci ciò che ha senso ma fermati nettamente prima di 7 minuti.
    5. Procedi a legare le frasi in modo che il discorso fluisca liscio e armonico. Leggi e torna indietro per togliere eventuali inciampi.
    6. A questo punto studialo, finché non viene automatico. Non è difficile, 5-7 minuti sono pochi.
    7. Quando vedi che prende a scorrere spontaneamente inizia a “colorarlo”. Lavora sul ritmo, l’enfasi dove ci vuole. Iniettaci le emozioni.
    8. Recitalo dove ti capita. Delle volte anche mentalmente (in treno, passeggiando fra la gente), altre a voce alta (in macchina, ai semafori, passeggiando nel bosco). Spengi quel maledetto telefono. Concentrati sul tuo lavoro.
    9. Non osservare queste indicazioni laddove ne venga fuori un’idiozia. Usale per riflettere su come disattenderle utilmente nel tuo caso.
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