E così il 18 giugno scorso abbiamo avuto Patch Adams nella nostra facoltà. L’hanno voluto gli studenti, fortemente. L’idea era nata in ottobre dell’anno scorso quando eravamo andati a partecipare all’incontro di Patch Adams con la città di Piacenza.
Non c’è dubbio. C’era veramente una bella atmosfera. I post sui forum degli studenti l’hanno descritta con grande euforia. Bello! ce ne fossero di più di eventi del genere …
Benvenuta l’euforia. Ma ci vuole anche la riflessione, per individuare ciò che poteva forse andare meglio.
Per continuare un percorso, l’euforia dà l’energia che ci vuole ma è la riflessione su ciò che poteva andare meglio a chiarire la direzione.
1) La riflessione di un ragazzo, credo laureato da poco e da anni attivo come clown in corsia.
Illuminante il sondaggio che ha improvvisato sulla platea: c’erano quasi solo studenti del I e del II anno. Questo è un argomento di seria riflessione, forse soprattutto per noi docenti.
2) Le domande a Patch.
Ma è possibile che le domande le abbiano fatte tutte (eccetto una) “operatori del settore” a vario titolo? Come è possibile che questi studenti così entusiasti e così determinati non avessero niente da chiedere? Questo mi ha stupito moltissimo e, direi, turbato non poco.
3) Successo?
L’atmosfera era davvero bella. Ma in termini numerici, possiamo dirci contenti? Ad occhio e croce ci saranno state 250 persone. Non sono poche, a vederle tutte insieme e, soprattutto, così prese. Ma la facoltà di medicina è grande: centinaia di docenti e migliaia di studenti. Secondo me, con un evento del genere ci dovevano essere i grappoli di persone fuori della porta e dentro tutta la gente anche per terra. Soprattutto i docenti erano quattro gatti.
4) Assessore.
È successo che, alla fine (l’incontro è stato molto lungo, più di tre ore), sia riapparso l’assessore alla sanità della Regione Toscana ed abbia prospettato insieme a Patch Adams, la possibilità di realizzare in Toscana un Ospedale del Sorriso, del tipo descritto da Patch Adams.
Ok, è una bella notizia. Ma è una notizia che va presa con molta prudenza e con gli occhi aperti. Gli amministratori italiani sono una specie che vive di tattica. La capacità di definire e, soprattutto, di portare a compimento progetti coraggiosi è pressocché inesistente. Senza nulla togliere al sincero trasporto dell’uomo che è nell’assessore, al quale credo, costui dovrà comunque fare i conti con un contesto nel quale è difficile pensare possa nascere qualcosa del genere. Mi sto riferendo al contesto amministrativo italiano in generale, non a quello di una parte. Quindi, una buona e curiosa notizia. Niente di più. Tempi molto lunghi, nella migliore delle ipotesi … voi studenti oltre il III anno … laddove sono ormai tutti ben narcotizzati …
Beninteso: le utopie sono fondamentali ma al tempo stesso la realtà non va ignorata …
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