Four students provided a translation in english of their commentaries to the course, so far.
They have been published in this wiki page.
Four students provided a translation in english of their commentaries to the course, so far.
They have been published in this wiki page.
First of all, thanks to the students who put some translations in the feedback page.
I appreciated what Caterina said
La traduzione è qui, se qualcuno vuol correggere è il benvenuto
because she caught the true idea of wiki cooperation.
Therefore, try to improve the text as a collective work: you are supposed to correct errors or improve syntax also in text written by others. If an original author finds that a correction damages what she or he intended to communicate, a constructive discussion can be started.
It is interesting to remark that the idea of scrittura collettiva is not quite a new one. In the sixties Don Milani let work together its kids with pieces of paper and pencil (doc) …
To recap my last two posts with some further specifications.
As I wrote about this course in a short description of our wiki in the Educational-College/University section of the Public PBwiki Directory:
A computer literacy course shifted towards the use of WEB 2.0 tools for learning to communicate, share and co-operate. The course is offered to the students of the medical school in the Florence University, Italy. Seminars, teacher’s liquid presence, blogclass and wiki are basic elements of the course.
Feeling that the inspiration of the course resonates much with the connectivistic thought, I’m willing to join our experiences with the next Connectivism and Connective Knowledge in fall 2008.
Probably I will not be able to manage all the assignments but this is not the point. My participation is about letting known interested people about our experience and, above all, it’s about getting valuable feedback to improve the course further.
Unfortunately, language is a major obstacle: our blogclass cannot be so transparent to english-speaking people as we would need. Therefore, any idea to overcome the problem is wellcome.
To start with, we begin translating some feedback got from the students of the spring 2008 course. Some of them have already offered their help, therefore, I set up a wiki page to collect the translated or newly composed pieces.
To my students I would suggest
Nel post precedente ho spiegato che lo scoglio principale nel connettere la blogoclasse al corso Connectivism and Connective Knowledge sarà linquistico: come rendere trasparente la blogoclasse al resto del mondo che non parla italiano.
Un’idea per mitigare il problema può essere quella di anticipare la connessione mediante alcuni post che siano visibili ai facilitatori del corso.
Ebbene, c’è qualcuno di voi studenti, oramai veterani della blogoclasse, che può aiutarmi scrivendo nel proprio blog un post con una versione in inglese delle opinioni sul corso?
Per il prossimo anno accademico ho già un programma di lavoro che rasenta la follia e allora io mi iscrivo ad un altro corso online, la miglior difesa è l’attacco.
Ho deciso di partecipare al corso Connectivism and Connective Knowledge , tenuto, o meglio, cofacilitato da George Siemens a Stephen Downes.
L’anno scorso ho agito nello stesso modo ed ha funzionato, c’è un limite? Vediamo.
Nella situazione che ormai ho descritto più volte, nel semestre autunno 2007 ho partecipato come studente al corso sulle Open Educational Resources tenuto da David Wiley. In ottobre, nella duplice veste di studente e insegnante, ho così affrontato la solita valanga di studenti. Ne è venuta fuori una grande esperienza come emerge dalle opinioni degli studenti. Ancora più entusiasmante è stato il coinvolgimento con persone impegnate in campi in diversi ma con la stessa passione per l’apprendimento. Fra i frutti di questa collaborazione un articolo, pubblicato recentemente sulla rivista Je-LKS (riprendo dall’amico Antonio).
Caos, entusiasmo, molta fatica, grande risposta dei giovani e per la prima volta in vita mia ho dato voti con la sensazione di avere fatto qualcosa di sensato, la sensazione, ripeto.
Stessi studenti dell’anno precedente fra I e II semestre, forse qualche altro corso di laurea, Il tentativo di creare una blogoclasse intorno al congresso di una società scientifica. Questo potrebbe significare intrattenere circa 1500 persone nel giro di circa 9 mesi.
Cercherò qualche forma di aiuto, certo, sia con il metodo del bando strano, grazie al quale ho trovato deliziosi amici e collaboratori formidabili, sia per vie più istituzionali, pur avendo in queste molta meno fiducia.
Soprattutto ho intenzione di reagire utilizzando queste attività come una sorta di laboratorio per il corso sul connettivismo, molto più di quanto abbia fatto l’anno precedente.
È un bel po’ che mi arrovello su questo denso futuro e mi pare di avere infine trovato l’ispirazione in un brano tratto proprio dal blog del corso medesimo
More is different. Online classrooms, large open courses, ease of access, and abundance of information all suggest that something is different when scale and complexity change. A course with 250 learners is not simply a course with 10 x’s the learners of one with 25. It is something entirely different. I’m reflecting on this reality as we gear up for this connectivism course. I have no idea where we will end up in terms of participants; we are approaching 800 who have signed up for updates, but that certainly doesn’t mean they’ll all be active participants. As we are still about two months away from course start, I imagine numbers will continue to increase.
Esattamente ciò che ho sperimentato con la mia blogoclasse quest’anno.
Il corso nel quale intendo giocare il ruolo di studente rappresenta quindi anch’esso una realtà cospicua. In realtà siamo studenti anche quando insegnamo perché contesti e metodi sono nuovi, la novità principale essendo in questo caso costituita dalla ricchezza che deriva dalla numerosità. Una ricchezza che dobbiamo imparare a mettere a frutto.
Questo non è un progetto bensì un tentativo. Non credo più nei progetti, ho partecipato a tanti progetti, ne ho immaginati alcuni, ne ho coordinati altri. Credo invece nei tentativi che si rendono possibili quando un certo numero di circostanze hanno luogo. Una visione ingenua se vogliamo ma sono stanco di vedere professionisti non ingenui che ricavano topolini da grandi e costosi progetti.
Il tentativo, come tutti i tentativi del mondo può fallire. Mi interessa il tentativo in se e non le sue conseguenze sulla mia professione, se mai ne ho una. Fra le possibili cause del fallimento ve n’è una che mi preoccupa abbastanza: la lingua.
Checché la patetica dirigenza del nostro paese sbraiti attraverso i media, viviamo in un ghetto culturale.
Tronco quindi questo post chiedendo: c’è qualcuno che ha una buona idea in proposito?
Agli studenti che hanno frequentato l’Attività Didattica Elettiva “Software Open Source per la Medicina” ricordo che ho bisogno di nome cognome e matricola per poter assegnare i crediti.
Come stabilito nella pagina wiki dedicata alla pubblicazione dei risultati, le condizioni per ricevere i crediti erano
Evito di essere inutilmente fiscale ma qualche dato mi serve per forza. Quindi, se avete partecipato in modo che io possa verificare e vi interessano i crediti, controllate di essere inclusi nella lista aggiornata. Se non trovate il vostro nome scrivetemi.
Ricordo con piacere il seminario Cosa è un hacker che abbiamo fatto sul prato in maggio.
Ecco la foto