Festa al manicomio criminale

PROLOGO

Ieri al manicomio criminale di Montelupo. Anzi all’opg, ospedale psichiatrico giudiziario. Tipico, cambia il nome ma non la sostanza: la cultura dell’immagine.

C’era la Festa del grano all’opg di Montelupo ieri.

Liberi nel campo sportivo, loro e noi, alcuni chiaramente loro, altri non ho nemmeno capito se loro o noi.

Nuvola, amico clown, attratto dalla pazzia perché terrorizzato dalla pazzia della normalità, non sta nella pelle. Imbrocca uno di loro. Questo fa:

“Sei uno del I piano? Io sto al II, quelli del I li conosco poco …”

Nuvola si è montato la testa, non gli si sta più intorno …

Sorriso. Amaro sorriso.

LA FESTA

Bravi bravi bravi quelli di noi che si impegnano per tirar fuori loro da quel buco nero.

Musicisti, saltimbanchi. Noi? loro? Non so, sono uomini che si divertono. Grande lavoro state facendo.

Ballano loro. Si divertono come matti. Noi, inchiodati alle seggiole come stoccafissi. Accidenti a me, non ce l’ho fatta questa volta. Un mio limite, troppo intimorito dall’ambiente.

CONGEDO

Mi siedo in macchina. Regolo la temperatura, scelgo la musica, comunico con chi mi va di sentire … pieni di lussi queste macchine. Cose normali oggi, quasi per tutti noi. Quasi.

Loro sono rimasti là. Quelli gravi, mai fuori, nemmeno sul prato di oggi. In otto in stanze di otto per tre metri, col cesso nel mezzo.

Ci sono cinque (sei, non ricordo) opg in Italia. Uno di essi femminile. Totale 1200 persone. Un buco nero con 1200 persone dentro.

Un buco nero. Anzi un piccolo buco nerissimo dentro ad un grande buco nero: il pianeta carcere. Nerissimo e piccolissimo quel buco: 0.02 per mille del popolo italiano. Che costerebbe trattarli come esseri umani? Praticamente niente.

PS: In tali buchi neri c’è anche gente che ci deve lavorare, mi ha ricordato giustamente un amico …

Ancora dalla giornata con Patch

Lo stesso giorno dell’incontro con Patch, la sera, degli amici ci portano ad uno spettacolo di Bobo Rondelli a Poggio a Caiano: Io Clown – te Down.

Sarebbe stato impossibile immaginare una giornata così! Una serata del genere dopo la mattina con Patch Adams … ma che burlone il caso, a volte sembra quasi affettuoso …

Non conoscevo niente di tutto ciò – eh lo so, che volete fare, non si può conoscere tutto – e mi trovo seduto davanti a un palco gremito di gente in maglietta rossa e tuta blu che ballano e cantano. Che roba e questa? Ma che versi fanno? Ah già, il titolo parla di down. Ma guarda quello come lo fa bene il down … ma anche quell’altra … ehi, ma quello la è “vero” … ma sono mezzi normali e mezzi down!

Strepitosi! E poi da quel marasma emerge Bobo e va avanti lo spettacolo … fino a quando: “Perché non ballate anche voi?” … e qui imborsito nel ruolo di spettatore vai come sempre in crisi … sì sì tutti bravi poi quando si va a contare quelli che si alzano sono una sparuta minoranza … ma questa volta altro che crisi! Son due ore che guardi una banda di diversi che si divertono e fanno divertire i normali ballando e cantando e te, normale, che fai? Inchiodato alla seggiola come uno stoccafisso … ma chi sono i normali qui?

Grande Bobo con la compagna teatrale AnffasAAMPS!

Spettatore imborsito non hai scelta! Non ti resta che saltare sul palco … tranquillo! ti fanno vedere loro, i diversi, come si fa a divertirsi!

Che giornata ragazzi …

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