Un passo indietro #loptis

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L’abbondanza produce superficialità. Oggi tutti corriamo il rischio di agire superficialmente, una volta o l’altra. Esposizione mediatica, iperattività e tempi brevi obbligano a sviluppare filtri per venire a capo della quantità, anzi, per sopravvivere. L’avvento del cyberspazio non ha certo migliorato le cose, da questo punto di vista. È sorprendente il livello di disattenzione con cui le persone guardano lo schermo. Non è un problema che affligge solo i nativi digitali. Persone di altre generazioni, abituate a leggere tranquillamente per ore il loro libro, sono estrememente disattente davanti a un computer. La quantità schiaccia. I nativi digitali non si scompongono più di tanto se sbagliano un clic o un comando, ne provano un altro perché confidano nel fatto che non possa succedere un granché – vero, ma non sempre… Chi invece è cresciuto nel mondo precedente ha una percezione molto più fisica delle cose – un colpo di lima sbagliato rovina il pezzo, tocca ricominciare da capo – esita di più e più facilmente demorde. Ma la superficialità delle percezioni di fronte alla quantità di stimoli vomitate dagli schermi non è poi così diversa, e forse è un problema più importante della diversità dei nativi digitali.

Facciamo quindi un passo indietro…

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