Approfittiamo della segnalazione di qualche cambio di programma per dire due parole su come stia evolvendo il laboratorio itinerante – il lato reale di #loptis.
Non una lezione, non una “presentazione”, ma un laboratorio che si materializza adattandosi all’ambiente – classe scolastica di ordine vario, classe universitaria, collegio docenti o altro. Tre gli elementi fissi:
- una LIM, realizzata con Wimoote, sistema operativo WiildOs e schermo di fortuna, per dimostrare e mostrare
- una stampante 3D che stampa qualcosa
- un brogliaccio pieno di link in piratepad, per esplorare quello che ci interessa
Il brogliaccio è in continua evoluzione ma mantiene per ora una struttura in tre parti:
- ispirazioni varie: letteratura, management, scienza, scienze sociali
- software libero
- hardware libero
Parole chiave: minoranze, disintermediazione, etica, spending review, felicità interna lorda, glocalizzazione, software libero, Linux, WiildOs, hardware libero, Arduino, collaborazione, cooperazione, giovani fabbricatori di mondo, giovani fabbricatori di mondo italiani, pratica, pratica, pratica, teoria, pratica, pratica, pratica, teoria, pratica…
Attrezzature necessarie: nessuna, portiamo tutto noi: due computer, stampante 3D, Wiimote, cavalletti, schermi di fortuna, stampante 3D, connettori, cavi, ciabatte, internet di fortuna, piano B anti-Murphy e sorprese varie. Se poi qualcosa è disponibile in loco, meglio, ma non necessario.
Il laboratorio ambisce a comunicare attraverso la parola, l’azione e la dimostrazione, ma anche attraverso l’ascolto: una domanda o un qualsiasi feedback possono farci cambiare direzione in qualsiasi momento. Il laboratorio itinerante è in realtà una forma di ascolto che serve a capire chi c’è veramente nel laboratorio virtuale #loptis. Per questo gli stiamo dedicando molto tempo e molto studio. Il video seguente ne è una dimostrazione.
Kentstrapper è un’azienda famigliare fiorentina. Due giovani fratelli, Lorenzo e Luciano, partendo dal progetto open source di stampa 3D RepRap realizzano stampanti open con particolare attenzione alla formazione. Li ringraziamo anche per la collaborazione a questo laboratorio (non di rado rispondono anche la domenica).
Due parole sull’autore del brano “Sugar man” che accompagna il video, Sixto Rodriguez, un grande cantautore e poeta che non ha avuto problemi a condurre un’operosa vita di lavoratore qualunque, una volta espressa la sua arte. Fu scoperto negli anni 70 che cantava dando di spalle al pubblico nei locali infimi dei bassifondi di Detroit. Fu considerato subito un artista che non avrebbe avuto niente da invidiare da gente del calibro di Bob Dylan. Ma Sixto Rodriguez ha vissuto con le spalle voltate al sistema, incurante delle sirene del successo, moderato nei costumi, colto, tenace lavoratore, operaio. Un po’ forse per questo atteggiamento, un po’ forse perché era messicano, un po’ chissà perché, fece due dischi che in America non vendettero nulla. Un disco arrivò per caso nel Sudafrica dell’apartheid, dove si diffuse a macchia d’olio infiammando la gioventù liberal sudafricana che vi trovò l’ispirazione giusta per la ribellione al regime fascista. Straordinaria la storia della riscoperta di questo cantautore, narrata nel film Sugarman. Il sistema del copyright non ha impedito che i diritti percepiti in Sudafrica finissero nelle tasche di intermediari senza scrupoli in America. Noi compriamo i dischi di Sixto ma siamo sicuri di fargli il migliore omaggio diffondendo la sua arte.
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