Presentation at TEMPUS project ARMAZEG

This morning I had the opportunity to give a talk for a group of Armenian and Georgian professors. The context was that of a TEMPUS European project ARMAZEG – Developing tools for lifelong learning in Trans-Caucasus region: e-Learning. The place was that of the School of Engineering in Florence.

It was a good meeting with exciting discussion and feedbacks. I’m grateful to all the participants for that.

The title of the talk was “Open and continuous teachers training for an open school: experiences from the Italian University Line”.

We outlined the activities at the IUL in the context of the distance education scenario in Italy as well as all over the world. We told the eight-years story of the iamarf.org blog, from its very beginning to the last initiatives, such as PirateBox in classroom and Kano computer in classroom.

As usual, we also demonstrated the use of these devices, allowing the participants to downloads contents from a PirateBox and showing the use of the Kano Raspberry computer, accessing it remotely by means of a laptop through a VNC connection over the network provided by the PirateBox. By means of this setting, we showed Terminal Quest, a game for learning some basic Unix command through a story – a game we have recently translated in Italian for a classroom experimentation we are going to begin in November.

Those participants who did not have a device to connect to the PirateBox, will find here links to

I thank again the participants for their contributions.

Perché la scuola deve usare esclusivamente software libero

Condivido parola per parola questo articolo di Richard Matthew Stallman e invito tutti a leggerlo con grande attenzione.

Prima però di affidarvi alle parole di Stallman, ricordo che non si tratta di un opinionista qualsiasi ma di un facitore. I più importanti componenti di base di ciò che conosciamo come Linux furono scritti da Stallman negli anni 80 – per questo è giusto anche ricordare il nome originale: GNU-Linux perché GNU è il progetto originale di Stallman.

Stallman non ha prodotto solo codice ma ha anche dato la stura a una rivoluzione culturale e tecnologica: è lui infatti l’ideatore del concetto di software libero e di Licenza Copyleft, che è quella con cui viene distribuito il software libero.

Ma a molti anche la parola Linux può parere lontana. Per costoro mi limito a ricordare che il codice Linux costituisce la parte fondamentale di Android, il sistema che anima tutti o alcuni cellulari Samsung, LG, HTC, ZTE, Coolpad, Kyocera, Sony e Google. Si stima che circolino oltre 1 miliardo e mezzo di cellulari Android e che ne vengano attivati 350000 al giorno. Attenzione, non sto dicendo che Android è software libero ma che Android è un software commerciale costruito sul software libero GNU-Linux – rivoluzione tecnologica appunto. Linux probabilmente sta dentro anche al router che avete comprato per casa ma ce l’avete abbastanza facilmente anche dentro la lavatrice, e in una miriade di altri congegni.

Questa premessa per ricordare gli aspetti rilevanti a cui, oggigiorno, i più sono sensibili, ovvero quelli di natura economica e tecnologica. Invece qui sono gli aspetti etici, in relazione alla formazione, che ci interessano. Infatti, il progetto a cui ho accennato nel post precedente, Torno a scuola, rappresenta la concretizzazione precisa delle idee esposte da Stallman in questo articolo, del quale mi sono fortunosamente e felicemente accorto oggi.

Eccolo.

Il testo sottostante riproduce esattamente la versione in italiano, pubblicata nel sito GNU. Chi lo preferisce, può leggere l’originale in inglese.


Perché la scuola deve usare esclusivamente software libero

Le istituzioni didattiche in genere, dalla scuola materna all’università, hanno il dovere morale di insegnare solo il software libero.

Tutti gli utenti informatici devono insistere con il software libero: esso offre agli utenti la libertà di poter controllare il proprio computer; con il software proprietario il programma fa quanto stabilito dal suo proprietario o sviluppatore, non quel che vuole l’utente. Il software libero offre inoltre agli utenti la libertà di poter collaborare tra loro. Queste caratteristiche si applicano alla scuola come a qualsiasi altro soggetto. Lo scopo di questo articolo è di evidenziare le caratteristiche che si applicano in modo specifico al settore dell’istruzione.

Il software libero consente alle scuole di risparmiare, anche se questo è un beneficio secondario: il risparmio è dovuto al fatto che il software libero offre agli istituti scolastici, come ad ogni altro utente, la libertà di copiare e ridistribuire il software; di conseguenza il sistema didattico può farne copie per tutte le scuole, e ogni scuola può installare il programma in tutti i suoi computer, senza obbligo di pagare per farlo.

Questo beneficio è importante, ma assolutamente non prioritario, perché le questioni etiche sono molto più importanti. Convertire le scuole al software libero è più che un semplice “miglioramento” della didattica: è la differenza tra una didattica buona e una didattica sbagliata. Quindi occupiamoci delle questioni più profonde.

La scuola ha una missione sociale: insegnare a chi studia a diventare cittadino di una società forte, capace, indipendente, collaborativa e libera. Dovrebbe promuovere l’uso del software libero così come promuove la protezione dell’ambiente, o il diritto di voto. Se la scuola insegna l’uso del software libero, potrà sfornare cittadini pronti a vivere in una società digitale libera. Ciò aiuterà la società nel suo insieme ad evitare di essere dominata dalle multinazionali.

Al contrario, insegnare un programma non libero crea dipendenza, e questo va contro la missione sociale delle scuole: le scuole non dovrebbero mai farlo.

Perché alcuni produttori di software proprietario offrono copie gratuite(1) alle scuole? Perché vogliono usare le scuole per creare dipendenza nei confronti dei loro prodotti, come i produttori di tabacco che distribuiscono sigarette gratis ai ragazzini(2). Una volta che gli studenti saranno diventati adulti, queste aziende non offriranno più alcuna copia gratuita a loro o ai loro datori di lavoro. Chi sviluppa dipendenza dovrà pagare.

Il software libero consente a chi studia di poter imparare il funzionamento di un programma. Alcuni studenti, che hanno un talento innato per la programmazione, quando diventano adolescenti vogliono imparare tutto quanto c’è da sapere riguardo al computer e al software. Sono animati dalla fervida curiosità di leggere il codice sorgente dei programmi che usano ogni giorno.

Il software proprietario respinge la loro sete di conoscenza; dice loro: “La conoscenza che stai cercando è un segreto: vietato imparare!”. Il software proprietario è nemico dello spirito didattico, quindi non lo si può tollerare nelle scuole, se non utilizzato al solo scopo di studiarne il funzionamento interno.

Il software libero incoraggia tutti ad imparare. La comunità del software libero rifiuta “il sacerdozio della tecnologia”, secondo cui il grande pubblico va tenuto nell’ignoranza sul funzionamento della tecnologia; noi incoraggiamo gli studenti di ogni età e situazione a leggere il codice sorgente e ad imparare tutto quello che vogliono sapere.

La scuole che usano software libero devono permettere ai bravi studenti di programmazione di progredire. Per imparare a scrivere del buon software, gli studenti devono potere leggere e scrivere una grande quantità di programmi reali, di uso concreto. Si impara a scrivere codice buono e chiaro solo leggendo e scrivendo molto codice. Solo il software libero permette questo.

Come si impara a scrivere codice per programmi complessi? Scrivendo tante piccole modifiche per programmi complessi esistenti. Il software libero lo permette, il software proprietario lo vieta. Qualsiasi scuola può dare ai propri studenti la possibilità di diventare esperti di programmazione, purché usi software libero.

La più profonda motivazione in sostegno all’utilizzo del software libero nella scuola è per la formazione morale. Dalla scuola ci si aspetta l’insegnamento di fatti fondamentali e di capacità utili, ma ciò non ne esaurisce il compito. Missione fondamentale della scuola è quella di insegnare a essere cittadini coscienziosi e buoni vicini, e quindi anche ad aiutare gli altri. In campo informatico ciò significa insegnare la condivisione del software. Le scuole, a cominciare dalle elementari, dovrebbero dire agli studenti: “Se porti a scuola del software devi dividerlo con gli altri bambini. Devi mostrare il codice sorgente ai compagni, se qualcuno vuole imparare. Quindi è vietato portare a scuola software proprietario se non per studiare come funziona ai fini di poterlo riprodurre”.

Naturalmente la scuola deve praticare quanto predica: deve utilizzare in aula solo software libero (tranne file binari usati per studiarne il funzionamento interno) e condividere copie, incluso il codice sorgente, con gli studenti in modo che questi possano copiare, portare a casa e ridistribuire ulteriormente tale software.

Insegnare a chi studia l’uso del software libero, e a far parte della comunità del software libero, è una lezione di educazione civica sul campo. Ciò insegna inoltre il modello del servizio pubblico anziché quello dei potentati. Il software libero dovrebbe essere usato in scuole di ogni ordine e grado.

Chi ha una relazione con una scuola (studente, insegnante, impiegato, dirigente, donatore, genitore) deve fare pressione affinché la scuola passi al software libero. Se le richieste personali non funzionano, occorre dare pubblicità alla cosa nelle varie comunità, per riuscire in questo modo a sensibilizzare più persone e trovare alleati.

  1. Attenzione: le scuole che accettano questa offerta potrebbero poi essere messe di fronte a costi elevati per i successivi aggiornamenti.
  2. Nel 2002 l’azienda di tabacco RJ Reynolds venne multata di 15 milioni di dollari per aver passato campioni gratuiti di sigarette nel corso di eventi frequentati da bambini. Si veda: http://www.bbc.co.uk/worldservice/sci_tech/features/health/tobaccotrial/usa.htm.
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