PirateBox a scuola

foto della piratebox

Aggiornamento 13 gennaio 2016:

L’iniziativa PirateBox è sospesa. Sfortunatamente in questo periodo non ho il tempo da dedicare alla costruzione di nuove scatole. Continuerò invece a rispondere ad eventuali domande.


 

Il materiale da procurarsi consiste in un router TM3020 e una chiavetta USB 2.0 da 8 GB di buona qualità. Il router può essere acquistato in vari siti: Amazon, Ebay, Newegg


 

Si propone di utilizzare un piccolo dispositivo di rete che consenta agli insegnanti di distribuire contenuti multimediali in assenza di connessione Internet o in situazioni di accesso limitato, ad esempio per motivi di sicurezza.

Si tratta di un piccolo router dal costo di circa 30€, reperibile off-the-shelf, sul quale viene installato un sistema di software libero che consente di trasformarlo in un minuscolo server in grado di distribuire i contenuti via wireless in un’area di circa 50 mt, a velocità dell’ordine di 100 Mbps.

I contenuti sono predisposti dall’insegnante in una semplice penna USB, che viene inserita nel router.

Il 28 giugno abbiamo lanciato la seguente proposta: noi ci procuriamo il materiale, prepariamo i dispositivi e li inviamo per posta a chi vuole sperimentarli in classe, le persone contribuiscono alle spese per l’hardware mediante il meccanismo delle donazioni online. Il nostro lavoro è “libero”, nel senso che non chiediamo di essere remunerati in denaro ma in feedback che, in una fase successiva, consentano di migliorare ulteriormente i dispositivi, in relazione alle idee emerse sul campo. Non si tratta di una vendita, i router trasformati sono un patrimonio comune. Potrà accadere che taluni potranno cambiare tipo di PirateBox, in base alle esigenze. Noi invieremo la nuova e ritireremo la vecchia rimettendola in circolo per altri a cui possa andare bene.

Il nostro lavoro consiste nell’installazione del software prodotto da una comunità di sviluppatori di software libero e nell’adattamento dei dispositivi all’uso in classe.

Abbiamo  raccolto 41 adesioni, da 22 province, dalla Calabria e dalla Puglia sino al Trentino. Prevalentemente sono insegnanti di scuola primaria, secondaria di primo e secondo grado, ma vi sono anche alcuni docenti universitari e insegnanti in attività artistiche-artigianali (ceramica).

Il percorso del progetto sino ad oggi è raccontato in questi post del blog.

Sono stati raccolti un po’ di feedback in un apposito wiki.

La fase successiva consisterà nella realizzazione di modifiche che rispondano alle emergenze emerse durante questa prima sperimentazione.

Nel caso in cui i risultati siano positivi si potrà pensare ad una realizzazione su scala maggiore.

I punti fondamentali della proposta sono:

  • tecnologia leggera e flessibile:
  • costi minimi
  • può essere adattatata ad una varietà di setting hardware diversi: piccoli router wireless, Raspberry, laptop, device Android
  • consente di portare contenuti multimediali nella tante realtà scolastiche dove di fatto Internet non è fruibile o è fruibile con vari tipi di limitazioni
  • è formativa per gli studenti, che vengono a contatto con le realtà produttive del software libero
  • è formativa anche per gli insegnanti che possono cogliere l’occasione di migliorare la loro confidenza tecnologica lavorando su di un dispositivo relativamente semplice che serve per la didattica
  • è una soluzione “morbida e pervasiva” che non richiede interventi infrastrutturali pesanti nel breve termine
  • consente di creare un nesso fra i valori positivi della cultura hacker, di competenza, collaborazione, velocità, flessibilità, e il mondo della scuola

4 pensieri riguardo “PirateBox a scuola”

  1. Ciao, sono Mirko Maffei, insegno chimica in un istituto tecnico industriale della provincia di Rimini e mi piacerebbe introdurre questa metodologia nella mia didattica. Ho provato da solo a predisporre una piratebox ma durante l’installazione ho avuto dei problemi ed ora non riesco più a collegarmi al router. Ho un router TP-Link nuovo MR3020, visto che io non riesco più a metterci le mani, sarebbe possibile ricevere da te il materiale completo con l’installazione già pronta per iniziare ad impiegare la piratebox? Naturalmente ti corrisponderei la cifra necessaria per il materiale nelle forme che mi indicherai. Se può essere utile posso mettere a disposizione gratuitamente il mio TP-Link MR3020 per qualcuno più “informatizzato” di me. che riuscità a riutilizzarlo.

    1. Ciao Mirko,
      prima proviamo a recuperare il tuo congegno. Me lo puoi spedire, insieme alla chiavetta che hai utilizzato, sulla quale ti chiedo anche di copiare il file install_piratebox.zip e l’immagine del sistema operativo (nome tipo openwrt-ar71xx-generic-tl-mr3020-v1-squashfs-factory.bin) che hai usato. Scrivimi un’email all’indirizzo arf@unifi.it, così ti invierò il recapito postale. Poi proverò e ti farò sapere, appena possibile ma non posso promettere di essere veloce perché ho ricevuto vari incarichi e ho molto lavoro.
      Grazie
      Andreas

  2. Mi scuso per il ritardo ma era doverosa la “restituzione” per la possibilità di apertura che è stata questa sperimentazione.
    Sperimentare la PirateBox in un CTP
    Insegno in un CTP , l’utenza è rappresentata da adulti italiani e stranieri , neet e dropout. Persone che hanno sperimentato il sistema “scuola “in modo negativo o che per varie vicende devono rientrare in formazione. Ho aderito alla sperimentazione del PirateBox ,ma a causa dei notevoli cambiamenti nei CTP (prossimo anno saranno CPIA) “e le conseguenti necessarie “formazioni” abbiamo , io e la mia collega ed amica Lia  cominciato la sperimentazione molto tardi, quando gli altri avevano forse già concluso la loro. Con la collega abbiamo cominciato a frequentare un FABLAB di Roma: Fondazione mondo digitale, ed abbiamo seguito corsi per stampante 3D. L’immersione nell’ open source è stata per noi la chiave di volta. Abbiamo aderito come XXCTP alla Phirtual-palestra dell’innovazione chiedendo ed ottenendo dalla scuola uno spazio per tale palestra (questo ha voluto dire non solo realizzare un progetto, ma soprattutto vincere i numerosi pregiudizi ed ostacoli: tempo e pazienza). Questo spazio è stato per noi una conquista epocale perché è passata la possibilità che nella scuola ci possano essere “contaminazioni esterne” collaborative e gratuite: una condivisione delle conoscenze. La sperimentazione della PirateBox è stata la prima attività della nostra palestra Phirtual.
    Tale dispositivo ha permesso l’accesso libero e gratuito alle risorse (appunti, materiale didattico, ecc);e la sicurezza in quanto è completamente protetto perché indipendente dalla connessione internet. Gli obiettivi più importanti sono stati la condivisione della conoscenza (saper scaricare/ caricare/ utilizzare i materiali in modo condiviso) e la valorizzazione del bene comune( chiunque può appropriarsi dei materiali messi a disposizione da tutti e ne fa quello che vuole per la realizzazione di un proprio lavoro.
    Esperienza
    La PirateBox è stata usata per condividere materiale didattico (sia in lingua italiana che in altre lingue) da utilizzare autonomamente sia a scuola che a casa. Gli alunni hanno inserito lavori eseguiti da loro e tutti hanno potuto utilizzarli. In classe abbiamo discusso sulla loro realizzazione, sulle difficoltà incontrate, su come le avevano affrontate ed eventualmente risolte. “Open Source” come metodo collaborativo e personalizzato. L’aiuto tra pari ,ha portato a risultati sorprendenti anche con utenti non di madre lingua italiana. Si è creata una community dove invece del Forum c’era il braistorming in classe. Abbiamo incontrato difficoltà soprattutto nell’uso della chat da parte dei ragazzi dropout, poco consapevoli inizialmente dello spazio comune, che hanno vissuto ed usato come uno spazio privato. Anche in questo caso il lavoro della community, intervento tra pari, è stato determinante.
    Sviluppo
    Pensiamo di utilizzare la PirateBox per creare una Bibliobox per l’integrazione ( musica, video,testi); per creare una Welcomebox per dare la possibilità di scaricare materiali utili ai fini didattici, orientativi ed organizzativi in lingua italiana e nelle altre lingue ed insieme alla WiiLD (acronimo di Wiimote Lavagna Digitale) per rendere gli spazi a nostra disposizione polifunzionali.

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