
Un paio di post servono perfettamente a definire un po’ meglio l’idea di scolarizzazione che ha turbato alcuni commentatori di Coltivare le connessioni (pdf).
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Un paio di post servono perfettamente a definire un po’ meglio l’idea di scolarizzazione che ha turbato alcuni commentatori di Coltivare le connessioni (pdf).
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In questi giorni si snoda per vari luoghi della rete un bel dibattito intorno all’impiego delle tecnologie nella scuola, in particolare della LIM, Lavagna Interattiva Multimediale. Io non ho mai usato questo oggetto e quindi non me ne intendo ma mi soprende il gran parlare che se ne fa. In poche parole mi sembra curioso che un tema così complesso come quello dell’innovazione nella scuola dipenda in modo così cruciale dall’introduzione di un semplice marchingegno nelle aule. I precedenti, per esempio i computer a scuola o le presentazioni nelle lezioni universitarie, non fanno sperare un gran che. Comunque, ripeto, non ho esperienza a riguardo.
Tuttavia il dibattito che dicevo è interessante perché assai ricco di spunti. Mi pare che abbia preso le mosse da due post sulle LIM, uno di Pier Cesare Rivoltella e uno di Alessandro Rabbone. Poi il testimone è stato raccolto da Gianni Marconato il cui contributo ha dato vita ad una chilometrica discussione. Antonio Fini ha ulteriormente chiosato.
C’è materiale abbondante per chi è interessato alla questione. Io non ho niente da aggiungere sulla LIM ma mi è venuto in mente un articolo che avevo letto sull’Economist del 25 novembre scorso.
Lo traduco qui di seguito, un po’ di fretta, spero non troppo male.