“Vaso con girasoli” interpretato da Alessandra Lucerni con il linguaggio di programmazione Logo in ambiente LibreLogo—LibreOffice.
Con questo contributo alla raccolta degli elaborati soprendenti degli studenti colgo l’occasione per riassumere succintamente i fondamenti del metodo messo a punto in sei anni di lavoro nel Laboratorio di Tecnologie Didattiche per il corso di laurea in Scienze della Formazione primaria.
Ricevo questo messaggio da un’amica russa che vive in Siberia…
“La guerra in Ucraina è una tragedia inimmaginabile… Come essere umano e come artista, mi sono sentito obbligato a rispondere nel modo più significativo possibile.
Così oggi, per la prima volta, ho eseguito pubblicamente la canzone di mio padre, IMAGINE.
Perché ora, dopo tutti questi anni? – Avevo sempre detto che l’unica volta che avrei considerato di cantare ‘IMAGINE’ sarebbe stata la ‘Fine del Mondo’…
Ma anche perché il suo testo riflette il nostro desiderio collettivo di pace in tutto il mondo. Perché all’interno di questa canzone siamo trasportati in uno spazio dove l’amore e l’unione diventano la nostra realtà, anche se per un momento…
La canzone riflette la luce alla fine del tunnel, che tutti speriamo…
Come risultato della continua violenza omicida, milioni di famiglie innocenti sono state costrette a lasciare la comodità delle loro case per cercare asilo altrove.
Faccio appello ai leader mondiali e a tutti coloro che credono nel sentimento di IMAGINE, affinché si mobilitino per i rifugiati ovunque! Per favore, sostieni e dona con il cuore.
Premetto la mia domanda: come si concilia tutto questo con il nostro concetto di pace?
Su Ria Novosti, un’agenzia di stampa statale, è apparso un impressionante editoriale a firma Timofei Sergeitsev, un produttore cinematografico allineato con il regime. L’autore sostiene in sostanza che “La denazificazione è necessaria quando una parte significativa del popolo – molto probabilmente la maggioranza – nella sua politica è stata dominata e attratta dal regime nazista. Cioè, quando l’ipotesi ‘il popolo è buono – il governo è cattivo’ non funziona. Il riconoscimento di questo fatto è alla base della politica di denazificazione, di tutte le sue misure”. “Deve essere effettuata una pulizia totale. Tutte le organizzazioni che si sono legate alla pratica del nazismo devono essere eliminate e bandite. Tuttavia, oltre ai vertici, è colpevole anche una parte significativa delle masse di persone perché si tratta di nazisti passivi, collaboratori del nazismo. Sostenevano e assecondavano il governo nazista. Una giusta punizione per questa parte della popolazione è possibile solo attraverso inevitabili oneri di una guerra giusta contro il sistema nazista. L’ulteriore denazificazione di questa massa della popolazione consiste nella rieducazione, che si ottiene con la repressione ideologica (soppressione) degli atteggiamenti nazisti e la dura censura: non solo nella sfera politica, ma necessariamente anche nella sfera della cultura e dell’educazione”.
Non è proprio una novità, l’annuncio è dell’8 marzo scorso. Ma io mi sono deciso oggi ad utilizzare questa forma di apertura dei giornalisti indipendenti russi di Meduza per ripubblicare qui con una certa continuità alcuni dei loro articoli traducendoli in italiano — traduzioni delle quali sono interamente responsabile (grazie per eventuali correzioni). Un microscopico contributo alla diversificazione delle fonti e un tentativo di perseguire un minimo di verità all’interno di un’informazione pesantemente intossicata. Intanto riporto qui l’annuncio in questione.
È ingiusto, sbagliato e pericoloso (s)ragionare per blocchi monolitici. Il dittatore criminale Valdimir Putin e la cricca di delinquenti in combutta sono una cosa, il popolo russo un’altra. La ricchezza della cultura russa ci dice che il popolo russo non ha mai avuto realmente voce in capitolo nei regimi che si sono avvicendati in quel disgraziato paese.
Raccolta fondi creata da Andrea Ricci, ex studente dell’Università di Firenze, che con Cesvi – in coordinamento con la municipalità di Záhony e World Central Kitchen– sta organizzando il primo Entry Point Hub sul confine tra l’Ucraina e l’Ungheria, in prossimità della stazione ferroviaria, diventata ormai un punto critico di raccolta di persone in fuga dalla guerra:
Il 20 marzo il matematico e poeta Konstantin Olmezov si è tolto la vita a Mosca, a soli 27 anni. Originario di Donetsk, Olmezov si era trasferito in Russia per perseguire una brillante carriera come matematico. Dopo che la Russia ha invaso l’Ucraina, Olmezov ha cercato di lasciare il paese, ma è stato arrestato e condannato alla detenzione amministrativa; poi si è suicidato.
Anche questo mettiamo in conto al sogno imperialista demente di un dittatore omicida.
Invece di ascoltare montagne di opinioni a somma zero, riprendo la letteratura russa, amata da ragazzo perché capivo (sempre poco) più lì che in tutta la storia fatta a scuola.
Negli anni ’90 ho collaborato a lungo con una ricercatrice russa . Ci occupavamo degli stessi argomenti (matematica per le tomografie) e ha abitato presso la mia famiglia. Abbiamo condiviso un tratto significativo di vita e questo quadretto della sua dacia dipinto da un’amica è una delle cose che ci ha lasciato. Lo tengo qui davanti, in questi giorni infernali. Ogni tanto ci scriviamo. Mi ha inviato questo appello dell’Accademia Russa delle Scienze.