Soluzione di un problema di installazione Linux su Lenovo IdeaPad 1

Breve nota su un problema specifico di installazione di Linux. Non è un tutorial completo, solo la segnalazione del problema e la soluzione. L’installazione di Linux al posto di Windows è quasi sempre indolore oggi ma questa volta ho incontrato un problema. Mi è capitato un laptop economico, Lenovo IdeaPad 1, che con Windows sarebbe diventato rapidamente osboleto, mentre di una macchina Linux leggera ho sempre bisogno. Pensavo di cavarmela velocemente con la solita trafila: scarico su un altro computer l’immagine ISO di un sistema qualsiasi (Lubuntu in questo caso, adatto a macchine piccole), ci creo un sistema bootabile su una chiavetta USB, la inserisco nel computer destinazione IdeaPad entrando nel BIOS (con il tasto F2 premuto frequentemente all’accensione) per mettere USB in vetta alla lista dei dispositivi da cui caricare il sistema, e faccio partire. Di solito è fatta, c’è solo da dare le solite risposte banali al sistema appena svegliato (fuso orario, lingua, nome ecc.) e poi via.

Invece questa volta fine. Il computer entra in un ciclo infinito dove tenta di caricare il sistema ma subito rinuncia dichiarando in una scritta fugace in alto a sinistra “Reset System” e buonanotte.

Continua (3 min)

Cenni su un percorso di scoperta del computer e dei suoi codici nella scuola primaria

Avevo promesso a diversi amici di raccontare qualcosa sulla sperimentazione nella scuola primaria di Strada in Chianti, che ho iniziato a novembre e che volge ormai al termine. Ma devo anche ringraziare varie persone. Lo faccio subito.

In primo luogo le maestre Attilia Greppi, Laura Mariano, Manuela Bagni e Serena Taiti. Le ringrazio per avere avuto il coraggio di lanciarsi in un’avventura inedita e per essersi sobbarcate l’onere di un’organizzazione piuttosto intricata, ivi inclusi vari inevitabili imprevisti, al fine di permettere la partecipazione ai bambini di due classi IV.

La dirigente dell’Istituto Comprensivo di Greve in Chianti, Antonella Zucchelli, per avere accolto il progetto.

Le ricercatrici Laura Vanni e Romina Nesti del Dipartimento di Scienze della Formazione e Psicologia dell’Università di Firenze, per avermi dato preziosi consigli metodologici e pratici sul campo, mettendo un po’ d’ordine nel mio caos operativo.

La laureanda in informatica Andrea Migni per avermi aiutato in alcuni degli incontri in classe.

Gli amici che hanno prestato varie videocamere: Aurora Abatemattei, Lisa Salvetti, Barbara Degl’Innocenti, Francesco Cosi.

Caroline Clark, del team Kano (fino a poco fa, la mobilità…), gentilissima nel darmi le informazioni necessarie per tradurre il software che abbiamo usato – fantastica esperienza di collaborazione nel mondo del software libero.

In ultimo un ringraziamento particolare al maestro Franco Lorenzoni che, grazie ai dialoghi raccontati nel suo libro I bambini pensano grande, mi ha fatto capire come dovevo entrare in classe e confrontarmi con i bambini, cosa che non avevo mai fatto in vita mia. Ma forse di più: mi ha dato l’ispirazione che non sapevo dove trovare.

Riporto qui le note a caldo, scritte durante l’ultimo incontro, in mezzo ai bambini che mettevano tutti gli attrezzi a posto, e venivano a controllare cosa stessi facendo: – Ma te scrivi proprio tutto… – Madonna come scrivi veloce… – Perché vibri? (tremore essenziale di sessantenne…)

Mi trovo in classe, con bambini di IV e le loro maestre. Da un’ora stanno imparando comandi UNIX con un videogioco narrativo nel computer didattico Kano, che avevo tradotto in italiano in agosto. Nell’ora precedente hanno montato il computer.

Sorprendente la concentrazione. Era la domanda fondamentale che mi ponevo in questo progetto: che succede portandoli in un videogioco che poi videogioco – nel modo a loro noto – non è, perché “è tutto scritto”? È un gioco impegnativo: si devono leggere le risposte, capirle e poi scrivere comandi apparentemente astrusi. Ebbene, la risposta è positiva. Dopo solo un’ora, in uno dei gruppi, c’è chi detta al compagno alla tastiera il comando a mente, mostrando di averne capito perfettamente la struttura:

mv banana ~/.cestino-nascosto

Siamo arrivati a questo punto dopo una preparazione piuttosto lunga, iniziata a novembre, ove

  • con varie riunioni in cerchio abbiamo discusso di ciò che loro conoscono di computer e internet, sempre lasciando che trovassero le loro risposte, stimolate solo con domande (grazie maestro Lorenzoni!)
  • abbiamo “sbudellato” un vecchio computer, riconoscendo i pezzi e trovando le corrispondenze con la propria realtà: la mia memoria che si perde (il numero imparato ieri), la mia memoria che rimane (il nome della mamma), il mio ragionamento… ma poi il computer le idee ce l’ha…?
  • hanno costruito più volte il computer Kano, riconoscendo e discutendo i pezzi
  • hanno esplorato liberamente il sistema operativo, scoprendo da soli il gioco Minecraft, che hanno riconosciuto subito e in cui hanno giocato un paio di volte
  • hanno affrontato il videogioco narrativo che stanno facendo ora
  • alla fine di ogni incontro, smontano e rimettono sempre tutto accuratamente a posto
  • ora stanno leggendo i loro elaborati e mostrando i loro disegni, perché sono divisi in 4 gruppi di 4, dove uno costruisce e comanda il computer, uno fa i video, uno scrive la storia e uno disegna – quando si stancano si possono aiutare e cambiare i ruoli

 

Ciliegina sulla torta. Neri, diventato mio tecnico ufficiale – appena arrivo è lui che monta i vari cavalletti e altra roba – in questo preciso momento, mi fa:

– Andreas, è bello lavorare con te…
– Grazie, perché?
– Perché si fanno cose interessanti…

Nota importante. Sono sicuro che le cose funzionano perché questi bambini sono abituati a lavorare e a collaborare. Mi ha colpito molto questo atteggiamento costruttivo: collaborare senza strapparsi le cose di mano ma aiutando. E sono sicuro che questo è merito delle maestre Attilia, Laura, Manuela e Serena che hanno portato i bambini fino a questo punto.

Nota tecnica. Il gioco narrativo si chiama terminal-quest. Qui c’è una breve presentazione della versione in inglese. Io ne ho fatto una traduzione in italiano, grazie al fatto che i software di Kano sono software liberi, rilasciati con licenza GPL. Tutti i loro codici sono disponibili nel repositorio internazionale di software liberi Github, possono essere clonati (fork) e ci si può lavorare sopra. Qui c’è la mia versione.

Ci sono tante cose da dire su questa storia ma occorre tempo per sistemare l’enorme mole di materiale accumulato. Arriveranno.

Nuovi arrivi e nuovi modi – #loptis

Riportiamo qui la tabella aggiornata con i nuovi arrivi di Mariacarla Russo Frattasi e Giuliana Amicone. Prima però un commento alla partecipazione di Giuliana, in una modalità a cui non avevo pensato. Giuliana mi ha scritto oggi chiedendomi un particolare sull’impiego della PirateBox, che sta già provando! Ma certo, perché no? Lei mi ha poi ricordato di avermi scritto – capita che mi perda qualcosa. Bene, le ho chiesto un po’ di informazioni per condividerle qui, perché la sua testimonianza potrebbe incoraggiare altre partecipazioni di questo tipo:
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Come personalizzerò la mia scatolina dei pirati? Come funziona? Dove stanno le informazioni? – #loptis

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Questo è il secondo dei tutorial che corredano le PirateBox.

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Come mettere in funzione la scatolina dei pirati in 2 minuti – #loptis

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Questo è il primo dei tutorial che abbiamo previsto.

  • Come mettere in funzione la PirateBox in 2 minuti – quali sono i pezzi che riceverò, cosa sono e come li dovrò mettere insieme
  • Come personalizzerò la mia PirateBox – 1: qual è la logica del funzionamento e dove dovrò mettere i miei contenuti
  • Come personalizzerò la mia PirateBox – 2: come potrò confezionare una mia semplice pagina HTML
  • Come chiedere aiuto se ne avrò bisogno – come porre utilmente le domande

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Primi risultati sulla proposta di software libero nella classe di medicina – #loptis

È stupefacente che il software libero si diffonda nell’uso comune così lentamente. Non costa niente, offre moltissime applicazioni che sono più stabili, più scalabili, più adattabili, offre addirittura un intero sistema operativo in una molteplicità di sapori – Linux e derivati – apre una prospettiva di grande valore etico in un settore strategicamente cruciale, sia dal punto di vista economico che culturale. Ma l’ignoranza domina.

E non stiamo parlando di una novità. L’idea di software libero è nata più di vent’anni fa. Aziende del calibro di IBM hanno saputo integrarsi con il fenomeno più di dieci anni fa. Decine di milioni di smartphone hanno un cuore basato su Linux.

L’ignoranza domina, dimostrazione eclatante del torpore in cui versano scuola e università – mera istruzione, cultura poca, di quella vera, che attiene alla lettura e all’interpretazione del mondo quale esso diviene.

La diffusione di software e hardware libero rientra certamente fra gli obiettivi principali di questo laboratorio, in tutte le sue sfaccettature. Cogliamo quindi l’occasione per riportare alcuni primi risultati dell’impegno didattico nel corso di base di informatica al I anno di medicina a Firenze del corrente anno accademico – un piccolo insegnamento di 3 crediti universitari.

Per poter fare l’esame, gli studenti devono produrre alcuni elaborati. Per redigere i testi scritti devono scaricare e usare Libreoffice.
L’elaborato più importante che gli studenti devono produrre è quello su un argomento da scegliere a piacere fra quelli offerti nell’indice ragionato di questo laboratorio.

Gli studenti sono 378. In 107 hanno già inviato i loro elaborati. Di questi, 22 hanno scelto di occuparsi della questione del software libero, il 20% quindi. Due hanno realizzato un videotutorial per mostrare come hanno installato Ubuntu sul loro computer. Uno ha resuscitato un vecchio computer, ritenuto ormai inutilizzabile, installandovi Linux, uno ha addirittura imparato a usare la posta elettronica crittografata, utilizzando GPG e il client email Thunderbird integrabile nel browser Firefox. Risultati come questi sono resi possibili dal fatto che alcune lezioni frontali sono state trasformate in laboratori, dove gli studenti possono lavorare con il docente a progetti specifici – è così che Tommaso ha imparato a usare la posta crittografata.

Nel complesso ci pare un buon risultato, ma dobbiamo fare meglio.

Concludo con i due tutorial realizzati dagli studenti.

Il primo è di Beatrice, che scrive:

… io ho sostituito totalmente il sistema operativo poiché Windows mi creava non pochi problemi nell’ultimo periodo e temevo di dover addirittura sostituire il PC. Seguendo la sua lezione su “software libero” ho pensato che provare Linux poteva essere una soluzione! Adesso ho quindi solo Ubuntu e mi trovo molto bene, il forum [di Ubuntu] è stato davvero indispensabile e sono molto disponibili per qualsiasi problema. L’audio è risultato rumoroso a causa del microfono incorporato nel PC e per i tagli che ho apportato nell’editing.

(17 dicembre 2015: ho tolto il link al video perché l’autrice lo ha cancellato)

Il secondo è di Matteo, che chiosa così il suo elaborato con il quale ha presentato il video:

Tuttavia appena risolto l’intoppo ho iniziato il montaggio del video che pubblicherò su “Youtube” spacciandolo per una guida all’ installazione di Ubuntu sulla propria piattaforma Microsoft, ma è più il racconto della MIA esperienza con l’ installazione di tale software. Spero di esser riuscito nel mio intento e di aver fatto un lavoro “passabile”, chiedo anticipatamente scusa per la scarsa precisione e dovizia di particolari con cui ho eseguito il montaggio, ma è una delle prime volte che faccio un tale lavoro, inoltre chiedo scusa se ho sbagliato o ho confuso qualche termine”tecnico”. Ho cercato di informarmi il più possibile ma non credo di essere riuscito a mascherare più di tanto il mio essere un autodidatta.

Questi sono i contributi che ci piacciono, quelli di coloro che ci provano.

Non solo virtuale – Pontassieve – #loptis

In un laboratorio aperto come questo si intrecciano le storie più diverse. Andare per scuole è anche un modo per evidenziare alcune di queste storie. È il caso di sabato prossimo, quando andremo nella scuola media di Pontassieve.

Giovanna aveva partecipato al cMOOC #ltis13 e poi ha continuato ad ascoltare nel laboratorio #loptis. Come dice nel suo blog, è una ricercatrice, è laureata in chimica e si occupa di tecniche diagnostiche in endocrinologia. Si era iscritta al cMOOC perché le piace molto insegnare. Ma Giovanna è anche una mamma, e vive i problemi di tutti i genitori, come quello dei figli che scorrazzano bradi nelle praterie del cybespazio, con le solite domande che tutti si pongono, soprattutto sulle possibili insidie.

Mamma appunto, ma anche ricercatrice, vera: appena aperto un nuovo orizzonte, parte all’attacco. Così la troviamo che si è coordinata con un’insegnante della scuola e che ha già fatto due interventi, travasando lo spirito del laboratorio nella scuola. Bello.

Insomma, Giovanna il 22 febbraio annuncia che è Di nuovo qui:

Dopo diversi mesi di assenza torno su questo spazio. Nel frattempo ho messo in pratica alcune cose: ho trasformato in blended-learning il mio corso al II anno del corso di laurea in Tecniche di Laboratorio Biomedico. Mi è piaciuto, e anche agli studenti mi sembra. Adesso un passo più grosso: sto erogando in blended-learning anche il mio master “applicazioni cliniche della spettrometria di massa”. L’avventura è appena cominciata.

Ma il bello viene domani! Sarò in classe di mia figlia a fare un percorso che sarà strutturato in 3 incontri sull’utilizzo di internet per trovare informazioni ed elaborarle in modalità collaborativa. Finalizzato ad illustrare strumenti e modalità di lavoro utili per la preparazione delle “tesine” per l’esame di III media. L’obbiettivo che, in accordo con la prof. di lettere, vorremmo raggiungere è indirizzare i ragazzi ad un utilizzo della rete positivo, ragionato e arricchente, alternativo all’utilizzo “pettegolo ed esibizionista” che viene promosso attraverso i social networks. Un utilizzo social basato sugli interessi comuni e sui fatti concreti piuttosto che sul parlarsi addosso.

Vediamo come andrà. Spero di riuscire ad usare questo blog come punto di incontro di questo percorso.

Mi pare che vada molto bene: primo incontro, avvantaggiamoci, secondo incontro. Domattina darò una mano a Giovanna, non a fare l’esperto ma a giocare una parte. Duetteremo: il buono e il cattivo. Molto ancora è da definire, ma una cosa è certa: strumenti liberi e costi minimi: WiilD per la lavagna digitale e sistema Linux WiildOs su computer di fascia minima. Per una scuola più libera per tutti.

P.S. Altri mi chiedono di questi incontri: ci sono ipotesi per Prato, Marsciano e mi pare Monza e/o Lecco. Gli interessati mi correggano errori o omissioni. Altri mi chiedono perché e a che condizioni lo faccio. Lo faccio perché mi interessa – è una forma di ricerca sul campo – finché posso. Se è un insegnante o un genitore a chiederlo, ed è un po’ lontanino,  lo faccio in cambio di un primo. Se è un’organizzazione allora mettiamoci d’accordo.

Non solo virtuale – Castel del Piano – #loptis

Clicca qui per scaricare la versione in pdf.


Poche settimane fa, durante un frettoloso trasferimento verso la stazione di Milano, parlando di questo laboratorio online, Alberto Ardizzone mi chiese – Perché lo fai? – una domanda che in tutti questi anni non avevo mai ricevuto. Farfugliai qualcosa ma la risposta fu imprecisa, tant’è che non la ricordo esattamente.

L’altro giorno, giù per le  brume valdarnesi e su per il Monte Amiata, Gian Antonio Stella a “Primapagina” (podcast 1.3.2014 – 43:14) mi ha regalato la risposta giusta, citando Papa Francesco:

Il Papa ha raccomandato agli educatori di non trasmettere soltanto contenuti e conoscenze ma anche comportamenti e valori, e in particolare di insegnare a coltivare e saper gestire l’utopia”.

Ecco perché lo faccio: per imparare a coltivare l’utopia, e facendolo, forse, lo insegno.

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Con impeto verso l’utopia

Il tempo è tiranno in questo periodo, ma una traccia di ciò che si è fatto nella scuola primaria di Castel del Piano la vogliamo lasciare.

Prima di tutto un’apologia del software  e dell’hardware libero – valore etico, convenienza, valore didattico: scuola e università hanno il dovere morale di dimostrare, diffondere e promuovere il software libero.

Poi ci siamo meravigliati della fisica usata da questi sistemi, che funzionano sfruttando una sorta di percorso circolare dell’informazione, su tre diverse fasce dello spettro elettromagnetico: radiazione infrarossa, microonde e luce.

Quindi abbiamo rivisto il meccanismo del mouse, con un normale equipaggiamento dove il computer è collegato al proiettore mediante un cavo VGA.

Poi ci siamo accorti che il proiettore era di quelli interattivi, e allora abbiamo eliminato il mouse e abbiamo aggiunto un collegamento  USB fra computer e proiettore, oltre a quello VGA già stabilito. Utilizzando l’apposito puntatore, abbiamo commentato con uno schema come funziona questo sistema e ne abbiamo discusso le caratteristiche pratiche rispetto alle LIM classiche: flessibilità di uso, mobilità, costo inferiore ma non di tanto.

Quindi abbiamo esplorato la soluzione più economica, che ci interessa molto – viste le ristrettezze delle risorse di cui tutti noi soffriamo – che ha anche maggiore valore etico – sfrutta l’ingegno espresso spontaneamente nel cyberspazio: non avendo mezzi usiamo intelligentemente ciò che c’è – che ha anche maggior valore didattico – si fabbrica da soli: i ragazzi vedono di più “come è fatto dentro” e possono essere coinvolti nel montaggio e nella gestione della lavagna. Abbiamo quindi riaggiustato i collegamenti e montato il telecomando Wiimote per realizzare la lavagna digitale WiilD. Anche di questo sistema abbiamo visto per bene lo schema di funzionamento, dimostrandone praticamente il funzionamento e vari particolari come la penna a infrarossi autocostruita.

presentando lavagne digitali low cost a castel del piano - wiildos
Dove si mostra la penna a infrarossi autocostruita – non l’ho fatta io, me l’hanno regalata gli amici di WiildOs. Sulla sinistra si vede il Wiimote, posizionato su un cavalletto.

Per fare tutta questa dimostrazione abbiamo usato un portatile di fascia bassa equipaggiato con il sistema operativo libero WiildOs – provato anche con un netbook minimale di 5 anni fa: funziona benissimo lo stesso. Abbiamo mostrato alcuni dei tanti software liberi di utilità didattica che ci sono in WiildOs. In particolare abbiamo lavorato con il sistema libero di lavagna digitale e presentazione Sankoré, prodotto in coproduzione da un team di sviluppatori svizzeri e francesi. Gli schemi mostrati li avevamo precedentemente prodotti con Ardesia, un software libero che consente di trasformare lo schermo del computer in una lavagna, con la possibilità di salvare in vari formati fasi intermedie del lavoro o di creare dei video dimostrativi – è un software realizzato da un giovane sviluppatore italiano che si chiama Pietro Pilolli.

Infine, abbiamo mostrato anche una configurazione diversa, usando un altro computer con il sistema operativo Windows 7, per mostrare che tutti i software liberi che avevamo citato prima possono essere scaricati e utilizzati anche in una versione per Windows – esiste una porta di accesso agevole al mondo del software libero, che non richiede alcuna competenza particolare, eccetto curiosità e sensibilità.

Il tutto s’è portato via un paio d’ore, digressioni varie incluse. Da ricordare il piacere di una platea attenta e reattiva, l’ospitalità, la torta fatta in casa all’inizio, alla fine il pranzo, amabile per il cibo e la compagnia.

Grazie a Nicoletta Farmeschi, Antonella Coppi, alla loro Preside e a tutti!


P.S. Grazie anche ai diversi amici che il giorno precedente avevano risposto al mio appello in rete dove avevo chiesto se qualcuno poteva prestarmi un telecomando Wiimote perché il mio si era rotto all’ultimo momento 🙂

P.P.S. Facebook è pessimo per vari motivi, ivi incluso il fatto che il link precedente non è accessibile a chi non è iscritto a Facebook: una politica che mina la libertà del cybersapzio. Estraggo quindi da Facebook e riporto qui sotto l’episodio:


Andreas Formiconi
C’è qualcuno che mi può prestare un telecomando Wiimote alla stazione SMN di Firenze fra le 14 e le 15, oppure in serata nella zona Valdarno – Firenze sud? Lo renderei martedì prossimo con caffè o birra o vino…
Mi piace · · Condividi · 28 febbraio alle ore 7.11
Piace a Nicoletta Farmeschi, Giulia Tardi, Elena Crestani e altri 4.

Rosamaria Guido
Tu consigli la Wiimote?
28 febbraio alle ore 7.12 · Mi piace

Andreas Formiconi
io esorto in generale a usare software e hardware libero
esorto a usare mezzi etici e intrinsecamente educativi

la lavagna digitale con wiimote è etica e educativa, se l’insegnante ne trae vantaggio per coinvolgere gli studenti…
cmq la sto provando e vado in giro a provarla con gli insegnanti per avere feedback utili, prima di fare affermazioni assolute
28 febbraio alle ore 7.16 · Mi piace · 5

Rosamaria Guido
Grazie. facci sapere
28 febbraio alle ore 7.17 · Mi piace

Andreas Formiconi
sicuro, relazionerò via via in #loptis
28 febbraio alle ore 7.18 · Mi piace · 2

Andreas Formiconi arrivederci, blackout fino a stasera
28 febbraio alle ore 7.19 · Mi piace · 1

Rosamaria Guido Buon lavoro!
28 febbraio alle ore 7.20 · Mi piace

Angela Iaciofano
Andreas, penso di averlo trovato, ti dò conferma in giornata, nel caso lo porterei domani mattina direttamente a CdP
28 febbraio alle ore 8.48 · Mi piace

Andrea Venanzi
Prof. in zona Valdarno in serata posso prestarlo io senza problemi.
28 febbraio alle ore 11.20 · Mi piace

Samantha Peroni sei sempre forte!
28 febbraio alle ore 11.21 · Mi piace · 1

Angela Iaciofano Sono già in possesso del wiimote, se comunque, per sicurezza, vuoi prenderne anche un altro tanto meglio. A domani
28 febbraio alle ore 12.41 · Mi piace

Andreas Formiconi
Ho trovato il wiimote! Al volo in una coincidenza di 20 minuti
Grazie Angela Iaciofano, beh se ce l’hai portalo, non si sa mai: il perfido Murphy può sempre colpire….
Grazie Andrea Venanzi che eri disposto a trovarsi in serata! Grazie David Fredducci [via mail] che avresti fatto 30 km uscendo sparato da scuola… Grazie Elisabetta Nanni per la tua tesi sulla WiilD!
Cose buone…
Questo è un grazie volante ma ne arriverà uno più consistente… [Eccolo :-)]
28 febbraio alle ore 12.48 · Mi piace · 3

Andreas Formiconi
deh ci fa un baffo Murphy a noi…
http://it.wikipedia.org/wiki/Legge_di_Murphy
28 febbraio alle ore 12.57 · Modificato · Mi piace · 1 · Rimuovi anteprima

Chiara Strisciuglio
Sperimentare e lavorare sul campo: l’officina del Prof. Andreas . Buon lavoro.
28 febbraio alle ore 13.26 · Mi piace · 2

Non solo virtuale – #loptis

L’andare per scuole attiene alle attività di questo laboratorio. Un’attività da centellinare perché gli eventi in presenza costano tempo. Ma un’attività importante perché aiuta a capire chi c’è “dall’altra parte”, in che contesto si affannano quelle persone che scrivono e si agitano dietro a questo schermo. È un lavoro che mi rende un po’ assente, ma è rivolto sempre al medesimo obiettivo, quindi mi pare giusto scrivere una minima traccia di quello che bolle in pentola.

Forse non è stato molto intelligente lasciarsi coinvolgere in due eventi all’inizio di marzo, contemporaneamente all’inizio delle lezioni di informatica a 300 studenti di medicina, e a un’altra attività didattica sempre a medicina, e con la ferma intenzione di procedere con continuità qui dentro. Ma le occasioni capitano, e queste, anche se non sono “istituzionali”, mi sembrano importanti.

Allora, il I di marzo sarò nella scuola di Castel del Piano a mostrare lavagne digitali. È  la scuola dove ci sono Nicoletta Farmeschi e Antonella Coppi, che fanno parte di questa comunità.

Poi l’8 di marzo andrò a ragionare di rete in un liceo di Pontassieve, per dare una mano a Giovanna Danza che si sta impegnano su questo fronte – lei ha partecipato al cMOOC #ltis13.

Qui di seguito scrivo la traccia in divenire di quello che intenderei dire e fare a Castel del Piano. Magari qualcuno mi dà qualche idea.


Dimostrazione di lavagne digitali “non lim”

Introduzione sul software e hardware libero

Pur prendendo una posizione nettissima a favore del software libero – del resto uso molto poco il mouse e digito comandi Unix da quarant’anni – infatti andrò snocciolando qualche fatto, sulla falsariga de  Il software libero ti libera, sostenendo poi che

scuola e università hanno il dovere morale di dimostrare, diffondere e promuovere il software libero

proporrò tuttavia un approccio non talebano, bensì progressivo – meglio insinuare il dubbio e far breccia in 1000 ignari che ordinare 10 nuovi sacerdoti – illustrando brevemente quattro livelli di coinvolgimento

  • Applicativi free in Windows: Firefox, LibreOffice, Gimp, Inkscape, Audacity, Sankoré, Cygwin
  • Linux versione Live: su penna USB
  • Linux e Windows: dual boot
  • Linux tout court e tutto il resto…

Dimostrazione di lavagne digitali facili o economiche

In tale contesto, cercherò di mostrare varie opzioni possibili, fra quelle particolarmente facili o economiche – economiche rispetto alle soluzioni commerciali chiavi in mano. E quando vi saranno più opzioni, privilegeremo quelle più facilmente e sicuramente implementabili. È roba che sto imparando a usare, non è detto che andrà tutto diritto, per cui invoco perdono in anticipo a chi subirà questo esperimento…

Mostreremo un proiettore che funziona in modo interattivo e poi in modalità non interattiva ma con l’ausilio del telecomando Wiimote. Mostreremo l’uso sia con Windows che con WiildOs. Proporremo una progressione dove, passando da una soluzione a  quella successiva, aumenta sì la difficoltà ma si guadagna in etica e valore didattico.

  • Windows – proiettore interattivo

    È qui che daremo un’occhiata en passant a

    • Firefox – navigazione internet
    • LibreOffice – suite office, word processor, fogli di lavoro, presentazioni eccetera
    • Gimp – grafica tipo bitmap (sta arrivando un post su questo)
    • Inkscape – grafica tipo vettoriale (idem)
    • Audacity – elaborazione audio
    • Sankoré – lavagna digitale
    • Cygwin – ok, me lo concedo: come realizzare l’ambiente di comandi Unix (shell) in Windows 😉
  • Windows – proiettore normale Wiimote

  • Smoothboard 2 (shareware) per gestire il Wiimote
  • Ma ce ne sono altri…
  • WiildOs – proiettore interattivo

    • I tanti software didattici pronti in WiildOs
  • Wiildos – proiettore normale – Wiimote

    • I tanti software didattici pronti in WiildOs

Consapevole di avere citato solo alcuni dei software esistenti. Aperto a suggerimenti, che se validamente supportati e se possibile, accoglierò volentieri.

Ricostruzione della blogoclasse

Questa estate ho iniziato a sviluppare una serie di strumenti che vorrei sostituire ad alcuni servizi web, quali GoogleDocs o GoogleReader, nella gestione delle blogoclassi. È un lavoro che assorbe molto tempo ma mi piace molto e soprattutto risponde ad alcune necessità che sento sempre più impellenti. In questo post ricapitolo brevemente le motivazioni fondamentali del metodo della blogoclasse e illustro semplicemente il tipo di lavoro che mi sono accollato. Dal discorso emergono anche alcuni spunti di più ampio respiro che riprenderò in qualche post successivo.

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