Avrei molte cose da dire sull’affidabilità dell’informazione su internet. Ha fatto bene Giovanni a sollevare la questione perché è assai più complessa di quel che sembra.
È vero che in internet puoi trovare ogni sorta di fandonie ma questa non è una dimostrazione di inaffidabilità. Il mondo della carta stampata è pieno di sprecisioni, di errori, di teorie fasulle, di spazzatura. Non solo entrando in un’edicola si ha questa sensazione ma anche andando a scartabellare i libri di testo e anche andando a rovistare nella letteratura scientifica. Quest’ultima, ad esempio, soffre oggi di un grave problema di credibilità a causa della bulimica ridondanza – funzionale al metabolismo della macchina accademica, ma non al resto – e, in certi settori, di preoccupanti conflitti di interesse. Sono riviste tipo l’Economist che ogni tanto sollevano la questione e questo è significativo. I risultati della ricerca, soprattutto quella applicata, comportano inevitabili ricadute economiche sugli enti finanziatori. La conseguenza è che si pubblicano quasi sempre i successi e mai gli insuccessi. La ricerca biomedica è particolarmente afflitta da questo problema, a causa degli evidenti interessi delle potentissime multinazionali farmaceutiche. Non credo che questa cosa piaccia molto a Galileo, che guarda di lassù.