Non solo virtuale – prossimi incontri – #loptis

29 febbraio. Questo post è destinato ad essere rimaneggiato, come ho appena fatto aggiungendo gli incontri di Pontedera, di Firenze a Città-Scuola Pestalozzi e un II incontro a Castel del Piano, ampliato ad altri insegnanti – qualcosa si è aggiunto in corsa, qualcosa avevo dimenticato.

E direi di raccogliere la proposta di Claude, nel commento che ha scritto oggi, mi pare che valga la pena di diffondere quel testo – va tradotto dal francese. Vogliamo raccogliere volontari qui e poi seguire Claude, oppure tu, Claude, preferisci suggerire subito una strategia precisa?


È così che va. Ci sono le cose importanti e quelle occasionali, marginali rispetto a tutto il resto che ti pareva di dover fare. Poi all’improvviso si rovescia tutto e ti pare di non aver mai fatto niente di così interessante, ricco, entusiasmante –  a partire da un sito ingenuo, fabbricato a mano e gettato nel cyberspazio qualche anno fa – incoscientemente. Riflettano gli amanti delle categorie, il virtuale qua, il reale là…

Nella sezione  Andando per scuole… sono elencati gli eventi fino a quello del 19 marzo scorso, presso l’ITES d Prato. Qui di seguito i prossimi.

I contesti sono molto diversi: scuola primaria-secondaria, insegnanti, educatori, classi universitarie. Certo, il lessico e vari particolari vengono adattati al contesto, ma l’ispirazione è la stessa. Anche messa in scena, strumentazione e modalità free [*] sono sempre le stesse – il medium è il messaggio…

Incontri programmati

  • Roma 15 aprile 8:00
    LE MILLE VIE DELLA DISINTERMEDIAZIONE
    Insegnamento “Politiche televisive”
    Scienze Politiche, LUISS
  • Firenze 17 aprile 15:00
    ABITARE & APPRENDERE NEL CYBERSPAZIO
    Insegnamento “Linguaggi multimediali”
    Disegno Industriale – ISIA – Istituto Superiore per le Industrie Artistiche
  • Strada in Chianti, 5 maggio 17:00 Internet: non uno strumento da giudicare ma uno spazio da abitare. Ist. Comprensivo Greve in Chianti, Collegio infanzia, primaria e secondaria I grado
  • Marsciano, 13 maggio – Istituto comprensivo… (aggiornerò nei prossimi giorni)
  • Firenze, 16 maggio – Città-Scuola Pestalozzi Firenze

Incontri da definire

Alla rinfusa, l’ordine cronologico dipenderà dalle circostanze.

  • Prato (due volte in luoghi distinti)
  • Milano – Monza – Lecco – dopo il 9 giugno
  • Pont Saint Martin e a Gressoney Saint Jean – Valle d’Aosta
  • Varese – giugno
  • Pontedera – giugno
  • Castel del Piano (II incontro)

[*] Sì, “free” significa fare quest’attività a titolo gratuito, o al massimo in cambio di un “primo”. Tutto sommato una cosa normale, in un paese che sta in piedi grazie al volontariato, o no? Bene, io, nel mio piccolo e nel piccolo del mio tempo libero, partecipo così.

Non solo virtuale – All’ITES di Prato – #loptis

Continuando ad andare per scuole, domani 20 minuti in un seminario intorno al fenomeno della dispersione scolastica e all’inserimento nel mondo del lavoro.

Non ci sarà il tempo di aprire la valigia degli attrezzi. Il tema sarà tuttavia il solito: strumenti liberi per una scuola libera e aperta, qui una traccia.

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Non c’è nulla che sia ingiusto come far le parti eguali fra diseguali (Don Milani).
Le condizioni sono in parte mutate ma l’istruzione rimane una macchina industriale (Sir Ken Robinson, da 6:36 del video seguente):

La cura dell’individuo una chimera:

La paura è stata la grande passione della mia vita, per esempio negli studenti. Chi è un cattivo studente? Un bambino che ha paura molto semplicemente. Ha paura di non riuscire a rispondere bene alla domanda che gli ponete, ecco, e questa paura è la paura di passare per un imbecille … molto bene, e questa paura di passare per un imbecille modificherà il suo comportamento. Compenserà con la violenza, eccetera. Queste sono le paure che avevo da bambino, la paura di essere un cretino totale mi ha accompagnato per tutta l’infanzia e sono delle paure contro le quali ho poi combattuto con i miei studenti. Il mio primo lavoro da professore è stato quello di guarire gli studenti dalla paura, se volevo insegnare loro qualcosa (da 3:02 del video seguente).

Dalle neuroscienze giungono messaggi che rendono assai opinabile l’organizzazione della scuola…

Se aveste voluto creare un ambiente educativo esattamente opposto a quello in cui il cervello funziona bene, probabilmente avreste progettato qualcosa di simile ad un’aula scolastica.

(John MedinaBrain Rules, Il cervello – Istruzioni per l’uso, 2008)

Pare inoltre assodato che una larga maggioranza delle nozioni apprese a scuola venga persa in breve tempo.

Nel frattempo il mondo va esplodendo. Questo complica molto la questione della formazione. In primo luogo il mondo si è sdoppiato: la questione non è quella di prendere le misure ad un nuovo strumento bensì di avere un nuovo spazio da colonizzare: il cyberspazio.

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Le nuove generazioni abitano ambedue gli spazi, ma in quello nuovo vagano brade, perché gli adulti quando va bene vi vedono mostri, quando va male li popolano più bradi dei loro figli – vedi Facebook.

Le nuove terre sono scoperte da sognatori arditi, poi arrivano i colonizzatori: prima gli avventurieri, quindi i mercanti, infine i grandi poteri. La colonizzazione del cyberspazio non sta andando tanto diversamente dalle precedenti. Scuola e università rincorrrono, comprendono in ritardo, perdono occasioni di popolare civilmente i nuovi grandi spazi. Si è accecati dai pericoli, si ignorano le opportunità, straordinarie. Si vede il male, non il bene.

Poi c’è l’esplosione delle informazioni, e in qualche misura ad essa correlata, quella della conoscenza: le informazioni prodotte raddoppiano ogni due anni. Chi si occupa di scienza sa che alla conoscenza succede qualcosa di simile e che il processo è intimamente e ormai irrevocabilmente legato alle opportunità offerte dal cyberspazio.

I media impazzano, cercando di essere presenti da tutte le parti e in ambedue gli spazi. Monta così un oceano di parole dal quale è sempre più difficile cavar senso, un oceano di detto e di non pensato, di non vissuto. Le istituzioni, intente alla manutenzione ordinaria delle proprie imbarcazioni, pensate per altri mari, arrancano nel dare risposte a domande sempre più cogenti.

In “alto” i dialoghi rimangono intrappolati in girandole di neologismi di breve vita e in luoghi comuni che le leggi dominanti dei mercati rendono attrattori potenti. In “basso” i testi languono, congelati in una condizione quasi medievale: molta trasmissione passiva, poco pensiero, poco cimento – o come si dice oggi, poco problem solving.

Che fare? Ognuno fa del suo. In alto si rincorre ma non si precorre: i progetti con etichette alla moda si sprecano ma quasi mai si vedono cose nuove ancora senza nome – più facile che emergano altrove. Il grosso – terziario allonzito – tira a campare. Numerosi ma radi innovatori provano a perturbare.

È di Morin l’idea che l’unica soluzione sia perturbare, progressivemente, pervasivamente. Concordiamo. E viene in mente l’idea suggerita da due studenti dell’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di Firenze – frequentare i giovani fa bene. È l’idea dell’arca. Viene il momento che c’è il diluvio. Allora le possibilità sono due: lasciarsi naufragare o costruire un’arca e portarci dentro ciò che ci pare abbia valore, per un futuro nuovo, non sappiamo esattamente quale. Un’arca che vada alla deriva nell’oceano di parole, ormai prive di senso.

  Nella grande corrente, mettere in salvo ciò che ci è caro. È un gesto difficile perché non significa, mai, metterlo in salvo dalla mutazione, ma, sempre, nella mutazione. Perché ciò che si salverà non sarà mai quel che abbiamo tenuto al riparo dai tempi, ma ciò che abbiamo lasciato mutare, perché ridiventasse se stesso in un tempo nuovo. (Baricco, I barbari)

Noi portiamo nell’arca non parole, o poche parole molto ben selezionate, ma soprattutto azioni, pratiche, esperienze, in un gesto che comunica di per se, facendosi così nuovamente parola, non vana ma piena.

E così andiamo per scuole, con una valigia piena di attrezzi a far siparietti e piccole magie, raccontando le meraviglie del cyberspazio che quasi nessuno conosce, quasi sempre opere di giovani, e non di rado di giovani della porta accanto.

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Non solo virtuale – Pontassieve – #loptis

In un laboratorio aperto come questo si intrecciano le storie più diverse. Andare per scuole è anche un modo per evidenziare alcune di queste storie. È il caso di sabato prossimo, quando andremo nella scuola media di Pontassieve.

Giovanna aveva partecipato al cMOOC #ltis13 e poi ha continuato ad ascoltare nel laboratorio #loptis. Come dice nel suo blog, è una ricercatrice, è laureata in chimica e si occupa di tecniche diagnostiche in endocrinologia. Si era iscritta al cMOOC perché le piace molto insegnare. Ma Giovanna è anche una mamma, e vive i problemi di tutti i genitori, come quello dei figli che scorrazzano bradi nelle praterie del cybespazio, con le solite domande che tutti si pongono, soprattutto sulle possibili insidie.

Mamma appunto, ma anche ricercatrice, vera: appena aperto un nuovo orizzonte, parte all’attacco. Così la troviamo che si è coordinata con un’insegnante della scuola e che ha già fatto due interventi, travasando lo spirito del laboratorio nella scuola. Bello.

Insomma, Giovanna il 22 febbraio annuncia che è Di nuovo qui:

Dopo diversi mesi di assenza torno su questo spazio. Nel frattempo ho messo in pratica alcune cose: ho trasformato in blended-learning il mio corso al II anno del corso di laurea in Tecniche di Laboratorio Biomedico. Mi è piaciuto, e anche agli studenti mi sembra. Adesso un passo più grosso: sto erogando in blended-learning anche il mio master “applicazioni cliniche della spettrometria di massa”. L’avventura è appena cominciata.

Ma il bello viene domani! Sarò in classe di mia figlia a fare un percorso che sarà strutturato in 3 incontri sull’utilizzo di internet per trovare informazioni ed elaborarle in modalità collaborativa. Finalizzato ad illustrare strumenti e modalità di lavoro utili per la preparazione delle “tesine” per l’esame di III media. L’obbiettivo che, in accordo con la prof. di lettere, vorremmo raggiungere è indirizzare i ragazzi ad un utilizzo della rete positivo, ragionato e arricchente, alternativo all’utilizzo “pettegolo ed esibizionista” che viene promosso attraverso i social networks. Un utilizzo social basato sugli interessi comuni e sui fatti concreti piuttosto che sul parlarsi addosso.

Vediamo come andrà. Spero di riuscire ad usare questo blog come punto di incontro di questo percorso.

Mi pare che vada molto bene: primo incontro, avvantaggiamoci, secondo incontro. Domattina darò una mano a Giovanna, non a fare l’esperto ma a giocare una parte. Duetteremo: il buono e il cattivo. Molto ancora è da definire, ma una cosa è certa: strumenti liberi e costi minimi: WiilD per la lavagna digitale e sistema Linux WiildOs su computer di fascia minima. Per una scuola più libera per tutti.

P.S. Altri mi chiedono di questi incontri: ci sono ipotesi per Prato, Marsciano e mi pare Monza e/o Lecco. Gli interessati mi correggano errori o omissioni. Altri mi chiedono perché e a che condizioni lo faccio. Lo faccio perché mi interessa – è una forma di ricerca sul campo – finché posso. Se è un insegnante o un genitore a chiederlo, ed è un po’ lontanino,  lo faccio in cambio di un primo. Se è un’organizzazione allora mettiamoci d’accordo.

Non solo virtuale – Castel del Piano – #loptis

Clicca qui per scaricare la versione in pdf.


Poche settimane fa, durante un frettoloso trasferimento verso la stazione di Milano, parlando di questo laboratorio online, Alberto Ardizzone mi chiese – Perché lo fai? – una domanda che in tutti questi anni non avevo mai ricevuto. Farfugliai qualcosa ma la risposta fu imprecisa, tant’è che non la ricordo esattamente.

L’altro giorno, giù per le  brume valdarnesi e su per il Monte Amiata, Gian Antonio Stella a “Primapagina” (podcast 1.3.2014 – 43:14) mi ha regalato la risposta giusta, citando Papa Francesco:

Il Papa ha raccomandato agli educatori di non trasmettere soltanto contenuti e conoscenze ma anche comportamenti e valori, e in particolare di insegnare a coltivare e saper gestire l’utopia”.

Ecco perché lo faccio: per imparare a coltivare l’utopia, e facendolo, forse, lo insegno.

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Con impeto verso l’utopia

Il tempo è tiranno in questo periodo, ma una traccia di ciò che si è fatto nella scuola primaria di Castel del Piano la vogliamo lasciare.

Prima di tutto un’apologia del software  e dell’hardware libero – valore etico, convenienza, valore didattico: scuola e università hanno il dovere morale di dimostrare, diffondere e promuovere il software libero.

Poi ci siamo meravigliati della fisica usata da questi sistemi, che funzionano sfruttando una sorta di percorso circolare dell’informazione, su tre diverse fasce dello spettro elettromagnetico: radiazione infrarossa, microonde e luce.

Quindi abbiamo rivisto il meccanismo del mouse, con un normale equipaggiamento dove il computer è collegato al proiettore mediante un cavo VGA.

Poi ci siamo accorti che il proiettore era di quelli interattivi, e allora abbiamo eliminato il mouse e abbiamo aggiunto un collegamento  USB fra computer e proiettore, oltre a quello VGA già stabilito. Utilizzando l’apposito puntatore, abbiamo commentato con uno schema come funziona questo sistema e ne abbiamo discusso le caratteristiche pratiche rispetto alle LIM classiche: flessibilità di uso, mobilità, costo inferiore ma non di tanto.

Quindi abbiamo esplorato la soluzione più economica, che ci interessa molto – viste le ristrettezze delle risorse di cui tutti noi soffriamo – che ha anche maggiore valore etico – sfrutta l’ingegno espresso spontaneamente nel cyberspazio: non avendo mezzi usiamo intelligentemente ciò che c’è – che ha anche maggior valore didattico – si fabbrica da soli: i ragazzi vedono di più “come è fatto dentro” e possono essere coinvolti nel montaggio e nella gestione della lavagna. Abbiamo quindi riaggiustato i collegamenti e montato il telecomando Wiimote per realizzare la lavagna digitale WiilD. Anche di questo sistema abbiamo visto per bene lo schema di funzionamento, dimostrandone praticamente il funzionamento e vari particolari come la penna a infrarossi autocostruita.

presentando lavagne digitali low cost a castel del piano - wiildos
Dove si mostra la penna a infrarossi autocostruita – non l’ho fatta io, me l’hanno regalata gli amici di WiildOs. Sulla sinistra si vede il Wiimote, posizionato su un cavalletto.

Per fare tutta questa dimostrazione abbiamo usato un portatile di fascia bassa equipaggiato con il sistema operativo libero WiildOs – provato anche con un netbook minimale di 5 anni fa: funziona benissimo lo stesso. Abbiamo mostrato alcuni dei tanti software liberi di utilità didattica che ci sono in WiildOs. In particolare abbiamo lavorato con il sistema libero di lavagna digitale e presentazione Sankoré, prodotto in coproduzione da un team di sviluppatori svizzeri e francesi. Gli schemi mostrati li avevamo precedentemente prodotti con Ardesia, un software libero che consente di trasformare lo schermo del computer in una lavagna, con la possibilità di salvare in vari formati fasi intermedie del lavoro o di creare dei video dimostrativi – è un software realizzato da un giovane sviluppatore italiano che si chiama Pietro Pilolli.

Infine, abbiamo mostrato anche una configurazione diversa, usando un altro computer con il sistema operativo Windows 7, per mostrare che tutti i software liberi che avevamo citato prima possono essere scaricati e utilizzati anche in una versione per Windows – esiste una porta di accesso agevole al mondo del software libero, che non richiede alcuna competenza particolare, eccetto curiosità e sensibilità.

Il tutto s’è portato via un paio d’ore, digressioni varie incluse. Da ricordare il piacere di una platea attenta e reattiva, l’ospitalità, la torta fatta in casa all’inizio, alla fine il pranzo, amabile per il cibo e la compagnia.

Grazie a Nicoletta Farmeschi, Antonella Coppi, alla loro Preside e a tutti!


P.S. Grazie anche ai diversi amici che il giorno precedente avevano risposto al mio appello in rete dove avevo chiesto se qualcuno poteva prestarmi un telecomando Wiimote perché il mio si era rotto all’ultimo momento 🙂

P.P.S. Facebook è pessimo per vari motivi, ivi incluso il fatto che il link precedente non è accessibile a chi non è iscritto a Facebook: una politica che mina la libertà del cybersapzio. Estraggo quindi da Facebook e riporto qui sotto l’episodio:


Andreas Formiconi
C’è qualcuno che mi può prestare un telecomando Wiimote alla stazione SMN di Firenze fra le 14 e le 15, oppure in serata nella zona Valdarno – Firenze sud? Lo renderei martedì prossimo con caffè o birra o vino…
Mi piace · · Condividi · 28 febbraio alle ore 7.11
Piace a Nicoletta Farmeschi, Giulia Tardi, Elena Crestani e altri 4.

Rosamaria Guido
Tu consigli la Wiimote?
28 febbraio alle ore 7.12 · Mi piace

Andreas Formiconi
io esorto in generale a usare software e hardware libero
esorto a usare mezzi etici e intrinsecamente educativi

la lavagna digitale con wiimote è etica e educativa, se l’insegnante ne trae vantaggio per coinvolgere gli studenti…
cmq la sto provando e vado in giro a provarla con gli insegnanti per avere feedback utili, prima di fare affermazioni assolute
28 febbraio alle ore 7.16 · Mi piace · 5

Rosamaria Guido
Grazie. facci sapere
28 febbraio alle ore 7.17 · Mi piace

Andreas Formiconi
sicuro, relazionerò via via in #loptis
28 febbraio alle ore 7.18 · Mi piace · 2

Andreas Formiconi arrivederci, blackout fino a stasera
28 febbraio alle ore 7.19 · Mi piace · 1

Rosamaria Guido Buon lavoro!
28 febbraio alle ore 7.20 · Mi piace

Angela Iaciofano
Andreas, penso di averlo trovato, ti dò conferma in giornata, nel caso lo porterei domani mattina direttamente a CdP
28 febbraio alle ore 8.48 · Mi piace

Andrea Venanzi
Prof. in zona Valdarno in serata posso prestarlo io senza problemi.
28 febbraio alle ore 11.20 · Mi piace

Samantha Peroni sei sempre forte!
28 febbraio alle ore 11.21 · Mi piace · 1

Angela Iaciofano Sono già in possesso del wiimote, se comunque, per sicurezza, vuoi prenderne anche un altro tanto meglio. A domani
28 febbraio alle ore 12.41 · Mi piace

Andreas Formiconi
Ho trovato il wiimote! Al volo in una coincidenza di 20 minuti
Grazie Angela Iaciofano, beh se ce l’hai portalo, non si sa mai: il perfido Murphy può sempre colpire….
Grazie Andrea Venanzi che eri disposto a trovarsi in serata! Grazie David Fredducci [via mail] che avresti fatto 30 km uscendo sparato da scuola… Grazie Elisabetta Nanni per la tua tesi sulla WiilD!
Cose buone…
Questo è un grazie volante ma ne arriverà uno più consistente… [Eccolo :-)]
28 febbraio alle ore 12.48 · Mi piace · 3

Andreas Formiconi
deh ci fa un baffo Murphy a noi…
http://it.wikipedia.org/wiki/Legge_di_Murphy
28 febbraio alle ore 12.57 · Modificato · Mi piace · 1 · Rimuovi anteprima

Chiara Strisciuglio
Sperimentare e lavorare sul campo: l’officina del Prof. Andreas . Buon lavoro.
28 febbraio alle ore 13.26 · Mi piace · 2