Come lo sviluppo di una tesi ti può indurre a scoprire un nuovo trucco in Logo: calcolare l’area racchiusa in un percorso qualsiasi. Poi ci accorgiamo che altri tipi di calcolo che possono essere sviluppati durante un percorso ricadono tutti in una categoria generale che deriva dalla natura differenziale della geometria della tartartuga.
La domanda è nata da una tesi dove si esplorano le misconcenzioni in matematica e come queste possano essere combattute con strumenti come Geogebra e Logo. Precisamente la questione posta dalla laureanda concerneva le trasformazioni geometriche che lasciano invariato il perimetro a scapito dell’area o viceversa; da qui la sua domanda: si può calcolare l’area di una figura con Logo?
Domani parteciperò alla LibreItalia Conference 2022 — Auditorium Margherita Hack, Via Magolo, 32 Empoli (FI). Darò un piccolo contributo intitolato Importanza del Free and Open Source Software (FOSS) per l’istruzione.
È l’occasione per testimoniare l’enorme debito che ho contratto con il mondo del software libero, in particolare con quello di LibreOffice, durante un’attività di insegnamento che si protrae da ormai più di vent’anni.
Non so di preciso, ma ho avuto più di 10’000 studenti, in svariati corsi laurea, di informatica, medicina e scienze della formazione. Ebbene, chi lavora con me deve usare LibreOffice, fino all’esame. Dopo farà quello che vuole.
Perché debito? Perché l’impiego del software libero è uno dei modi più concreti che ho a disposizione per onorare il mandato dell’articolo 34 della Costituzione:
La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso
Sia facendo usare il software libero ai miei studenti che insegnando loro a farlo usare ai propri allievi quando insegnano. Sì, perché da oltre un lustro insegno soprattutto alle future maestre e ai futuri maestri dei nostri bambini, ovvero a coloro che hanno uno dei compiti più importanti di una società civile.
Costoro devono imparare a programmare la Tartaruga di Seymour Papert, che si cela fra i tanti tesori di LibreOffice e devono imparare i rudimenti della Turtle Geometry (H. Abelson & A. Di Sessa, MIT, 1986). Tutto questo grazie all’idea geniale di un informatico ungherese, László Németh, di creare disegni con la tartaruga sotto forma di grafiche nei documenti prodotti con Writer. E possono fare questo solo con LibreOffice.
Così, oltre a dare un senso molto più profondo a concetti abusati come coding o pensiero computazionale, gli studenti imparano le implicazioni etiche e politiche dell’impiego del software libero nella scuola. Qualcosa di molto diverso dal distribuire tablet nelle classi, anche se regalati in quelle che sono di fatto mere operazioni di colonizzazione commerciale.
Democrazia, Costituzione, diritto allo studio sono le parole chiave. Ma anche software libero e internet. Entità concatenate in un contesto globalizzato e libero. Materia di riflessione.
Stasera al Liceo Scientifico Vallisneri di Lucca partiremo dall’apprendimento sintonico del cerchio di Seymour Papert, passando dalla spiralis mirabilis di Jakob Bernoulli, quindi dalla spirale aurea e da un paio di frattali per giungere all’integrazione numerica delle equazioni differenziali del moto e scoprire, infine, che la Tartaruga di Papert ha imparato la legge gravitazionale di Newton. Tutto con LibreLogo . Poi forse esploreremo Entbox e altri ammenicoli…
Poche settimane fa, durante un frettoloso trasferimento verso la stazione di Milano, parlando di questo laboratorio online, Alberto Ardizzone mi chiese – Perché lo fai? – una domanda che in tutti questi anni non avevo mai ricevuto. Farfugliai qualcosa ma la risposta fu imprecisa, tant’è che non la ricordo esattamente.
L’altro giorno, giù per le brume valdarnesi e su per il Monte Amiata, Gian Antonio Stella a “Primapagina” (podcast 1.3.2014 – 43:14) mi ha regalato la risposta giusta, citando Papa Francesco:
Il Papa ha raccomandato agli educatori di non trasmettere soltanto contenuti e conoscenze ma anche comportamenti e valori, e in particolare di insegnare a coltivare e saper gestire l’utopia”.
Ecco perché lo faccio: per imparare a coltivare l’utopia, e facendolo, forse, lo insegno.
Con impeto verso l’utopia
Il tempo è tiranno in questo periodo, ma una traccia di ciò che si è fatto nella scuola primaria di Castel del Piano la vogliamo lasciare.
Prima di tutto un’apologia del software e dell’hardware libero – valore etico, convenienza, valore didattico: scuola e università hanno il dovere morale di dimostrare, diffondere e promuovere il software libero.
Poi ci siamo meravigliati della fisica usata da questi sistemi, che funzionano sfruttando una sorta di percorso circolare dell’informazione, su tre diverse fasce dello spettro elettromagnetico: radiazione infrarossa, microonde e luce.
Quindi abbiamo rivisto il meccanismo del mouse, con un normale equipaggiamento dove il computer è collegato al proiettore mediante un cavo VGA.
Poi ci siamo accorti che il proiettore era di quelli interattivi, e allora abbiamo eliminato il mouse e abbiamo aggiunto un collegamento USB fra computer e proiettore, oltre a quello VGA già stabilito. Utilizzando l’apposito puntatore, abbiamo commentato con uno schema come funziona questo sistema e ne abbiamo discusso le caratteristiche pratiche rispetto alle LIM classiche: flessibilità di uso, mobilità, costo inferiore ma non di tanto.
Quindi abbiamo esplorato la soluzione più economica, che ci interessa molto – viste le ristrettezze delle risorse di cui tutti noi soffriamo – che ha anche maggiore valore etico – sfrutta l’ingegno espresso spontaneamente nel cyberspazio: non avendo mezzi usiamo intelligentemente ciò che c’è – che ha anche maggior valore didattico – si fabbrica da soli: i ragazzi vedono di più “come è fatto dentro” e possono essere coinvolti nel montaggio e nella gestione della lavagna. Abbiamo quindi riaggiustato i collegamenti e montato il telecomando Wiimote per realizzare la lavagna digitale WiilD. Anche di questo sistema abbiamo visto per bene lo schema di funzionamento, dimostrandone praticamente il funzionamento e vari particolari come la penna a infrarossi autocostruita.
Dove si mostra la penna a infrarossi autocostruita – non l’ho fatta io, me l’hanno regalata gli amici di WiildOs. Sulla sinistra si vede il Wiimote, posizionato su un cavalletto.
Per fare tutta questa dimostrazione abbiamo usato un portatile di fascia bassa equipaggiato con il sistema operativo libero WiildOs – provato anche con un netbook minimale di 5 anni fa: funziona benissimo lo stesso. Abbiamo mostrato alcuni dei tanti software liberi di utilità didattica che ci sono in WiildOs. In particolare abbiamo lavorato con il sistema libero di lavagna digitale e presentazione Sankoré, prodotto in coproduzione da un team di sviluppatori svizzeri e francesi. Gli schemi mostrati li avevamo precedentemente prodotti con Ardesia, un software libero che consente di trasformare lo schermo del computer in una lavagna, con la possibilità di salvare in vari formati fasi intermedie del lavoro o di creare dei video dimostrativi – è un software realizzato da un giovane sviluppatore italiano che si chiama Pietro Pilolli.
Infine, abbiamo mostrato anche una configurazione diversa, usando un altro computer con il sistema operativo Windows 7, per mostrare che tutti i software liberi che avevamo citato prima possono essere scaricati e utilizzati anche in una versione per Windows – esiste una porta di accesso agevole al mondo del software libero, che non richiede alcuna competenza particolare, eccetto curiosità e sensibilità.
Il tutto s’è portato via un paio d’ore, digressioni varie incluse. Da ricordare il piacere di una platea attenta e reattiva, l’ospitalità, la torta fatta in casa all’inizio, alla fine il pranzo, amabile per il cibo e la compagnia.
P.S. Grazie anche ai diversi amici che il giorno precedente avevano risposto al mio appello in rete dove avevo chiesto se qualcuno poteva prestarmi un telecomando Wiimote perché il mio si era rotto all’ultimo momento 🙂
P.P.S. Facebook è pessimo per vari motivi, ivi incluso il fatto che il link precedente non è accessibile a chi non è iscritto a Facebook: una politica che mina la libertà del cybersapzio. Estraggo quindi da Facebook e riporto qui sotto l’episodio:
Andreas Formiconi
C’è qualcuno che mi può prestare un telecomando Wiimote alla stazione SMN di Firenze fra le 14 e le 15, oppure in serata nella zona Valdarno – Firenze sud? Lo renderei martedì prossimo con caffè o birra o vino…
Mi piace · · Condividi · 28 febbraio alle ore 7.11
Piace a Nicoletta Farmeschi, Giulia Tardi, Elena Crestani e altri 4.
Rosamaria Guido
Tu consigli la Wiimote?
28 febbraio alle ore 7.12 · Mi piace
Andreas Formiconi
io esorto in generale a usare software e hardware libero
esorto a usare mezzi etici e intrinsecamente educativi
la lavagna digitale con wiimote è etica e educativa, se l’insegnante ne trae vantaggio per coinvolgere gli studenti…
cmq la sto provando e vado in giro a provarla con gli insegnanti per avere feedback utili, prima di fare affermazioni assolute
28 febbraio alle ore 7.16 · Mi piace · 5
Rosamaria Guido
Grazie. facci sapere
28 febbraio alle ore 7.17 · Mi piace
Andreas Formiconi
sicuro, relazionerò via via in #loptis
28 febbraio alle ore 7.18 · Mi piace · 2
Andreas Formiconi arrivederci, blackout fino a stasera
28 febbraio alle ore 7.19 · Mi piace · 1
Rosamaria Guido Buon lavoro!
28 febbraio alle ore 7.20 · Mi piace
Angela Iaciofano
Andreas, penso di averlo trovato, ti dò conferma in giornata, nel caso lo porterei domani mattina direttamente a CdP
28 febbraio alle ore 8.48 · Mi piace
Andrea Venanzi
Prof. in zona Valdarno in serata posso prestarlo io senza problemi.
28 febbraio alle ore 11.20 · Mi piace
Samantha Peroni sei sempre forte!
28 febbraio alle ore 11.21 · Mi piace · 1
Angela Iaciofano Sono già in possesso del wiimote, se comunque, per sicurezza, vuoi prenderne anche un altro tanto meglio. A domani
28 febbraio alle ore 12.41 · Mi piace
Andreas Formiconi
Ho trovato il wiimote! Al volo in una coincidenza di 20 minuti
Grazie Angela Iaciofano, beh se ce l’hai portalo, non si sa mai: il perfido Murphy può sempre colpire….
Grazie Andrea Venanzi che eri disposto a trovarsi in serata! Grazie David Fredducci [via mail] che avresti fatto 30 km uscendo sparato da scuola… Grazie Elisabetta Nanni per la tua tesi sulla WiilD!
Cose buone…
Questo è un grazie volante ma ne arriverà uno più consistente… [Eccolo :-)]
28 febbraio alle ore 12.48 · Mi piace · 3
L’andare per scuole attiene alle attività di questo laboratorio. Un’attività da centellinare perché gli eventi in presenza costano tempo. Ma un’attività importante perché aiuta a capire chi c’è “dall’altra parte”, in che contesto si affannano quelle persone che scrivono e si agitano dietro a questo schermo. È un lavoro che mi rende un po’ assente, ma è rivolto sempre al medesimo obiettivo, quindi mi pare giusto scrivere una minima traccia di quello che bolle in pentola.
Forse non è stato molto intelligente lasciarsi coinvolgere in due eventi all’inizio di marzo, contemporaneamente all’inizio delle lezioni di informatica a 300 studenti di medicina, e a un’altra attività didattica sempre a medicina, e con la ferma intenzione di procedere con continuità qui dentro. Ma le occasioni capitano, e queste, anche se non sono “istituzionali”, mi sembrano importanti.
Allora, il I di marzo sarò nella scuola di Castel del Piano a mostrare lavagne digitali. È la scuola dove ci sono Nicoletta Farmeschi e Antonella Coppi, che fanno parte di questa comunità.
Poi l’8 di marzo andrò a ragionare di rete in un liceo di Pontassieve, per dare una mano a Giovanna Danza che si sta impegnano su questo fronte – lei ha partecipato al cMOOC #ltis13.
Qui di seguito scrivo la traccia in divenire di quello che intenderei dire e fare a Castel del Piano. Magari qualcuno mi dà qualche idea.
Dimostrazione di lavagne digitali “non lim”
Introduzione sul software e hardware libero
Pur prendendo una posizione nettissima a favore del software libero – del resto uso molto poco il mouse e digito comandi Unix da quarant’anni – infatti andrò snocciolando qualche fatto, sulla falsariga de Il software libero ti libera, sostenendo poi che
scuola e università hanno il dovere morale di dimostrare, diffondere e promuovere il software libero
proporrò tuttavia un approccio non talebano, bensì progressivo – meglio insinuare il dubbio e far breccia in 1000 ignari che ordinare 10 nuovi sacerdoti – illustrando brevemente quattro livelli di coinvolgimento
Dimostrazione di lavagne digitali facili o economiche
In tale contesto, cercherò di mostrare varie opzioni possibili, fra quelle particolarmente facili o economiche – economiche rispetto alle soluzioni commerciali chiavi in mano. E quando vi saranno più opzioni, privilegeremo quelle più facilmente e sicuramente implementabili. È roba che sto imparando a usare, non è detto che andrà tutto diritto, per cui invoco perdono in anticipo a chi subirà questo esperimento…
Mostreremo un proiettore che funziona in modo interattivo e poi in modalità non interattiva ma con l’ausilio del telecomando Wiimote. Mostreremo l’uso sia con Windows che con WiildOs. Proporremo una progressione dove, passando da una soluzione a quella successiva, aumenta sì la difficoltà ma si guadagna in etica e valore didattico.
Consapevole di avere citato solo alcuni dei software esistenti. Aperto a suggerimenti, che se validamente supportati e se possibile, accoglierò volentieri.