In questo assignment vi chiedo di rispondere ad un sondaggio sui social network che hanno messo a punto gli studenti del semestre precedente. I risultati andranno ad arricchire quelli raccolti nel primo semestre. Ecco il link …
Sondaggio sui social network
Avrei voluto approfondire la questione dopo il sondaggio ma il folletto asterione88 si diverte ad anticipare gli argomenti e quindi anticipo anch’io dopo avere letto i suoi 6 buoni motivi per odiare facebook ed avere rivisto altri post che avevo scritto in passato dei quali riuso qui alcuni passaggi.
A me facebook non è mai piaciuto ma non condivido del tutto il post ed i successivi commenti.
Considerazione generale
Andare contro? Sì, certo, molto meglio che andare con la corrente e soprattutto andarci senza porsi il problema.
Attenzione però al fatto che andare contro per partito preso è altrettanto conformista dell’andare con …
Più che andare con/tro serve andare a fondo. Molto più faticoso ma più utile.
Se si va solo con/tro allora il mondo si dicotomizza, con | tro. La pratica della dicotomizzazione è uno degli strumenti principali della scolarizzazione, pratica che conduce all’assenza di pensiero. I risultati di questo fenomeno sono tristemente evidenti ovunque.
Torniamo a facebook
A me facebook non piace.
Non mi piace perché è chiuso ed io amo stare all’aperto. Al chiuso ci può essere qualcuno che controlla, qualcuno che conta le persone, le azioni e tutto il resto e non va mai bene che ci sia qualcuno troppo potente, mai.
Non mi piace perché tutto è estremamente volatile, perché si deve far fronte a troppe richieste, perché richiederebbe troppo tempo valutare se l’adesione a un certo gruppo abbia senso o meno, perché si è costretti a udire anche voci che si vorrebbe non sentire, tanti e tanti contatti fugaci e superficiali, un generale traccheggiare, perché tutto finisce col ridursi a mera quantità e in questa quantità un inesorabile e dilagante annacquamento delle parole.
Ma solo in facebook? Proprio sicuri?
Povere parole, quanta fatica fanno a fare il loro mestiere oggi. Quante se ne emettono ma poi pochissime giungono a destinazione. Dette alla coop, dette in classe, alla messa, al comizio in piazza, trasmesse in mille modi, stampate, radioemesse, televisionate, telefonate telefonate e telefonate e essemmessate, e poi lette, spesso giusto viste, sui manifesti, gli striscioni sui lampioni, i cartelloni, i cartelloni dove vanno e vengono come nello screensaver, appunto e poi sullo screensaver, sulle magliette e tutto il resto con cui ci si copre e poi e poi …
Come dire che di tutto ciò che disturba in FB il mondo è già pieno, il mondo non virtuale. Perché forse le scritte a pennarello sui sedili degli autobus o quelle spruzzate sui muri delle case son tanto diverse da quelle sulle pareti di FB? O quella conversazione che l’altro giorno m’ha sfondato i filtri della mente mentre bevevo una birra
… perché lui se la mette così, cioè nel senso, perché deve uscire con noi, cioè, voglio dire, nel senso … lei … lui… come mi vede … non me ne può fregar di meno … a un certo punto … non ci posso credere … veramente … allucinante … nel senso …
quella conversazione è tanto diversa da quelle che si svolgono in FB? O le parole vomitate da palinsesti televisivi demenziali, milioni, miliardi di parole emesse in ore e ore di dedizione quotidiana di fette di popolo certamente di gran lunga maggioritario, son quelle parole meglio di quelle che svolazzano in FB? Le parole tritate dal frastuono delle discoteche? Quelle condite da quintali di salatini ed ettolitri di aperitivi da folle che pienano i bar, folle a volte strabuzzanti su marciapiedi se non strade? Molto diverso tutto ciò da FB?
O le parole dotte, tecnologiche, nuove di conio, emesse in gran copia in una miriade di convegni, conferenze, congressi, eventi, manifestazioni scientifiche, quelle no, quelle saranno serie, porteranno significati importanti, cose difficili, cose da specialisti?
No, a me non sembra. Chissà … succede tuttavia che quando ti capita di udirle in quella parte di mondo che ti riguarda allora scopri che son tanto spesso ripetute, ridondanti come la schiuma di una birra versata male ma venduta al prezzo di una birra versata bene, a volte anche parole mariuole. Insomma parole stropicciate strapazzate diluite … o che son tanto diverse da quelle che inondano FB? E le parole della politica? Oh, lasciamo stare …
Certo che la vita reale è meglio di quella virtuale ma siamo sicuri che la vita reale sia sempre così magnifica? O forse esistono forme di partecipazione virtuale che hanno qualità umana superiore a tanti aspetti della vita reale?
Questo quindi è la mia tesi: nella vita reale si può comunicare in modo denso e empatico partecipando a gioie e dolori del prossimo ma si può anche vivere truffando, scompigliando, calpestando o semplicemente annacquando sentimenti preziosi; parimenti nel mondo virtuale si possono stabilire connessioni meravigliose online come si può contribuire alla universale diluizione delle parole.
Qualche considerazione sui 6 buoni motivi per odiare facebook
so più o meno come funziona sia per averlo visto usare, sia perché ne parlano un po’ tutti;
Eh no, le cose per essere conosciute devono essere vissute. Vedere fare e tanto meno avvalersi del sentito dire è insufficiente. Un classico effetto della scolarizzazione quello di parlare di cose non vissute.
1. Perché ti schedano. Per quel che mi riguarda, siamo già controllati abbastanza anche senza iscriversi a feisbuc: …
Questo è l’argomento che condivido di più. Tuttavia il problema di essere controllati è molto più a monte di FB. Cellulari, software microsoft … il patto col diavolo va rifiutato subito e in questo caso l’unico modo di rifiutarlo è di fare il barbone, che per inciso è una scelta onorevolissima secondo me ma non ci si può lamentare dopo avere firmato. Il diavolo si arrabbia ed ha perfettamente ragione.
2. Perché se ti iscrivi a facebook ritrovi decisamente troppi ex.
E che male c’è? Anche nella vita succede. Vivere fuggendo dal proprio passato? Non è un bel messaggio …
3. Perché tutti sanno cosa stai facendo mentre lo stai facendo. Feisbuc è l’evoluzione del pettegolezzo. Tutti sanno tutto di tutti; come nei paesini piccoli di campagna dove ognuno conosce l’albero genealogico del resto del paese. Però è su Internet. E quindi anche i tuoi amici di Cracovia sanno che se hai cancellato dagli amici la tua ragazza è perché vi siete lasciati.
Ma chi ha mai detto che uno deve scrivere in FB tutto quello che sta facendo? Uno scrive in FB ciò che vuol condividere esattamente come al bar dice ciò che vuol condividere. E in ogni caso il pettegolezzo è sempre esistito e la rete di contatti umani dei paesini di campagna è ciò che manca alla vita di città dove sono tutti vicini e tutti soli. E a me l’idea di trovare qualche amico vero a Cracovia piace assai. Attenzione, l’amicizia in FB è solo “contatto”, giusto una questione di lessico. Tuttavia ogni contatto potrebbe divenire un’amicizia vera.
4. Perché crea dipendenza …
Anche la televisione ha creato dipendenza devastando la mente di un paio di generazioni e voi, cari amici più giovani (anagraficamente), state pagando le conseguenze di questo. Anche l’automobile. Conosco innumerevoli persone che prendono l’automobile per fare cento metri con danno per la gestione del traffico, della propria salute e dell’ecosistema. Anche il cellulare. Non dipendere da uno strumento è una questione di testa.
5. Perché non puoi personalizzare un cazzo…
Ci sono innumerevoli altre forme di partecipazione dove si può personalizzare quello che si vuole. FB è orientato ad altro.
6. Perché è irrimediabilmente, incredibilmente, totalmente, iperbolicamente stupido.
No, non esistono strumenti stupidi. Esistono invece comportamenti stupidi. Il bar non è uno strumento stupido perché le persone ci sparano molte sciocchezze (cosa che comunque talvolta fa bene alla salute mentale), in un bar può nascere un movimento culturale.
Concludendo
Per quanto FB non mi stia simpatico, provando ad usarlo, ho scoperto che può servire a fare cose che non sono affatto stupide.
- È uno strumento di ricerca col quale, diffondendo pensieri posso stabilire un contatto umano prezioso. Ho avuto delle sorprese strepitose. Ieri grazie ad una citazione di Mark Twain ho conversato con una persona interessante.
- È uno strumento di ricerca col quale molto spesso uno studente che ha bisogno di qualcosa di me mi trova al volo.
- È uno strumento di comunicazione (tecnica) con il quale posso diffondere notizie utili relative al mio lavoro: con un annuncio in FB sono sicuro di raggiungere moltissimi dei miei studenti.
- È uno strumento di aggregazione: posso scherzare con persone con le quali ho un rapporto di amicizia vero o una collaborazione importante. Un importante aspetto della socializzazione che non sostituisce affatto pericolosamente la mia vita fisica bensì la prolunga. Scherzo con una persona in FB e poi ci scherzo vis-à-vis, dov’è il problema?
- È uno strumento che favorisce le relazioni orizzontali in un mondo asfissiato dalle relazioni verticali di natura gerarchica. Vi sono studi sociologici che mostrano come le relazioni orizzontali siano spesso un’importante fonte di innovazione nelle aziende, altrimenti organizzate per relazioni verticali.
- … Perché non ci esercitiamo a scovare aspetti positivi inattesi invece di mettere in evidenza aspetti negativi ovvi … ?
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