Oggi, rispondendo al post di Alessandro (studente di medicina) mi è capitato di definire la dissipazione del potenziale di apprendimento degli uomini come un problema ecologico.
Poco fa, in un post di Pierluigi (studente IUL) trovo il video di un discorso fatto da Ken Robinson (Do Schools Kill Creativity?) dove la mortificazione della creatività viene vista come un problema ecologico.
Nel discorso di Ken Robinson ritrovo tanti pensieri che sono esattamente quelli che io, nel mio piccolo, mi sforzo di comunicare.
Scopro così un altro personaggio importante per il mio Personal Learning Environment e mi meraviglio per l’ennesima volta di quanta incredibile affinità vi possa essere fra persone che vivono in luoghi lontani e che hanno avuto storie completamente diverse.
Se non ci fosse la rete mi sentirei molto più solo.
Giusto, la rete ci permette di essere tutti più vicini, in contatto, comunicare informazioni, organizzare delle uscite e girare l’invito a molte persone contemporaneamente, facilita il lavoro, ecc…però condivido anche l’idea di Edward: si corre il rischio di dimenticare che le relazioni umane hanno il bisogno di tradursi anche in incontri, scambi di idee, confronti, ecc, che avvengano “fuori”, dove si trovano e incontrano persone fisiche (mi presto il termine da Edward)…
PS anche io preferisco fare una corsetta, incontrare gente…poi magari risentire qualche amico/a lontano sul web!
Io sono ancora sostenitrice di quella dicotomia di cui parla alessandro, ma mi sto accorgendo sempre più che il mio sostenere questa dicotomia è sintomo di scarsa conoscenza della “virtual life”.
La sto scoprendo praticamente ora, sotto vari aspetti prima a me sconosciuti, quindi trascurati. Mi rendo conto che mi sta trascinando sempre di più, in un turbinio di connessioni e di click che mi fanno scoprire ogni giorno, piacevolmente, una nuova fetta della realtà.
Partita con un certo punto di vista, insomma, temo (ma spero) che andando avanti in questa esperienza risulterò contradditoria rispetto all’inizio, poichè le mie idee si stanno modificando. Mi sto aprendo al nuovo, credo, mettendo tra parentesi delle idee/pregiudizi.
Non sei solo Andreas, perchè hai saputo “curare” tante connessioni tra “pensieri” , lontani territorialmente, ma vicini per affinità non solo ideologiche ma anche affettivo-emotive! E’ un’esperienza fantastica quella che ci hai permesso di fare, ci stai accompagnando realmente per un bosco con infiniti sentieri da percorrere e, cammin facendo, ognuno di noi sceglie il suo sentiero, i compagni di viaggio, sceglie di ritornare sui suoi passi o…di esplorare ancora nuovi territori e…il viaggio continua!
Un ringraziamento davvero sentito!
Complimenti per il sagace richiamo all’ecologia in questi termini, mi sono scordato di dirglielo nella mia risposta. Mi ha colpito, era molto profondo e… sagace, già detto.
Senza la rete io non mi *sentirei* più solo. Io *sarei* più solo. Attraverso quattro anni di assidua frequentazioni del web ho sviluppato una rete di relazioni nazionali (in un caso INTERnazionali) su cui adesso posso contare come conterei su mio fratello, se ne avessi uno (ovviamente nel corso degli anni la conoscenza sul web si è affiancata ad esperienze di vita “analogica”, era inevitabile. ma è comunque partito tutto dal pc). Adesso posso prendere un treno ed avere un letto dove dormire nel 90% delle regioni italiane. E in california. Senza contare che in rete ho conosciuto uno dei amici più cari (di firenze). Insomma, la dicotomia “vita reale/vita cybernetica” è una chiavica.
Giusto prof., senza la rete ci senitremmo tutti un pò più soli. Non bisogna dimenticare però che il mondo del web, dei blog, delle chat, e via dicendo, devono rappresentare solo un modo facile e veloce per stabilire un contatto; poi deve subentrare l’uomo. L’uomo come presenza fisica. E’ riduttivo dire “vivo bene senza la rete”; in questo modo infatti ci perdiamo un sacco di cose. Ma non dobbiamo tralasciare il fatto che , a mio parere, siamo uomini, viviamo di sensazioni visive, tattili, olfattive, non dobbiamo farci mancare il contatto con un’altra persona. Il problema di facebook credo sia proprio questo: se usato correttamente, offre potenzialità inaudite. Ma purtroppo per molti giovani rappresenta un sito dove trascorrere ore e ore al giorno a fare giochini o roba simile. Se devo passare un’ora su facebook in questo modo, preferisco uscire fuori e andare a farmi una bella corsetta alle cascine!
Un saluto!
A proposito di connessioni, troverai sicuramente interessante questo http://oltreelearning.blogspot.com/2009/03/adolescenti-ed-internet-un-paper.html