Ecco il nuovo file OPML.
Mese: marzo 2009
Creatività e scuola
Invito tutti a rivedere il video di Ken Robinson (Do Schools Kill Creativity?) che aveva proposto Pierluigi e a leggere il commento di Mariella in proposito.
Il pacco
Spero di sbagliarmi. Sarei veramente felice di sbagliarmi. È una splendida pratica quella di riconoscere i propri errori.
Credo tuttavia che sia un pacco. Il classico pacco all’italiana. Lo so che era di origine napoletana ma quello oramai fa parte del folclore di una vecchia Italia e su quel folclore si sarebbe potuto costruire un percorso sano perché sui piccoli errori di percorso ci si forma. Invece è andata in un altro modo. Ora abbiamo il pacco all’italiana, il pacco assurto a metodo di una modernità posticcia tanto lustra all’esterno quanto abborracciata, anacronistica e furbesca all’interno.
Devo dire che, rivedendolo per bene, il video appare pure goffo, con quel
… soft ware e hard ware …
dove sembra che il narratore abbia pronunciato queste parole per la prima volta invita sua …
InnovaScuola è una piattaforma collaborativa di nuova generazione (nell’ottica web 2.0), che intende mettere a disposizione delle scuole di ogni ordine e grado e di tutto il territorio nazionale le opportunità offerte dalle ICT.
Che vuol dire nell’ottica web 2.0? Il web 2.0 è tale quando è aperto e non contenuto in qualcosa. L’unica obiezione valida a FB secondo me è proprio questa: voler contenere il web 2.0 nella piattaforma.
Dice il video
L’innovazione entra nelle scuole italiane
No, le scuole, italiane in particolare ma non solo, non hanno la possibilità di accogliere questo tipo di innovazione. Questo non significa che non esistano delle esperienze splendide ma quando queste esistono sono sempre dovute all’idealismo ed alla buona volontà di qualche individuo.
L’innovazione associata al web 2.0 può entrare nelle scuole solo se queste cessano di esistere nella loro forma attuale. Vale a dire che prima devono essere abbattute le pareti e poi l’innovazione potrà perfondere ciò che quelle pareti chiudevano e dividevano. Oppure, la scuola per rinnovarsi adeguatamente dovrebbe evaporare nel mondo .
Il portale … punto di incontro tra didattica e tecnologia …
Nessuno oggi può pretendere di trovarsi in un crocevia strategico. La novità oggi è la rete e nessuna rete ha punti strategici, per definizione. Le reti, sono pervasive, aperte, ridondanti e prive di punti critici.
E in effetti il mondo pullula di esperienze, tutte là fuori. Concludo accatastando riferimenti presi quasi a caso.
C’è un blog intitolato International Edubloggers Directory che raccoglie i link di blog dedicati alla formazione. Ora ne elenca 638 e quando ho aggiunto questo blog in novembre scorso erano 393.
Ci sono blog dedicati alla raccolta di esperienze di blogging in classe come per esempio questo. I riferimenti sono innumerevoli, questo è un esempio.
Si trovano commenti su come fare il sito di una scuola mediante un blog. Qui si trovano dei consigli e qui c’è un esempio. Ho trovato questi riferimenti quando un amico mi chiese informazioni in proposito perché nella sua scuola era stato proposto di far fare il sito ad un’azienda ma costava troppo …
Ci sono molte esperienze interessanti sull’impiego di strumenti di microblogging come Twitter. Questo mi è piaciuto particolarmente.
O i tanti tanti modi con i quali si possono usare i Google Docs, o altri strumenti condivisi, per esempio questo sull’impiego dei form.
C’è da perdersi ma è facile rendersi conto che le esperienze più interessanti sono tutte all’aperto.
I Care
Rinfresco il post sul seminario di martedì 31 marzo perché avremo anche gli studenti di Infermieristica, di Terapia della Neuro e della Psicomotricità Evolutiva
Cambia quindi anche il volantino qui sotto
Preparatevi a stringervi!
Seminario
I Care
Per studenti della Facoltà di Medicina e non solo …
Martedì 31 Marzo 2009 10:30
Aula Grande CEP
Viale Pieraccini, 6; Careggi, Firenze
Per gli studenti dei CdL in Medicina, Infermieristica e TNPEE è l’unico evento obbligatorio, per gli altri studenti è facoltativo
Non sono in grado ancora di dare una traccia ma è certamente utile riflettere sul seguente schema.
Slittamento paradigma |
|
Pensiero | |
Intuitivo |
Razionale |
Sintetico |
Analitico |
Olistico |
Riduzionista |
Nonlineare |
Lineare |
Valori | |
Sostenibilità |
Espansione |
Cooperazione |
Competizione |
Qualità |
Quantità |
Partnership |
Dominazione |
Enfasi | |
Sistemi aperti |
Sistemi chiusi |
Tutto |
Parti |
Connessioni |
Oggetti |
Forme |
Contenuti |
Reti |
Gerarchie |
Coltivazione |
Controllo |
Donna |
Uomo |
Propensione | |
Empatica |
Assertiva |
I Care |
“Non me ne può fregar di meno” 😦 |
Pensieri che sono nell’aria
Oggi, rispondendo al post di Alessandro (studente di medicina) mi è capitato di definire la dissipazione del potenziale di apprendimento degli uomini come un problema ecologico.
Poco fa, in un post di Pierluigi (studente IUL) trovo il video di un discorso fatto da Ken Robinson (Do Schools Kill Creativity?) dove la mortificazione della creatività viene vista come un problema ecologico.
Nel discorso di Ken Robinson ritrovo tanti pensieri che sono esattamente quelli che io, nel mio piccolo, mi sforzo di comunicare.
Scopro così un altro personaggio importante per il mio Personal Learning Environment e mi meraviglio per l’ennesima volta di quanta incredibile affinità vi possa essere fra persone che vivono in luoghi lontani e che hanno avuto storie completamente diverse.
Se non ci fosse la rete mi sentirei molto più solo.
Assignment 4: social networks
In questo assignment vi chiedo di rispondere ad un sondaggio sui social network che hanno messo a punto gli studenti del semestre precedente. I risultati andranno ad arricchire quelli raccolti nel primo semestre. Ecco il link …
Avrei voluto approfondire la questione dopo il sondaggio ma il folletto asterione88 si diverte ad anticipare gli argomenti e quindi anticipo anch’io dopo avere letto i suoi 6 buoni motivi per odiare facebook ed avere rivisto altri post che avevo scritto in passato dei quali riuso qui alcuni passaggi.
A me facebook non è mai piaciuto ma non condivido del tutto il post ed i successivi commenti.
Considerazione generale
Andare contro? Sì, certo, molto meglio che andare con la corrente e soprattutto andarci senza porsi il problema.
Attenzione però al fatto che andare contro per partito preso è altrettanto conformista dell’andare con …
Più che andare con/tro serve andare a fondo. Molto più faticoso ma più utile.
Se si va solo con/tro allora il mondo si dicotomizza, con | tro. La pratica della dicotomizzazione è uno degli strumenti principali della scolarizzazione, pratica che conduce all’assenza di pensiero. I risultati di questo fenomeno sono tristemente evidenti ovunque.
Torniamo a facebook
A me facebook non piace.
Non mi piace perché è chiuso ed io amo stare all’aperto. Al chiuso ci può essere qualcuno che controlla, qualcuno che conta le persone, le azioni e tutto il resto e non va mai bene che ci sia qualcuno troppo potente, mai.
Non mi piace perché tutto è estremamente volatile, perché si deve far fronte a troppe richieste, perché richiederebbe troppo tempo valutare se l’adesione a un certo gruppo abbia senso o meno, perché si è costretti a udire anche voci che si vorrebbe non sentire, tanti e tanti contatti fugaci e superficiali, un generale traccheggiare, perché tutto finisce col ridursi a mera quantità e in questa quantità un inesorabile e dilagante annacquamento delle parole.
Ma solo in facebook? Proprio sicuri?
Povere parole, quanta fatica fanno a fare il loro mestiere oggi. Quante se ne emettono ma poi pochissime giungono a destinazione. Dette alla coop, dette in classe, alla messa, al comizio in piazza, trasmesse in mille modi, stampate, radioemesse, televisionate, telefonate telefonate e telefonate e essemmessate, e poi lette, spesso giusto viste, sui manifesti, gli striscioni sui lampioni, i cartelloni, i cartelloni dove vanno e vengono come nello screensaver, appunto e poi sullo screensaver, sulle magliette e tutto il resto con cui ci si copre e poi e poi …
Come dire che di tutto ciò che disturba in FB il mondo è già pieno, il mondo non virtuale. Perché forse le scritte a pennarello sui sedili degli autobus o quelle spruzzate sui muri delle case son tanto diverse da quelle sulle pareti di FB? O quella conversazione che l’altro giorno m’ha sfondato i filtri della mente mentre bevevo una birra
… perché lui se la mette così, cioè nel senso, perché deve uscire con noi, cioè, voglio dire, nel senso … lei … lui… come mi vede … non me ne può fregar di meno … a un certo punto … non ci posso credere … veramente … allucinante … nel senso …
quella conversazione è tanto diversa da quelle che si svolgono in FB? O le parole vomitate da palinsesti televisivi demenziali, milioni, miliardi di parole emesse in ore e ore di dedizione quotidiana di fette di popolo certamente di gran lunga maggioritario, son quelle parole meglio di quelle che svolazzano in FB? Le parole tritate dal frastuono delle discoteche? Quelle condite da quintali di salatini ed ettolitri di aperitivi da folle che pienano i bar, folle a volte strabuzzanti su marciapiedi se non strade? Molto diverso tutto ciò da FB?
O le parole dotte, tecnologiche, nuove di conio, emesse in gran copia in una miriade di convegni, conferenze, congressi, eventi, manifestazioni scientifiche, quelle no, quelle saranno serie, porteranno significati importanti, cose difficili, cose da specialisti?
No, a me non sembra. Chissà … succede tuttavia che quando ti capita di udirle in quella parte di mondo che ti riguarda allora scopri che son tanto spesso ripetute, ridondanti come la schiuma di una birra versata male ma venduta al prezzo di una birra versata bene, a volte anche parole mariuole. Insomma parole stropicciate strapazzate diluite … o che son tanto diverse da quelle che inondano FB? E le parole della politica? Oh, lasciamo stare …
Certo che la vita reale è meglio di quella virtuale ma siamo sicuri che la vita reale sia sempre così magnifica? O forse esistono forme di partecipazione virtuale che hanno qualità umana superiore a tanti aspetti della vita reale?
Questo quindi è la mia tesi: nella vita reale si può comunicare in modo denso e empatico partecipando a gioie e dolori del prossimo ma si può anche vivere truffando, scompigliando, calpestando o semplicemente annacquando sentimenti preziosi; parimenti nel mondo virtuale si possono stabilire connessioni meravigliose online come si può contribuire alla universale diluizione delle parole.
Qualche considerazione sui 6 buoni motivi per odiare facebook
so più o meno come funziona sia per averlo visto usare, sia perché ne parlano un po’ tutti;
Eh no, le cose per essere conosciute devono essere vissute. Vedere fare e tanto meno avvalersi del sentito dire è insufficiente. Un classico effetto della scolarizzazione quello di parlare di cose non vissute.
1. Perché ti schedano. Per quel che mi riguarda, siamo già controllati abbastanza anche senza iscriversi a feisbuc: …
Questo è l’argomento che condivido di più. Tuttavia il problema di essere controllati è molto più a monte di FB. Cellulari, software microsoft … il patto col diavolo va rifiutato subito e in questo caso l’unico modo di rifiutarlo è di fare il barbone, che per inciso è una scelta onorevolissima secondo me ma non ci si può lamentare dopo avere firmato. Il diavolo si arrabbia ed ha perfettamente ragione.
2. Perché se ti iscrivi a facebook ritrovi decisamente troppi ex.
E che male c’è? Anche nella vita succede. Vivere fuggendo dal proprio passato? Non è un bel messaggio …
3. Perché tutti sanno cosa stai facendo mentre lo stai facendo. Feisbuc è l’evoluzione del pettegolezzo. Tutti sanno tutto di tutti; come nei paesini piccoli di campagna dove ognuno conosce l’albero genealogico del resto del paese. Però è su Internet. E quindi anche i tuoi amici di Cracovia sanno che se hai cancellato dagli amici la tua ragazza è perché vi siete lasciati.
Ma chi ha mai detto che uno deve scrivere in FB tutto quello che sta facendo? Uno scrive in FB ciò che vuol condividere esattamente come al bar dice ciò che vuol condividere. E in ogni caso il pettegolezzo è sempre esistito e la rete di contatti umani dei paesini di campagna è ciò che manca alla vita di città dove sono tutti vicini e tutti soli. E a me l’idea di trovare qualche amico vero a Cracovia piace assai. Attenzione, l’amicizia in FB è solo “contatto”, giusto una questione di lessico. Tuttavia ogni contatto potrebbe divenire un’amicizia vera.
4. Perché crea dipendenza …
Anche la televisione ha creato dipendenza devastando la mente di un paio di generazioni e voi, cari amici più giovani (anagraficamente), state pagando le conseguenze di questo. Anche l’automobile. Conosco innumerevoli persone che prendono l’automobile per fare cento metri con danno per la gestione del traffico, della propria salute e dell’ecosistema. Anche il cellulare. Non dipendere da uno strumento è una questione di testa.
5. Perché non puoi personalizzare un cazzo…
Ci sono innumerevoli altre forme di partecipazione dove si può personalizzare quello che si vuole. FB è orientato ad altro.
6. Perché è irrimediabilmente, incredibilmente, totalmente, iperbolicamente stupido.
No, non esistono strumenti stupidi. Esistono invece comportamenti stupidi. Il bar non è uno strumento stupido perché le persone ci sparano molte sciocchezze (cosa che comunque talvolta fa bene alla salute mentale), in un bar può nascere un movimento culturale.
Concludendo
Per quanto FB non mi stia simpatico, provando ad usarlo, ho scoperto che può servire a fare cose che non sono affatto stupide.
- È uno strumento di ricerca col quale, diffondendo pensieri posso stabilire un contatto umano prezioso. Ho avuto delle sorprese strepitose. Ieri grazie ad una citazione di Mark Twain ho conversato con una persona interessante.
- È uno strumento di ricerca col quale molto spesso uno studente che ha bisogno di qualcosa di me mi trova al volo.
- È uno strumento di comunicazione (tecnica) con il quale posso diffondere notizie utili relative al mio lavoro: con un annuncio in FB sono sicuro di raggiungere moltissimi dei miei studenti.
- È uno strumento di aggregazione: posso scherzare con persone con le quali ho un rapporto di amicizia vero o una collaborazione importante. Un importante aspetto della socializzazione che non sostituisce affatto pericolosamente la mia vita fisica bensì la prolunga. Scherzo con una persona in FB e poi ci scherzo vis-à-vis, dov’è il problema?
- È uno strumento che favorisce le relazioni orizzontali in un mondo asfissiato dalle relazioni verticali di natura gerarchica. Vi sono studi sociologici che mostrano come le relazioni orizzontali siano spesso un’importante fonte di innovazione nelle aziende, altrimenti organizzate per relazioni verticali.
- … Perché non ci esercitiamo a scovare aspetti positivi inattesi invece di mettere in evidenza aspetti negativi ovvi … ?
Assignments 3: Feeds, OPML, PLE
Ho rinfrescato il file OPML in anticipo perché sono arrivate molte persone.
Abbiamo introdotto i feed come uno strumento che serve a tenere d’occhio i siti web che ci interessano e che sappiamo essere vivi, uno strumento tecnico insomma.
In realtà l’impiego dei feed ha implicazioni ben più profonde che sono connesse ad un altro concetto, il Personal Learning Environment, che travalica parecchio l’ambito tecnico.
Vi chiedo di leggere un articolo che ho scritto recentemente su questo tema. È lungo (!) quindi non vi darò nuovi assignment per una settimana. Poi potete scrivere un post sull’argomento.
PS aggiunto nel pomeriggio
Come si intuisce da ciò che ho accennato qui e soprattutto come vi sarà chiaro dopo avere letto l’articolo che vi ho indicato, in termini strettamente tecnici il PLE è composto dall’insieme dei vostri feed.
Tuttavia anche tanti altri riferimenti formano il PLE di un individuo, per esempio anche un eventuale raccolta di bookmarks in delicious.
Per gli studenti della facoltà di medicina
Un certo numero di voi scrive post che contengono aiuti di vario tipo inerenti all’impiego del computer e di internet. Io tendo a citarli nel Daily ma qualcuno mi può sfuggire e comunque rimane difficile andarli a ritrovare.
Propongo che chi ha scritto o scriverà post del genere crei anche il relativo bookmark in delicious utilizzando le due tag seguenti, oltre ad ogni altra che riterrà opportuno:
dlmed9, tutorial
La prima tag serve a contrassegnare i bookmark prodotti dagli studenti della facoltà di medicina (digital literacy medicina 2009), la seconda serve a contrassegnare i post scritti nello spirito del tutorial, cioè del “manuale”. Quindi, se scrivo un post che aiuta ad impiegare delicious potrò per esempio scrivere
dlmed9, tutorial, delicious, social, bookmarking
Sarà così facile andare a ritrovare i post di questo tipo. Se poi, nel bookmark mettiamo anche una ragionevole descrizione del post sarà ancora meglio.
Per gli studenti della IUL
Propongo la stessa cosa utilizzando tuttavia la tag
emiul9
per designare la classe di editing multimediale iul 2009.
Per esempio potremmo raccogliere i bookmark relativi ai siti web di riferimento dei software per produrre video di cui stiamo discutendo (questa è un’idea di Maria Grazia). Quindi tali bookmarks potrebbero essere descritti dalle tag
emiul9, video
ed altre eventuali che ritenete opportuno.
Assignment 2: Delicious
Questo assignment consiste nell’imparare ad usare delicious che è il più noto sistema di social bookmarking. Si tratta di un servizio che consente a ciascuno di memorizzare i propri bookmark (i cosiddetti preferiti del browser) in Internet.
In estrema sintesi questi sono i vantaggi principali.
- I vostri bookmark sono accessibili da qualsiasi accesso internet e non da un solo computer; li potete quindi reperire dal computer di un amico, da un internet point, da uno smartphone o altro.
- Quando memorizzate un bookmark potete, anzi dovreste, associarvi delle tag, vale a dire delle etichette, che sono in sostanza delle parole singole destinate a connotare il bookmark. Per avere un esempio potete vedere i miei bookmark.
- I propri bookmark sono visibili agli altri, avete appena visto i miei per esempio. Se si vuole si possono anche rendere privati ma allora la cosa perde molto del suo interesse.
- Quando si vuole cercare un certo tipo di bookmark si usano le tag, quindi la scelta appropriata delle tag è importante per ritrovare le cose. In seguito ad una ricerca, delicious non vi rende solo i vostri bookmark, che sono contrassegnati dalle tag che avete usato per la ricerca, ma vi rende anche i bookmark degli altri utenti di delicious nel mondo che hanno usato le stesse tag. È qui che compare l’aspetto sociale perché così potete scoprire persone o comunità che nel resto del mondo condividono i vostri interessi. Inoltre, dal numero di persone che hanno memorizzato un bookmark potete avere un’idea del suo potere attrattivo, un buon sistema per scoprire siti importanti su argomenti che vi interessano.
Per saperne di più potete andare a vedere due pagine wiki scritte dagli studenti l’anno scorso, una è una guida per fare l’account e l’altra contiene un collage di pezzi tradotti in italiano tratti dalla pagina help di delicious. Per inciso, chi vuole può intervenire su queste pagine per introdurre aggiornamenti, correzioni o integrazioni.
Delicious è un ottimo esempio di uso delle tag. Capire come funzionano le tag è molto importante perché queste sono un elemento importante di molti ambienti di social networking. La classificazione mediante tag anzichè mediante strutture gerarchiche è un po’ l’essenza del social networking, se si vuole: aggregazione per mezzo di connessioni.
Per fare questo compito dovete creare un account in delicious, introdurre i vostri boookmark, usarlo per fare ricerche, esplorare le possibilità leggendo l’help e infine scrivere un post con le vostre impressioni e il link al vostro nuovo account delicious in modo che gli altri possano curiosarvi.
Inoltre, questo strumento ci servirà in seguito per altri lavori.
La memoria
Questa volta riverbero qui l’ultimo post scritto sul Daily.
Leggendo il racconto di Pierluigi (maestro nella scuola primaria in Calabria, studente presso la IUL) mi vengono in mente gli straordinari cortometraggi di Vittorio De Seta del Mondo perduto, in particolare “Pasqua in Sicilia” e “I dimenticati”, quest’ultimo girato in Calabria.
Assignment 1
Questo assignment riguarda direttamente gli studenti della Facoltà di Medicina (Medicina, Odontoiatria, Infermieristica …).
Per gli studenti IUL e per quelli del master in E-medicine è solo una testimonianza di una possibile attività didattica in internet. Solo da osservare e eventualmente da commentare ma niente da fare.
Allora, per gli studenti della Facoltà di Medicina, l’assignment consiste nel tenere un diario delle attività.
1. Andate in Google Documenti e create un nuovo foglio di lavoro come potete vedere in questo video.
2. Inserite come titolo il vostro nome e cognome.
4. Scrivete quello che avete fatto e l’URL per l’attività: post nel vostro blog, eventuali contributi nel wiki e qualsiasi altra iniziativa. Non solo gli assignment. Intanto potete metterci tutte le cose che avete fatto fino ad ora.
5. Valutate le vostra attività con un voto compreso tra 1 a 5.
6. In una casella, in qualche parte del foglio di lavoro, mantenete aggiornata la media dei vostri voti .
7. Condividete il vostro foglio di lavoro con me come ho mostrato nel solito video.
Con questo assignment fate con un certo numero di cose diverse.
1. Tengo conto di tutte le vostre iniziative, in particolare quelle volte a cooperare e aiutare gli altri. Tuttavia a volte posso perdermi qualcosa. La scrittura di un diario delle proprie attività mi aiuterà a tenere traccia del vostro lavoro. Ciò significa che ho meno lavoro da fare e più tempo per fare (si spera) cose utili per voi. Si tratta di una sorta di divisione del lavoro.
2. La richiesta di autovalutazione del proprio lavoro può sembrarvi strana. Con questa classificazione siete esortati a riflettere di più sul valore della vostra attività. Con questo vostra autovalutazione dovreste dichiarare quanto siete soddisfatti del vostro lavoro. Se vedete che non siete soddisfatti, beh, tornate indietro e riguardatevelo!
3. Farete un po’ di pratica con i software di Internet e questo è positivo. Per molti di voi, questo corso ha a che fare con l’alfabetizzazione digitale, dopo tutto.
4. Farete un po’ di pratica con i fogli di lavoro. A volte, molto raramente, qualcuno mi chiede: “Vorrei imparare Excel”. Beh, innanzi tutto cominciate con la manipolazione di un foglio di lavoro con Internet…, ad esempio, calcolando la media delle vostre autovalutazioni. 😉