Come seguire le fonti in internet – #loptis

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Simbolo feed
Simbolo feed

Cos’è questo logo? Ok, i “reduci” di #ltis13 o #linf12 già lo sanno e, se si aggirano ancora da queste parti, forse ancora lo usano. Ma ora mi rivolgo ai “nuovi”, in particolare a coloro che non lo sanno. E anche se questi non sanno cosa sia è comunque probabile che lo abbiano visto apparire da qualche parte, fra la miriade di oggetti che ci passano sotto gli occhi, e che perlopiù filtriamo.

Questo logo rappresenta una cosa che si chiama web feed (versione in italiano), a volte RSS feed – impropriamente, perché gli RSS feed sono giusto un tipo di web feed.

Il vantaggio dei feed è presto detto…

Non solo luci #loptis

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Un post che trascrivo dallo stesso che avevamo utilizzato nel cMOOC #ltis13. Per chi vuole frugare fra gli oltre 100 commenti fatti alla prima versione questo è il link.


Non solo luci

Non vi ho chiesto di iscrivervi a nulla, eccetto la compilazione di un modulo minimale per partecipare al laboratorio. Qui si vuole promuovere la conoscenza degli strumenti liberi, degli standard aperti. Si vogliono mostrare gli interstizi liberi, ignorati o disdegnati da erbivori confinati in recinti fatti di ignoranza, comodità e facilità. Ma quegli interstizi potrebbero facilmente prevalere, se solo venissero popolati, come il sacchetto che conquista la terza dimensione quando viene soffiato. La consapevolezza del valore della libertà è il fondamento della società civile. Libertà dal laccio teso dal mercante avido, dal controllo invasivo del potere ipocrita, dal comodo conformismo.

Operare negli interstizi del cyberspazio è possibile ma richiede competenze e motivazioni che i più non hanno. Non mancano circoli di virtuosi che riescono a navigare e lavorare senza sporcarsi le mani, ma sono radi, circoli di esperti che finiscono col rimanere isolati nella loro torre d’avorio. Per chi se ne intende, frequentarli è goduria. Poi torni a casa, vai in classe, o anche al bar, e vedi che il popolo è altrove. A che serve avere le mani pulite se si tengono in tasca?

Allora sporchiamocele, ma sapendo che ce le stiamo sporcando, che ci sono prezzi da pagare, talvolta rischi da correre. Nei prossimi giorni apriremo i blog, è impossibile non sporcarsi le mani: faremo degli account: affideremo qualche nostro dato ad un database gestito da terzi. Ma proporremo una manciata di opzioni, cercando di farlo in maniera ragionata.

Evitiamo per favore le guerre di religione, le partigianerie, che abbondano intorno a questi temi. Sappiamo che siamo tutti diversi, ognuno con la propria sensibilità e la propria unica prospettiva, e conosciamo il valore inestimabile della diversità. Non si giudicano i comportamenti qui, si vuole essere consapevoli del contesto, poi ognuno si rimbocchi le maniche e lavori come meglio crede.

Oggi propongo due letture, poi muoveremo il prossimo passo.

La prima lettura è un racconto di Cory Doctorow (ha già fatto capolino in una discussione). Doctorow scrive di fantascienza ma i suoi racconti non narrano di colonizzazioni spaziali bensì di colonizzazioni cyberspaziali. Per inciso il suo caso è interessante anche perché riesce a incrementare energicamente le vendite dei suoi libri distribuendoli liberamente in internet: regalando molto nel cyberspazio vende molto nello spazio. Interessante, no?

In questo link trovate la traduzione in italiano, scaricabile anche in versione pdf, da stampare o portare su un lettore per leggerlo più comodamente.

La seconda lettura è un breve pezzo che utilizzo da diverso tempo con gli studenti di medicina, ventenni, ormai abbondantemente nativi digitali ma quasi sempre del tutto ignari della questione. Lo riporto qui sotto con qualche piccolo aggiornamento.

Nota bene: questo NON è un post su Facebook. L’ho preso ad esempio solo perché è ben noto ai più. Le considerazioni svolte riguardano, in misure e modi differenti, tutti i servizi Web in qualche maniera “social”: i vari GoogleCosi che richiedono un’iscrizione a Google, Gmail, GoogleDocs, Google+ e via dicendo, poi Twitter, Linkedin, eccetera.

Continua a leggere “Non solo luci #loptis”

Avventure di studenti che esplorano

Fabrizio esplora il cyberspazio e incontra qualcosa di interessante, lo riblogga e Lucia se ne accorge. Esplora quindi anche lei. I due si intrufolano in una discussione e finisce che vengono invitati da Vance Stevens – un consulente di tecnologie per la formazione e insegnante di inglese – a fare una presentazione online alla sua comunità del nostro MOOC. Lucia propone a chiunque lo desideri di partecipare e contribuire. Hanno scritto un documento in Drive da usare nella presentazione online che faranno domenica 23 alle 16:00, ora italiana.

Chi vuole contribuire può scrivere le proprie proposte in un commento qui oppure richiedere  il permesso per editare (edit) direttamente il suddetto documento. Attualmente possono accedere al documento Lucia, Fabrizio, Claude, Davide, Laura e il sottoscritto. Chi vuole contribuire alla redazione può scrivere ad una di queste persone. Attenzione comunque a non affastellarci troppa roba, mi pare già bello nutrito.

Affinché tutti possano leggerlo, ne riporto qua sotto la fotografia presa alle 8:30 di oggi, venerdì 21.

Continua…

Invito a parlare del cMOOC (in inglese…) e transizione

Scopiazzo il titolo da un post di Lucia. L’idea è di accettare l’invito di  Vance Stevens – un consulente di tecnologie per la formazione e insegnante di inglese – a fare una presentazione online alla sua comunità del nostro MOOC. Nel post di Lucia potete vedere come è nata questa storia.

È un’ottima idea, ed è interessante che siano gli studenti a raccontare l’esperienza. Tutti coloro che sono interessati possono seguire Lucia, io vado ad aggiornare i rivoli.

Nel frattempo continua la transizione, che potete vedere da una serie di particolari che mutano nel blog.

Il blog si va identificando con la “cosa nuova” che finirà col chiamarsi Laboratorio Online Permanente di Tecnologie Internet per la Scuola – #loptis.

Ho trasformato il post Rivoli in una pagina, che aggiornerò via via.

Ai propositi elencati nell’altra faccia della fine, aggiungo un glossario di termini informatici in inglese. La cosa è emersa in seguito ad un incontro che ho avuto qualche giorno fa con due di voi. Mi sono reso conto che non posso dare per scontato che a tutti sia immediatamente chiaro cosa significhi un tasto “Edit”. Questa storia dell’inglese non è uno scherzo: il problema della tecnologia si può embricare perversamente con quello dell’inglese. Temo che taluni si scoraggino proprio a causa di questa sovrapposizione di problemi.

Mi è venuto in mente che in passato insieme ad un amico (Marco Trapani) avevamo iniziato un glossario elementare.  Se qualcuno vuol dare suggerimenti o contribuire è benvenuto, intanto manca “Edit”… Poiché si trova in un wiki, potrei dare l’accesso a chi lo desideri. C’è anche un abbecedario di informatica. Il problema di questo tipo di risorse è che possono diventare presto obsolete in alcune parti, se non si mantengono costantemente, ma forse il glossario potrebbe essere curato da questa comunità.

L’altra faccia della fine – #ltis13

Locandina del connectivist Massive Open Online Course: Laboratorio di Tecnologie Internet per la Scuola - #LTIS13

Ogni fine ha un’altra faccia, che è sempre una rinascita. Ci occupiamo di questa, brevemente.

Domani l’altro devo proporre l’esperienza ad un convegno. Una di quelle circostanze da dieci minuti. Inusitatamente, ho preparato una presentazione, perché volevo provare Prezi. Nel post che finirò domani metterò le due cose insieme. Così allo stesso tempo si ricapitola l’avventura ma non si smette di studiare.

Poi c’è almeno un altro post rimasto nel cassetto, quello su XML. È un argomento su cui vale la pena di insistere ancora un po’ perché consente di unire il particolare al generale, che è una cosa molto buona. Fra non molto.

Devo finire la trascrizione del discorso di Morin. L’ho lasciato apposta qua sopra a controllare…

Varie persone avevano via via chiesto informazioni su come fare i video didattici, cosiddetti screencast. Non ho dimenticato, Arriveranno.

Qualcun altro avrebbe gradito qualcosa sul sistema LaTex. Ok.

Io è tanto che mi chiedo di fare qualcosa sulla crittografia: come si fa a proteggere la roba che si produce e come si fa a scambiarsela in modo sicuro. Prima o poi ce la farò.

Vanno curati questi rivoli ed altri eventuali.

Ho appena spedito il file OPML ad un mio amico, ex studente, con cui applicheremo metodi di social network analysis alle tracce che abbiamo depositato in RSSOwl. Sociogrammi e non solo, roba di cui questi numeri sono giusto l’embrione. Ci facciamo la tesi, lui come studente di informatica e io come relatore. Naturalmente racconteremo tutto. Può essere che vi chieda qualche aiuto. Ci divertiremo insieme.

Sentivo il bisogno di adottare una struttura un po’ più professionale per il blog. È andata a finire che me la sono cavata in una giornata. Da qui potrò poi fare altre cose. Tutto comunque nella direzione di un FOOL, sorta di spin-off di un cMOOC: Free Open Online Lab oppure Florentine Open Online Lab…  Firenze, quale richiamo alla bottega rinascimentale… scherzi, insomma una cosa permanente, chi entra, chi esce, chi rimane per un tratto, gente che si aiuta. Tempo rilassato ma persistenza. Non ho idea di quanto possa  funzionare ma l’intuizione è ben nutrita.

Di sicuro sto dimenticando… Mi si rammenti qualsiasi cosa.

 

 

Rivoli – #ltis13

Locandina del connectivist Massive Open Online Course: Laboratorio di Tecnologie Internet per la Scuola - #LTIS13

Devo tirar le fila per la presentazione ad un convegno: Le università per l’apprendimento permanente: sviluppo, occupazione, territorio, organizzato per il 14 giugno dalla “Rete Universitaria Italiana per l’Apprendimento Permanente” (RUIAP).

Al di là dei vari indicatori numerici, vorrei che venissero enfatizzate le iniziative emerse spontaneamente, forse l’indicatore  più caratterizzante per un percorso del genere.

Tuttavia, incline all’esplorazione ma pessimo nel fare ordine, rischio di perdere pezzi per la strada. Tutto il giorno per una cosa che credevo mi richiedesse un’ora o due. Non sono venuto a capo di nulla perché mi sono perso nel villaggio a curiosare e immaginare; veramente, ho passato la giornata a leggere e a pensare, a parte qualche risposta stamani presto. Col senno di poi mi domando come ho fatto a terminare gli studi…

Allora, ho buttato giù un pad per riassumere, solo una bozza. Prima ho messo le iniziative e poi, sotto gli asterischi, l’elenco dei pad che sono stati utilizzati. Vi chiedo di integrarla intervenendo in http://piratepad.net/ltis13-rivoli nei modi seguenti (o altri che vi venissero in mente):

  • scrivendo due righe che riassumino gli intendimenti dell’iniziativa
  • scrivendo i nomi di coloro che hanno partecipato fino ad ora, in qualche maniera
  • aggiungendo link alle iniziative che ho menzionato, se ne ho dimenticati alcuni
  • aggiungendo altre iniziative se ve ne sono
  • aggiungendo eventuali pad che mi fossi dimenticato

Ricopio pari pari qui sotto il contenuto del pad. Via via che verrà modificato rispecchierò qui gli aggiornamenti.

Vi ringrazio in anticipo per l’aiuto. Va da se che diffonderò il testo della relazione.
Continua a leggere la copia del pad…

Altre due parole sulla fine e sui CFU – #ltis13

Locandina del connectivist Massive Open Online Course: Laboratorio di Tecnologie Internet per la Scuola - #LTIS13

Avete ricevuto una lettera da parte della segreteria della IUL dove si precisano alcuni aspetti relativi al termine del corso. In particolare si precisa che il corso si chiude mercoledì 12 giugno e si precisano i modi nei quali potranno essere utilizzati i CFU, per chi li può e li vuole conseguire.

Ho subito iniziato a ricevere messaggi di commiato più o meno dispiaciuti per il fatto che il percorso volga al termine, per ciò che non è stato possibile fare, per il periodo disgraziato troppo denso di impegni eccetera.

Fermi. Il corso finisce ma il percorso no. È troppo interessante e sta funzionando troppo bene perché si possa accettare l’idea di terminare solo perché si chiama corso. Intuisco che possa evolvere in qualcosa di diverso e questa percezione non m’è affatto nuova. La mia esperienza di ricercatore si è nutrita di intuizioni e si è dipanata nella verifica di queste. A volte le intuizioni si sono rivelate giuste, a volte no; a volte sono rientrate nei canoni della produzione accademica, a volte no.

Qui ho avuto la fortuna di incontrare colleghi che mi hanno aiutato nella realizzazione di questa ricerca didattica e la declinazione cMOOC della forma corso si è rivelata quella adeguata. Ma ora sono stato affettuosamente invitato a tirare una riga. Benissimo, la riga passa per il 12 giugno e le valutazioni dei numeri e dei fatti occorsi si riferiranno al periodo di 10 settimane comprese fra il 3 aprile e il 12 giugno.

Il 12 giugno termina quindi il cMOOC “Laboratorio di Tecnologie Internet per la Scuola” #ltis13 e nasce un’altra cosa che so abbastanza bene come funzionerà, almeno per un certo tempo. Non so invece che forma avrà, presumo una forma nuova e non mi interessa nemmeno molto. Non mi interessa per nulla la forma corso. Continuo a pensare in termini di laboratorio, sempre intorno alle tecnologie internet per la scuola. O forse di bottega artigianale. Mi interessa comunque che funzioni. Mi interessa che il maggior numero di persone partecipi per il semplice motivo che trovi la cosa utile. La forma che prenderà sarà allora quella giusta. Se il processo declinerà lo termineremo, se fiorirà continuerò a lavorarci. Con l’accademia, o senza.

Continuerò ad aiutare i “principianti” nei fondamenti. Continuerò a incoraggiare gli altri a coadiuvarmi in questo, favorendo la creazione di comunità. Continuerò ad introdurre argomenti attinenti alla vita pratica nel cyberspazio, oscillando fra la minuzia e il panorama, se possibile sempre narrando.

Cambierà invece il ritmo, più rilassato al fine di rendere l’attività sostenibile per un maggior numero di persone, di lasciar evolvere iniziative e aggregazioni che fioriscono qua e la, di consentire a me di frugare con maggior attenzione negli scritti e nelle attività.

Probabilmente irrobustirò le notifiche modulandole nella forma della newsletter e adottando strumenti per me forse meno affascinanti ma più adeguati alla bisogna. Una newsletter comunque non periodica. Inutile che prometta ciò che non so fare.

Altre precisazioni verranno ma ora mi sono limitato a ciò di cui sono sicuro.

Due parole sulla fine e sui CFU – #ltis13

Locandina del connectivist Massive Open Online Course: Laboratorio di Tecnologie Internet per la Scuola - #LTIS13S’era detto che il corso doveva durare 10 settimane, fino a metà giugno quindi. Sarà così ma questo non significa che si chiuda qualcosa. Del resto, in questo blog non si chiude mai niente e i vari accessori rimangono, galleggiando alla fonda. Di solito la gente se ne va piano piano perché ha altro da fare. Qui però è un po’ diverso.

Il MOOC è rivolto principalmente a chi insegna ma obiettivamente è stato proposto nel peggior periodo possibile immaginabile, proprio quando fervono le attività per il termine dell’anno scolastico! Purtroppo c’era poco da scegliere. È difficile dar corso a iniziative del genere a livello istituzionale, le “learning organization” stanno in altri pianeti, per ora. È capitata l’occasione sotto forma di un’improbabile concomitanza di fattori favorevoli. Prendere o lasciare? Prendere, naturalmente.

Le difficoltà erano prevedibili. Molto meno la pervicacia di tanti che faticano ma non mollano. Un impegno del genere, sostenuto per 7 settimane in un periodo molto impegnativo, spesso intrecciato anche con gli oneri della famiglia, rappresenta un investimento importante, da non disperdere.

Quindi il programma che mi prefiggo è di continuare a sostenere coloro che vogliono continuare anche dopo la fine formale, soprattutto coloro che sono rimasti indietro. È probabile che sia possibile recuperare molto, nei mesi successivi. Un’esplorazione che potrebbe avere esiti interessanti.

Un altro aspetto che deve essere affrontato è quello dei CFU che, come sapete, possono essere attribuiti a coloro i quali abbiano lavorato adeguatamente e li richiedano alla segreteria. Non abbiamo mai parlato di esami e in effetti non ve ne saranno, in senso stretto. L’esame è nel percorso stesso e i risultati si valutano dalle tracce che sono state lasciate, dalla loro entità e dalla loro genuinità. I CFU maturano cammin facendo. Chi rimane indietro può recuperare. In una gran parte i risultati conseguiti saranno facilmente valutabili, in molti casi sono già del tutto evidenti. Potranno invece esserci casi che richiedano qualche forma di discussione, vedremo le modalità caso per caso.

Per organizzare il lavoro chiedo di manifestare l’intenzione di richiedere i CFU mediante il seguente modulo. La compilazione o meno non pregiudica niente, ha solo fini orientativi. Bastano nome e cognome. Se qualcuno vuol scrivere un commento lo può fare nell’apposito spazio, ma non è necessario. Questi dati vengono inviati per email e finiscono direttamente in un file adeguatamente organizzato nel mio computer. È un sistema che ho appena messo insieme per avere un’alternativa a GoogleDocs, dal quale mi vorrei svincolare. Spero che funzioni, gli esperimenti non finiscono mai

A voi che credete di essere rimasti indietro – #ltis13

Locandina del connectivist Massive Open Online Course: Laboratorio di Tecnologie Internet per la Scuola - #LTIS13

A voi che credete di essere rimasti indietro, che vi sembra di avere il blog troppo semplice, o di essere imbranate/i, che vi giustificate perché avete riunioni tutta la settimana, che vi è capitato un imprevisto, che vi è capitata una cosa terribile (sì, purtroppo anche questo), a tutti voi che vi sentite in qualche maniera emarginate/i dal gruppo, ebbene, sappiate che tale gruppo non esiste! Il gruppo siete voi! Anzi, in questo gruppo ci sono anch’io: basta che sia costretto ad assentarmi per un giorno e trovo circa 50-100 commenti da leggere, e a un terzo di questi, più o meno, mi pare di dovere una qualche risposta.

Allora rilassiamoci. Le numerose “giustificazioni” manifestano il desiderio di esserci. Ecco, questo desiderio è il cuore di una comunità del genere e va quindi accarezzato e allevato con cura.

Il prossimo passo che faremo – impiego di Diigo e tagging a gogò – non impedirà a nessuno di percorrere i passi precedenti al proprio ritmo. Coloro che pensano di essere indietro non dovranno affrettarsi a fare il prossimo passo, che continuino tranquillamente a compiere i passi precedenti, facendo domande se ne hanno bisogno.

Una di voi mi ha detto – Ma non voglio rubare spazio con le mie domande.

No, fatele, soprattutto voi che credete di essere indietro, il corso è fatto per voi.

WordPress e due o tre cose sulle pagine web – #ltis13

Locandina del connectivist Massive Open Online Course: Laboratorio di Tecnologie Internet per la Scuola - #LTIS13

Prima un’informazione di servizio: ho aggiornato i file OPML con i nuovi blog comparsi fra il 27 aprile e il I maggio. I file si trovano nella colonna a destra in alto, sezione Info #ltis13, ma metto il link anche qui: pagina dei file OPML.


Anche questo post scaturisce da alcuni vostri commenti, ma questa volta colgo l’occasione per aggiungere un approfondimento.

L’argomento attiene al confronto fra Blogger e WordPress (WP) e appare più o meno esplicitamente in molti commenti: @Monica Terenghi #16,17 (WP toglie l’attributo che fa aprire una nuova pagina), @Mario (iciaunord) #27-29 (idem), @Claude Almansi #40,43 (allarga il tema: WP non solo toglie ma aggiunge…), @Andreas #70 (breve spiegazione) @luciab #83 (si vede trasformare il codice di embedding di un video in WP), @tnt54 #117, 120,121 (anche a lei WP toglie l’attributo di apertura in un’altra pagina) in  Costruire un link con HTML; Maria Grazia #10, Claude Almansi #12, Maria Grazia #15, Claude Almansi #18 (tutti sul confronto Blogger-WP), annaritabergianti #33 (perde il codice di embedding di sccop.it),  anelim54 #34-37 (non riesce a usare varie formattazioni nel commento) in Qualche altro elemento HTML. E quasi certamente ho dimenticato qualcosa.
Strutturo il post…