Primi risultati sulla proposta di software libero nella classe di medicina – #loptis

È stupefacente che il software libero si diffonda nell’uso comune così lentamente. Non costa niente, offre moltissime applicazioni che sono più stabili, più scalabili, più adattabili, offre addirittura un intero sistema operativo in una molteplicità di sapori – Linux e derivati – apre una prospettiva di grande valore etico in un settore strategicamente cruciale, sia dal punto di vista economico che culturale. Ma l’ignoranza domina.

E non stiamo parlando di una novità. L’idea di software libero è nata più di vent’anni fa. Aziende del calibro di IBM hanno saputo integrarsi con il fenomeno più di dieci anni fa. Decine di milioni di smartphone hanno un cuore basato su Linux.

L’ignoranza domina, dimostrazione eclatante del torpore in cui versano scuola e università – mera istruzione, cultura poca, di quella vera, che attiene alla lettura e all’interpretazione del mondo quale esso diviene.

La diffusione di software e hardware libero rientra certamente fra gli obiettivi principali di questo laboratorio, in tutte le sue sfaccettature. Cogliamo quindi l’occasione per riportare alcuni primi risultati dell’impegno didattico nel corso di base di informatica al I anno di medicina a Firenze del corrente anno accademico – un piccolo insegnamento di 3 crediti universitari.

Per poter fare l’esame, gli studenti devono produrre alcuni elaborati. Per redigere i testi scritti devono scaricare e usare Libreoffice.
L’elaborato più importante che gli studenti devono produrre è quello su un argomento da scegliere a piacere fra quelli offerti nell’indice ragionato di questo laboratorio.

Gli studenti sono 378. In 107 hanno già inviato i loro elaborati. Di questi, 22 hanno scelto di occuparsi della questione del software libero, il 20% quindi. Due hanno realizzato un videotutorial per mostrare come hanno installato Ubuntu sul loro computer. Uno ha resuscitato un vecchio computer, ritenuto ormai inutilizzabile, installandovi Linux, uno ha addirittura imparato a usare la posta elettronica crittografata, utilizzando GPG e il client email Thunderbird integrabile nel browser Firefox. Risultati come questi sono resi possibili dal fatto che alcune lezioni frontali sono state trasformate in laboratori, dove gli studenti possono lavorare con il docente a progetti specifici – è così che Tommaso ha imparato a usare la posta crittografata.

Nel complesso ci pare un buon risultato, ma dobbiamo fare meglio.

Concludo con i due tutorial realizzati dagli studenti.

Il primo è di Beatrice, che scrive:

… io ho sostituito totalmente il sistema operativo poiché Windows mi creava non pochi problemi nell’ultimo periodo e temevo di dover addirittura sostituire il PC. Seguendo la sua lezione su “software libero” ho pensato che provare Linux poteva essere una soluzione! Adesso ho quindi solo Ubuntu e mi trovo molto bene, il forum [di Ubuntu] è stato davvero indispensabile e sono molto disponibili per qualsiasi problema. L’audio è risultato rumoroso a causa del microfono incorporato nel PC e per i tagli che ho apportato nell’editing.

(17 dicembre 2015: ho tolto il link al video perché l’autrice lo ha cancellato)

Il secondo è di Matteo, che chiosa così il suo elaborato con il quale ha presentato il video:

Tuttavia appena risolto l’intoppo ho iniziato il montaggio del video che pubblicherò su “Youtube” spacciandolo per una guida all’ installazione di Ubuntu sulla propria piattaforma Microsoft, ma è più il racconto della MIA esperienza con l’ installazione di tale software. Spero di esser riuscito nel mio intento e di aver fatto un lavoro “passabile”, chiedo anticipatamente scusa per la scarsa precisione e dovizia di particolari con cui ho eseguito il montaggio, ma è una delle prime volte che faccio un tale lavoro, inoltre chiedo scusa se ho sbagliato o ho confuso qualche termine”tecnico”. Ho cercato di informarmi il più possibile ma non credo di essere riuscito a mascherare più di tanto il mio essere un autodidatta.

Questi sono i contributi che ci piacciono, quelli di coloro che ci provano.

1 commento su “Primi risultati sulla proposta di software libero nella classe di medicina – #loptis”

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