Il nuovo MOOC “Coding a scuola con Software Libero” per l’ultima volta…

Domani è la prima di una serie di ultime volte. Tutto ciò che farò presso l’università a partire da domani sarà l’ultima volta che lo farò. Dunque domani farò l’ultima prima lezione del Laboratorio di Tecnologie Didattiche presso il Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria. Il corso che più mi ha appassionato, anche se mi sono piaciuti tutti quelli che ho potuto tenere su questi temi, grazie all’ospitalità dei colleghi di Scienze della Formazione (Dip. FORLILPSI). Sì, sono molto grato perché da vent’anni a questa parte era la cosa che più desideravo. Ho potuto seguire cinque edizioni di alcuni di questi corsi, dal 2016 ad oggi. Non ci avrei sperato, quindi grazie!

L’ultimo anno non significa che non si cerchi di continuare a migliorare. Quest’anno provo a dare una forma compiuta al MOOC, perché quelli precedenti lo erano a metà. Vale a dire che offrivano tutti i contenuti necessari ma per la parte interattiva si confidava principalmente nelle normali relazioni in classe e in un forum esterno, che avevo realizzato in Reddit (e che rimane attivo).

Il nuovo MOOC si chiama sempre Coding a scuola con Software Libero ma viene offerto attraverso la piattaforma Edx. L’inquadramento è il medesimo: risulta sempre un MOOC tenuto da un professore dell’Università di Firenze e realizzato con il supporto di Federica, che nella fattispecie è in partnership con Edx. Il MOOC parte con il Laboratorio di Tecnologie Didattiche ma è aperto a tutti, non solo ai miei studenti, e continuerà a girare anche dopo la fine del laboratorio.

Benché il nome sia lo stesso il corso è sostanzialmente rinnovato. Al di là di numerosi piccoli aggiornamenti e correzioni, le novità maggiori sono due:

  1. La prima novità di questo MOOC è costituita dalle numerose domande e esercizi che integrano i contenuti. Diciamo che in questa versione i contenuti poggiano simmetricamente sul testo e sulle domande. Ci sono cose che non dico nel testo ma le dico mediante le domande. O suggerimenti, insinuazioni, suggestioni. Diciamo che il corso assume una nuance decisamente più maieutica. A dire il vero vorrei che questa impostazione fosse ancora più pronunciata, ci sto lavorando, si va per gradi. Naturalmente rimane centrale il ruolo del forum, che però deve funzionare dentro al MOOC. Questo è anche un percorso di ricerca sulla forma MOOC al fine di colmare il divario fra i primi MOOC connettivistici (cMOOC), basati sulla partecipazione attiva e quelli “industriali” (xMOOC), che prevalentemente son fruiti in modo passivo — anche se vi sono delle brillanti eccezioni, da imitare e migliorare ulteriormente.
  2. L’impiego di LibreLogo rimane una scelta di riferimento ma il percorso viene proposto parallelamente in Python, mediante la libreria standard Turtle. Sto aggiungendo una versione Python di tutti i codici LibreLogo già presenti nel corso. Una metà sono già disponibili, avrò finito presto. È una scelta conforme al titolo perché Python è una forma di software libero. Le opzioni che ho privilegiato sono motivate dalla diffusione degli strumenti e quindi dalla persistenza, valore non da poco in contesti così volatili. Python è qui per restare a lungo: si sta avviando ad essere il linguaggio più usato al mondo, con una presenza fortissima nel mondo scientifico e in particolare nel rampante settore della data science. Scrivere in Python vuol dire comunicare in modo durevole con una comunità vastissima nel mondo.
    Qualcosa di simile si può dire di LibreOffice, come suite di produttività, analoga a MS Office ma free. LibreLogo è un plugin disponibile di default nel wordprocessor Writer di LibreOffice. Probabile e auspicabile che venga mantenuto così ma la base di utenti è certamente inferiore. LibreLogo è fantastico per chi inizia e per i più piccoli. Mi auguro che rimanga disponibile a lungo.
    Tuttavia c’è un altro elemento che rende vincente il tandem LibreLogo Python: i comandi della tartaruga sono molto simili nei due linguaggi, ci sono delle differenze sintattiche ma è molto facile passare da un linguaggio all’altro. Sono interessato a insegnare queste forme di programmazione per la condivisione di idee e per la formazione di una vera cultura scientifica. La cultura umana si basa su linguaggi universali, quanto più universali possibile. Per questo faccio pochissimi esempi di programmi con linguaggi a blocchi, che sono tutti fortemente vincolati a ambienti sostanzialmente chiusi, alcuni magari molto diffusi ma chiusi, come lo sono i social, totalmente dipendenti dalla volontà e dalle sorti di chi li gestisce.

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