21 pensieri riguardo “Due mesi di vita in un laboratorio virtuale”

  1. l’idea della condivisione è senza dubbio vincente. inoltre Condivisione vuole dire anche appartenenza e appartenere al villaggio consente di condividere ed apprendere conoscenza. La trascrizione di Antonella ne è un esempio: lei ha consentito a tutti di cogliere “qualche pezzo sfuggito per l’audio non limpido” offrendo “chiarezza” a tutti. Sull’esempio di Andreas che è sempre molto chiaro e paziente e ci guida negli apprendimenti.

    1. Anche per me condividere ha un significato che va oltre quello dell’apprendimento e della conoscenza
      E’ educazione alla convivenza, al rispetto e all’accettazione
      Ed è anche un buono “strumento” per se stessi, per nn sentirsi in difficoltà o frustrati da nn essere al passo con gli altri, potendo contare sull’aiuto reciproco e sulla solidarietà

  2. @antonella rubino # 11: grazie anche da parte mia per aver trascritto il video, ho recuperato qualche frase che mi era sfuggita a causa dell’audio non sempre limpido.
    Cito alcune considerazioni emerse nel discorso del prof. Andreas: …persone che si collocano diversamente nel confronto con i giovani…; …scompare la sensazione di handicap della nostra generazione…; …per avvicinarci ai giovani che stanno nel “mondo di là” rimbocchiamoci le maniche…; …quando queste persone vengono messe in condizioni di operare, diventano più bravi dei nativi digitali…
    Queste frasi mi hanno colpito e mi hanno emozionato perchè le sento come un incoraggiamento forte a continuare, nonostante la grande fatica; sento che interpretano le mie motivazioni e mi accomunano con tanti altri nel lavoro che sto svolgendo. Grazie ad Andreas e grazie a tutti gli altri senza i quali (i loro commenti, i loro contributi, i loro post) non avrei potuto imparare tutte le cose nuove che oggi riesco in-cre-di-bil-men-te a fare!

  3. Sono sempre la solita e, sicuramente, ho perso qualche passaggio: dov’è scritto dell’appuntamento di Milano? Forse sono lì a Luglio e mi interessa sapere, come Marina, come fare per…
    Ed ora una delle mie “grullerie”:
    se, guardando il video, attivate i sottotitoli (sulla barra inferiore, passate con il mouse sull’icona del foglio e vi appare “sottotitoli automatici”) otterrete una gag fantastica!
    Il clou al minuto 2.02 quando Rosaria di Roma diventa “ero troppo stanca” ed al 2.50 con ” Università nella quale è stato fatto questo laboratorio” tradotto in “torta pacco”.
    Ok, Prof.: vado in punizione dietro alla lavagna e sbobino il video alla “Almansi maniera”…non so a voi, ma a me la qualità dell’audio non fa capire moltissimo!
    Grazie, cmq, a chi c’era per averci procurato il filmato!
    🙂

  4. @Mariano Maponi

    Scusami, ogni abuso di gergo è un’angheria, in effetti. Non si tratta di una tecnica specifica di WordPress ma semplicemente della pratica con la quale in una comunità di blog gli autori commentano i post dei blog degli altri membri. Ti ringrazio per la domanda.

  5. bel video rispecchia il sentimento di gratificazione e contentezza di essere parte del villaggio che ho anche io ora… l’unica preoccupazione… quella di non avere tempo per arredare casa mia e invitarci qualcuno….. ma, ovviamente farò del mio meglio con l’aiuto di tutti voi….grazie Andreas!!!! o.O

  6. @Andreas: Condivido pienamente ciò che ha detto Elena Caldirola: “l’umanità nell’insegnamento” rappresenta una leva importante permette di scatenare l’entusiasmo negli apprendenti… Ci si appassiona se chi insegna trasmette passione allo stesso modo! L’autorità di chi insegna non dipende dal grado di distanza che una persona riesce a creare rispetto ai suoi studenti…
    Davvero una bella testimonianza! 😀

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