Daily: [potenza delle immagini]-[scienza]-[arte]

Sociogramma 8 maggio 2011. I nodi rossi sono studenti di medicina, i nodi blu cyberstudenti, il nodo celeste è il docente. Una linea che congiunge due nodi significa che almeno uno dei due ha fatto almeno un commento ad un post dell’altro.
Sociogramma 8 maggio 2011. I nodi rossi sono studenti di medicina, i nodi blu cyberstudenti, il nodo celeste è il docente. Una linea che congiunge due nodi significa che almeno uno dei due ha fatto almeno un commento ad un post dell’altro.

È bellissimo il video nel post asteroidi e blogosociodidagrammi di Roberta. La potenza delle immagini … Il post di Roberta mi fa venire in mente un paio di riflessioni.

Riflessione 1

Lo scienziato vive di immagini. Le sue intuizioni germogliano su immagini mentali che cerca di rappresentasi in tutti i modi possibili. Parlate con un ricercatore del suo lavoro, e molto probabilmente prima o poi inizierà a cercare un foglio e una penna per raffigurarvi i suoi pensieri, cercando di dare loro forma. Potranno essere forme vere e proprie, che si incastrano, che si contengono, che si attraggono o che si respingono, che si connettono l’una con l’altra in qualche modo. Anche una banale serie di misure numeriche finirà in un’immagine, un grafico in funzione del tempo o in funzione di qualche altra quantità, una distribuzione in gruppi, in cluster come dicono. Il ricercatore è ossessionato dalle immagini, e quando riesce a rappresentare una sua teoria o un insieme di risultati numerici in un’immagine, poi passa considerevole tempo a frugarla con la mente e a descriverla ai suoi collaboratori. Oggi, la mette anche facilmente nel suo blog.

Riflessione 2

Roberta poi dice

Anche questa è creatività RW, che non necessariamente deve dare come risultato un’opera artistica. Prendere le cose provenienti dall’Altro, farle proprie, rielaborarle e ricondividerle così ibridizzate e contaminate.

Ma la vita si trasforma nell’arte e non è più l’arte a scendere nella vita. Questa è la visione che contraddistingue le avanguardie artistiche contemporanee da quelle degli anni Sessanta o Settanta.

More about NetworkingTranquilli, non è farina del mio sacco, ovviamente. Questo concetto è descritto a pag. 58 del libro di Tatiana Bazzichelli (si può scaricare qui). È il libro più interessante fra gli ultimi che ho letto; ci ho trovato esattamente ciò che andavo cercando.

Nel Daily di due giorni fa raccontavo come avevo scoperto il clown Nuvola in uno spettacolo a Mercantia dove ero andato con l’idea che ci avrei trovato ispirazione per qualcosa di cui sentivo il bisogno, per dare aria ai corsi universitari.

È con uno spirito del genere che mi sono intrufolato in un seminario dell’AHAcktitude 2011, conoscendo, fra altre persone, Tatiana. In seguito alle suggestioni ricavate da quell’evento, scrissi il Daily: può un corso essere arte? che proposi anche nella lista AHA: Activism-Hacking-Artivism, alla quale nel frattempo mi ero iscritto.

In pratica mi hanno risposto 🙂 :

“Ciccio, perché fai a noi questa domanda? Se sei qui, la risposta la conosci già. Già che ci sei, perché non leggiucchi questo?”

E io l’ho letto.

Riflessione 1 & 2 -> 3

Attiene al cercare il senso delle cose. Perchè, se anche si è meri ricercatori in un mero laboratorio, con le mani sporche di apparecchi e di teorie matematiche, non è con il solo raziocinio che si intravede la luce del nuovo – la soluzione, la “scoperta”, la diagnosi – ma anche con qualcos’altro.

Ho difficoltà a descriverlo compiutamente questo qualcos’altro ma lo sento con assoluta certezza. Qualche tempo fa ho cercato di definirlo mediante le virtù delle comunità di pratica, quelle descritte da Etienne Wenger. Ho anche cercato di darne qualche evidenza arzigogolando con i sociogrammi delle blogoclassi. Qualcosa di buono c’è ma non è sufficiente. E non credo che sia riducibile a mera pratica, a qualcosa che posa essere messo in un manale buono per tutte le occasioni, per intendersi.

Attiene al riconoscere. L’intuizione, di uno schema soggiacente un insieme di numeri oppure di un collegamento fra mondi ritenuti lontani o altro, è un riconoscere che non è molto dissimile dal riconoscere dell’esperienza artistica.

Riflessione 1 & 2 & 3 -> 4

Ma il riconoscere non è una prerogativa esclusiva dello scienziato o dell’artista. È una prerogativa dell’uomo. Una prerogativa che nei bambini si manifesta in tutta la sua pienezza.

E quando uno riconosce che un certo insieme di situazioni, cose e persone, pensieri e azioni, partecipano alla realizzazione di un qualcosa che migliora lo stato delle cose [1], ecco, quella è un’opera d’arte.

L’opera d’arte non ridotta a meri artefatti fisici, ma compresa come l’insieme dei pensieri, degli atti e delle relazioni che hanno – eventualmente – lasciato tracce in quegli artefatti. L’opera d’arte è quindi un frammento di vita vissuta da una comunità. Diviene arte nel momento in cui la si riconosce.

[1] Tommaso Tozzi in Hacker Art:

6 pensieri riguardo “Daily: [potenza delle immagini]-[scienza]-[arte]”

  1. é verissimo, e io aggiungerei che l’arte è una dimensione al “plurale”, da vivere necessariamente con qualcun’altro; la si realizza nel momento in cui “s’intuisce” di aver creato qualcosa che ci accomuna agli altri, che possa venire da loro apprezzato, condiviso o comunque considerato. Credo che l’espressione artistica sia così importante proprio per la sua capacità di “avvicinare” gli animi e farci sentire un pò meno soli..:)

  2. Condivido anch’io e mi permetto di estendere con le parole di un grande scrittore: “Cercare adagio, umilmente, costantemente di esprimere, di tornare a spremere dalla terra bruta o da ciò ch’essa genera, dai suoni, dalle forme e dai colori, che sono le porte della prigione della nostra anima, un’immagine di quella bellezza che siamo giunti a comprendere: questo è l’arte.” (James Joyce)

  3. MI hanno colpito le ultime parole della riflessione e le condivido pienamente. Ogni opera non è una semplice rappresentazione, una semplice pennellata della tela, ma un’emozione, un pensiero, un ideale nel quale ci riconosciamo, che percepiamo e che facciamo nostro. Un pò come le canzoni. Ognuno di noi si riconosce attravero una canzone o un certo tipo di musica, e chi vive le nostre stesse emozioni solo sentendola, può condividere le nosre emozioni. Così le opere d’arte, come diceva Thomas Berger:”Che cos’è l’arte se non un modo di vedere?”

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