La radiolina, l’Ipad e il Kindle

Una piccola recensione di iPad e Kindle, che uso assiduamente da un paio di mesi, con un’esortazione finale ad abbandonarsi alle più gioiose sperimentazioni …


Quando ero piccolo, oziando la domenica pomeriggio alla finestra, iniziai a vedere gli uomini che, mentre passeggiavano con la moglie vestiti a festa, tenevano all’orecchio una scatolina di plastica. Era il 1960 e nell’ambiente agreste nel quale vivevo la tecnologia era poca. L’ingresso del frigorifero in una casa era un’avvenimento e quindi cose del genere facevano effetto.

Quelle scatoline erano le prime radio portatili, le famose radioline a transistor Chi si poteva permettere una radio-giradischi a valvole, splendidi mobili che diffondevano splendidi suoni, sosteneva che quella novità era l’ennesima bischerata di un mercato impazzito e che sarebbe presto scomparsa perché la musica era praticamente inascoltabile. Ma i passeggiatori domenicali, che erano contadini e operai, non ci ascoltavano Bach o Mozart bensì la partita di calcio.

Gli “esperti”, o fortunati possessori di radio, disponevano di una sola prospettiva possibile e sfuggiva loro il fatto che alcune diverse caratteristiche di quelle radio un po’ gracchianti, potevano dar luogo a impieghi del tutto diversi.

Infatti le radioline a transistor si rivelarono l’avanguardia di una rivoluzione economico-tecnologica che fece scomparire i bellissimi apparecchi a valvole nel giro di pochi anni.

Quelle radioline che conobbi da ragazzo mi sono rimaste molto impresse. Nei frammenti di memoria le vedo emanare una luce, la luce del futuro.

Ci sono episodi che si rivelano insegnamenti profondi, a distanza di anni. Mi colpì il contrasto fra la previsione perentoria di chi possedeva le radio, e quindi probabilmente se ne sarebbe dovuto intendere, e lo svolgimento dei fatti.

Quell’episodio mi ha aiutato a capire che per cogliere il nuovo si deve tornare ragazzi, ci si deve dimenticare delle proprie abitudini, convinzioni e convenienze, affrontando la novità con lo spirito del gioco. Bisogna tornare a zero, come gli ominidi di Kubrick che guardano l’incomprensibile monolite girandogli attorno. E forse con uno spirito simile dovremmo guardare alle varie novità che la tecnologia sta sfornando.

Prendere in mano questi nuovi balocchi, usarli, inserirli nella propria esistenza e nel proprio lavoro, vedere che succede, lasciarsi venire le idee. E forse parlarne meno perché parlandone e basta si rimane negli schemi convenzionali. Il nuovo si scopre esplorando e facendo …

Lo strumento del futuro

La strumento del futuro è ormai dietro l’angolo e non è il computer, così come i più lo conoscono. È un oggetto talmente piccolo e leggero da rappresentare giusto un quaderno in più nella borsa, ma deve offrirmi una superficie di lettura e scrittura paragonabile, deve accendersi e spengersi nello stesso tempo in cui io apro il quaderno, non mi deve arrostire quando lo tengo in mano, deve farmi dimenticare il problema dell’alimentazione, deve essere banale e immediato da usare e non mi deve richiedere di imparare nulla – per inciso, quest’ultimo è esattamente il motivo per cui penso che i corsi di informatica convenzionali, ubiquitari, siano inutili e obsoleti – mi deve consentire di raggiungere tutto ciò di cui ho bisogno, fonti di informazione, funzionalità che mi interessano e dati, tutto là fuori in Internet. Localmente deve disporre di funzionalità molto limitate e specifiche invece di applicazioni ponderose e grandi archivi. Deve costare circa come un pieno di benzina [1].

Il tablet-PC iPad e l’ebook reader Kindle iniziano ad andarci vicino.

Come ottenerli e quanto costano

L’iPad [2] si compra nei negozi Apple o nell’Apple Store online. Io l’ho trovato in un grande magazzino all’estero.

Attualmente costa circa dieci pieni di benzina. Probabilmente fra poco più di un anno costerà la metà.

Il Kindle si ordina in Amazon, come un qualsiasi libro. Arriva velocemente. Costa circa 3 pieni di benzina.

Primi passi

Adoperare Il Kindle è immediato, si spacchetta e si usa. I tasti si spiegano da soli e bastano pochi minuti di esplorazione per fare la cosa fondamentale che è leggere un testo. Volendo si possono scorrere in un attimo le sei pagine del manuale ma è quasi superfluo.

L’impatto iniziale con l’iPad, non avendone mai visto uno prima come nel mio caso, disorienta un po’. Si rimane basiti davanti a questo monolite, proprio come gli ominidi in 2001 Odissea nello spazio. Mi sono messo a ridere quando mi è venuta in mente questa immagine rigirandomelo fra le mani. Le istruzioni sono ridotte a pochi banali schemi e in effetti le ho perse la sera stessa senza grossi danni …

Comunque si scopre che ci vuole un computer con iTunes installato. Io non ce l’avevo, quindi ho dovuto aspettare di essere tornato a casa. iTunes esiste per Windows e Mac e si scarica gratuitamente. Funziona da configuratore dell’iPad e se uno ci gestisce musiche, video e podcasts, può successivamente sincronizzare queste cose con l’iPad.

Facile poi riconoscere le funzionalità delle icone. Si impara alla svelta a manipolare gli oggetti con le dita. I possessori di iPhone ovviamente lo sanno già fare. Per me era una novità, molto gradevole. In una settimana mi sono abituato al punto che ora continuo a mettere le mani sugli schermi degli altri computer col risultato di averli tutti sporchi…

Mentre il Kindle nasce con l’obiettivo specifico di lettore di libri, l’iPad si propone come finestra su Internet, che non è più solo un repositorio di informazioni ma una fonte sterminata di dati, di funzionalità e di comunità. Quindi l’iPad deve offrire potenzialmente una varietà di opportunità. In effetti nell’Apple Store, accessibile nella prima pagina dell’iPad, è già disponibile un’enorme quantità di applicazioni di ogni tipo, alcune decisamente utili, altre poco più che curiosità. Sono applicazioni che costano poco, fra quelle che ho installato si va da meno di un dollaro al massimo di 8. Molte sono gratis. l’iPad può servire a quasi tutto. Lo sto utilizzando da circa un mese e ci faccio il 90% delle cose che mi servono usualmente.

Limitandosi alla funzione di ebook reader

L’applicazione per trasformare l’iPad in un lettore di libri, iBooks, è gratuita e dà accesso a circa 15000 libri, attualmente, soprattutto di narrativa, quasi tutti gratuiti. L’esperienza di lettura è davvero notevole. Frugare nel libro, girare le pagine, porre segnalibri, scrivere annotazioni, cercare testo, evidenziarlo … tutto reso estremamente facile e gradevole dall’interfaccia “touch”. La possibilità di passare dall’orientazione “ritratto” a quella “paesaggio” semplicemente girando l’apparecchio è strepitosa per leggere al meglio pagine di formato diverso. In tutto questo iPad è superiore al Kindle, in particolare quando eventuali illustrazioni a colori, artistiche o tecniche possono fare una differenza. Lo svantaggio principale sta nello schermo retrolluminato che all’esterno in piena luce diventa facilmente uno specchio e non si legge più niente. Al contrario, la tecnologia ad inchiostro elettronico del Kindle consente di leggere benissimo proprio in abbondanza di luce … verrebbe da dire il Kindle di giorno e all’esterno, l’iPad quando la luce si fa carente! È comunque solo questione di tempo, queste tecnologie convergeranno presto.

Ma il confronto fra iPad e Kindle quali lettori di eBook non si può ridurre a questi particolari tecnici. Kindle ha dietro la logica e la capacità di Amazon, che è ormai il punto di riferimento mondiale della distribuzione libraria, e non solo. Nel Kindle stanno attualmente 1500 libri, che è già una cifra esorbitante da portarsi dietro, anche in un viaggio lungo. Comunque, anche se uno ne avesse acquistati di più, non ce bisogno di averli tutti fisicamente dentro, Amazon si ricorda cosa hai comprato e li puoi sempre riscaricare. Se chiedo di ricevere su di un secondo Kindle un libro che avevo acquistato e scaricato con il primo Kindle, Amazon me lo rispedisce subito.

Ad oggi i titoli disponibili sono 670000. Oltre a questi sono scaricabili in formato Kindle alcuni milioni di titoli liberi da copyright (pre-1923) da una selezione di archivi liberi.

Costo dei libri

Sia da parte di commentatori stranieri che italiani ho letto lamentele sul fatto che

la versione online dei libri costa più della versione cartacea.

Non condivido questa affermazione. Il costo reale di un bene è formato dalla somma di tutti i costi che io devo sostenere fra il momento in cui decido di voler fruire di quel bene e il momento nel quale ne posso effettivamente e pienamente fruire.

Prendiamo ad esempio un classico in lingua inglese, per riferirci ad un segmento che sia ormai a regime in questo settore: The Grapes of Wrath (Furore) di John Steinbeck.

I prezzi che riporto qui di seguito sono riferiti al 4 settembre 2010.

  1. Versione online in kindle store: 13.55 $ fruibile dopo 60 secondi
  2. Versione tascabile Amazon
    1. 10.32 + 7.98 $ in 18-32 giorni lavorativi (posta internazionale standard)
    2. 10.32 + 12.48 $ in 8-16 giorni lavorativi (posta internazionale espresso)
    3. 10.32 + 35.98 $ in 2-4 giorni lavorativi (corriere intenazionale)
  3. Versione tascabile in libreria (Ed. Bompiani): 12.88 $ + costi e tempi per recarsi in libreria

Mi sembra chiaro, se voglio risparmiare scelgo la versione online che mi dà il valore aggiunto di una consegna quasi immediata, che è molto importante. Infatti quando desidero leggere un libro ho poca voglia di aspettare perché quel desiderio di solito si inserisce nel flusso dei miei pensieri ed è quindi in quel momento che ne ho bisogno. Può invece succedere che dopo due settimane sia costretto a pensare a tutt’altro. Questo vale specialmente per i libri che servono per lavorare.

Autonomia

Finalmente si inizia a ragionare. Sono anni che vado cercando notebook sempre più piccoli per avere un’autonomia decente. Se inizio a farcela a lavorare in treno fra Firenze e Milano è per via dell’alta velocità e non per l’autonomia. Sono giunto ad utilizzare i netbook, anche in versione solo ram senza hard disk ma non c’è verso. A dispetto di tutte le dichiarazioni è difficile superare le due ore di autonomia. L’iPad inizia ad essere accettabile poiché ci si lavora comodamente tutto il giorno. Almeno da nuovo, quanto questa prestazione si manterrà nel tempo è ovviamente un’incognita. Eccezionale invece l’autonomia del Kindle. Se si ha l’accortezza di disattivare il collegamento wireless quando non serve (è facilissimo) può durare settimane.

Connettività

Non conviene fare i pidocchi risparmiando sulla connettività. Un obbiettivo fondamentale di questi oggetti è quello di essere finestre sempre aperte sulla noosfera, quindi per poterle sperimentare pienamente non si deve rinunciare a niente su questo fronte: wi-fi + 3G.

Tutti e due riescono a gestire ottimamente le connessioni disponibili. Rispetto a tutto ciò che ho provato sino ad ora sono i migliori apparechi in assoluto: finalmente connettività trasparente. L’iPad gestisce la connettività wi-fi e 3G e lo fa in modo intelligente: appena trovano un segnale wi-fi disponibile lo utilizza limitandosi ad avvertire l’utente; quando questo segnale viene a mancare torna al segnale 3G.

Per sfruttare la funzionalità 3G è necessario avvalersi di un contratto con un operatore di telefonia mobile. L’iPad non ospita però le normali schedine SIM bensì una nuova versione, imposta in pratica proprio dalla Apple, che si chiamano microSIM. Queste hanno il chip identico ma hanno dimensioni esterne molto più ridotte. I primi mesi molti ricavavano le microSIM ritagliando accortamente i bordi di delle SIM. Ora si trovano presso i punti vendita dei gestori.

Amazon invece, con l’ultima generazione di Kindle ha fatto una cosa che secondo me è rivoluzionaria. Mi stupisco che se ne parli così poco. Mentre l’iPad offre connettività wi-fi + 3G il Kindle offre wi-fi + free 3G. Questo significa che negli US e in altri 100 paesi del mondo ci si connette gratuitamente ovunque vi sia segnale di qualche operatore di telefonia mobile!

Niente contratto con nessuna compagnia, niente schede SIM o microSIM. Accendo il mio Kindle e lui si connette. Ovunque mi trovi, purché ci sia segnale, io posso ricevere un libro in 60 secondi. Posso trovarmi in treno, per esempio viaggiando attraverso l’Europa, e la connessione è sempre disponibile senza che io debba pagare niente. I costi di connessione sono stati assorbiti una tantum nei 50 dollari aggiuntivi richiesti all’acquisto per la versione 3G. Libero dal sempre sgradevole e frustrante rapporto con uno qualsiasi dei gestori di telefonia mobile, che come al solito gestiscono il rapporto con la clientela al di fuori delle più elementari norme di chiarezza e trasparenza.

Questa è una novità importante perché propone un nuovo modello di business di offerta di servizi attraverso la telefonia mobile. È una novità particolarmente importante per gente che vive in un paese nel quale l’abuso pecuniario su ogni forma di intermediazione, vuoi di natura pubblica o privata, rappresenta la norma.

Sorprese di vario genere

L’iPad viene pubblicizzato e se ne parla come di uno strumento multimediale ottimo per navigare magnificamente in Internet.

Vero, a parte una stranezza: l’Apple si è rifiutata di rendere l’iPad compatibile con Flash, la tecnologia Adobe per la produzione di video e animazioni varie. Conseguentemente, tutti i siti che hanno componenti gestiti con questo standard si vedono in modo imperfetto, in proporzione all’importanza relativa delle parti in Flash.

Le motivazioni principali pare che siano il fatto che su congegni di tipo touch la tecnologia Flash sia instabile e tenda a drenare troppo in fretta la batteria. A Flash la Apple preferisce il nuovo standard HTML5.

Una guerra fra colossi. Facciano loro, in qualche maniera convergeranno e per ora non mi strappo i capelli per qualche sito in meno; fra l’altro i siti web che hanno bisogno degli effetti di Flash sono quelli che mi interessano meno.

Invece il risultato più sorprendente è che l’iPad si è rivelato il miglior strumento per scrivere che abbia mai utilizzato. In effetti lo sto usando per tutti i miei testi e siccome la gran parte del tempo che passo al computer la passo scrivendo, sto usando quasi solo l’iPad.

Uso My Writing Nook, un software per scrivere testi in un ambiente privo di inutili orpelli che si può anche collegare ad un account Google. In pratica sull’iPad appare come un applicativo locale ma, se si possiede un account Google, lo stesso ambiente è accessibile da qualsiasi computer e con qualsiasi browser.

Non si scrive affatto male con la tastiera virtuale che appare sullo schermo ma conviene procurarsi una tastiera bluetooth. Io uso quella piccolina, senza tastierino numerico. Con iPad e tastiera separati mi accomodo ovunque ottimamente. Due oggetti che nello zaino spariscono fra i libri. l’iPad si accende in pochi secondi, se è in standby si riaccende istantaneamente, come aprire il quaderno. L’autonomia mi garantisce un giorno di lavoro. Non si scalda. L’applicazione My Writing Nook è concepita per chi vuole solo scrivere concentrandosi sul testo. Ciò che scrivo lo posso immediatamente inviare al mio indirizzo email per backup per distribuire il testo altrove, e mi trovo comunque tutti i documenti salvati in internet, grazie alla sincronizzazione di My Writing Nook con Google Docs e a un’interfaccia identica con la quale posso lavorare da qualsiasi altra macchina collegata ad internet.

La filosofia di Word è ormai preistoria. Stanno fiorendo i sistemi di scrittura minimali free o da due soldi che è ciò di cui la gente che lavora ha bisogno. Tutta la parte di formattazione e editing grafico è ormai assorbita da strumenti internet che automaticamente vengono incontro alle esigenze della grande maggioranza delle persone.

Quella di scambiare l’alfabetizzazione informatica (computer literacy) con la capacità di utilizzare un sistema di scrittura concepito per una segreteria o un ufficio di marketing e un sistema di presentazione concepito per il medesimo ufficio di marketing è una colossale cantonata.

Nel mio lavoro, che è fatto per il 90% di scrittura e pubblicazione di testi (in Internet e in stampa) e di lezioni o conferenze, il ruolo di Word e PowerPoint (o simili) è esattamente zero.

Quindi, ecco un impiego imprevisto per il quale questo oggetto non sembrava progettato. Usandolo si è rivelato l’impiego principale!

Un’altra piacevole sorpresa è stata quella che ho smesso di sprecare carta e toner. Leggo tutto su Kindle o iPad, a seconda di quello che mi fa più comodo, magari tutti e due. Le mie bozze, le tesi dei miei studenti, rapporti tecnici, brochure di congressi. Sfogliare la bella brochure dell’eBookFest sull’iPad è un piacere, mi godo le belle foto a colori e non spreco denari in costosi inchiostri colorati su pagine che presto butterò via. Andare alla seduta di tesi con le pagine della tesi segnate con i bookmark sul Kindle, per poterci discutere con il dito sopra insieme ai candidati e ai membri della commissione, senza spendere un centesimo in carta che andrà rapidamente al macero, dà una sensazione di leggerezza e libertà. Le pagine della tesi su Kindle e i propri appunti a matite sul quadernino: usare tutti gli strumenti in modo ottimale. Questo è il futuro, sì, matite e supertecnologie.

Fra le piccole sorprese. Mi trovo in treno e ricevo un’email con una tesi da leggere con una certa urgenza. Inizio quindi a leggerla subito ma dopo un paio d’ore il netbook sta per scaricarsi. All’ultimo momento scrivo un’email all’indirizzo andreas.formiconi(AT)kindle.com con allegata la tesi in pdf. Il netbook si addormenta ma prendo il Kindle nel quale trovo la tesi e continuo tranquillamente a leggere, anzi meglio. Ok, è un servizio a pagamento ma mi è costato solo 0.99$, una cifra che ho pagato ben volentieri in quella circostanza.

Se non mi trovo a giro per il mondo bensì a casa posso trasferire semplicemente il file tramite il collegamento UBS. Il Kindle viene visto come un qualsiasi altro supporto di memoria. Oppure, se sono in treno e ricevo un documento di testo che vorrò leggere in seguito, posso allegarlo ad un’email a andreas.formiconi(AT)free.kindle.com. Amazon me lo rispedisce per email formattato per bene e poi io lo posso trasferire sul Kindle a casa.

Altra piccola storia. Sempre in viaggio, preparo una relazione che devo fare ad un seminario. Mi imbatto in un riferimento bibliografico che mi sembra cruciale, Innovation–The Missing Dimension; ci vorrebbe una magia! Prendo il Kindle, cerco il titolo che mi serve: c’é! Lo acquisto e dopo un minuto inizio a leggerlo. Questo mi consente di farne tesoro nel seminario che devo fare di lì a pochi giorni. Del resto libri del genere, pur importanti sul momento, ma destinati ad avere vita corta a causa dei tempi tecnologici che condannano tutto ad una rapida obsolescenza, preferisco non averli in formato cartaceo. Ho armadi pieni di testi e manuali che ho usato intensamente per uno o due anni e che ora non servono più. Un gran problema di posto e una minaccia per la mia allergia da acaro dermatofagoide.

Con ambedue gli oggetti, dai testi che si sta leggendo, si accede direttamente a Wikipedia e al Oxford Dictionary. Si possono porre segnalibri, evidenziare testo, fare annotazioni. Con il Kindle le annotazioni si possono ritrovare archiviate in un sito apposito e da lì recuperarle. Si posso anche inviare la parti evidenziate come messaggi in Twitter.

Kindle, nel menu principale, ha una pagina interessante che si chiama Experimental. In questa pagina Amazon propone alcuni servizi sperimentali in forma di prototipo, invitando gli utenti a dare un feedback: “Sono utili? Vale la pena di continuare a lavorarci? Che ne pensate? Mandateci per favore i vostri commenti su kindle-feedback@amazon.com”. I servizi attualmente sono: un browser Internet, la possibilità di suonare file mp3, la funzione Text-to-Speech.

Ecco così un esempio di come un’azienda veda i propri consumer trasformati in prosumer: persone che oltre ad essere clienti possono essere propositivi nello sviluppo di un nuovo prodotto. Il futuro della Wikinomics qui fra noi, ora, adesso.

Conclusione

C’è un grande dibattito su quali saranno le sorti del libro, su quale sarà il ruolo dell’ebook, su come tutto ciò influenzerà il mondo dei libri di testo, su quale sarà il futuro degli editori e di tutti gli operatori coinvolti nella filiera del libro.Tutte questioni importanti e tutte domande lecite.

Io credo tuttavia che questi nuovi oggetti abbiano la potenzialità di creare nuovi modi di utilizzo che potrebbero essere interessanti e qualche volta forse rivoluzionari. Ma questi nuovi modi non vengono certamente fuori con le grandi elucubrazioni degli esperti e con i dibattiti, bensì con l’uso.

La questione è attinente al tormentone del futuro dei libri di testo nelle scuole. Troppe chiacchere, troppe prese di posizione, troppe previsioni teoriche. Le tecnologie oggi sono alla portata di tutti. Il problema se con i testi scolastici il formato da adottare sia pdf o epub è oziosa: nessuno ha la possibilità di prevedere il futuro.

Si usino le tecnologie che ci sono. I blog e i wiki si sono rivelati formidabili Content Management System. I repositori di materiali didattici sotto forma di Open Educational Resources sono oramai già sterminati e in piena espansione. La maggior parte sono in inglese. Ebbene arricchiamo quelli esistenti traducendoli e magari migliorandolli. Coinvolgiamo gli studenti in lavori del genere. Cogliamo anche l’occasione per insegnare loro l’inglese, o altre lingue, per davvero, sul campo, facendoli cercare, leggere, studiare in quelle lingue.

Usiamo creativamente questi mezzi meravigliosi che abbiamo a disposizione, come tanti grandi insegnanti del passato che hanno fatto miracoli con le tecnologie di carta e il ciclostile (anche il mio caro professore di scienze).

Agiamo dal basso e in modo pervasivo, ma agiamo anziché parlare, accusare, lamentare, rivendicare, sentenziare, prospettare, attribuire. Si usi semplicemente la rete per scambiarsi le domande e i risultati delle azioni. Oggi è così che si determinano le tecniche e le pratiche. È così che si cambia il mondo.


[1]. Esprimo i costi in pieni di benzina perché rilevo una tendenza al risparmio sbilanciata rispetto ad altri tipi di consumi che sono spesso sopportati con disinvoltura magari a fronte di scarsi benefici, per esempio percorsi fatti inutilmente con l’auto. Talvolta può forse essere più giustificato spendere qualche pieno di benzina per fare un viaggio utile nel futuro piuttosto che un viaggio inutile nel presente.

[2] Mi riferisco qui ai due prodotti che oggi consentono l’esplorazione più completa di queste nuove modalità: l’iPad (Apple) per i tablet-PC e il Kindle (amazon) per gli ebook-reader. Nulla vieta che presto siano disponibili valide alternative. Non si tratta di fissarsi su dei prodotti specifici bensì di essere disposti a sperimentare concretamente qualsiasi cosa per capire le potenzialità.

Location:Località Musignana,Greve in Chianti,Italy

17 pensieri riguardo “La radiolina, l’Ipad e il Kindle”

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  2. Ciao Andreas! Leggo questo dopo un (bel) po’ (è iniziata la scuola…). Grazie, bellissima recensione: praticamente ho “visto” gli oggetti, me li sono sentiti in mano (di giorno, si notte e pure sul treno!) Se mai vorrò farmi un bel regalo, non occorre chiedere a un amico né spendere in dieci riviste specializzate; ci sei già tu, qui, da rileggere con calma.

  3. Caro Lucignolo, 😉
    nella Scuola che Funziona ti aspettiamo già seduti
    nei banchi(virtuali) dell’aula virtuale,
    anche se sappiamo che, per fortuna(nostra ;),
    tu non salirai mai in cattedra!

    Scusa se ho definito “di nicchia” il tuo blog,
    ma è un fatto che sull’i-phone riesco a leggere
    tutti i post della ScheF, ma non quelli di Iamarf,
    per leggere i quali devo accendere il tradizionale
    (e per te obsoleto) PC! 😉
    A presto 🙂

  4. @Anto magari quei tipi intervistati nel New York Times son dei ciccioni che non ci pensano due volte a mangiare un altro gelato industriale nefasto per il loro pancione e allo stesso costo della differenza di cui si lamentano

    ma loro fanno bene a recarsi in libreria perché fa bene alla loro salute

    😀

    @Marco grazie 🙂

    @M. Antonella eh grazie anche a te

    sì codesta è proprio una cosa che vorrei fare

    sono prudente perché sono intimorito

    ti sembrerà strano, ma io ho grande rispetto per molte persone che sono nella ScheF, ed anche per alcune che se ne sono andate

    sai, ho anche ancora un po’ di paura dei prof, io …

    voglio esser sicuro di avere qualcosa di utile da dare

    ma penso che ci proverò in autunno

    devo anche essere sicuro di essere riuscito a liberarmi da una serie di impegni, a ottobre lo saprò

    Questo spazio non è di nicchia, ma è un porto di mare dove capita gente un po’ di tutti i tipi, è per questo che lo vedo come il mio canale principale

    mentre la ScheF non è del tutto visibile dall’esterno (come a me piacerebbe)

    quindi tutto quello che compongo passa di qui ma questo non mi impedirà di replicare ciò che è utile in ScheF

    a dirla tutta, la mia tecnica di scrivere i post qui e fare solo l’occhiolino nel blog della ScheF è già nello spirito del corso che tu ipotizzi

    Lucignolo travestito da prof 😉

  5. Bene, Andreas,
    ho letto con interesse anche quest’ultimo tuo post,
    in cui senza salire in cattedra e con leggerezza e
    competenza ci dai particolareggiate informazioni e consigli sui nuovi strumenti elettronici e informatici e sul modo in cui li si può utilizzare nella maniera più ergonomica e proficua…
    Mentre leggevo però mi veniva da pensare:
    perché tutte queste informazioni che sicuramente sarebbero
    di grande utilità per gli insegnanti, permettendo loro
    di approfondire le loro conoscenze in materia e soprattutto
    migliorare le loro capacità nell’uso delle tecnologie
    informatiche, il prof. Andreas se le tiene in un sito di
    nicchia, e non le inserisce, (magari aprendo una discussione ad hoc), anche nella ScheF???
    Anzi, perché non pensa di trasmettere le sue conoscenze
    per mezzo di un corso nell’aula virtuale del nostro NW???
    Tanto più che molti di quelli che vengono qui a leggerti,
    e a commentare quello che scrivi, proviene, (me compresa),
    dalla ScheF!

  6. Veramente ottimo post, che condivido in toto. Oggi ho saputo che il mio Kindle mi arriverà lunedì prossimo. Spero di scriverci qualcosa di intelligente o di interessante anch’io, ma dopo il tuo post rimane ben poco da dire. Viene una gran voglia di usarlo, però, questo sì.

  7. E’ tutto il giorno che rimugino sulla questione del prezzo degli e-book, anche perché l’ho sollevata recentemente, da bravo newbie appena entrato in questo mondo :-).
    La tua spiegazione, Andreas, non mi convince del tutto.
    Certo, è innegabile che il consumatore abbia un vantaggio nella possibilità di download immediato. Tuttavia, va considerato che molto spesso le spese di consegna non ci sono (Amazon fa offerte per i mercati nazionali che copre ma ancche molte librerie online in Italia offrono consegna gratuita sopra una certa cifra).
    Inoltre, per l’editore l’online rappresenta un canale aggiuntivo, per cui anch’esso ha un vantaggio! Senza contare i mancati costi di stampa, trasporto, magazzini, distribuzione, “rese” ecc.
    Insomma, continuo a pensare che gli e-book debbano costare meno!!
    Tra l’altro, ho cercato un po’ in rete e vedo che la questione è moooolto sentita. Un esempio:

  8. @danj
    🙂

    @Carlo
    leggo molte chiacchere che fanno pensare debbano spuntare tablet da tutte le parti

    il Samsung tablet sembra essere il più diretto concorrente

    oppure, il team di jolicloud, il sistema linux per i netbook, sta lavorando sodo per rendere il sistema tablet-compliant

    comunque quello che dici è vero … vedremo … 🙂

    @Marco
    la mia dimestichezza deriva da avere trafficato sempre con questi cosi, è vero, da quando erano armadi ad ora, ma di base, c’è il fatto che sono un “giulivo cialtroncello”, il che a volte mi causa qualche problema ma qualche vantaggio ce l’ha 😀

    la questione è che il mondo è veloce e noi, per cultura, lo abitiamo come se fosse eterno, e questo ci inganna parecchio

    quando avevo vent’anni era utile sapere che sotto il cofano c’era non solo il motore, ma il carburatore, lo spinterogeno, le candele, nella motocicletta le puntine platinate ecc

    era un divertimento smontare la motocicletta per ripararla e poi provarla, si poteva fare! e ci ho passato felici nottate

    oggi è impossibile, troppa tecnologia stratificata

    apri un cofano: c’è pigiata dentro l’ira di dio, un tempo il meccanico ci infilava le braccia fino a appoggiare la bazza sulla testata, ora è semplicemente impossibile

    d’altro canto ci sono altre necessità, oggi a qualunque pischello il babbo gli mette sotto le chiappe un aggeggio da 100 cavalli – e dico poco- e siccome il pischello, duole dirlo, è colpa nostra, 9 su 10 non sa come fare a passare il “tempo libero” eccetto che a rintronarsi le nottate facendosi di troiai vari, quando torna rischia tremendamente

    ci sono quindi altre cose da insegnargli sulla macchina, e il tempo che prima si impiegava a spiegare il motore ora va impiegato a spiegargli che vuol dire essere un uomo, qual è il valore della vita e soprattutto il valore della vita degli altri

    e questo è un discorso che tracima subito nel generale

    oggi si insegnano a questi pischelli un tale oceano di minuzie che alla fine diventano un mucchio di stronzate nelle quali non ci capiscono più nulla e manco vedono poi gli obiettivi veri

    tornando alla cosiddetta informatica, oggi il rischio grosso e che i pischelli, che comunque in internet ci stanno, ci stiano da idioti e quindi invece di spiegar loro l’unità di controllo bisogna accompagnarli per mostrar loro come fare a essere uomini in internet, che è anche un’ottima occasione per mostrar loro come si fa a esser uomini in generale

    senza offesa per pischelli che io sono stato uno dei più grulli e, no per vantazione, ancora mi difendo!

  9. D’accordo su tutto Andreas! Qualche dubbio solamente sulla diminuizione di prezzo dell’i-Pad. Se la dinamica sarà quella dell’i-Phone (mio amato!), il prezzo non scenderà mai perchè assorbito dall’uscita dei modelli successivi. Se oggi io volessi acquistare l’iPhone 4 spenderei la stessa cifra già spesa per il 3G: effetto del monopolio Apple… Il giorno che dovessimo vedere “iPad” di concorrenza, allora sì, il prezzo comincerebbe a scendere.

  10. ok, prof.
    d’accordo che non si deve “conoscere” word in modo approfondito
    d’accordo che questi strumenti sono sempre più facili e si deve calarsi nei panni del “nativo digitale”, e “usare” piuttosto che “leggere i manuali”
    d’accordo che saranno sempre più potenti e “convergenti”, e sempre meno costosi
    però…
    però rimango sempre della mia idea che una conoscenza di base di cosa ci si può fare, di cosa non ci si può fare, di come funzionano “dentro” (non dico di diventare meccanici, ma di sapere che sotto il cofano c’è un motore si…) secondo me resta importante.
    Sono strumenti complessi, un uso “disinvolto” si ottiene non solo con un uso continuo (che aumenta casomai la velocità), ma con un uso consapevole, anche e sopratutto per non sbattere il naso in ogni angolo che non si capisce.
    In definitiva: quando è “fondamentale” la SUA dimestichezza con l’informatica a tutti i livelli, per essere così rapidamente adattabile e produttivo su nuovi strumenti e nuove tecnologie ?

  11. 😀
    infatti

    ipad e kindle mi interessano in quanto prime realizzazioni di tecnologie effettivamente innovative, su vari fronti

    importante è capire cosa ci si può fare e lasciar lavorare la fantasia i prezzi caleranno velocemente da soli sotto un marchio o un altro, poco importa.

    il ruolo di Apple è, per ora, quello di riuscire a coagulare le più recenti tecnologie in prodotti innovativi e di mangiarsi la prima fetta della torta, poi viene la massa dei produttori.

    fra un anno o due, forse, Apple se ne uscirà con qualche altra diavoleria e molti altri produrranno roba simile all’ipad a un terzo o un quinto del prezzo.

    Il prezzo per kindle calerà ancora, ma devo dire sta veramente offrendo anche molto … se penso che ogni famiglia butta via 500 euro l’anno o più in testi inutili, o quasi … due fratelli a distanza di due anni nella stessa scuola devono usare libri diversi …

  12. Ottima “guida all’acquisto”!
    Sono contento di vedere che forse è stato proprio il mio “braccino corto” ad ispirarti la metafora dei “pieni di benzina” 🙂
    Hai ragione, intendiamoci, concordo (anche se ho risparmiato il famoso pieno sul Kindle..).
    Anche perché continuo a pensare che il costo sia un elemento molto importante.
    Una delle questioni infatti è: se questi oggetti sono destinati al grande pubblico, e allora i 50 euro di differenza ..contano, eccome! Oppure sono gadget per geek.. e allora effettivamente non fa differenza.
    Il paragone che faccio è con i lettori mp3, per i quali oggi sono disponibili modelli a poche decine di euro, pur continuando ad esistere gli iPod da molte centinaia…

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