Bando, cose che si potrebbero fare …

In relazione al bando strano che ho pubblicato recentemente, faccio delle proposte su alcune possibili attività.

Se qualcuno mi può dare una mano, secondo le proprie attitudini ed il proprio tempo, questo diventa automaticamente coautore o riceve comunque credito che mi preoccuperò di rendere ben visibile.

Se nessuno mi può dare una mano va bene lo stesso perché questo è un modo per dire cose che mi premono. È già utile così.

0) Qualche principio

Il “sistema” prevede corsi di “alfabetizzazione informatica” per tutti, a costo di usare l’ECDL, ma noi abbiamo a che fare con una generazione nativa digitale e la quota di coloro che sono meno digitali si sta assottigliando rapidamente. Spesso in tale quota si trovano giovani che pur essendo nativi digitali non se ne rendono conto per via di qualcuno dei blocchi che riusciamo a regalare loro. Ci vuole poco a sbloccarli.

La cosa più sensata è trasformare l’alfabetizzazione informatica nel perfezionamento delle capacità espressive mediante gli strumenti offerti da Internet. Questo è un obiettivo che si persegue molto bene inducendo gli studenti a fare delle cose, in particolare ad esprimersi in ogni modo possibile. Inducendoli a fare delle cose cooperando, trasformando il valore negativo della copia passiva nel valore positivo della copia attiva. Il motto è: “copiatevi migliorando!”.

La valutazione deve essere fatta sulle cose realmente avvenute, aumentando più possibile la quota oggettiva della valutazione. Per la quota soggettiva ci si deve attenere all’iniziativa, alla creatività, al coraggio, alla generosità, meno al merito delle questioni.

Bisogna sforzarsi di impiegare strumenti disponibili in rete a costi nulli o irrisori. Con irrisori intendo che possano essere sostenuti senza problemi da qualsiasi privato, dell’ordine di una manciata di euro l’anno. Tali cioè da rendere insensato il ricorso a meccanismi burocratici. Chi non è dell’idea di spendere personalmente una manciata di euro per una cosa nella quale crede tanto vale che non si si metta nemmeno nell’insegnamento. Nessun server da gestire. Nessuna piattaforma strutturata. Nessun finanziamento da reperire. Nessun amministrativo da braccare per questioni di manutenzione. Libertà completa da vincoli che distraggono dalle cose importanti!

Ora divido le attività su cui c’è da lavorare in tre tipologie.

1) Gestione

1.1) Gestione breve termine (aprile, maggio)

Valutazione delle attività degli studenti nell’edizione primavera 2007.

Se faccio tutto da solo, su alcuni aspetti devo limitarmi a valutazioni dicotomiche perché ormai ho messo troppa carne al fuoco. Per esempio: chi ha fatto un login in Twitter prende un punto (o qualcosa da definire) e chi non l’ha fatto non prende nulla. Sarebbe meglio valutare 1) il numero di follower e di followed, 2) il ritmo dei messaggi e magari 3) la creatività dei messaggi. Cose analoghe per del.icio.us, le mappe ecc.

1.2) Gestione lungo termine (entro fine settembre 2008 )

Preparazione del corso autunno 2007.

Questo semestre sono fuggito in fretta e furia dalla piattaforma moodle di ateneo perché nel I semestre m’avevano fregato con il problema dei numeri di matricola e le password. Non avevo però tempo ho dovuto lasciare i contenuti nella piattaforma. Non sono più la cosa principale però ci devono essere. Mi sono limitato a trasferirli nella piattaforma Moodle sul server che si trova nell’aula informatica dove lavoro. Li voglio trasferire sul wiki. Per ora nel wiki ci sono i link ai contenuti sulla piattaforma, eccetto il capitolo 1 sul social networking che è nativo wiki 😉

Va da se che nel fare il trasferimento i contenuti possono essere aggiornati e migliorati, ove opportuno.

2) Sviluppo e nuove idee

L’iscrizione va migliorata ulteriormente. Quest’anno gli studenti si iscrivevano direttamente in una pagina wiki. Il prossimo penso di utilizzare i form dei Goggle Spreadsheets. Potrebbero venire altre idee.

L’ideale sarebbe che i dati di iscrizione e autoaggiornamento degli studenti fluissero automaticamente nella griglia di valutazione. L’obiettivo è che le energie dei docenti vengano spese unicamente nelle valutazioni che non possono che essere soggettive.

Voglio inoltre mantenere la possibilità di approfondire i problemi particolari dei singoli. Potermi sedere accanto ad uno studente che ha un problema. A questo non voglio rinunciare e quindi le operazioni meccaniche devono essere progressivamente automatizzate.

3) Diffusione delle idee che ispirano questo esperimento didattico

3.1) Diffusione

È necessario far circolare la notizia che sono in corso esperienze didattiche concrete radicalmente diverse e che queste sono rese possibili dalle straordinarie capacità connettive della rete. Io sono a conoscenza di quello di Letteratura Latina seguito da Maria Grazia ma ve ne saranno degli altri. Trovarli. Il potenziamento è duplice e reciproco: si può migliorare consistentemente l’insegnamento grazie all’impiego accorto di Internet e si enfatizza il ruolo di Internet quale importante mezzo di formazione. Anche questo secondo aspetto è importante, ricordate il ridicolo servizio di Vespa sui blog?

Chiunque cooperi in questo lavoro di diffusione del messaggio è più che benvenuto.

3.2) Pubblicazione dei compiti degli studenti

L’espressione di questi studenti è così densa e significativa che merita di essere pubblicata nel tentativo di chiarire che, malgrado tutto, nei giovani c’è una grande quantità di positività e purezza d’intenti che la nostra società, ma soprattutto il nostro sistema educativo, demolisce sistematicamente. Un dato che emerge inequivocabilmente dai messaggi sul seminario I Care.

Abbiamo a disposizione tre capitoli:

3.2.1) Opinioni generali sul metodo. Per ora abbiamo quelle del I semestre, fra poco arriva il resto.

3.2.2) I contributi sul valore del contesto, con particolare riferimento all’insegnamento della matematica. Di grande interesse il fatto che a lamentarsi di un assenza di contesto nella matematica scolastica siano molti di quelli che a matematica non avevano problemi! È semplicemente accaduto loro di poterla vedere come un gioco ma è rimasta lassù, spersa nel mondo di Platone.

3.2.3) Lo sviluppo delle idee intorno al seminario I Care. L’entità del moto indotto da questo seminario in una grande parte di questi 200 e passa studenti è semplicemente impressionante. Si accappona la pelle al pensiero che questa quantità di positività vada sepolta.

È un materiale cospicuo. Non si può propinare tutto così com’è perché vi sono molte ripetizioni, ovviamente. Occorre un lavoro di composizione che elimini le ridondanze rispettando al tempo stesso la risposta globale della comunità e le sue articolazioni fondamentali.

È un lavoro che richiede qualche attitudine letteraria. In me tali attitudini scarseggiano, come altre che servirebbero per fare il resto …

7 pensieri riguardo “Bando, cose che si potrebbero fare …”

  1. Ciao, se ci dovesse essere bisogno di esperienze dirette, mi prenoto. Sono d’accordo sul collegamento delle ICT ad esperienze-attivita’ concrete, realizzate, documentate. A queste si potrebbero far seguire rivisitazioni, ipotesi, proposte, altre esperienze, e cosi’ via.

    Avrei al mio attivo:
    lavagne collaborative on line + chat
    chat (testuali / bi e tri dimens.)
    blog (tra scuole, anche in ospedale)
    robotica

    Cosa potrebbe essere piu’ utile?

    A presto, Linda

  2. Di corsa di corsa in questi giorni …

    Per ora mi limito a dire grazie per il punto 2, credo che possa essere prezioso il tuo aiuto, confesso che ci speravo 😉

    Appena respiro approfondiamo.

    No, non posso andare a Taranto, troppi impegnifra aprile e maggio.

  3. Per ora vado di corsa ma ritornerò sull’argomento. Cominciamo con un paio di punti:
    1) per quanto riguarda la valutazione degli studenti, di che cosa hai bisogno? Che cosa vuoi valutare per non essere ‘dicotomico’?
    2) Per la composizione del materiale relativo ai compiti degli studenti, metto il cappello sulla sedia 🙂 . E’ un lavoro che faccio spesso e che mi entusiasma sempre.

    OT ma tu vieni a Taranto a fine aprile?

  4. Beh… Un’ottima idea quella di “farsi aiutare” sia per trasmettere un’immagine diversa della rete e dei giovani, sia per migliorare la didattica del corso… Credo che accorreremo numerosi… 🙂

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