Vi propongo la risposta di uno studente al post precedente sui clown in corsia. Uno dei tanti studenti che, venendo a studiare nel nostro paese da lontano, ha imparato l’italiano studiando contemporaneamente qualcosa’altro. È uno sfogo che, prendendo le mosse dalle considerazioni sull’avviamento dei clown in corsia, parla delle vicissitudini degli studenti nella facoltà di medicina. Non nascondo di condividere in gran parte queste opinioni e comprendo che tanti miei colleghi potranno condividerle più o meno. La pluralità delle opinioni è un fatto naturale, anzi asupicabile. Sono però sicuro che l’attitudine ad ascoltare gli studenti sia una grande carenza della nostra scuola, di tutte le nostre scuole.
Grazie Prof!
E’ incredibile la precisione e sensibilità con cui lei riesce a scoprire le nostre paure! Anch’io spesso rifletto su tutto questo guscio che ci tiene stretti al suo interno e che è fatto di tantissimi materiali, i più diversi, che non mi piacciono molto! Anch’io ho tanta paura dei numeri, dei conti che vorrebbero rispecchiare, e che non rispecchiereanno MAI al 100%, la nostra preparazione e capacità professionali; e purtroppo tantissime volte ci ho sbattuto la testa, e forse tante altre volte lo dovrò fare… da sempre è stato così! Da sempre in ogni scuola, siamo stati codificati e numerati con misure approssimative … ci siamo mai chiesti perchè non è mai esistito uno psicologo nella scuola? Un ora dedicata alla psicologia umana? Eppure servirebbe a chiunque, soprattutto ai ragazzi in fase di crescita alla prese con le prime responsabilità!
In questi ultimi 3-4 mesi ogni giorno ho lottato contro la rabbia, lo stress e l’incessante pensiero all’ingiustizia che spesso dobbiamo subire, senza aver alcuna voce in capitolo! Mi sono chiesto, perchè io che mi dedico con passione alla mia formazione, non devo aver mai nessun stimolo verso l’umanità da chi dovrebbe essere la mia guida (forse una guida non c’è!); perchè devo spesso rimpicciolirmi e chiudermi nel mio silenzio, per paura di mille blocchi mentali, fisici e universitari e buttar giù amari bocconi di insensibilità e disattenzione da parte di chi non è un modello di empatia né di umanità. Mi dispiace profondamente fare i conti con una realtà che non riesce a promuovere il mio stato d’animo verso la gioia e umanità. Mi son chiesto in questi mesi, perchè chi avrebbe dovuto insegnarmi non solo una materia, che per inciso dovrò studiare su 10 testi diversi (e i miei appunti di lezione non serviranno mai ai fini dell’esame!), non ha saputo darmi la chiave vincente per rimanere vivo dentro e verso gli altri; perchè chi ha già percorso con mille sacrifici e fatiche questa strada, dimentica che anni fa era come me e aveva bisogno di essere incoraggiato e guidato; perchè perfino molti specializzandi si nascondono e ci snobbano, persino si vergognano di salutare noi poveri studentacci perchè siamo inferiori, mentre loro invece… che tristezza!
Con mille paure e ricatti informali, che sono i peggior fantasmi, finiamo per vivere la formazione verso una delle professioni più VIVE e VITALI, che si nutrono di CONTATTO, COMUNICAZIONE e DIALOGO, nella maniera più PASSIVA possibile.A breve finirò il mio percorso… e non mi era mai successo di affrontare vere crisi e momenti di abbattimento… non ho mai messo in dubbio le mie scelte, ma sono stato sempre determinato; ed invece? Invece, non mi vergogno di dirlo, ho ceduto pure io quest’anno…il fardello delle responsabilità, dei regolamenti disumani, dello stress psichico mi hanno fatto vedere un lato di me che prima credevo inesistente: ho avuto tanta paura della mia fragilità e debolezza, paura di aver sbagliato tutto… si rende conto prof?
Mi sono chiesto perchè in Francia, in Germania o in Spagna, nessun studente di medicina mi capirebbe e nessuno si sentirebbe mai come me… Perché all’estero gli studenti di medicina vedono più i reparti che le aule? Mi sono chiesto, perchè qui diversi ragazzi vanno verso l’esaurimento nervoso? A chi servono i medici schizzofrenici ed esauriti? E’ una strategia avere più studenti fuori corso che in corso? E’ una strategia garantire lo studio solo ai più ricchi? Con tasse salatissime e strumenti che pochissimi utilizzeranno, perchè la corsa è mirata a passare l’anno e l’esame, perchè se ti becchi il blocco per un esame, sei un uomo morto…ma è una follia! Non sono uno studente bloccato, ma ho molti amici bloccati. Quale formazione danno i blocchi? Non è meglio focalizzarsi sulla propedeudicità e togliere le BOCCIATURE da LICEO dall’università? Perchè perdere un anno intero a causa di un solo esame? In quell’anno non puoi più dare gli esami successivi né prendere firme, devi andare a lavorare e già che ci sei andare in analisi, perchè ti ha distrutto pure l’idea che non puoi chiedere dai tuoi una tassa in più dopo mille sacrifici! Non è giusto, e ti uccide da dentro… a che serve poi? Perchè a lezione ci sono sempre massimo 20 persone su 200, e tutti a casa a studiare perchè se non dai l’esame c’è il blocco? E’ stata testata scientificamente l’efficacia di questo metodo? Che succede in altre facoltà senza blocchi? Sono meno preparati e competenti? Vorrei capire, solo questo…e proprio non ci riesco! E questo mi fa paura!
Non riesco a mollare, perchè in fine dei conti, mi sento RINATO! Per assurdo, grazie al periodo più brutto della mia vita universitaria, ho capito che questa è davvero l’unica cosa al mondo che voglio fare, e perchè no, VOGLIO FARE LA DIFFERENZA! Voglio essere io un punto piccolo, che però non dimenticherà mai la sua provenianza… so che con me ci saranno altri puntolini e che tutti stiamo camminando verso una stessa direzione, con un unico messaggio ed obiettivo nel cuore..questo mi conforta ma mi creda è demotivante e straziante l’involucro che ci tiene soffocati!
Le scrivo, perchè mi piacerebbe parlare con lei di quello che tra i pochi riesce a percepire; perchè uno studente che ama ciò che fa, non deve soffrire così disumanamente, rischiando di non essere mai apprezzato e premiato dai numeri… perdere l’anno, o essere umiliato agli esami (purtroppo succede spesso e ogni anno peggio…ma perchè? )! Ho paura della passività, che ignora ormai la qualità in questa formazione; e mi spaventa il futuro della medicina in mano a qualcuno che ha vinto solo nella corsa. Ho paura dei miei pensieri e delle mie idee, ed ho paura di dover fuggire ancora dall’infelicità!
Spero di poter parlare con lei, e parlarle a cuore aperto… spesso ci troviamo soli in questo sistema e questi schemi che ci vengono imposti, ed è davvero sorprendente vivere ancora in un LICEO chiamato università, dove non sei libero di organizzarti da solo. Siamo ignorati… e non chiediamo molto, ma vivere umanamente e serenamente lo studio!
Grazie prof di esserci sempre stato per noi; è un vero amico, padre e professore per noi…un punto fermo, dove sai che sei ascoltato e compreso…
a presto
1 commento su “Risposta di uno studente”