
Ottimo collegarsi ai post di altri studenti, come ha fatto Chiarina, parlando di letteratura scientifica.
Bello questo brano di Alessia:
Ma anche se esula un po’ dal mondo dell’istruzione, posso dire di aver trovato un grande esempio e una persona da stimare nel mio maestro di pianoforte. Mi ha insegnato a non fermarmi mai allo studio puramente tecnico, ma a provare a trasmettere qualcosa a chi ascolta. Per ogni nuovo pezzo che imparavo, lui mi raccontava la vita del compositore che lo ha scritto, in che periodo storico viveva, di che corrente musicale faceva parte, e insieme ci immaginavamo quale fosse il suo stato d’animo, se era innamorato, infelice, malinconico, se il pezzo gli era stato commissionato dall’imperatore, se era dedicato a una fanciulla o se lo aveva composto semplicemente per se stesso. In pratica, per suonare bene un brano è indispensabile conoscere chi lo ha scritto. E non si trattava di studiare a memoria una biografia (come capita a scuola), ma di entrare nel vivo di un’epoca storica, di mettersi nei panni del compositore, di entrare nella sua mente e nel suo cuore. Ogni brano che suonavo aveva una storia diversa, e ogni racconto stimolava la mia immaginazione e la mia creatività, come se Bach o Beethoven fossero lì a parlarmi e ad ascoltarmi.
Con il passare del tempo il concetto di maestro si allarga. Ci sono persone che hai incontrato anche fugacemente ma che con poche parole, o anche con un singolo atto e nessuna parola, ti hanno lasciato una traccia indelebile. O meglio, ti hanno lasciato un seme del quale sul momento ti eri appena accorto, ma poi un giorno ti rendi conto che qualcosa che per te è diventato molto importante non è altro che la pianta germogliata da quel seme.
Tutti i grandi sono stati bambini una volta. (Ma pochi se ne ricordano.) si intitola il post di Alice … e proprio oggi sull’autostrada si ascoltava l’audiolibro del Piccolo Principe 🙂
Grazie professore, non le dico che sorpresa è stata aprire il suo blog e leggere sul daily alcune righe scritte da me 😀 sono felice di aver condiviso la mia esperienza. Bellissima la metafora del seme, mi ha fatto pensare a una cosa: spesso ci rendiamo conto del valore delle parole (o, come dice lei, di un singolo atto e nessuna parola) solo dopo diverso tempo. Sarebbe stato bello accorgersene subito ed essere consapevoli della ricchezza con cui abbiamo a che fare, ma credo che faccia parte di un processo inevitabile che prima o poi tocca a tutti: crescere 🙂
P.S. A proposito di crescere.. il post di Alice mi ha riportato alla mente tanti bei ricordi associati al Piccolo Principe. E’ uno di quei libri che tutti dovrebbero leggere almeno una volta, grandi o piccini che siano 🙂
è giustissimo nn estraneare mai nulla dal suo contesto,è solo cosi che ci possiamo veramente rendere conto di quello su cui stiamo studiando,ponendo attenzione,ascoltando,vedendo.. penso sia il concetto basilare della storia, materia secondo me affascinante, da cui dovremmo imparare di piu,soprattutto dagli errori passati,piu che le “conquiste”..