Una ventina di persone hanno risposto alla richiesta di aiuto per sperimentare il sistema di iscrizione che ho descritto nel post Ricostruzione della blogoclasse. Grazie a: Emanuela, Ardian, Max, Stefania, Elisa, Roberta, Valentina, Maria Serena, Claudio, Elisa (un’altra), Giulia, Serena, Elio, Matteo, Beatrice, Carmela, Marco, Claude. Grazie a questi studenti e a questi amici.
Gli inconvenienti che sono emersi e le osservazioni che queste persone hanno fatto sono state molto utili. Di queste, ce n’è una che è interessante commentare un attimo. Marco mi chiede:
… ma obbligare ancora a scrivere http:// all’inizio di un indirizzo non sa un po’ di retrò ?
Di prim’acchito, ritrovandomi nel modo “risposta breve a un mucchio di email”, ho reagito così:
… sì … ma prima devo badare a che “il dentro” faccia quello che deve e
che sia robusto, poi arriveranno vari miglioramenti …
Una risposta abbastanza prevedibile. Tuttavia, ripensandoci meglio, mi pare di poter dare una risposta migliore.
Sì, può essere che obbligare le persone ad iniziare con “http://” gli URL dei blog sia un po’ retrò ma quello che sto costruendo non è un servizio web di uso generale, bensì un componente di un sistema didattico. Vero è che nella fattispecie si sta trattando di un mero attrezzo di iscrizione ma questo non impedisce che anch’esso, in qualche sua minuzia, non debba avere un pur piccolo valore didattico.
Orbene, in passato, avendo usato dei moduli GoogleDocs – che non consentono, almeno fino ad ora, alcuna forma di controllo dei valori introdotti – mi ritrovavo un po’ di tutto e, per quanto riguarda gli URL dei blog, non troppo raramente delle cose piuttosto strampalate, che mi obbligavano a perdere tempo per recuperare le informazioni corrette, caso per caso.
Io posso facilmente aggiungere il codice per aggiungere la stringa di caratteri “http://” all’inizio di un URL quando questa non c’è, ma così non mi salvo comunque dai casi nei quali per esempio una persona mi scrive “blogspot”, perché “http://blogspot” non è ciò di cui ho bisogno. Non sono pochissime le persone che non hanno ben chiaro cosa voglia dire “scrivere l’indirizzo del blog”. Ebbene, in tutti questi casi, se il sistema reagisce dicendo qualcosa del tipo “Amico non va bene, un indirizzo internet è fatto così e così …” , la persona è costretta a riconsiderare la questione. Io risparmio tempo e lo studente ha acquisito una conoscenza pratica di un indirizzo.
La questione è certamente di marginale importanza ma illustra un fatto generale importante, spesso trascurato: che la cosa giusta da fare non è una nozione assoluta ma dipende dal contesto.
… e grazie M.Antonella 🙂 Tommasina 🙂 Mauro 🙂
Non so perché ma il precedente post mi definisce Anonimo!
Eppure sono regolarmente iscritta alle tue news, Adreas…
Allora mi firmo:
M.Antonella
(se ti ricordi ancora di me e di noi della ScheF! 😉
Ciao, Andreas!
Anch’io mi sono iscritta, fuori tempo massimo, al tuo fantacorso…
Quest’anno per suggerimento di un collega che lo ha postato sulla ScheF, ho iniziato ad usare con una classe Google Calendar per l’assegno dei compiti a casa, ma penso anch’io che ci sia la necessità di sperimentare nuove vie, artigianali ;), in questo sterminato campo.
Perciò buon lavoro (so che stai lavorando per noi 😉 e
in bocca al lupo!
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Bentornato nella Scuola che Funziona!
(se non fossi ricomparso, ti avrei inserito nel “Wanted”
della prossima newsletter 😉