Cronaca di una caccia all’errore – #loptis

La cronaca seguente potrà essere utile per coloro che vogliono cimentarsi con l’impiego dei quiz Hot Potatoes, ma il messaggio importante è un altro: l’impiego di strumenti aperti e standard consente di risolvere i problemi con i soli limiti della propria perseveranza, intelligenza e attitudine a collaborare: siamo liberi. Quando invece si usano strumenti basati su codici proprietari, ci troviamo in una condizione di impotenza, nella quale siamo dipendenti dalle condizioni imposte da terzi, di solito governate da ragioni di natura economica: non siamo liberi. Questa è la situazione che si verifica con l’ubriacatura planetaria delle applet, che di per se non avrebbero nulla di male, se non che queste vengono quasi universalmente distribuite con un modello di business strettamente proprietario. Con questo tipo di prodotti gli esercizi di intelligenza che stiamo esplorando sono negati.


Nel post precedente abbiamo affrontato il problema dell’inserimento di un quiz fatto con Hot Potatoes per risolvere il problema del cruciverba di Antonella. Nel post ho mostrato il procedimento con un semplice quiz.

Antonella è andata subito a provare inserendo un quiz analogo, che però non funziona regolarmente: il mouse è sensibile ai comandi ma questi non si attivano.

Considerato che il quiz di Antonella era pressocché identico al mio, avevo pensato ad altri fattori che rendessero ragione del diverso comportamento, per esempio il tema grafico. Poi mi è venuto in mente che potevo carpire il codice dell’Hot Potatoes usato da Antonella, andando nel suo post e usando la combinazione di tasti Ctrl-u, poi estraendo la parte pertinente al quiz.

confronto fra il codice di due quiz generati con il sistema hot potatoes
Clicca l’immagine per vederla bene

Fatto questo l’ho confrontato, riga per riga con il codice del mio quiz.

Con un po’ di pazienza è abbastanza facile individuare le differenze e riconoscere quelle giustificabili – per esempio quelle dovute al fatto che io ho usato la versione Java e Antonella quella Windows. Scendendo nel codice, alla fine è emerso il problema…

confronto fra il codice di due quiz generati con il sistema hot potatoes
Clicca l’immagine per vederla bene

Nell’istruzione 1440 del quiz di Antonella c’è un’anomalia:

una riga di codice sbagliata in un quiz fatto con hot potatoes
La parte di codice errata è evidenziata in rosso

Non mi chiedete come possa essere successo questo. Posso solo dire che quando si manipola il codice si deve agire con lentezza e accortezza, come quando si si lavano a mano i cocci preziosi della nonna. Ecco la versione corretta:

una riga di codice corretta in un quiz fatto con hot potatoes
Qui il codice è stato corretto

Bene, allora ho provato a scrivere un post usando il codice di Antonella originale e uno con il codice corretto.

Ok, pare tutto chiaro. Ma devo aggiungere ancora una cosa. Se guardate il blog nel suo insieme – non un post alla volta come nei due link precedenti – vedete che ho scelto di non mostrare i post interi, esattamente come faccio in questo blog con i post più vecchi e più lunghi, in modo che uno possa scorrere agevolmente la pagina vedendo di primo acchito solo gli incipit dei post. Questa cosa la si realizza inserendo – in modo HTML! – il codice <!–more–> <br /> dove si vuole che il post venga interrotto.

Ebbene, ho usato questo accorgimento perché mi sono reso conto che avendo più quiz attivi nella stessa pagina questi interferivano fra loro in maniera scorretta, allora ho trovato questa soluzione.

12 pensieri riguardo “Cronaca di una caccia all’errore – #loptis”

  1. Questi due post relativi a Hot Potatoes mi hanno ricordato un’attività che avevo svolto due anni fa per l’insegnamento (I anno IUL) di inglese: avevo aperto un wiki e inserito una lesson plane. In questo wiki avevo creato pagine con cruciverba, close, quiz ecc… realizzati con Hot Potatoes appunto. Ma per farli “funzionare” avevo caricato nel wiki i files e nella pagina di riferimento, “Gioca, divertiti, impara”, i link che li attivavano.

    Questa sera, dopo aver letto i due post, ho prima di tutto capito alcune cose che allora proprio non avevo compreso (procedevo “a naso”, per tentativi, prove ed errori), in secondo luogo ho aperto una pagina in quel wiki tentando di inserire una prova di quiz preparata secondo le indicazione del Prof.

    Non ci sono riuscita!
    Questa volta però non sono da sola! So che se chiedo aiuto e chiarimenti, vengo sostenuta.
    Le mie domande:
    è possibile usare le pagine del wiki?
    Se lavoro in modalità wikitext editor (cosa che ho fatto) dovrebbe funzionare l’inserimento? In caso di risposta affermativa devo ragionare sulla procedura che ho messo in atto e scoprire l’errore.
    Grazie
    Antonella C

    1. Purtroppo devo sbrigare delle faccende amministrative e devo anche stringere per scrivere un paio di articoli per editing multimediale – quanto detesto le scadenze… – ma una prova veloce l’ho fatta.

      In principio, quando sei nel modo editing della tua pagina, devi cliccare l’icona Widget e poi, nella finestra che appare, selezionare la voce in fondo nella colonna di sinistra: Other HTML. Si apre così uno spazio nel quale puoi incollare il codice HTML.

      Ho provato con il tuo Cruciverba: la grafica va a pallino ma la funzionalità c’è. Probabilmente si può aggeggiare per ottenere un buon risultato. Per ora devo mollare. Tu magari esplora, e facci sapere. Anche altri possono provare…

      1. Grazie!
        Spiegazione chiara, ho fatto qualche piccola prova, per ora non ho ottenuto risultati soddisfacenti, ma ho avuto davvero poco tempo, riprovo domani.
        Antonella C

        1. Oh, questa sera un passo avanti!
          Premessa: ho lavorato per un po’ con un file creato con Hot Potatoes l’altra sera: con questo non facevo passi avanti, perchè mi risultava solo una piccola parte di quello che avevo realizzato. (e ancora devo scoprire che cosa non funziona, ma ci ritorno in un altro momento).

          Allora ho preso un flle già caricato nel wiki, l’ho aperto, CTRL+u, ho copiato il codice, sono andata in una pagina nuova del wiki e l’ho incollato con Widget: questa volta il giochino c’è! Come ha scritto il prof la grafica va a pallino, ma funziona; in un’altra pagina ho incollato il codice, quindi il prossimo passo sarà tentare di sistemare un pochino la grafica.

          Ogni volta che si ottengono questi risultati, anche se minimi, si è proprio soddisfatti!
          Grazie, Prof!

    2. Aggiungo una nota appena più tecnica. Quello che fa Wikispace al codice HTML prodotto con Hot Potatoes, è semplicemente strappare tutta la sezione CSS, cioè quella che determina la sistemazione grafica. compresa fra i tag <style type=”text/css”> e <\style>. In pratica tutta la lunga sezione rappresentata in grigio in questa pagina Wikispace, dove mostro il codice colorato.

      Questo accade perché probabilmente quelli di Wikispace “difendono” i propri setting grafici, temendo interferenze sgradevoli con altri setting. Io credo che su questo si possa lavorare. Ci torniamo.

      Per inciso, carino il sistema per mostrare codice in Wikispace: l’ho attivato in editing con il solito Widget, poi Insert Code, quindi selezioni il format HTML fra i tanti disponibili. Molto utile per mostrare e commentare codice, come abbiamo fatto ora.

  2. Avevo voglia a provare…non ci sarei mai riuscita !!!un vero rompicapo ,avrei sicuramente abbandonato l’impresa! Ora riproverò …incrociando le dita…dato che sono un’eterna distratta….Il quiz nella sua forma può sembrare noioso, ma se usato in modo interattivo per scoprire le città di provenienza degli alunni di 7 Paesi europei,diventa più interessante.Grazie a tutti voi ed in particolare ad Andreas che ha dedicato molto tempo al mio problema.

  3. Cronaca perfetta! Noi non abbiamo tanta pazienza ecco perche’ sbagliamo, l’attenzione e la precisione ci frega. Ieri io ho poi ripercorso le tappe…ed era un errore frutto di distrazione. Comunque alla fine ci sono riuscita. Oggi ho esplorato Hot Potatoes, non e’ niente male, non conoscevo niente di simile. Carta da giocare…subito! Grazie Prof. Grazie Antonella.

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