La dimensione erotica del sapere

Sto leggendo “L’ora di lezione” di Massimo Recalcati. Questa lettura mi ha fornito la chiave che ho posto nel titolo. La dimensione erotica del sapere dipende dalla capacità di mobilitare il desiderio di sapere.

L’episodio che riporto qui è quello di un lavoro inviato da una studentessa del Laboratorio di Tecnologie Didattiche nel Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria. Non è un compito richiesto ma è stato inviato spontaneamente. E non è l’unico. Riporto questo perché utile per mettere in luce vari concetti. Inoltre è un lavoro complesso, a maggior ragione se si pensa che è stato svolto spontaneamente. È pensato “in situazione”, ossia immaginando come reagirebbero i bambini. Ma poi si libra in una ricerca personale, che intreccia la riflessione puntuale con l’esplorazione creativa, culminando con un quesito matematico preciso.

Episodi come questi sono possibili solo lavorando sul dubbio, sul tempo lento della riflessione e della critica, sull’incerto che viene inevitabilmente generato dalla discussione vera, al di fuori delle mode, dei cliché correnti, delle competenze orfane dei contesti, degli ammaestramenti banali, delle soluzioni univoche, dei monopensieri, dei mercati, dei dibattiti autoreferenziali.

Secondo me vale la pena di leggere il lavoro di Marta: Esercizi di creatività – giocare con la ripetizione in LOGO (PDF 65 KB).

Il testo si conclude con una domanda: si possono fare ipotesi per quella tabella nella quale non sembra emergere alcuna relazione?

La risposta la diamo sotto forma di codice LOGO. Per riflettere, imparando qualche nuovo costrutto (la lista di tutti i comandi di LibreLogo si trova qui, fra altre cose). Ci pensiamo tutti insieme e poi ne parleremo.

TO MOD A B
OUTPUT A – INT(A/B) * B
END

TO NVOLTE T
R = MOD T,60
IF R = 0 [ IF T /60 = 1 [ N = 3 ] [ N = 6 ] ] [ N = 360/R ]
OUTPUT N
END

PRINT NVOLTE 240

P.S. Il testo di Recalcati me l’aveva consigliato un’altra studentessa, Arianna, che ringrazio. Va da se che mi sono anche procurato subito il libro di Bruno Munari, Fantasia, da cui Marta ha preso le mosse nel suo lavoro.

12 pensieri riguardo “La dimensione erotica del sapere”

  1. Interessantissimo il progetto di Marta poiché permette di riflettere e di “giocare” usando la logica e la matematica insieme. Questi “esercizi di creatività” mostrano davvero come sia fondamentale usare la fantasia, la creatività e l’immaginazione per creare qualcosa di nuovo e di originale. E’ proprio vero che quando c’è divertimento si riesce ad affrontare una situazione di apprendimento in modo più rapido e coinvolgente. Sarebbe interessante proporre un’attività basata su questi “giochi” in una classe primaria, magari una classe quinta, per vedere se davvero questo approccio alla matematica potrebbe avere un risvolto diretto sull’apprendimento della materia e per mettere in campo la creatività degli alunni. Un lavoro troppo difficile forse, ma comunque realizzabile??

  2. Grazie Marta, mi hai dato un’idea! Comincio a pensare ad un’attività da progettare…
    Prof. Andreas dove devo inviare? Sempre che io riesca nell’intento.

  3. ho dei dubbi sulla tabella finale. Se la rotazione è di 120° rispetto alla verticale, per tornare alla posizione HOME dovrebbero bastare 3 rotazioni, così completare un angolo giro. E così anche per la rotazione di 240°, infatti 3 rotazioni di 240° corrispondono a una di 720°, cioè due angoli giri. Seguendo questo ragionamento, servono 6 rotazioni di 60° per avere una rotazione di angolo giro. Attendo confronto. Grazie

  4. Un lavoro stupendo quello di Marta, che lascia davvero a bocca aperta!
    Non è solo fantasia quella che entra in moto, ma curiosità, dubbio, scoperta. Mi sono immersa in questa lettura, passo dopo passo, e mi sono fatta accompagnare in questo percorso.
    Infine, il dubbio (e non la rivendicazione di autorità!) : Marta non si è fatta grossa del suo lavoro, non lo ha considerato finito, concluso , bensì lo ha ulteriormente ampliato con una domanda.
    Ha condiviso un suo dubbio ad un pubblico , ha reso il suo lavoro migliorabile,
    Io ho raccolto la sua sfida, e un po’ ho ragionato su questo modello.
    E’ stato divertente, lo ammetto.
    E spero di poter contribuire- a mio modo, e nel mio piccolo- a questo progetto di Marta.
    Grazie !
    🙂

  5. Che bello! Sono contentissima che il mio testo vi sia piaciuto! E pensare che tutto è partito, appunto, dal desiderio di “giocare” con le potenzialità che Logo ci offre! Grazie a tutti voi che vi prendete la briga di leggerlo e grazie al professore che lo ha così tanto valorizzato!

  6. Davvero! Marta i tuoi esercizi di creatività li ho trovati bellissimi!! Ma, dopo che il pensiero si è soffermato e ha preso il respiro… secondo me si potrebbe far notare ai bambini che, nella tabella, le volte che bisogna riavviare la tartaruga sono comunque tutti numeri multipli di 3 e allora qui il gioco potrebbe continuare.. Si potrebbe chiedere loro se è un caso? Se è forse possibile che in alcune situazioni la tartaruga torni a casa, per esempio, dopo 11 volte? Da cosa dipende? Dalla figura? e via… e via….

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