Appello per l’apertura di un canale umanitario fino all’Europa per il diritto d’asilo europeo – Progetto Melting Pot Europa

Trascrivo dalla newsletter che ricevo da Zalab:

Il Mediterraneo inghiotte uomini, donne e bambini in fuga dall’orrore di guerre e persecuzioni. Il mare è il sicario. I mandanti sono i nostri governanti e le loro politiche di “accoglienza”, fatte di accordi segreti con dittatori, respingimenti, centri di identificazione ed espulsione e sacchi di plastica. Sono tante le iniziative in corso per porre fine a questo orrore, dalla manifestazione di Amnesty davanti a Montecitorio all’appello lanciato da Melting Pot per l’apertura di un canale umanitario per il diritto d’asilo europeo.

ZaLab denuncia da anni questo questo inaccettabile status quo e vuole oggi dare il suo contributo mettendo in onda gratuitamente Mare Chiuso su Vimeo.

Ti chiediamo di promuovere e diffondere questa iniziativa, firmando l’appello di Melting Pot per l’apertura di un canale umanitario fino all’Europa per il diritto d’asilo europeo e diffondendo il documentario, perché più persone possibile vedano con i propri occhi che dietro a queste morti con c’è il caso, ma una deliberata e premeditata volontà dell’Italia e dell’intera Europa di calpestare i diritti e di negare il futuro di migliaia di perseguitati.

Il video rimarrà visibile integralmente dalle 24.00 di oggi venerdì 4 ottobre fino alle 24.00 di domenica 6 ottobre. Il link per vederlo sarà accessibile direttamente dalla pagina di Mare Chiuso buona visione e a presto.

Questo è il video:

5 pensieri riguardo “Appello per l’apertura di un canale umanitario fino all’Europa per il diritto d’asilo europeo – Progetto Melting Pot Europa”

  1. In questa epoca di conclamata decadenza, di disgregazione che è diventata disumanizzazione, è importante servirsi di ogni mezzo per denunciare, schierarsi per affermare una irrinunciabile battaglia di civiltà. Il fatto che sul web rimbalzi l’indignazione e la solidarietà, non può che essere incoraggiante…quello che amareggia, invece, è che se questa immane tragedia fosse successa qualche anno fa, avrebbe visto il riempirsi delle piazze, in una pluralità di posizioni, ma perlomeno accomunate dall’intento di agire dal basso. Queste realtà non possono, a mio avviso, essere sostituite dalla rete: il contatto umano, la partecipazione attiva diretta, ora vittima della sfiducia, ha bisogno di essere ripensata, forse anche mettendo di più in discussione quella politica di cui si scopre tutta la barbarie quando ci si trova a contare i morti in mare..

  2. Fa piacere ritrovare le stesse snensibilità: anch’io ricevo Zalab, ho firmato l’appello e l’ho diffuso ovunque. Aggiungendoci il commento di Pini sulle responsabilità della cosa: perchè non si può tacere di fronte a chi ha fatto il possibile per causare queste cose ed ora pretende di accollarle ad altri!

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