Cose che succedono in rete, se si lavora bene… (questioni di accessibilità)- #edmu14

Con Claude ci siamo conosciuti in rete, diversi anni fa. Una volta ci è capitato di mangiare una croque-monsieur ma poi abbiamo continuato, si può dire, a lavorare insieme in rete. Con leggerezza ma in modi utili, laddove ai nostri percorsi tortuosi è capitato di tangersi. E così è successo questa volta. Chi ha partecipato a questa attività di sottotitolazione si sarà reso conto del ruolo importante che ha giocato Claude.

La cosa divertente è che, nell’arruffio disordinato del mio agire, proponendo quest’attività, avevo dimenticato una cosa che in realtà sapevo, e cioè che Claude, dai tranquilli lidi di una città elvetica si ritrova ad essere responsabile del forum d’aiuto di Amara – come spiega nella scheda sottostante.

Distilliamo prima qualche messaggio:

  • in rete si possono sviluppare relazioni umane e professionali importanti
  • in rete chiunque si può rendere utile, creando valore vero, da qualsiasi parte del mondo libero, a qualsiasi età, partendo da qualsiasi competenza – può succedere che essendo letterati poliglotti ci si ritrovi a gestire il forum di aiuto di un servizio web internazionale…
  • fare didattica all’aperto offre opportunità straordinarie – più volte mi è accaduto di beneficiare di collaborazioni preziose, che non avrei mai potuto ottenere attraverso i canali di reclutamento convenzionali, purtroppo tragicamente sfilacciati dalle nostre parti

Cose possibili, non facili. Se dovessi, col senno di poi, dare una ricetta… perseveranza, umiltà, apertura e un po’ di fortuna.

La parola a Claude… Grazie!


 

Attività di sottotitolazione #edmu14

Riferimenti: http://tinyurl.com/ST-edmu14 .

Seguo soltanto da cyberturista il corso #edmu14 di Andreas Formiconi, e non ho partecipato alla sua attività di sottotitolazione, salvo per ripristinare alcuni sottotitoli altrui che erano stati cancellati per sbaglio. Però seguire questa attività è stato affascinante, per vari motivi.

In generale

Anche se l’apparenza dello strumento di sottotitolazione di Amara è parecchio cambiata dall’ultima attività di sottotitolazione in un altro corso di Andreas, questo non ha turbato i partecipanti che l’avevano utilizzato allora. E si è subito instaurata una proficua collaborazione tra loro e chi non aveva mai sottotitolato prima.

Da qui la scoperta e l’uso oculato di funzioni che non erano state spiegate nel tutorial introduttivo:

  • le “Notes” (novità) all’interno dello strumento per condividere domande e dubbi,
  • la possibilità di sincronizzare man mano, prima di aver trascritto tutto, in barba al “workflow” previsto da Amara … e alle istruzioni di Andreas, che chiedeva soltanto la trascrizione: ma è più facile ritrovare il punto da dove continuare a trascrivere se l’inizio è già sincronizzato.

Partecipazione

Quanto alla partecipazione, la storia delle revisioni mostra che 15 persone hanno contribuito alla sottotitolazione (togliendo Andreas e me), e questo è un numero cospicuo, nella mia esperienza.

Tuttavia, se ci sono 20 iscritti al corso, e se forse ci sono altri cyberturisti ad aver partecipato, allora ci sono diversi iscritti che devono tuttora svolgere l’attività.

Ulteriori proposte

Andreas ha già suggerito due tutorial su Audacity per ulteriori sottotitolazioni. Però si potrebbe anche pensare ad attività alternative collegate:

  1. Tra le “lingue” di Amara, ce n’è una chiamata “Metadata: Audio description”, che consente di creare un copione di descrizioni degli elementi significativi di un video, con indicazioni temporali che consentono di inserirle al posto giusto. Queste audio descrizioni sono necessarie ai ciechi e il copione risultante produce una trascrizione del video che ha senso di per sé.
  2. Amara ha anche una lingua “Sign languages”: perciò chi è bilingue “Lingua Italiana dei Segni (LIS) – italiano” potrebbe creare sottotitoli italiani per video soltanto in LIS, definendone la lingua, appunto, come “Sign languages”, specificando “LIS” nella descrizione.
  3. Le altre lingue “Metadata” di Amara potrebbero essere sfruttate per preparare un editing di un video, contrassegnano tagli ed aggiunte. Oppure per aggiungere domande (e risposte) sincronizzate su e con il video.
  4. Cercare un video YT con sottotitoli automatici non troppo abominevoli e sistemarli – con Amara o con alcuni nuovi tool attualmente in beta.
  5. Si può anche trascrivere l’audio nelle etichette di Audacity, che è completamente utilizzabile dai ciechi con la sintesi vocale, mentre Amara forse no. E Audacity legge anche file video MP4.

Se ci saranno interessati a queste proposte alternative, sono a disposizione per ulteriori spiegazioni ed accompagnamento.

Nota

Se ho seguito da cyberturista questa attività, e se sono disponibile ad accompagnarne altre un po’ meno classiche, è da una parte perché sono responsabile del forum d’aiuto di Amara: perciò vedere come gli altri adoperano lo strumento mi serve per rispondere meglio a domande lì.

E se ho accettato di occuparmi di quel forum d’aiuto, è perché sono fermamente convinta dei vantaggi e della necessità di rendere i video accessibili a tutti. Con gli anni, farlo è diventato sempre più semplice – però basta un piccolo intoppo, una cosa non capita, a sfar perdere un mucchio di tempo e quindi a scoraggiare la gente.

Però il motivo principale è che mi diverte la sottotitolazione, e soprattutto quella collaborativa come viene praticata in questo corso e in corsi precedenti di Andreas Formiconi.

10 pensieri riguardo “Cose che succedono in rete, se si lavora bene… (questioni di accessibilità)- #edmu14”

  1. bene, immaginare qual’è l’argomento di cui si tratta, diventa interessante ed estremamente angosciante. La collaborazione puo’ essere reale o semplicemente ” stimolata”. Un po’ come un carcerato che scrive e riceve lettere da amanti mai viste e con le quali difficilmente dividerà la carne. Ci si crea una realtà non reale, ma necessaria, supposta, costruita su basi poco sicure e pericolosamente fragili. Fangose direi. Sebbene spesso accada, che alla fine ci si respiri in faccia. Come la croque-monsier o, più realmente, una qualche zuppa di lenticchie. Basta? E ce lo dobbiamo far bastare. Da dietro le sbarre d’una galera di sprovveduti, di condannati a restare un po’ indietro e sempre un po’ di più. Anch’io ho provato ad “essere” su Twitter. Che miseria poter rispondere ad una pseudoconversazione con ore ed ore di ritardo. Ma sopratutto, che ansia. Io la lingua dei segni posso disegnarla. Io disegno e scrivo. Chiedo, mi rispondo, leggo nomi, vorrei alzare la mano, vorrei ridere e far ridere. Vorrei sottotitolare in lingue morte e vive. Ma veramente, sul serio, senza filtri: non sono sincronizzata. Guarderò da lontano.

    1. Ué aspetta, Beatrice: il croque-monsieur non era casuale – anche se l’aneddoto sarebbe stato ancora più divertente (ne ho parecchi, dal mio pendolarismo ferroviere italo-svizzero). Ci aveva messi in contatto email Gianni Marconato, per un progetto degli insegnanti della rete “La scuola che funziona”, quelli che avevano scritto il Manifesto degli insegnanti.

      A un certo punto, Andreas, che sta in Toscana, si doveva recare in Svizzera, dove sto io, e avrebbe avuto qualche ora tra due treni a Martigny, mi pare: quindi ha proposto che ci vediamo lì per discuterne faccia a faccia. Da qui il croque-monsieur. E anche se avevamo i laptop, abbiamo disegnato ipotesi di lavoro sui centrini di carta del bar, perché va meglio se si pensa anche con le mani.

      Twitter… nemmeno io ero convinta quando mi ero iscritta su consiglio di un amico: gli avevo detto che sembrava la stazione centrale di Milano un giorno pre-natalizio di sciopero delle ferrovie, con tutti i passeggeri arenati che monologavano impazziti. Poi a poco a poco i messaggi si sono organizzati da soli, in base a chi seguivo e chi mi seguiva. Prova a seguire altri insegnanti che conosci, poi ad allargare la cerchia. E non c’è mica bisogno di rispondere in tempo reale.

      Sul sottotitolare in lingue morti, aspetta che ho proprio un’idea – ma prima, cosa intendi con “senza filtri”? Quanto al non essere sincronizzata, se intendi che la sincronizzazione ti fa venire il nervoso, non importa, anche a me: ma il bello di farlo collaborativamente è che appunto, puoi trascrivere e lasciare la sincronizzazione ad altri.

      E quanto alla lingua dei segni: mi sono spiegata male, non intendevo dire sottotitolare in lingua dei segni, anche se ci sono tentativi per rappresentarla graficamente, ma per ora solo per quella americana a quanto mi risulta. Intendevo sottotitolare in italiano video in lingua italiana dei segni, come quelli del canale YouTube dell’Ente Nazionale Sordi, https://www.youtube.com/user/webenstv .

  2. Claude sottolinea l’importanza della collaborazione. Colgo la palla al balzo per chiedere ai colleghi se possono aiutarmi riguardo a un piccolo problema che mi si è presentato ieri e non per la prima volta. Non è relativo al programma con cui stiamo lavorando, ma all’uso del computer in generale. Mi spiego: ieri una dirigente scolastica mi ha comunicato di aver ricevuto una mia e-mail in cui la invito a partecipare a un gioco d’azzardo! In pratica partono dei messaggi che utilizzano i miei indirizzi di rubrica, di cui non sono io l’emittente.Nella posta inviata del mio computer, non risultano come mandati . Qualcuno di voi ha già vissuto questa spiacevole esperienza?
    Potrebbe dirmi se e come l’ha risolta? Le persone che conosco non hanno saputo darmi consigli ed è per questo che ho pensato a voi…

    1. Ciao Silvia, il problema è che probabilmente il server di libero è stato violato in qualche modo e quindi sono state spedite moltissime mail con dei link fasulli. Il tutto non dipende da chi ha la mail, quindi tranquillizza la tua dirigente e dille che non è colpa tua se ha ricevuto una mail così. E poi bisognerebbe insegnarle che è meglio non cliccare su un collegamento di cui si conosce poco. Se vuoi sapere qualche informazione di cosa sta succedendo: http://letteredalcyberspazio.wordpress.com/2014/07/05/spam-inviato-da-account-libero-it-indagando/

      1. Scusa, ma questo post http://letteredalcyberspazio.wordpress.com/2014/07/05/spam-inviato-da-account-libero-it-indagando/ è fuorviante – anche per colpa di quelli di libero.it che apparentemente non hanno saputo spiegare le cose chiaramente all’autore.

        Cioè hanno ragione di parlare di “spoofing” ma lo avrebbero dovuto spiegare. Strano che non l’abbiano fatto, hanno un’eccellente tutorial, breve e semplice su Cosa è l’email spoofing?

        In altre parole, molto verosimilmente, l’indirizzo mittente, sia nel caso descritto nel post sia nel caso di Silvia, è stato falsificato da uno spammer, e senza che ci sia stata violazione del server di libero.it. Basta che uno dei tuoi contatti si lasci infettare il computer dal software malevolo (si dice così malware?) usato dallo spammer. Quel software malevolo si intrufola nella rubrica indirizzi, e ne prende uno per creare il falso mittente, poi spedisce email a tutti gli atri indirizzi.

        Esempio illustrativo: nel 2003, durante la preparazione del 1o Vertice mondiale sulla società dell’informazione era incaricata della “newsletter” un’impiegata del Segretariato svizzero all’economia che invece di usare un software appropriato, o perlomeno di mettere gli indirizzi in copia nascosta, mandava bestioni di PDF pieni di immagini inutili e non compresse con tutti gli indirizzi in chiaro.

        Con un’altra del gruppo svizzero della società civile svizzera, abbiamo passato ore al telefono a spiegarle che i bestioni allegati intasavano subito le web email di allora, usate da molti partecipanti in paesi in via di sviluppo, e il rischio di propagazione di virus, vermi e altre porcate inerente all’indicazione in chiaro dei destinatari. Alla fine la prima parte l’ha capita: ha messo i bestioni sul server del vertice, indicando il link nelle mail. Ma la seconda no, e così a 2 mesi del Vertice, ha spedito una delle sue pseudo newsletter con indirizzi in chiaro, ma non solo degli iscritti, di tutto l’indirizzario del segretariato del vertice – in pieno attacco di un verme spammante.

        Risultato: sono proliferate le mail con mittenti falsificati riconducibili a quelli che la signora aveva messo in chiaro, al punto che molti enti partecipanti hanno dovuto cambiare il loro indirizzo di contatto ufficiale perché la loro buca-lettera veniva intasata da centinaia di email infette al giorno, più quelle accusatorie di gente che – come l’autore del post che menzioni – non capiva che il mittente era falsificato, più le risposte degli accusati.

        In nuce: Silvia potrebbe mandare alla dirigente scolastica il link a quel tutorial Cosa è l’email spoofing?, per spiegarle che né lei né il suo fornitore email c’entrano.

  3. Arriva un tweet e corro a leggerlo sospendendo per un attimo la stesura della relazione finale del primo modulo : ma guarda stavo proprio parlando di Claude 😄 preziosissima per la sua collaborazione. Sì, mi interessa molto la sottotitolazione con il linguaggio dei segni e pure i metadata mi intrigano parecchio. A prestissimo.

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