La rivoluzione del software libero ha prodotto innumerevoli ramificazioni. Oggi un approfondimento dell’hardware libero in tre tempi:
- La rivoluzione digitale e il sogno di Adriano Olivetti. Dove si inquadra la nascita del digitale e il suo matrimonio con l’analisi numerica, si rammentano i protagonisti della rivoluzione digitale dalle origini ai tempi nostri, si delineano alcuni tratti dell’hardware libero, si disseminano non pochi approfondimenti tecnici utili per un laboratorio informatico. Il tutto senza farsi intrappolare in nessun ambito disciplinare, secondo Morin.
- Modeling 3D. In realtà uno scritto destinato all’ultima classe di Editing Multimediale della IUL. Qui utile per delineare aspetti locali del fenomeno dell’hardware libero. Ognuno si diverta poi ad approfondire quello che vuole.
- Una bella iniziativa ideata da un mio giovane “compagno di Fablab”: Grand Print: A Scuola dai Makers. Sorta di Summer School dove le scuole possono partecipare con i propri studenti, seguite questo link per i particolari. Le iscrizioni si possono fare in questo sito.
Ho avuto modo di cimentarmi con Blender anni fa, ma vista l’alta curva di apprendimento che mi richiedeva ai tempi, avevo lasciato perdere sebbene già mostrasse le sue enormi potenzialità. Oggi si usa anche per le stampe 3D, oltre che nell’animazione video e anche nel compositing fotografico. E’ uno strumento che è cresciuto in modo spaventoso e che oggi, grazie alla velocità di processori, ram e schede video si può usare per fare ottimi rendering pubblicitari senza dover aspettare molte ore o giorni. Esistono strumenti open per quasi tutto ormai, spesso in grado di rivaleggiare con strumenti prodotti da colossi basati sulla legge del denaro.
Vero. Ho usato un po’ Blender per fare certe stampe 3D. Uno strumento straordinariamente potente. Comporta una curva di apprendimento piuttosto lunga ma è tipico degli strumenti professionali. Nel caso di Blender la difficoltà è dovuta in buona parte al fatto che è pensato per essere manovrato a furia di combinazioni di tasti (shortcut), un po’ come si fa usando Linux con i comandi. Questo perché così si ottengono dei workflow molto più veloci. Le interfacce basate prevalentemente sul point-and-click sono estremamente lente in confronto.
Ho avuto modo di utilizzare Arduino UNO per programmare dei robottini creativi realizzati dai ragazzi della mia scuola.
Questo microcontrollore si è rivelato uno strumento di estrema versatilità -grazie anche ai suoi shield- a basso costo. E’ disonibile anche nelle versioni “Wi-fi”, “Nano”, “yun”,”Bior”, e non so in quali altre , a seconda dell’uso che se ne vuol fare.
L’ha ribloggato su Il Blog di Tino Soudaz 2.0 ( un pochino)e ha commentato:
Hardware Libero