Grazie ragazzi, eccome se la rete è viva …

Questo non è il III post sulla cura delle proprie connessioni che ho promesso ma è un inciso pertinente.

Ieri, per il mio compleanno, ho ricevuto una graditissima valanga di auguri, parole affettuose e anche regali, come quello di Maria Grazia ma anche quello del Caso che, si sa, è di molto capriccioso, oggi ti ammolla una ceffata e domani un regalo, il libero arbitrio concesso a noi umani consistendo, in sostanza, nel trovare il verso di far tesoro sia delle ceffate che dei regali.

Per il mio compleanno ho ricevuto un regalo che è la prova sperimentale che la rete è viva e come tale va quindi trattata: con fiducia, pazienza e rispetto.

Nella primavera del 2007 io non sapevo quasi niente di feed, di aggregatori e di RSS. Di internet avevo solo capito che era una cosa che stava diventando veramente molto grande e che nessuna gerarchia ne stava controllando lo sviluppo. Questo a me bastava per rendermela interessante.

Allo stesso tempo, dopo avere lavorato per circa sei anni cercando di trasformare il mio ruolo di insegnante in una cosa nella quale potessi credere, mi sentivo terribilmente solo. Non trovavo interlocutori. Sì, ero abituato ad essere solo perché quando un ricercatore esplora una nuova via è sempre solo. Successivamente, il lavoro di ricerca diventa un lavoro di gruppo ma le innovazioni partono sempre grazie alla follia di un esploratore solitario.

Tuttavia, anche il più solitario degli esploratori è un animale sociale e quando s’è addentrato ben bene in un territorio sconosciuto prima o poi si volta indietro per andare a cercare fratelli con i quali condividere le esperienze. È proprio una questione di follia. Viene il momento nel quale uno sente il bisogno di sapere se questa possa essere condivisa ed eventualmente trasformata in un beneficio comune. Se il momento non viene allora è proprio follia e basta.

Questa è proprio la condizione nella quale mi trovavo all’inizio del 2007 e non riuscendo a trovare interlocutori nel ambito delle relazioni professionali, creai un sito buttandoci dentro alla rinfusa idee, esperienze, aneliti, speranze … insomma, mi liberai della catene dell’espressione accademica e ci rovesciai dentro quello che sia la mente che il cuore mi dicevano.

Come mi spiegò successivamente Maria Grazia, un messaggio nella bottiglia, che ho gettato nell’oceano di internet.

Sarebbe lunghissimo enumerare le risposte che sono ritornate dall’oceano. Dall’agosto 2007 ho passato quasi tutto il mio tempo a gettare bottiglie nell’oceano e queste hanno continuato a tornare moltiplicate. L’oceano che vedevo come una forza soverchia, incontrollabile e talvolta nemica, è improvvisamente diventato l’interlocutore principale, il più ricco, il più affidabile.

Prima di allora cercavo altri esseri umani nella foresta alle mie spalle ma questa mi impediva di sapere se fossi naufrago su di un’isola e se vi fossero altri esseri umani a portata di gambe e di voce. Poi mi sono reso conto che era proprio l’oceano ad essere in grado di mettermi in contatto con altri esseri umani.

All’inizio avevo paura di finire anche le bottiglie per metterci dentro i messaggi perché ne avevo una scorta limitata ma siccome queste mi tornavano moltiplicate la paura si è dissolta. Ora posso addirittura scegliere il tipo di bottiglia in funzione del messaggio. Prima vivevo in una perenne sensazione di scarsità di quello che mi occorreva, ora vivo nell’abbondanza.

L’ultima bottiglia m’è arrivata da Facebook. Ed è incredibile che proprio dal più arruffato, criticato, superficiale luogo di internet mi sia ritornata una bottiglia proprio dall’isolotto nel quale credevo di essere imprigionato, cioè dalla mia facoltà!

Nella bottiglia venuta dal mare di Facebook ho trovato un professore [1] colorato! Che parla come un ragazzo e col quale mi sono accorto di condividere una parte di mondo che non avrei mai immaginato!

Poi mi sono reso conto che ce ne sono anche degli altri.

Perché per più di vent’anni non me ne ero mai accorto? Perché non ce ne eravamo mai accorti?

Non sono in grado di dimostrare niente ma solo di indicare una direzione.

Negli ultimi due secoli abbiamo lavorato utilizzando e perfezionando strutture e gerarchie. Abbiamo immaginato di dover concentrare gli sforzi nella costruzione e nella manovra di imbarcazioni che navigano in un liquido inerte.

Invece quel liquido ha vita. È la rete. Non solo internet. Di reti ce ne sono tante e sono quelle che consentono le relazioni trasversali le quali si sviluppano orizzontalmente passando attraverso le pareti delle strutture organizzate. Sono sempre esistite ma noi ci siamo concentrati sulle relazioni verticali determinate dalle gerarchie create nelle strutture.

La creatività e l’innovazione fioriscono primariamente nel terreno delle relazioni orizzontali che consentono la contaminazione delle idee e la serendipità.

Internet non è una novità nella sostanza ma nella dimensione e le reti, quando le loro dimensioni superano certe soglie, danno luogo al nuovo.

Le strutture organizzate, che pur sono necessarie, tendono ad impedire le relazioni orizzontali polarizzando l’attenzione di chi ci vive sulle relazioni verticali. E così può succedere che si possa vivere più di vent’anni in una struttura non avendo la più pallida idea di cosa realmente pensino le altre persone che si trovano nella stessa struttura.

Facebook, di cui abbiamo già discusso qui poco tempo fa, offre a ciascuno di noi anche la via di Boccadoro mentre per arrampicarsi su per i sentieri delle gerarchie siamo tutti sulle tracce di Narciso [2].


[1] Il professore colorato è Sergio Capaccioli; per me è impossibile descriverne le attività ma date un’occhiata a questo.

[2] Hesse, Hermann, Narciso e Boccadoro, Oscar Mondadori, Milano, 1989

8 pensieri riguardo “Grazie ragazzi, eccome se la rete è viva …”

  1. 😀
    Io sono un veterano delle tecnologie digitali. Negli anni 70-80 era normale per me tradurre i buchini su di un nastro di carta in istruzioni per il computer. Se c’era il buco era un 1 e se non c’era il buco era uno 0. Avevo i cassetti pieni di questi nastri colorati. Li ho usati anche per carnevale come stelle filanti e ci ho impacchettato dei regali di compleanno … Da queste lunghe sequenze di 1 e zero risalivo quello che avrebbe dovuto fare il computer. Da lì in poi ho usato un po’ di tutto e la cosa più importante che ho imparato è che il mondo ha preso a correre al punto tale che non ci si deve affezionare mai a nessuno strumento e che si deve essere sempre disposti ad imparare una cosa nuova … chi si ferma è perduto … forse questo è un paradigma valido per la vita in generale … o no?

  2. “Nella primavera del 2007 io non sapevo quasi niente di feed, di aggregatori e di RSS”

    Ha a che fare con tutto questo solo dal 2007???
    io pensavo fosse un veterano della rete! ciò significa che si possono raggiungere ottimi risultati in poco tempo…chissà se vale per tutti ^_^

  3. Presto vi stupirò…non così presto perchè è una cosa di cui devo discutere con le “alte sfere” ma mi piacerebbe iscrivere su Facebook una manifestazione -rivolta ai giovani- che viene organizzata nella mia città.
    Il tema è un tantino “pesante”; soltanto il titolo “dai un senso alla vita: rispettala” ne intimorisce molti.
    Forse FB potrebbe essere un grande strumento di scambio…
    Firmato:
    ex peregrinatrice apocalittica su facebook

  4. Pingback: Daily

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