Aggiorno questo post aggiungendo il sociogramma di una blogoclasse molto più ampia (123 studenti) sotto al precedente. Continuerò ad aggiornare questo post sino a che non avrò materiale per scrivere un pezzo più organico.
Questo è il primo sociogramma che ho ottenuto. Descrive la vita di una delle blogoclassi dell’ultimo semestre e rappresenta un primo risultato delle attività che ho descritto nel post precedente.


Beninteso, l’analisi delle rete sociali va ben oltre la produzione di un diagramma poiché la quantità di metodi matematici e grafici che si possono utilizzare è sconfortante, metodi che vanno prima di tutto capiti …
Comunque, anche un semplice diagramma rende “palpabili” alcuni fatti interessanti.
Ho posto il docente al centro perché così si evidenziano i contatti studente-studente. Se le relazioni fossero state principalmente studente-professore allora il diagramma avrebbe assunto l’aspetto di una ruota di bicicletta, prevalendo i raggi sulle corde. La quantità di corde studente-studente testimonia invece la vitalità della blogoclasse.
Si apprezza anche bene il modo nel quale i vari gradi di partecipazione si distribuiscono fra le persone.
Tutto qua per ora, sono semplicemente contento di avere costruito un metodo per “vedere” meglio dentro alle blogoclassi sia a posteriori che in fieri. Credo che questo metodo possa essere pensato anche come uno strumento didattico, vedremo …
stavo cercando cose porno su internet e poi mi sono imbattuto nel tuo blog vecchio arfonzolo che poi è il sito più porno di tutti
intanto bisogna che dica che pat come al solito dice cose che mi interessano moltissimo, la saluto e la abbraccio forte che nonostante ci si sia visti per poco tempo le voglio proprio bbene (a proposito oggi ho dato farmacologia e 2 cose sono stato contento di averle copiate alla tipa davanti, non c’entra nulla con la storia che diceva lei ma c’è da dirlo)
poi voglio fare una domanda veloce schietta e banale: te arf iamarf arfs dici spesso che la massa è ganza e che bisogna star attenti alle dinamiche che emergono dall’interazione fra persone più che alle persone stesse ecc. ecc., come la storia di quei prof che dovrebbero star più attenti alle dinamiche della comunità-classe che alle singole persone
e tuttavia a me mi interessano anche – se non altrettanto – le singole persone.
quindi voglio chiedere: che valore hanno per te le singole persone che compongono l’insieme?
sono un po’ ubriaco il che fa bene a questo blog dalle tinte serie
“il vino il vino buttagli il vino!”
P.S. per tutti gli intelligentoni che percorrono questo blog: non rompete se ho fatto una domanda stupida o se sono scemo e ubriacatevi.
P.P.S. no davvero da dove ti è nata questa attenzione e questo interesse verso le dinamiche emergenti?
perché oggi ne parli più di ieri
mi racconti un po’ sono curioso
Questa tua narrazione sostiene esattamente la tesi che ho enunciato nell’ultimo post, CCK09: Connectivism and Connective Knowledge, dove sostengo che i docenti devono imparare a lasciar crescere unan comunità viva nella classe e a lavorare su questa, forse più di quanto non lavorino (male) sui singoli individui.
È qualcosa tuttavia che va ben oltre lo scaffolding che, per quanto ne so contempla il concetto di *controllo* da parte dell’insegnante. Qui è diverso, l’insegnante deve *curare* la comunità che è un’altra cosa. Dovrebbe diventare un po’ più mamma … ma non mamma italiana eh …
Posso dire una bischerata? per favore non mi infamate ma credo che il concetto di “blogoclasse artigianale” sia sempre esistito in una classe sana e mi riferisco ai bigliettini passati sotto banco. Sono quelle le connessioni che non passano dal professore o dal maestro, sono quelle le cose che aiutano tutti ad andare allo stesso livello. Mi ricordo che al liceo la nostra prof di scienze faceva fare un compito molto difficile, uno per quadrimestre, era un test a crocette ma dava pochissimo tempo per le risposte ed era davvero molto duro. Tutti gli anni c’era una specie di passaparola tra le classi superiori verso quelle inferiori su come si articolava il test e su come ottimizzare il tempo per le risposte. Mi ricordo che in classe nostra, con destrezza, fu operato il furto del test dal registo della prof in un momento di distrazione qualche giorno prima della data fatidica e ci organizzammo per risolverlo collettivamente suddividendoci le risposte giuste sulla base delle nostre medie scolastiche, in modo da non destare sospetti e contemporaneamente non abbassare le medie. Mi ricordo che durante lo svolgimento del compito quelli più bravi spiegavano il procedimento per risolvere i problemi, e chi non sapeva, dopo le spiegazioni lo capiva o comunque aveva il tempo di ragionarci su mentre si imparava a memoria cosa scrivere sul test. Ora, è chiaro che abbiamo barato tutti quanti e che se copia una classe intera non è diverso rispetto a quando copiano pochi soggetti, ma il lavoro di preparazione fatto in quei pochi giorni precedenti il compito non fu affatto inutile, anzi nel mio caso ricordo molto meglio la parte di programma che veniva affrontata in quel compito che quella di tutto il resto dell’anno scolastico. Insomma basterebbe rendere “legali” i bigliettini di sottobanco o comunque permettere un lavoro a gruppi eterogenei (riguardo ai voti, cioè studenti bravi insieme a meno bravi per capirsi) per fare in modo che la funzione di scaffolding venga messa in gioco (cfr: http://it.wikipedia.org/wiki/Scaffolding ).
@porcellocaromaialino 🙂
@Daniela Grazie per questo riferimento. Se stai approfondendo questo libro potrebbe essere interessante discuterne insieme ed anche con gli altri, per esempio in una futura classe online.
Se un insegnante riuscisse ad affiancare un qualcosa di simile ad una blogoclasse a ciascuna classe e riuscisse a far sì che i contatti fra gli alunni fossero significativi allora credo che i vari metodi di analisi della sociomatrice, che (ora so che …) è facile ricavare, possano fornire degli strumenti interessanti per seguire la vitalità della classe.
Sto dando per scontato (credo che in generale però non lo sia affatto) che l’apprendimento degli individui in una classe sia catalizzato in modo sostanziale dalla partecipazione, seguendo il pensiero di Wenger, che condivido molto.
In questa luce, penso che molte delle energie che oggi un insegnante spende per la valutazione dei singoli dovrebbero invece essere spese (certo, non solo) nella valutazione della vitalità della classe, cioè della partecipazione globale alla classe.
Per essere chiaro, una classe di alunni che prendono sempre tutti dieci (per esprimersi molto semplicemente) può essere morta e invece la stessa classe gestita con attenzione e cura per la partecipazione corale e meno per la performance individuale potrebbe indurre un apprendimento molto più significativo.
e’ un lavoro interessante
commento a questo post piuttosto che a “noia“, che e’ quello che mi ha veramente colpito fra i pochi che ho potuto leggere… ma non me la sento di rispondere a quello, non riuscirei a produrre niente di qualita’..
commento qui per dare il mio apprezzamento alla blogoclasse, che e’ uno strumento e anche qualcosa di piu’,
che rimane comunque una ottima possibilita’ realizzata anche se non l’unica e potra’ senz’altro essere ancora migliorata, ma che comunque non lede certo i contatti faccia a faccia – “ciccia a ciccia” – ma li moltiplica in quanto terreno fertile per favorirne di nuovi… e per mantenerli anche quando ci si trova distanti…
apprezzo lo sforzo di inventare un nuovo modo d’insegnare piu’ fedele a quella che dovrebbe essere l’istruzione secondo te e i tuoi studenti
e apprezzo ancora di piu’ la voglia di chiederselo, quale sia una buona e piu’ funzionale istruzione
maledetti noiosi insegnanti che non lo fanno…
Ciao, Andreas!
sono appena tornata dalle “ferie” e ho letto con interesse i tuoi ultimi post. Mi sfuggono un po’ gli aspetti più tecnici (ad esempio , il riferimento all’uso di Ruby), ma la riflessione che stai facendo sulla blogoclasse , mi interessa parecchio.
Sto ancora lavorando alla tesi e durante le vacanze ho letto un libro che ,secondo me, rappresenta una possibile risposta all’ interrogativo che mi ero posta durante il corso: “E’ possibile realizzare un’esperienza analoga alla blogoclasse , con i nostri alunni? Attivare all’interno della classe una rete di connessioni tale da supportare l’apprendimento del singolo e del gruppo?”
Nel volume “Tecnologie di gruppo. Collaborare in classe con i media.” (ed. Erickson 2009) Davide Parmigiani, propone un approccio alle tecnologie che va proprio in tal senso.
Per il momento mi limito a segnalarlo in questo commento, perchè credo che molti colleghi- compagni di viaggio potranno trovarvi numerosi spunti di riflessione. Non appena avrò riordinato le idee, cercherò di scrivere un post più completo. Ciao! Buon Ferragosto!
🙂
È uno studente che aveva ormai pochi crediti da spendere in questo corso e che ha partecipato marginalmente limitandosi ad aprire un blog e a scriverci qualcosina.
Mi piace far vedere questi diagrammmi non per andare a sfrucugnare i casi personali ma per mostrare come questi sistemi di rappresentazione consentano di evidenziare sia le tendenze più importanti come anche le diversità, che indici e medie di vario tipo nasconderebbero.
il tecnico dell’aria condizionata
Andreas, chi è quel puntino rosso “senza relazioni”?