
Sono interessanti le considerazioni di Andrea in Sapere e tecnologia. Quanto ai bei libroni che vengono spesso consigliati agli studenti del I anno, credo che si tratti di una visione arcaica che poteva avere un senso quando l’università era manifestamente elitaria (si narra che Giovanni Spadolini, professore di storia contemporanea a Firenze, sentendo del proposito di coinvolgere nella carriera universitaria un giovane di belle speranze, avesse chiesto: “Ma ha dei beni al sole?”
Oggi l’università è di massa e in questa massa c’è un’elevato numero di giovani che all’inizio del percorso oscillano, magari toccando due o tre facoltà, prima di trovare la propria strada. Senza nulla togliere alla piacevolezza e forse anche all’utilità di avere dei testi riferimento nella propria libreria, chiedere di acquistare libri del genere all’inizio di un percorso mi pare decisamente inappropriato. Comprare per sapere: nell’era del cyberspazio e delle OER è insensato. Altro discorso è quando uno inizia effettivamente una professione.
ahahahahahaha, è proprio vero!!ho più slides/dispense/fotocopie sulla scrivania che libri di testo!!!:D
…tenendo presente che in gran parte degli esami, il VERO materiale di studio è costituito da fotocopie clandestine delle cartolibrerie disseminate in zona carreggi, o peggio (meglio) wikipedia!
Dio benedica il vecchio di via caccini e la sua stamperia! 😀