Pratiche del cyberspazio


Dell’embeddare e del condividere nel cyberspazio e qualche altra pertinente divagazione su pratiche varie


Aggiornamento 10 gennaio @ 9:29

Per abitudine pluriennale ho fatto riferimento a OpenOffice, mentre intendevo LibreOffice. Qual è la differenza? Sul piano del costo per l’utente non c’è differenza perché ambedue sono fatti per essere scaricati e usati liberamente. Tuttavia LiberOffice è “più libero”. Due parole per capire. OpenOffice nacque alla fine degli anni 90 – si chiamava StarOffice – come un progetto open source della Sun Microsystem, grande azienda IT famosa per i suoi computer di alto livello e per il sistema operativo Unix Solaris. Sono molte la aziende che trovano vantaggioso sviluppare progetti open source, cioè che non comportano un costo per gli utenti. Nel 2009 la Sun è stata acquistata dalla Oracle, il gigante dei database commerciali. In seguito a questo passaggio, gli sviluppatori di OpenOffice sono progressivamente usciti dal progetto per riconvergere in un nuovo clone, LibreOffice, appunto, che è sostenuto interamente dalla comunità e non da attori commerciali che ne possano influenzare le scelte. Inutile dire che, tutte le volte che sotto ho scritto OpenOffice, intendevo LibreOffice!!!

-> Gioiosamente scaricate, usate e diffondete software libero <-


Aggiornamento dopo dieci minuti: le vicende di Monica e Elena, che compaiono in questo post, sono romanzicchiate con il fine di descrivere compiutamente alcuni aspetti pratici che mi sembrano importanti; non comportano alcun giudizio del loro lavoro che ho apprezzato molto. Le ringrazio quindi anche di questa “collaborazione” 🙂


L’anno scorso, anche se pochi giorni fa, Monica mi aveva fatto questa domanda per email:

C’è modo di inserire il codice embed in powerpoint, in maniera che si possa visualizzare un video?

La domanda offre lo spunto per sviluppare alcune questioni interessanti.

Embedding ma di cosa?

Partiamo dall’idea di embedding. To embed vuol dire incorporare, e si può benissimo immaginare di incorporare un video in una presentazione. Tuttavia Monica, appropriatamente, parla di inserire il codice embed. Appropriatamente, perché tutti i web server che offrono un qualche tipo di embed, di fatto offrono un codice. Prendiamo ad esempio il video in questione. Una di quelle risorse che avrei voluto inserire nel (per)corso, ma che poi nicchio a farlo, per vedere se saltano fuori da sole 🙂

Recupero la pagina del video in YouTube, ed ecco il codice embed:

<iframe width="560" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/xNDuCGZoc5M" frameborder="0" allowfullscreen></iframe> 

se incorporo tale codice in questo medesimo post – se volessi, avendo il codice sotto il naso, potrei cambiare le dimensioni dell’immagine, facile no? – il risultato è il seguente:

Cosa è accaduto? In sostanza, WordPress ha incorporato il codice fornito da Youtube all’interno del codice della pagina HTML che state guardando. Tutto sommato ovvio, no? Un frammento di codice viene integrato in un altro pezzo di codice, scritto nello stesso linguaggio. Ma un software per presentazioni, come per esempio PowerPoint, non produce i suoi risultati in HTML, ma in qualche altro tipo di codice che sarà funzionale alla generazione degli effetti che la gente si aspetta da un sistema di produzione di presentazioni. La cosa non va confusa con l’esportazione in formato HTML: questa è un’operazione di traduzione dal formato interno al formato HTML, ma il sistema di presentazione non codifica le sue informazioni in HTML. Allora dobbiamo concludere che incorporare un video in una presentazione è una cosa diversa dall’embedding offerto dai servizi web come Youtube, e quindi non dobbiamo aspettarci che funzioni. Questa era proprio la difficoltà che aveva incontrato Monica. Vediamo quindi come è proseguita la storia.

Usiamo il “generico” …

Ad un certo punto Monica mi invia, in allegato ad un’email, un file di tipo ppt, ovvero una presentazione PowerPoint. Io non uso prodotti Microsoft, ma non uso nemmeno altri esemplari delle categorie word-powerpoint-excel, sì cose tipo excel rare volte – ma che razza di prof di editing multimediale sei!? È quello che ho sempre detto anch’io!

Scherzi a parte, quando dico non uso, intendo dire che non uso questi strumenti per la mia produzione. Ma sono organizzato per poter essere reattivo se qualcuno mi invia un file scritto con questi strumenti. Intanto, per leggere file prodotti con Microsoft Office (word-powerpoint-excel) mi servo dell’omologo prodotto free: OpenOffice.

Offro qualche buona ragione per passare a OpenOffice:

  • È libero, fatto per essere usato, diffuso e migliorato liberamente.
  • Il modello di sviluppo open source facilita la realizzazione e adattamento del software alle culture locali di tutto il mondo
  • Usare software libero innalza il PIL di tutti i paesi, perché si mettono a frutto e si favoriscono competenze di giovani su tutti i territori, usando software MicroSoft si contribuisce principalmente al PIL US. Assolutamente niente contro gli US ma quando si può favorire la diversità è bene farlo.
  • I formati di scrittura dei file di OpenOffice sono basati su standard internazionali aperti, anche nelle vecchie versioni. Con i formati Microsoft è facile incontrare problemi. In passato, collaborando con due miei amici fisici, Natasha, di Novosibirsk, e John, del Ghana, mi resi conto che avevano spesso problemi nel scambiare file con gente di altri paesi per via delle diverse versioni del software Microsoft con cui erano stati prodotti.
  • OpenOffice si installa su tutti i sistemi operativi

In sintesi: usare OpenOffice è etico. Ovvero, con tutto il rispetto per la pur necessaria economia di mercato eccetera, ma se sul piatto di tale mercato esiste anche il farmaco generico, legalmente e correttamente prodotto e distribuito, perché non premiare meccanismi alternativi e dare così anche una mano ai piccoli?

Sbirciamo dentro a un file (simil)Office

E in tale maggiore eticità possiamo far rientrare anche il miglioramento i prodotti proprietari. Infatti da alcuni anni, la presenza di prodotti alternativi aperti che usano standard aperti ha indotto anche aziende come Microsoft ad adeguarsi agli standard aperti, e altre cose ancora.

Per illustrare questo punto, vado a prendere l’elaborato che mi ha inviato Elena e che è di tipo ppsx, la variante più recente di ppt, che riflette proprio il cambiamento che dicevo. I file che hanno l’estensione del nome che termina con il carattere x, non sono altro che dei file compressi con il metodo zip. Se provate a unzipparli, vi trovate tutto un albero di cartelle e sottocartelle piene di immagini e file XML! Vi mostro il risultato di questa operazione:

Archive:  Elaborato_Elena.ppsx
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Se invece tento di unzippare il file ppt che mi ha inviato Monica, l’unzipper mi dice che non è un file zippato. Ne deduco che Monica ha usato una versione meno recente di PowerPoint. Ma non mi interessa approfondire questo aspetto, passo invece subito a leggere il file ppt di Monica con OpenOffice, che di solito capisce discretamente i formati Microsoft, per poi risalvarlo nel formato odp, quello canonico di OpenOffice. Poi tento di unzippare …

Archive:  Dove_andiamo_editing_Monica_Baraldi.odp
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Ecco fatto. Non è male poter frugare dentro alla struttura di quello che credevamo essere un unico file. È abbastanza facile attribuire un senso alla maggior parte dei componenti, e poi sono tutti ispezionabili con semplici visualizzatori quando immagini, con editori di testo quando file XML. Come dire: poter aprire il cofano e farsi un’idea, il che non vuol dire essere meccanici, ma essere un po’ più indipendenti. Perché la chiave di volta è l’indipendenza, anche un grammo in più può fare la differenza. Una volta ripartii con la mia vecchia R4 che s’era messa a tossire, perché aprendo il cofano mi accorsi che le viti che fissavano il carburatore si stavano allentando. Fu un attimo serrarle e ripartire. La differenza non la fece l’esser meccanico, perché io non lo ero, ma una minimissima confidenza con il mondo delle viti, e la fiducia: ti accoccoli davanti al problema e aspetti, rifletti, una cosa che puoi fare solo se hai fiducia.

Se invece, non esser meccanico, o coder, o qualsiasi altra cosa, si trasforma in rinuncia a priori, allora si perdono dei bei pezzi di mondo e anche molte soluzioni.

Le presentazioni

Riprendiamo dunque la presentazione di Monica. Tu lettore corri ma io qui mi son fermato mezza giornata a riflettere e recuperare le mie di tracce, quelle di una lunga lotta contro “le presentazioni”, PowerPoint e i suoi parenti. E così sto ora sostituendo con questo piccolo paragrafo quello che era degenerato in un post in un post – l’influenza deve avere aggravato l’inclinazione al caos. Chi di voi sta costruendo tracce in ppt non s’adombri né si preoccupi, lo faccia tranquillamente. Mi rallegro di tante belle presentazioni che ricevo da voi e che ho ricevuto da vostri colleghi in passato. Le mie sono considerazioni generali sul comunicare, ma qui renderebbero veramente troppo magmatico il post.

Guardo la presentazione di Monica nella versione digerita in Impress, l’omologo di PowerPoint in OpenOffice. Ci sono delle sbavature rispetto ad un prodotto che Monica ha certamente inteso come finito. È normale: la compatibilità è una caratteristica alla quale le applicazioni aspirano – o dicono di aspirare – ma che raramente si realizza appieno. Ma per me è sufficiente, per capire il messaggio della presentazione. C’è tuttavia un difetto che mi induce a riscrivere a Monica: cosa c’è nel buco nero dentro all’ultima slide? Me l’ero immaginato: un video, il famoso video incorporato. Ma con il giallo: Monica incorpora il video e io non ce lo trovo! Ma lei provvede solerte, e mi invia il video tramite uno di quei jumbo-servizi per trasmettere file molto grandi, ecco il video: RSAnimate – Changing Education Paradigms [ITA] – YouTube.wmv (42.6 MB). Bene, 42.6 MB. Ora, se vado a controllare la dimensione del file ppt originale, che dovrebbe contenere il video, trovo che è 691.0 KB, 63 volte più piccolo del video che dovrebbe contenere! È chiaro che non lo contiene. Perché? Ecco, è proprio qui che il termine incorparare – o embed – si sfaccetta: quando l’applicazione di presentazione dice di incorporare un video non lo fa per davvero (forse lo può anche fare con dei setting particolari, ma non mi interessa nemmeno saperlo, è irrilevante rispetto al filo di questo discorso), anche se dice di farlo. In realtà ciò che incorpora è un semlice link ad una risorsa locale. Morale della favola: in casi del genere, affinché il destinatario riceva l’oggetto intero funzionante, bisogna impacchettare file ppt più eventuali risorse, quali eventuali video, magari in un file zip o roba del genere, e spedire quello.

Ecosostenibilità

E qui si apre un altro orizzonte. Come al solito, era un’idea che doveva saltar fuori prima o poi, bastava aspettare … A dire il vero l’aveva già tirata fuori Serena il 29 dicembre, con quel suo bel modo di produrre domande ad ogni piè sospinto:

È pensabile che un’estensione/lunghezza inferiore corrisponda a un consumo inferiore (di cosa? spazio?) e sia quindi più ecocompatibile?

Torniamo un attimo al file ppt con video “incorporato”. Cercando di capire come stavano le cose, ci siamo accorti di quanto incida la presenza di un video sulla dimensione totale dell’oggetto. In Internet le cose grosse occupano spazio e rallentano i traffici. La tecnologia reagisce pompando a dismisura le prestazioni in tutti i sensi, in quel famoso modo esponenziale, appunto. Ma è un circolo vizioso: più si mangia e più si ha fame. Prendiamo un attimo in esame la spedizione di un allegato ad un’email, quello che volete, un’immagine per esempio. C’è molta variabilità, ma le cose che succedono abbastanza tipicamente sono le seguenti, in un esempio dove Gatto, con indirizzo gatto@gmail.com scrive un’email con un’immagine allegata, a Cane, che ha indirizzo cane@yahoo.com.

  • Gatto ha un’immagine memorizzata in qualche cartella del suo HD.
  • Quando allega l’immagine al messaggio, il client di posta (Outlook, Eudora, Mail di Mac o roba simile) ne crea una nuova copia codificata in un modo che consenta di essere trasmesso via email. Ora Gatto ha due copie diverse della stessa immagine sull’HD.
  • Quando invia, il messaggio parte insieme all’immagine codificata e viene depositato sul server di gmail. Tre copie in totale.
  • Ora gmail invia messaggio e immagine verso il server di Yahoo, dove si forma un’altra copia. Siamo a quattro.
  • Cane scarica la posta dal sever Yahoo, e quindi si ritrova un’altra copia, codificata, sul suo computer. Cinque in tutto.
  • Cane apre i messaggi e, se decide di vedere l’allegato inviato da Gatto, aprendolo, genera una nuova copia, questa decodificata. E così siamo arrivati a un totale di sei copie, due in chiaro e quattro codificate, ma sempre copie sono.

E questo è il minimo che possa succedere, se tutti e due usano un client di posta. Se invece, tutti e due decidono di non usare il client di posta, ma di usare invece direttamente il servizio web, allora tutti e due risparmiano le copie codificate sui rispettivi computer. Per trasferire file grossi può convenire fare altre cose, tuttavia ora ci interessa constatare che le nostre azioni hanno in generale effetti moltiplicativi che per avere luogo consumano Watt.

Il dibattito sulla natura più o meno “verde” di Internet ferve. I numeri di Internet, essendo ormai di misura planetaria, fanno paura in qualsiasi forma. Si parla di 1.5 miliardi di persone online, di 80 miliardi di KWH consumati in US in un anno, che pare essere il 2% del loro consumo elettrico totale, e che questa cifra salga al rimo del 10% l’anno. Poi ci sono le analisi più ampie che dicono, sì, i numeri sono grandi ma Internet sta favorendo un risparmio energetico di gran lunga superiore, per cui il risultato netto è positivo a favore dell’ambiente. Credo che questa visione sia abbastanza veritiera.

In fin dei conti, il consumo energetico di Internet fa pensare a quello del cervello, altrettanto soprendente: benché il cervello rappresenti solo il 2% della nostra massa corporea, consuma fra il 20 e il 25% dell’energia prodotta dal nostro metabolismo! Un uomo brucia in media 100 Watt e il suo cervello qualcosa più di 20 Watt. Mica tanto impalpabile il pensiero!

Comunque, anche se con questi argomenti ci siamo messi un po’ l’animo in pace, questo non ci deve autorizzare allo spreco. Se siamo consapevoli di poter fare la stessa cosa con minor dispendio energetico, lo dobbiamo fare, considerato il contesto generale.

Usiamola questa nuvola, visto che c’è

Torniamo quindi alle tracce che mi giungono per varie vie. Anche Elena, similmente, mi ha inviato un bel pacchettone, estremamente gradito ma tutt’altro che leggero, con dentro una bella terna di video. In tutti questi casi, si è verificato quell’effetto moltiplicativo delle copie, che abbiamo visto nell’esempio delle email. Orbene, in tutti questi casi, i video in questione – a proposito, quello di Monica è quello, bellissimo, che avete trovato all’inizio di questo post – sono video presenti su Youtube, anzi, penso che loro li abbiano scaricati da Youtube. Allora, in questi casi, vale la pena, molto semplicemente, di inviare il link al video che si trova su Youtube, una cinquantina byte, cioè nulla. Poi, se il destinatario per caso conosce il video e non sta a riguardarlo, s’è risparmiato anche un po’ di energia consumata da Youtube (semplifico), ma il messaggio è arrivato intero.

Il punto quindi è: io devo far giungere questo messaggio. Mi devo chiarire qual è l’essenza del messaggio e poi qual è il modo più soft, in generale, per farlo arrivare.

Ho introdotto il termine nuvola (cloud), per connotare la disponibilità pervasiva e sostenuta di certe informazioni nel cyberspazio. Qui è Youtube che tiene là fuori i video disponibili. Torneremo su pro e contro della nuvola.

Ancora un attimo sulle presentazioni

Certo, immagino che Monica rimanga lì perplessa con l’idea di quel buco nella presentazione inviata senza buco. Qui la questione è un po’ quella di cercare di mettere bene a fuoco, per ogni strumento, o formato, o standard, quali siano le sue finalità elettive. Nel caso delle presentazioni, queste possono consistere nel:

  • costruire una presentazione su di un portatile
  • collegarlo al proiettore della sala dove si deve presentare
  • fare, tutte le volte che è possibile, una prova prima

oppure

  • costruire una presentazione su di un qualsiasi computer
  • copiare il file ppt, con tutte le eventuali risorse che gli occorrono su di una penna USB o altro supporto
  • copiare tale materiale, interamente, sul computer collegato al proiettore
  • fare, tutte le volte che è possibile, una prova prima

A questo servono i sistemi di presentazione. I file tipo ppt non sono stati pensati per essere mandati a giro in Internet, è abbastanza facile che un destinatario non possa leggere il vostro prodotto come voi avevate predisposto. Ci sono altri modi e quello elettivo, per i documenti in genere è il PDF: Portable Document Format. Un formato escogitato per rappresentare una grande varietà di documenti, in maniera che questi risultino visualizzabili nel più conservativo modo possibile in Internet, quindi sui congegni più disparati.

Tutti i sistemi di elaborazione, che io sappia, consentono di esportare i propri documenti in una versione PDF. Certo, questi diventano come delle istantanee, e dentro non possono avere effetti particolari, come quelli tipici delle presentazioni, con le scritte che piovono da varie parti e tutto il resto. Ma qui si torna un po’ al discorso precedente: occorre prima chiarirsi le idee su quale sia il messaggio che vogliamo far giungere, tenendo conto dei propri obiettivi e della natura del ricevitore, nel suo complesso.

46 pensieri riguardo “Pratiche del cyberspazio”

  1. ho pubblicato il mio primo video realizzato movie maker sul mio blog. non ho usato foto, ma solo testi scritti. ci sono un po’ di imperfezioni, che ho notato solo dopo averlo visionato dal blog, problemi di formattazione. scusate ma sono una principiante.

    patrizia

  2. Ci sono riuscitaaaaaaaa!
    Grazie Gaetano!

    E’ sempre questione di codici, di sintassi dell’HTML, di marcature dette tag, costituite da una sequenza di caratteri racchiusa tra due parentesi angolari, cioè i segni minore e maggiore (Esempio: ; il tag di questo esempio serve per indicare un ritorno a capo)
    Wikipedia

    Sono riuscita a fare un’operazione di transfert e cioè sono riuscita a trasferire, quello che avevo appreso nell’esercizio di Andreas, in questo contesto.
    Adesso comincio a “vedere” la versatilità dell’HTML, quale “linguaggio di markup che descrive le modalità di impaginazione, formattazione o visualizzazione grafica (layout) del contenuto, testuale e non, di una pagina web attraverso tag di formattazione” come si legge su Wikipedia

    Benedetta

  3. @Benedetta: devi usare il tag <a href= per capire come scriverlo puoi fare la seguente.
    Seleziona un link qualsiasi, poi esegui la proceduta descritta da Andreas nel suo post Il codice gemmante, cioè clicca con il tasto destro del mouse e scegli “visualizza sorgente selezione” o “pagina HTML” (dipende dal browser). La parte che ti interessa è, appunto quella che inizia con

  4. No, ci sono le sbavature di cui tu parlavi a proposito del prodotto di Monica.
    Ah, la compatibilità… che mi ha fatto sparire la freccia di biunivocità… uffà

    @Gaetano, @Almansi: ma come fate a mettere i link nel commento?

  5. Sì sfumiamo, ed è vero tutto quello che dici. Ma il carattere marcatamente provinciale del discorso pubblico è un male cronico di questo paese. Basta sentire un qualsiasi notiziario, radio 3 a parte, [aggiungo 2 minuti dopo] oppure bazzicare un po’ il bar del paese … Credo che le cose stiano iniziando a cambiare ma siamo in grave ritardo.

  6. Concordo su “E oggi la dobbiamo smettere di pensare che ciò che accade in US o in Tanzania o nel Kirghizistan è roba che non ci riguarda. ” Andreas. Poi SOPA prevede l’oscuramento di siti anche NON americani che facilitino il download di opere sotto copyright prodotte da americani.

    In realtà questo lo fanno già da tempo le autorità US, anche senza SOPA: vedi Torrent Finder Domain Seizure: il dominio torrent-finder.com sequestrato già a dicembre 2010 dall’US Immigration and Customs Enforcement (ICE), nel contesto dell’operazione paradossalmente nominata “In Our Sites”, è stato registrato da un egiziano. Ed era un semplice repertorio di torrent per scaricare opere, protette e non: mica ospitava quei torrent. Il proprietario del dominio, in quel caso, però ha semplicemente spostato il sito su torrent-finder.info, perché i dominii .info sono gestiti da un provider sul quale il governo US non ha presa, a differenza di quelli .com. (avevo messo altri link su quella storia e su Operation in our Sites in ICE’s Seizure of Domain Names Concerns Us All).

    Allora se il governo US poteva fare questo anche senza SOPA, fa paura quel che potrebbe fare se SOPA viene approvato. Per fortuna, la Casa Bianca ha già preso posizione contro queste nuove proposte di leggi – però lo stesso senza rimettere in causa il principio di azione contro siti stranieri: vedi White House Comes Out Against The Approach In SOPA/PIPA In Response To Online Petition .

    Invece su “Questa è esattamente l’Italia che si guarda l’ombelico, per poi scoprire di non contare più nulla.”, sfumerei un po’: infatti questa visione a tunnel sul diritto d’autore è di tutti i paesi, non solo dell’Italia, perché anche se ci sono trattati internazionali, le leggi sono nazionali (in particolare, un grosso problema è che finora i divieti vengono internazionalizzati da questi trattati, mentre le restrizioni a questi divieti a favore degli utenti sono di competenza nazionale, spesso con incompatibilità tra i vari paesi). Inoltre, a livello del coinvolgimento cittadino, l’Italia ha mostrato l’esempio a ottobre scorso: vedi Intercettazioni, Wikipedia protesta – homepage in bianco: “Inaccettabile ddl” di Repubblica sull’auto-oscuramento di Wikipedia Italia. E questo sciopero sembra proprio il modello di quello indetto da Wikipedia US adesso.

  7. Usciamo dal nostro guscio!

    La questione dei diritti d’autore, e la libertà d’espressione, ad essa connessa, è una cosa che riguarda te, me e ciascuno di noi. Il diritto di pensare non te lo toglie nessuno (vedi Mandela …) ma codesto tuo pensiero, senza libertà d’espressione rischia di rimanere confinato nella tua testa, che è come dire non esistere …

    E oggi la dobbiamo smettere di pensare che ciò che accade in US o in Tanzania o nel Kirghizistan è roba che non ci riguarda. Questa è esattamente l’Italia che si guarda l’ombelico, per poi scoprire di non contare più nulla.

  8. @Gaetano, ho sentito questa notizia mentre mi sciroppavo i miei 50 km per andare al lavoro questa mattina presto. E lo sciopero è per una iniziativa americana… sui diritti d’autore… ma il diritto a pensare non lo tutela nessuno????

  9. @mvcarelli (commento 30): tu e io facciamo quasi esattamente la stessa cosa, allora – salvo che invece di un powerpoint per collegare la roba della cartella, uso un sommario in html. La lunga spiegazione nel commento 25 – se a quella alludi – era dovuta al fatto che GrandiPepe aveva difficoltà nel creare link nel sommario agli oggetti nella cartella – e ne avrebbe avuto anche se avesse usato un powerpoint come tu, credo.

  10. Scaricare e modificare un video altrui pubblicato su YT è lecito. Il problema sorge per la pubblicazione della versione modificata. Come dice più giù la stessa licenza citata da Gaetano:

    “You further agree that Content you submit to the Service will not contain third party copyrighted material, or material that is subject to other third party proprietary rights, unless you have permission from the rightful owner of the material or you are otherwise legally entitled to post the material and to grant YouTube all of the license rights granted herein.”

    (mi spiace, anche cambiando la lingua d’interfaccia non riesco a ottenere il testo italiano; circa: “Accetti inoltre che i contenuti che sottoporrai al Servizio non conterranno materiali sotto il copyright di altri, o materiale soggetto a diritti proprietari di altri, salvo se hai il permesso del proprietario legittimo del materiale o se sei legalmente autorizzato in altro modo a pubblicare il materiale e a concedere a YouTube tutti i diritti di licenza specificati qui)

    Quindi avete diverse opzioni:

    – rischiare lo stesso, dicendo nella descrizione che vi avvalete dell’eccezione Fair Use prevista dal DMCA (Digital Millennium Copyright Act, che comprende le eccezioni del diritto di citazione e dell’uso educativo previste dalla legge italiana sul diritto d’autore. Se ancora non vi siete fatti togliere video per violazione di copyright, è un rischio limitato: il contenuto altrui nel vostro video è una citazione e l’uso è educativo. Ma se avete già avuto 2 video rimossi per questo motivo, meglio di no: YT vi potrebbe cancellare l’account per una terza violazione.

    – chiedere il permesso a chi ha caricato il video originale (sottoscrivete alla sua pagina utente, dalla quale gli potrete mandare un messaggio interno)

    – pubblicare il video modificato su un’altra piattaforma meno attiva nell’identificare materiale altrui: blip.tv, vimeo, dailymotion – lo potreste persino fare su webmultimediale.ch, la piattaforma per la condivisione accessibile di webmultimediale.org di Roberto Ellero (1). E in Svizzera ci vuole l’ordine di un magistrato o della polizia per forzare un fornitore di servizio a togliere un video di un utente per violazione di copyright.

    (1) Prima la piattaforma si chiamava webmultimediale.it, però per via del decreto Romano, Roberto mi ha proposto di trasferirla sotto un dominio .ch a mio nome.

  11. mamma quante cose fate….io quando creo un progetto costretta da circostanze ad usare ppt creo una cartella, all’interno altre cartelle, musica, video,ecc dopo aver fatto tutti i collegamenti a quelle cartelle create carico il tutto su dropbox (chiavetta virtuale) e vado ai miei appuntamenti senza bagagli.

  12. Mi unisco alla richiesta di Gaetano, abbiamo utilizzato solo una parte del video perché ci sembrava accattivante da un punto di vista grafico per spiegare il concetto di probabilità, quindi con ScreenFlow un software mac, abbiamo adattato il testo in italiano e abbiamo doppiato l’audio. Vi formulo la stessa domanda di Gaetano, è una violazione del copyright modificare un video pubblicato su youtube?
    grazie

  13. Per una attività richiestaci nel corso “Metodi di ricerca in ambiente multimediale” abbiamo (io, Stefano, Maurizia e Maria Vincenza) la necessità di modificare un video presente su Youtube. Detto video è sotto la <a href=”http://www.youtube.com/t/terms” rel=”nofollow”<licenza YouTube standard. Sono andato a leggere i “Termini di servizio” e al punto 8 leggo:

    8. Diritti concessi in licenza dall’utente
    8.1 Quando l’utente carica o pubblica Contenuti su YouTube, contestualmente concede:
    1. a YouTube, una licenza per il mondo intero, non esclusiva, gratuita, trasferibile (con diritto a concedere sub-licenze) ad usare, riprodurre, distribuire, preparare opere derivate, visualizzare ed eseguire tali Contenuti in connessione alla fornitura del Servizio ed in altro modo in connessione con la fornitura del Servizio e dell’attività commerciale di YouTube, comprese, a titolo meramente esemplificativo, la promozione e la ridistribuzione di tutto o parte del Servizio (e delle relative opere derivate) [in qualsiasi formato e tramite qualsiasi canale di comunicazione];
    2. a ciascun utente del Servizio, una licenza per il mondo intero, non esclusiva, gratuita, ad accedere ai suoi Contenuti tramite il Servizio e ad usare, riprodurre, distribuire, preparare opere derivate, visualizzare ed eseguire tali Contenuti nella misura permessa dalla funzionalità del Servizio ed ai sensi dei presenti Termini.

    La mia domanda è: possiamo modificare tale video (tagliarlo e doppiarlo) e rimetterlo, così modificato, in rete su Youtube senza incorrere in una violazione del copyright?
    Secondo me, stando a quanto scritto all’art. 8, sì. Può darsi che mi sia sfuggito qualche cavillo e mi sbagli, per sicurezza desidererei un parere da parte vostra che siete molto più esperti di me sull’argomento.

  14. @Patrizia :

    Testi: Perché un testo si apra normalmente nel browser, deve essere in .html o in testo semplice (con estensione .txt oppure con un’altra, a patto che sia in testo semplice; ad es. il file OPML di Andreas, sopra, si apre normalmente nel browser perché è in testo semplice). Certi browser ma non tutti, aprono anche i file PDF

    Immagini e video: in effetti a volte bisogna cambiare formato: per i video .mp4 e per le immagini .jpg normalmentesi aprono nei browser.

    Vedere sottotitoli CC: Su YouTube, normalmente si attivano automaticamente quando parte il video. Se il pulsantino CC in calce del player appare grigio (disattivato), allora cliccavi sopra. Ma normalmente dovrebbe essere rosso. Con i video sottotitolati su blip.tv, in effetti a volte non partono. Prova prima a rinfrescare la pagina, poi se non partono, clicca su CC nel player.

    Scaricare sottotitoli CC: Se vuoi scaricare i sottotitoli di un video YT, crea una pagina Universal Subtitles per il video che ha i sottotitoli CC, faccendo il login poi usando la pagina http://www.universalsubtitles.org/it/videos/create/: i sottotitoli CC di YT vengono importati assieme al video. Vai sulla sottoparte della pagina dove vengono menzionati (se il video è in inglese, cliccando sul link “inglese” nella colonna di sinistra). Da lì, usa il menù a tendina “Download” in cima alla trascrizione interattiva.

  15. in questo momento sto cercando di far funzionare un file indice in html che mi ha incuriosito. la prima parte mi riesce, cioè faccio l’elenco in html in notepad, lo salvo in una cartella e lo visulaizzo con il mio browser. poi ho provato ad inserire altro nella cartella , tipo un’immagine, un video o un’altro teso. ma forse sbaglio qualcosa, magari non lo salvo in html? era l’errore che facevo con i primi esperimenti.
    per quanto riguarda i sottotitoli, mi sono imbattuta in alcuni video che portavano la scritta cc (sosttotitoli) bene ho cliccato per far venir fuori i sottotitoli ma mi diceva che non erano disponibili. in cosa ho sbagliato?. anche in questo caso mi ritoccherà rileggere il tutto.
    cmq devo dire che con tutto questo esercizio mi è sparita la paura di provare ad aprire porte di cui non conosco, (soprattutto i programmini per fare) stando sempre attenta alla sicurezza dei siti seguendo anche le regole che ci siamo detti in qualche post fa. ma la sicurezza che sta nascendo è soprattutto dovuta alla capicità di codificare il codice. sto riuscendo a capirne l’importanza.
    patrizia

  16. uff… regressione. Mi sono stampata i passaggi per avere “la ricetta” sotto il naso, ma tanto lo so che non serve. Tutte le volte faccio delle varianti: diciamo che gli ingredienti di base non cambiano, poi però vario il peso e aggiungo qualcosa (tipo le codette sopra le torte-da-colazione che colorano il buongiorno) e quindi quando mi chiedono “ma come l’hai fatta? cosa hai messo?” mio marito ironocamente risponde: “Tutto qb”. qb=quando basta che c’è sempre nelle ricette e non si capisce mai quanto sia!!! vado, butto nel mixer e inforno. Immaginate il profumo… come sarà ve lo mostrerò 🙂

    @Gaetano, anche io uso MoveMaker… ma di solito carico i filmati che faccio io e così ero alla ricerca di qualche tool speciale-sconosciuto-stramoderno per fare i clip. Ecco qui che scopro di avere già quello che serve, solo che fino a pochi giorni fa non sapevo come “scaricare” i file da YT e ricaricarli … altra questione i codici…

    ma quante cose che si imparano dagli altri, che hanno imparato facendo…DIRE – FARE – IMPARARE

    grazie a tutti!!

  17. grazie per i consigli li ho guardati tutti adesso sto provando a fare delle prove. vi farò sapere.
    i vostri lavori sono molto belli. soprattutto il video nero…
    patrizia

    1. @Patrizia Auguri per le tue prove: faccele vedere!
      re il video nero, Roberto Ellero mi ha mandato il link a THE LONGEST VIDEO ON YOUTUBE – 596.5 HOURS – visualizzato 437771 volte 😀 Però se l’autore l’avesse messo sulla licenza cosidetta “creative commons YouTube”, chiunque lo potrebbe raddoppiare, triplicare, Niplicare con l’editore video di YT…
      Il mio aveva uno scopo bassamente concreto: testare altri usi possibili degli strumenti di sottotitolazione (vedi commento 14). Però forse si potrebbe sfruttare il potenziale virale di questi non-video neri: basterebbe intitolarli a una causa che si vuol propagare, tipo “YouTube! Fermi il saccheggio del pubblico dominio” o varianti, e nella descrizione linkare a materiale pertinente, in questo caso tomsblog.it/valerioporcu/2011/12/12/youtube-e-pieno-di-pirati-ecco-finalmente-le-prove/ + le sue fonti.
      Però siccome le descrizioni la gente non le legge, di solito, si potrebbe fare un’annotazione SUL video per attirare l’attenzione sul contenuto della descrizione.

    2. @Andreas: La cosiddetta licenza CC di YT è BY e basta. Se ti va… A me secca che non consentano di scegliere tra tutte le opzioni, come su blip.tv, Internet Archive e persino flickr. In effetti certi evangelisti di CC come Lessig usano tuttora la licenza YT standard, indicando la licenza nel video e/o nella descrizione.

      @GrandiPepe: il qb di tuo marito mi ricorda il “perché è così” del mio quando gli chiedevo perché era sbagliato qualcosa che avevo detto/scritto in italiano. E dire che aveva insegnato l’italiano lingua straniera. Con me aveva iniziato prestandomi i sonetti romaneschi di Belli e faccendomi ascoltare “Hai stata tu” (riascoltabile su YT) di Pippo Franco.
      Per fortuna, nostra figlia ha poi preso lei in mano la mia educazione linguistica italiana in modo più classico: tipo un tutorial di 2 minuti sulle differenze tra francese e italiano nell’accordo del participio passato quando aveva 7 anni. Non è che potresti chiedere a qualche ragazzo anche tu per le cose del computer?

      Però riprovo a spiegare il trucco della cartella di file diversi con un file indice:

      1) metti in una cartella i file che ti servono per la presentazione
      2) crea un file indice.html (se ti va di chiamarlo indice, altrimenti quel che vuoi, ma .html) e salvalo nella stessa cartela
      3) nel file indice.html, copia i nomi degli altri file della cartella
      4) crea un link sul nome di ciascun file usando l’icona link del tuo programma di edizione html
      5) nella finestra di dialogo per la creazione di un link, dovresti avere una lista di opzioni: a una pagina web, a un file sul computer, a un indirizzo e-mail
      6) scegli “a un file sul computer”
      7) si apre l’elenco delle cartelle e dei file che hai sul computer
      8) in quell’elenco, vai alla cartella dove hai messo i file
      9) clicca sul file corrispondente al nome di file che vuoi linkare
      10) completa la creazione del link come se fosse un link a una pagina web.

      Poi ti porti in giro la cartella su una chiavetta USB, oppure la zippi e la ficchi da qualche parte online da dove la puoi scaricare e dezippare. Quando la vuoi utilizzare per una presentazione, la apri, poi apri il file indice in html con un browser, e da lì apri gli altri file man mano che ti servono.

  18. @Gaetano: Buffo: anche mio padre, cioè il nonno dei due autori del video, faceva anche lui animazioni immagine per immagine con il super 8 – anzi in 8 mm non super ne aveva già fatta una con le mie bambole, sincronizzata con la canzone “Le complexe de la truite” dei Frères Jacques (1). Beh, sincronizzata per modo di dire: faceva partire il giradisco assieme al proiettore 😀

    (1) Si può riascoltare la canzone in http://www.youtube.com/watch?v=Q24qnmpbdOU, dove un gentil commentatore ha aggiunto le parole.

  19. Claude, vedendo il tuo video sono tornato con la mente al tempo del super 8, quando passavo la notte a far “danzare” la saliera e la pepiera(??? il contenitore del pepe).
    Adesso la passo tra i codici 😦 di Andeas 🙂

  20. @Gaetano (commento 15) Bello il video del carnevale! Per i macchisti, anche con iMovie (in dotazione automatica sui computer Apple, non so sui loro gadget portatili) si possono fare dei video utilizzando foto: vedi La nuit des fleurs vivants (una collaborazione di mio nipote e di mia figlia).

    @grandipepe (commento 16) eh sì, è sintassi! Quindi si possono trasferire le conoscenze di sintassi di una lingua parlata per – non dico padroneggiare – le lingue dei computer, ma perlomeno afferarne qualcosa.

  21. @Patrizia: se vuoi creare un video utilizzando delle foto potresti utilizzare Photo Story. Anche questo è un programma della Microsoft gratuito, molto semplice da usare e compatibile con windows XP e Vista, non lo è con windows 7. Un video che ho realizzato con delle foto di Carnevale lo puoi vedere <a href="cliccando qui.

  22. @gaetano anch’io uso download helper. Bello, né?

    Re il lungo video vuoto:
    😀 io credevo di essermi aggiunto un cosino puramente strumentale su YT, per fare le cose che spiego in Traduzione di testi normali (1) nella pagina wiki che ho preparata per le attività su sottotitolazione e dintorni descritte da Andreas in Tra video e testo, poi patatrac, mi ci arrivano legioni di (anti) nichilisti russi.

    (1) Per maggior chiarezza: ho creato una pagina in Universal Subtitles per quel video, poi vi ho caricato come pseudo-trascrizione il testo di “Constitutional Crisis” di Cory Doctorow nella pista di pseudo-sottotitoli inglesi, poi vi ho iniziato una pista per la traduzione in italiano di questi pseudo-sottotitoli inglesi. In quella pista, cliccando su Modificare i sottotitoli dovrebbe aprire la pagina di lavoro per la traduzione, con un avvertimento che il lavoro non verrà salvato se non siete loggati,

  23. @Gaetano:ho appena lasciato una richesta di aiuto su come si facessero i video… che ecco leggo il tuo commento. proverò da qui e se avessi bisogno ti chiederò aiuto.
    patrizia

  24. 1 – Per realizzare le pagina in HTML segui le indicazioni di Andreas per imparare e capire cosa c’è dentro il cofano, poi se vuoi renderti la vita più semplice utilizza un programma WYSIWYG io uso kompozer è un programma WYSIWYG open source e nella prima riga inserisce una stringa che indica che è conforme alle direttive W3C “!DOCTYPE html PUBLIC “-//W3C//DTD HTML 4.01//EN” “http://www.w3.org/TR/html4/strict.dtd” cosa che non fa FrontPage.

    2 – Per estrapolare spezzoni di filmati (clip) da mixare e ottenere un nuovo video, che potresti riversare, così modificato, in rete (in Youtube ad esempio), potresti usare MovieMaker, programma molto semplice di elaborazione video, che Microsoft offre con il suo sistema operativo.
    Per ottenere delle clip di un filmato, con MovieMaker, le operazioni da fare sono:
    1. importa file multimediale (file che devi avere nel tuo computer)
    2. trascinalo nella barra dello storyboard (sotto)
    3. avvia il filmato e fermalo al fotogramma d’inizio che ti interessa
    4. clicca sul pulsante “Dividi” (si trova a destra sopra la barra dello storyboard) vedrai che nello storyboard compare uno spezzone del video
    5. clicca sul nuovo spezzone e avvialo. Fermati al fotogramma di fine che ti interessa
    6. clicca sul pulsante “Dividi” a questo punto sulla Storyboard avrai il video originale diviso in tre sequenze
    7. cancella le due che non ti interessano
    8. salva (Movie Maker utilizza il termine Pubblica in) quello che è rimasto ed hai finito.

    Esegui la stessa procedura per tutte le altre clip che vuoi catturare.

    Per creare un nuovo video, utilizzando sempre Movie Maker, trascina le clip nella storyboard, scegli gli effetti o le transizioni che più ti aggradano e (salva) pubblica in…

    PS. Restano validi sempre le considerazioni di Claude relative al copyright.

    Il plugin che utilizzo io in Firefox per scaricare video si chiama DownloadHelper

    @Claude il secondo visitatore del tuo video “in nero” sono stato io. Giuro di non aver cliccato su “non mi piace”, però ho pensato: “Che c…lo di esperimento è questo!”

  25. Grazie per i complimenti, Andreas. Come dici tu, non sono una geek, ho soltanto trasferito le competenze acquisite come insegnante di lingua (la sintassi è sempre sintassi, che si tratti di lingua o di codice digitale) e come utente di biblioteche tradizionali (la ricerca è sempre ricerca, che si faccia tramite cataloghi con schedine infilate su una stanghetta o sul web).

    Ai tuoi suggerimenti per GrandiPepe, sperando di non infrangere il tuo progetto didattico di portarla a trovare le cose lei stessa, vorrei aggiungere 2 trucchetti semplici:

    Per la pagina indice con i link alla roba che si trova in una cartella: se scrivi una pagina html offline, cioè con un’applicazione di scrittura digitale un pelo decente del tuo computer, quando clicchi sul pulsante per fare un link, la finestrina di dialogo ti propone diversi tipi di link: a una pagina web, a un file che sta sul tuo computer o a un indirizzo e-mail.
    Se scegli “a un file”, ti si apre un elenco dei file del computer, quindi scegli quello che vuoi linkare tra quelli della cartella dove hai anche quel file indice.

    Per il montaggio video, mi pare di ricordare che in una delle conversazioni serali avevi parlato di materiale video rozzo tuo.

    Se il materiale è in effetti tuo, o se è sotto una licenza creative commons “BY” che autorizza le opere derivate e gli usi commerciali con l’attribuzione all’autore come sola condizione, puoi caricare gli spezzoni su YouTube scegliendo l’opzione “Licenza Creative Commons Attribuzione (riutilizzo consentito)” nella finestra per descrivere il video.
    Se lo farai, sotto i video apparirà un pulsante “Crea un remix del video”. Se lo clicchim si aprirà l’editore video di YouTube che ti consentirà di montare tutti quegli spezzoni
    Esempio: per sperimentare usi dirottati della sottotitolazione, ho pubblicato un video tutto nero senza audio di 21:20 in youtube.com/watch?v=IFbc7LWUL8g. Poi ho usato quel pulsante “Crea un remix…” per farne una versione ancora più lunga (1:39:46), incollando il primo più volte: youtube.com/watch?v=XejH7tnOVKA, sotto il quale c’è anche un link per le attribuzioni.

    Quel lungo video vuoto si è giustamente attirato – finora – 43 “Non mi piace” e 3 commenti perplesso-ironici in russo; secondo il traduttore di Google, significano: “uno filosofico film) a quanto pare l’ultimo film di mehalkova” (Mikhalkov, suppongo), “Beh, non almeno in vacanza in Messico.” e “Che cazzo”. Ma anche 87567 visualizzazioni in 3 giorni 😀

    Però ecco, la stessa cosa la potresti fare con risultati più intelligenti con i tuoi spezzoni, a patto, ripeto che siano tuoi o che l’avente diritto ne abbia autorizzato il remix secondo la licenza CC-BY o equivalente . E pure con spezzoni di film che siano nel pubblico dominio, anche se a rigore, le cose nel pubblico dominio non andrebbero messe sotto nessuna licenza, nemmeno CC-BY, visto che alle cose nel pubblico dominio non si applica il diritto d’autore, e che le licenze CC sono usi particolari del diritto d’autore

    Per più informazioni sulla “licenza creative commons” di YouTube e sul suo editor video: youtube.com/static?hl=it&template=creative_commons.

    Va notato che quella “licenza CC-BY” di YouTube è sui generis e molti preferiscono lasciare la licenza YouTube standard e indicare la licenza nella descrizione o nel video stesso. È quel che fa Lawrence Lessig per i video del suo canale YouTube: licenza CC-BY indicata alla fine dei video, però licenza YouTube standard nella descrizione.

    Infine, se gli spezzoni che vuoi utilizzare sono sotto il copyright stretto di un altro, o sotto una licenza CC più restrittiva di “BY”, non puoi usare l’editore video di YT. In quel caso, che tipo di computer hai? Quelli sotto Mac e sotto Windows hanno già un editore video installato.

  26. GranDiPepe,

    1 – torna a rifare per bene gli esercizi su HTML e dintorni e, anche se li hai fatti già molto bene, rifalli con codesto preciso obiettivo in testa. Prova per esempio a comporre una lista in HTML, usando un editore che ti piace, notepad, notepad++ o quello che vuoi. Non ti ricordi? Forse nemmeno io, ma questo è IRRILEVANTE. Vai a cercare un post o un pagina dove c’è una lista e con Ctrl-u vai a vedere il codice, cercando i tag che servono per fare le liste. Oppure googla “html w3” e cerca in quei bei tutorial le liste. Oppure googla direttamente “html w3 list” oppure oppure …
    Poi, salva il file editato in una cartella sul tuo computer, dandogli un nome, tipo iosonounmito.html, o roba del genere. Aprilo con il browser e guarda il risultato. Prendi nota di come è scritto l’indirizzo URL del file nel browser, qualsiasi altra risorsa piazzata nella stessa cartella avrà un indirizzo simile, che ti sarà facile costruire – editare 😉
    Tenendo aperti l’editore e il browser, aggiusta e migliora come ti piace di più la tua pagina. Schiaffa qualche altra cosa nella stessa cartella, magari un altro file HTML, oppure altra roba. Poi nell’editore inizia a piazzare dei link nella tua pagina, non ti ricordi? Idem come sopra …

    2 – Alludi a fare il montaggio di un video, in generale, a partire da altri spezzoni (clip, in gergo)? Se sì, vuoi/volete che faccia un microvideo? Se no, spiegati meglio. Recuperare video da Youtube? Ci sono un sacco di modi. A me piace quello dove si usa un addon di Firefox che fa comparire nelle pagine dei video Youtube un tasto Download accanto a quello Share. Googla una roba tipo “addon firefox download youtube” per trovare l’addon. lasciare su un server di rete? Se si tratta solo di video usa il più popolare dei server: youtube medesimo! Io faccio così, come tutto il mondo sta facendo così. Poi ci si può ancheconfezionare un server, ma si paga e va gestito, ha senso per fare cose più generali.

    …e comunque sono sempre magnifiche le cose che racconta Claude e mi paiono irraggiungibili…

    Le cose che fa Claude sono normali e molto semplici, proprio perché lei esplora il mondo in semplicità, con la curiosità di Alice e senza timori reverenziali né fisime accademiche: è lei che è magnifica, non le cose che fa.

    Claude è il “dispositivo didattico” più interessante di tutto questo corso: non dovete focalizzare l’attenzione sulle cose che fa lei, ma come è arrivata a farle. Suggerimento: Claude non ha alcuna formazione tecnica, eppure molti la scambiano per un geek, e di fatto finisce con l’esserlo per davvero e, vediamo se Claude mi sconfessa, ciò che sa fare l’ha imparato quasi tutto esplorando e provando … non è una “coder” ma non teme i codici …

    Tutti possono fare quello che fa Claude ma pochi ne sono consapevoli, quindi bisogna lavorare sulla consapevolezza e provare a fare qualche “miniatura” con HTML …

  27. @Claude, @Andreas se posso avrei delle richieste:
    1- mi spiegate meglio, se possibile operativamente, come creare questo indice in HTML che rimanda a tutti i link che si vogliono usare?
    2- come posso creare una sorta di filmato fatto con spezzoni di film? cioè prendo delle parti da youtube, poi le assemblo sequenzialmente, è possibile? mixare il tutto lasciandolo su un servere di rete

    …e comunque sono sempre magnifiche le cose che racconta Claude e mi paiono irraggiungibili…

  28. A lungo ho odiato i powerpoint – per la stessa claustrofobia che mi danno i tunnel lunghi, un po’ perché ne ho dovuto tradurre di mostruosamente pesanti, a volte con tabelle inserite come immagini di testo che sono una vera rogna da tradurre – poi anche perché la prima volta che ho provato a farne uno io nel 2002, ero ospite di amici a Los Angeles, jet-laggata fino alle orecchie, ma avevano PowerPoint sul computer, e io dovevo parlare della letteratura della Svizzera Italiana il pomeriggio, nel contesto della settimana dell’italioticità o qualcosa del genere. Allora mi ero detto vabbé, sei in America allora devi fare le cose in modo tecnologico moderno, con PowerPoint, appunto.
    Apro il programma. Mi propone di partire da zero o di usare un template. Visto che era la prima volta, scelgo “template”. Si apre la galleria: accidenti che kitsch! Il solo template un po’ decente si chiamava “Project Post-Mortem”: il nome mi faceva ridere allora ho preso quello. Poi ho battagliato con i campi delle schede che un po’ si aprivano, molto no (sono molto maldestra). C’e l’ho fatta lo stesso, ma il risultato avrebbe potuto vincere il Guinness del powerpoint più brutto.
    Per fortuna, giunta all’Istituto italiano, mi hanno detto che il proiettore era rotto 😀

    Allora in seguito ho continuato a fare come prima: cioè sbattevo in una cartella le cose – testi in .html o immagini – che avrei potuto voler mostrare, facevo un file indice (in .html anch’esso) con link a quelle cose, e quando dovevo parlare aprivo il file indice con Firefox, e da lì le altre cose in schede della finestra, man mano che mi servivano.
    Poi nel 2008 mi sono riconciliata – non con Powerpoint: avevo buttato via tutta la roba Microsoft dal computer nel 2003 – ma con Presentation di OpenOffice (che non era ancora stato comprato da Oracle), perché avevo scoperto che si possono fare degli “slidecast” con MyPlick.com o con Slideshare.net : cioè sincronizzare delle slide con un file audio. Vedi quello che ho embeddato in Calatrava e accessibilità – 2 sett. 08.
    Da allora ho fatto anche altre presentazioni con slide, per quando dovevo presentare qualcosa in poco tempo in modo frontale. Però sempre esportandole prima come PDF/A, cioè il formato PDF per l’archiviazione: se l’esportazione mi rifiuta qualche fronzolo, lo tolgo dalle slide .odp.

    Però lo stesso continuo a preferire il trucco della cartella con un file indice che linka a tutta la roba che ci ficco. Buffo che anche i powerpoint – e altri tipi di presentazioni slide, suppongo – siano cartelle pure loro…

  29. Devo ammettere che è simpatico sbirciare nei codici. Andreas, a partire dal tuo esempio, ho osservato attentamente il codice che mi è servito per incorporare un video nel mio blog. Volevo capire come fare per evitare che partisse automaticamente. Bene, c’era l’attributo autostart=true&amp. Ho modificato true in false ed è andato 🙂

  30. A proposito dell’utilizzo di programmi open, come ho già avuto modo di scrivere, per il corso di informatico-gestionale, abbiamo optato (in due) per l’utilizzo di software libero e abbiamo quindi adottato: Ubuntu, Open Office, anche in ambiente windows, Notepad ++, Filezilla, VLC e per la gestione economica della nostra azienda simulata, Gazie Apache e MySql.
    I vantaggi, non solo economici, riguardano il risparmio di spazi di memoria sui server, la collaborazione con altre scuole in rete, con scambio di materiali, l’innovazione, migliori prestazioni per certe applicazioni, etc
    Incontriamo però alcuni problemi: scarsa familiarità con tali strumenti e quindi non conoscenza dei vantaggi di cui sopra (l’utilizzo dei docenti è ancora limitato), proliferare di tantissimi software che servono per lo stesso scopo, inoltre solo alcuni progetti open sono “stabili” altri invece soffrono del problema dei troppi fork che creano parecchia confusione tra gli utilizzatori scarsi come me.

  31. Grazie, carissimo Pasquale! Sono proprio contento di vederti passare da queste parti 🙂

    Elena e Romina, ci sono quintali di cosi che scaricano video youtube, anche il semplice addon di Mozilla funziona benissimo: una volta installato, quando accedi a Youtube, accanto al tasto Share c’è anche il tasto Download, che offre una varietà di formati possibili.

  32. Andreas ,
    ti leggo sempre con piacere e imparo sempre qualcosa, la semplicità con la quale ti esprimi e il profondo rispetto di chi sta apprendendo , costituiscono il tuo successo,
    del difficile e complicato processo di apprendimento-insegnamento .
    Ciao Pasquale Ruperto ex studente Iul

  33. @Monica, io ho risolto il problema dell’incorporazione dei video trasformandali da youtube in .AVI con questo programma: DVD VideoSoftFreeStudio. Mi è stato suggerito dal nipotino di 1mt e 90… e tra i tanti che ho cercato di installare aggirando il severo antivirus, questo non mi ha dato problemi. Però posso citare Samantha che ha scovato SkyDrive “servizio di Microsoft che mette a disposizione dell’ utente la bellezza di 25 GB on the cloud, in maniera gratuita”. Più liberamente si possono usare le GoogleApps con la condivisione di documenti. Io purtroppo cerco sempre di avere delle presentazioni che trasporto sulla USB, perchè mi trovo ad operare troppo spesso il luoghi dove la copertura ADSL non c’è o non trovano il codice del modem…
    @Andreas l’aspetto etico dell’uso di programmi che fanno crescere il PIL di una nazione più di un altro mi ha colpita… non ci avevo mai pensato, non sapevo neppure di questo aspetto, Purtroppo come di tanti altri… ma l’idea di foraggiare “i cervelli” e non i marchi ha degno rispetto.

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