Una particolare introduzione alla nuvola


Dove si recuperano elementi di codice sparsi incontrati lungo il (per)corso e si riordinano, una volta tanto, per comporre un’introduzione alla nuvola, una delle tante possibili, quella che emerge dall’evoluzione del codice.


Trasferisco qui i “bricovideo” che avevo anticipato nel post precedente “Ricomponendo tasselli sparsi …“, completando così questa piccola trilogia. Lascio a quel post precedente solo il suggerimento di riflettere sul discorso di Richard Stallman, A Free Digital Society (© cc-by-nd) (testo tradotto), che è attinente alla questione sorta ieri, en passant, alla riunione online: che vuol dire che Ipad e Android non vanno nella direzione della libertà? Sono riflessioni molto importanti e non banali. Vale la pena soffermarcisi, per questo avevo proposto la forma del “compito”, solo per questo.

Tornando ai bricovideo, li propongo a tutti coloro della blogoclasse che sono interessati al tema della nuvola, the cloud, al quale dedicherò un contributo nei giorni a venire. Sono tre le finalità che qui mi ero prefisso:

  1. Aiutare i partecipanti della blogoclasse a collocare in un quadro appena più ordinato i vari elementi, linguaggi e codici, sui quali abbiamo sorvolato, per forza di cose con una certa fugacità.
  2. Utilizzare tale quadro come introduzione al tema della nuvola, per il quale alcuni avevano manifestato un certo interesse.
  3. Mostrare un uso abbastanza libero della tecnica video per comunicare qualcosa; un esperimento ispirato dai bellissimi video della RSA. Il confronto con i miei bricovideo è ridicolo, ovviamente. Quei video sono creati da uno specialista, Andrew Park, che ci mette settimane o mesi a produrre dieci minuti di video, con risultati che hanno avuto un successo strepitoso. Ciò non impedisce che chiunque si lasci ispirare per fare una cosa diversa. E una cosa che a me manca, nella comunicazione virtuale, è il fatto di poter parlare aiutandosi con la lavagna, poco importa se la buona vecchia lavagna nera o la LIM, purché sia una superficie sulla quale poter fare e cancellare segni. Da qui questo esperimento, assolutamente casereccio e pieno di difetti. Difetti che già io vedo, figuriamoci quanti sono quelli che non vedo … Ma se non si prova non si impara, e qui ho imparato diverse cose e mi sono anche divertito. Se a qualcuno interessa, posso fare un tutorial su come ho proceduto.

Ed ora, in sequenza, i tre video per entrare nella nuvola a partire dalla preistoria della tecnologia informatica.




4 pensieri riguardo “Una particolare introduzione alla nuvola”

  1. Sono finalmente riuscita a vedere tutti e tre i video che, oltre ad essere accattivanti mi hanno permesso di capire un po’ meglio cosa “sta’ dietro” all’utilizzo della rete e quali risorse si attivano quando mi connetto ad un sito.
    Oggi è poi possibile usare software non direttamente installati sul nostro computer e utilizzare anche, allo stesso modo, memorie di massa on-line.
    Il Cloud Computing è dunque un insieme di risorse hardware e software che forniscono servizi su richiesta attraverso la rete Internet; io sono un utente e usufruisco di un servizio che una piattaforma mi fornisce.
    Anche utilizzando Gmail o strumenti di scrittura condivisa, facciamo questo.
    Nel momento in cui trasferisco i miei dati, che possono essere dati sensibili, essi non si trovano “su una nuvola”ma presso server di aziende, spesso estere, che potrebbero anche scorrettamente utilizzarli.
    A quali rischi potrebbero esporsi allora aziende, pubbliche amministrazioni, banche che si avvalgono di questo tipo di servizio?
    In questo articolo, Stallman mette in guardia da quelle che lui definisce trappole del marketing
    qui

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