
Traduco qui un post molto interessante scritto da Donatella della Ratta.
Solo un breve inciso. Questo esempio illustra bene il senso della nascente cultura “read-write” nella quale ogni autore, piccolo o grande che sia, stabilisce esattamente i diritti che intende attribuirsi, consapevole di contribuire come tutti gli altri ad un ecosistema di idee, espressione della cultura umana.
Come specifica bene Donatella stessa, in un suo post successivo:
[…] il blog e` pubblicato sotto licenza Creative Commons Attribuzione Condividi-allo-stesso-modo, che vuol dire che potete condividere, tradurre, rimixare, ripubblicare tutto alla sola condizione di citare la fonte originale e poi distribuire il prodotto che ne deriva sotto la stessa licenza originaria (cioe CC BY SA, percio` non metteteci un copyright classico!).
Ebbene, la licenza che io uso in questo blog è proprio la stessa, come è specificato nella sidebar qui a destra: CC BY SA. Io posso quindi riutilizzare il lavoro di Donatella col suo implicito consenso e in ossservanza della legge sul copyright, ambedue consapevoli, come tantissimi altri, che questa pratica favorirà la circolazione delle idee.
Damasco, un sit-in per la Libia/Una significativa immagine dell’Italia all’estero

No comment.
Se qualcuno mi avesse detto che un giorno, camminando per le vie di un paese arabo, mi fossi imbattuta in un sit-in di solidarietà per un popolo che sta soffrendo in un altro paese arabo, e che per prima cosa avrei visto un cartello del genere in mano ad un qualsiasi manifestante, non gli avrei creduto.
“Vattene in Italia, Mo`amar (Gheddafi)”, diceva, aggiungendo: “li ti hanno prenotato una brutta modella”.
Una volta l’Italia era storia, bellezza, cultura, arte, buon cibo, paesaggi meravigliosi, grandi giocatori di calcio (e, ebbene sì, anche colonialismo .. e non una versione soft, come credono gli italiani .. un colonialismo crudele, anche in Libia).
Ora trovo un tipo a Damasco – e non è il solo – che pensa che i governi dell’Italia e della Libia siano uguali.
Sto manifestando e urlando oggi a Damasco, in solidarietà con il popolo libico e contro i crimini che questo pazzo sta commettendo. Ma sto anche manifestando e urlando contro il mio paese, dall’altra parte del Mediterraneo, dove non ci sono abbastanza persone a manifestare e urlare per i crimini che si stanno commettendo. E questo ci rende colpevoli.
Per favore, Italia, dimentica le avventure di letto del nostro Primo Ministro e concentrati su quello che sta succedendo in Libia, che ci riguarda così tanto di più.
Se c’è una buona ragione per far cadere questo pazzo governo di Berlusconi, non è Ruby o qualche altra faccenda di minorenni, ma è il suo incredibile comportamento nei confronti della Libia e del suo popolo.